Attenti al cane

[Free tra Sasori Uchiha e Zakira]

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  1. Zakira
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    Le incomprensioni tra i due ragazzi continuarono ancora per un pò. Il ragazzo confuso continuava a chiamare Asami con un altro nome. Per non parlare del cane, a quanto pare era il suo cane guida, che continuava insistente ad abbaiare. Non sembrava un animale tanto simpatico, come aveva dichiarato il ragazzo dagli occhi bianchi. Almeno per gli occhi della Hoshiyama che per sfuggire alla sua furia si ritrovò all’interno di quella casa. Ma il cane aveva una buona motivazione per comportarsi così poichè la ragazza aveva calpestato per sbaglio la zampa oppure la coda. Le precedenti scuse di Asami non servirono a niente per farlo calmare. L’unico che ci riuscì fu solo il suo padrone. Fischiando in modo modo particolare, l’animale entrò all’interno del giardino. La genin, appena lo vide, iniziò a guardarlo. Era totalmente diverso dal cane che l’aveva inseguita fino a qualche minuto fa. Era docile e sembrava a suo adagio, girando attorno al padrone e scodinzolando. Lei amava molto gli animali ed era quasi tentata ad accarezzarlo.

    §Che carino!§

    O almeno così si comportava con Kamui. Infatti la ragazza, volendolo accarezzare, fece alcuni passi in avanti e allungò la mano sinistra verso di lui. Ma a quanto pare l’animale aveva preso in antipatia la ragazza che rimase perplessa riguardo al suo comportamento. Continuava ad abbaiare e la ragazza riportò la sua mano vicino al corpo e fece alcuni passi all’indietro per mantenere una certa distanza di sicurezza. Guardava con paura ma anche con aria di sfida il cane che come lei non spostava lo sguardo. Il ragazzo dal canto suo cercò di calmarlo, chiamando la genin, per l’ennesima, volta Akane. Quando ascoltò le parole del ragazzo, Asami lo fulminò con lo sguardo, tenendo il sopracciglio sinistro alzato. Non c’era bisogno delle parole poichè il volto della ragazza faceva intendere che non amava particolarmente essere chiamata in quel modo. Soprattutto dopo aver ripetuto più volte di non chiamarsi Akane. Ma per Kamui la bellezza di Asami era paragonabile a quella della cugina. Ma la kunoichi non poteva giudicarla visto che non l’aveva mai vista. Forse avevano lo stesso colore di capelli? O colore degli occhi? Oppure questa Akane era alta e snella come l’aspirante medico? Solo incontrandola poteva esprimere dei giudizi. Dopo le sue parola la ragazza si limitò a sorridere nervosamente e distolse lo sguardo altrove.

    [...]

    Quando la ragazza rivelò il suo nome, Kamui rimase meravigliato. Inizialmente la genin non riuscì a capire perchè aveva quell’espressione stupita. Ma la spiegazione arrivò subito.

    -Anche mia madre si chiama Asami che combinazione!-

    La ragazza fu attirata dalla voce del ragazzo dagli occhi bianchi, rivolgendogli un piccolo sorriso. Quando sua madre la chiamò per la prima volta con il nome di Asami fu subito dopo la sua nascita. Il cielo era dominato dalle prime luci dell’alba e la madre, guardandola, l’aveva chiamata così d’istinto. Ma c’era una spiegazione dietro a quel nome. Infatti il significato del nome Asami era proprio “Bellezza del mattino”.

    -Dici sul serio!?-

    Più che una domanda era quasi un ‘affermazione, dato il suo tono sorpreso. Dopodichè il ragazzo si presentò una seconda volta, aggiungendo più informazioni rispetto alla sua prima presentazione.

    -Asami, sono Kamui Hyuga del villaggio della foglia, piacere di fare la tua conoscenza. Ci vedo benissimo e sei appena entrata nella parte del quartiere Hyuga della casata principale…-

    §Quartiere Hyuga…?§

    A quanto pare la giovane donna non solo si era persa tra le strade di Konoha ma si ritrovò all’interno di uno dei quartieri di Konoha. Aveva solo sentito parlare del clan Hyuga ma non aveva mai conosciuto esponenti di quel clan. E dalla sua spiegazione era per lui normale avere gli occhi di quel colore. Forse era una caratteristica del clan Hyuga oppure una caratteristica ereditaria. Anche la bizzarra situazione fu spiegata dal giovane.

    -...Scusami per l'inganno ma era una situazione davvero divertente.-

    La ragazza fece un piccolo sorriso puntando i suoi occhi verdi in quelli dell’Hyuga. Per poi iniziare a parlare con tono divertito.

    -Così ti piace scherzare…-

    Continuò a sorridere mentre il ragazzo emise un altro fischio, molto diverso rispetto a quello precedente. A quanto pare il cane era addestrato attraverso questo comando vocale poichè l’animale cambiò subito atteggiamento nei confronti di Asami. Infatti iniziò a scodinzolare anche alla ragazza, dimostrandosi del tutto innocuo. Era nei paraggi dei due ragazzi fino a quando la ragazza si abbassò, piegandosi sulle ginocchia e iniziò ad accarezzarlo. Ma quell’aria di festa fu interrotto dalla voce di un uomo. La ragazza si alzò restando con la schiena dritta e guardò intensamente l’uomo.

    -Kamui, andate a prendervi un thè o quello che volete, per oggi basta allenamenti. Però ritorna per cena a casa, altrimenti la conosci Asami come reagisce,no ? Portati dietro anche quel cane, non lo sopporto più.-

    La ragazza spostava o sguardo tra lui e il ragazzo che lo ascoltava con molta attenzione. E quando l’uomo gli comunicò di avere la giornata libera il ragazzo lo guardò stupito. Rimase li a fissarlo fino a ringraziarlo. Come mai lo ringraziava? Da quanto tempo non usciva di casa? Continuò a guardare Kamui che intanto ringraziò anche la ragazza.

    -Grazie Asami, mi hai fatto guadagnare una giornata di riposo dall'addestramento di mio padre. Ti va di andare a prenderci un thè ? Tu che vorresti fare?-

    Non credeva di essere stata d’aiuto al giovane. Da intrusa si rivelò una risorsa importante per il ragazzo Hyuga. Ma non aveva voglia di prendere un thè anche perchè non aveva portato soldi con se. Preferiva fare solo un giro per il villaggio.

    -Mi va bene anche un giro per il villaggio.-

    Usando un tono gentile e con un sorriso sulle labbra. Dopodichè uscì da qual giardino, aspettando il ragazzo e l’animale. Iniziò a camminare guardandosi intorno.

    -E così... questo è il quartiere del clan Hyuga…-

    Dopodichè si fermò e con aria pensierosa fissò il cielo. Portò i suoi occhi in quelli del ragazzo e con aria interrogativa iniziò a parlare.

    -Gli addestramenti di tuo padre sono così… terribili?-
     
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