Cortesie per gli Ospiti

Appena gli occhi della Kunoichi si tinsero di rosso, la maschera dell'uomo mutò e su di essa comparve un inquietante ghigno di porcellana. Più che spaventato dalla sua reazione, ne sembrava essere divertito. Quando la lama tentò di ferirlo a livello del collo, Akuro si limitò a sollevare la sua Katana, frapponendola fra sé e il metallo della wakizashi. Se la ragazza avesse prestato attenzione agli occhi dell'uomo, vi avrebbe riconosciuto il marchio del suo stesso sangue: tre tomoe immerse in una pozza rossa. Perché mi odi? Quando hai accettato di venire ad uccidermi per conto del clan non hai pensato che mi sarei difeso? La sua voce aveva poco di umano, ma chiaramente sembrava che si stesse godendo molto la situazione. Anche il secondo colpo di Kairi si rivelò del tutto inefficace. Al fuggitivo bastò affidarsi ai propri occhi per neutralizzarlo. Sfruttando la capacità concessa dallo Sharingan, fece un piccolo balzo all'indietro, lasciando che il ginocchio della donna colpisse soltanto l'aria. È con gli Anziani che dovresti prendertela. Per loro non ero nient'altro che una pedina e anche tu non vali molto di più ai loro occhi. Credi davvero che non ti getteranno via come un giocattolo rotto non appena si saranno stancati di te? Il terzo colpo prese alla sprovvista Akuro, ma il nukenin non ne sembrò particolarmente turbato. Kairi avrebbe chiaramente percepito che la lama pareva non aver attraversato un fisico umano, ma qualcosa con una consistenza quasi liquida, gelatinosa. Lo squarcio prodotto dal suo acciaio non liberò alcun fiotto di sangue, ma solo un lungo rivolo nero che si riversò sugli abiti del nukenin. Pochi istanti dopo, la ferita si era già rimarginata. Di essa non ne era rimasta alcuna traccia e perfino gli abiti erano nuovamente intonsi.

Una tetra risata emerse dalla maschera di porcellana, mentre l'uomo, riprendendo la posizione di combattimento, sembrava intenzionato ad aggiungere un altro nome alla sua lista di uccisioni. Non sottovalutarmi: possono chiamarmi traditore, ma resto comunque un Uchiha. Sibilò, prima di scagliarsi su Kairi con un letale affondo che avrebbe tentato di ferirla all'altezza della spalla sinistra. Mentre continuava a stringere la Katana nella mano destra, Akuro avrebbe cercato lo sguardo della donna. Se i loro occhi si fossero incrociati, la kunoichi avrebbe visto comparire alle spalle del suo avversario, a circa 2 metri d'altezza e a 4 di distanza da lei, una lancia nera. L'arma, lunga circa un metro, seguendo una traiettoria lineare, si sarebbe scagliata verso di lei, cecando di trafiggere la gamba destra, in corrispondenza della coscia. Dovrai fare di meglio se vuoi liberarti di me. Continuando ad incalzarla senza lasciarle spazio per arretrare, Akuro avrebbe tentato un ultimo colpo. Avrebbe sollevato la gamba sinistra, provando a colpirla al fianco destro con un potente calcio. Evidentemente, a differenza di quanto aveva fatto con Kira e Haruki, si sarebbe preso del tempo per divertirsi con lei. Non aveva alcuna intenzione di concederle una morte rapida e indolore.