La balia

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    La Balia

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    La risata si spense sul viso del ragazzo quando vide comparire una maschera d'ira sul volto della kunoichi. Tuttavia fu lesto a concentrare tutto il chakra che era in grado, superando anzi la dose raccomandata, per darsi una decisa spinta laterale con il braccio destro ed evitando d'un soffio la letale morsa della Fuyutsuki [Slot Difesa] [Impasto] [Danno]. Era pronto ad ogni evenienza fortunatamente, non conoscendo ancora bene la collega, ma comunque rimase esterefatto per la reazione decisamente eccessiva. Si rialzò con uno scatto, reggendosi il braccio dolorante, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa la vide tranciare un albero a mani nude con un terribile boato. Mentre raccoglieva il tronco con fini poco amichevoli Shin se la stava già dando a gambe cercando riparo tra la vegetazione. Non assistette all'incredibile lancio del genin veterano, ma ne fu travolto dagli effetti. Il fusto della pianta travolse numerosi altri arbusti provocandone la caduta. Un'esplosione di frammenti di legno investì il giovane, sbalzato a terra dall'urto con un pezzo più grande degli altri. Si mise immediatamente carponi, temendo di dover affrontare la furia della ragazza, ma non sembrava averlo inseguito. Fece un rapido controllo delle proprie condizioni. A parte il braccio formicolante, una scheggia gli avevano procurato un lungo taglio alla coscia sinistra, ma dalla perdita contenuta di sangue dedusse si trattasse di una lesione superficiale. Il grosso del danno era stato contenuto dal corpetto di cuoio, anche se sotto la protezione aveva riportato diversi contusioni che si sarebbero trasformate presto in ematomi. Si rimise in piedi, appoggiando con attenzione il peso sulla gamba ferita, ma il fastidio era sopportabile. Detesto le persone senza un minimo di senso dell'umorismo...Donne! Non c'era in realtà nessuna correlazione tra le due esclamazioni, biascicate a mezza voce. Tranne ovviamente la modesta esperienza del Kinryu con le esponenti del gentil sesso che avevano scelto la difficile strada del ninja. Si interrogò se fossero costrette a metter da parte la simpatia per sopravvivere in quel duro mondo dominato dai maschi, oppure se solo quelle già prive di quella dote decidessero di diventare strumenti di morte. Le sue inconcludenti elucubrazioni furono interrotte dalla voce di Ayuuki. Sembrava essersi calmata, ma Shin non era certo di potersi fidare. D'altronde, lei era probabilmente più forte di lui, anche senza contare le ferite. Con la stessa gioia di un condannato che si dirige al patibolo uscì nella radura, dirigendosi verso la kunoichi. Tuttavia non era nel suo carattere chinare la testa come un cagnolino sgridato. Chiedo scusa, era uno scherzo scemo, lo riconosco, e sono disposto a fare ammenda... Però la reazione che hai avuto era un po' esagerata... La voce era decisa, per quanto pacata. Aveva cercato di mettere in pratica tutta la propria capacità di mediazione, ma se doveva collaborare con qualcuno doveva sapere fino a dove poteva spingersi. Se quello fosse stato un test, la ragazza lo avrebbe fallito. Al giovane genin bastava il ricordo dell'esperienza con Hebiko, allora studentessa del Villaggio del Suono, per sapere quanto potesse essere sgradevole, se non pericoloso, ritrovarsi fianco a fianco di un elemento squilibrato che poteva far del male ad amici e nemici indistintamente. Ayuuki, con quello sguardo tanto dolce quando era in buona, non le sembrava una scheggia impazzita come l'otese, ma se era bastato così poco a farle perdere la trebisonda non osava immaginare come avrebbe reagito se insultata o peggio, magari nel bel mezzo di una missione di copertura. Sostenne con sguardo fermo quello della kunoichi, aspettandosi una risposta di qualsiasi tipo, senza tuttavia provocarla. Poco dopo comunque, per spezzare la tensione, avrebbe fatto un cenno verso la ferita sanguinante. La tua offerta di medicarmi è ancora valida? Se lei avesse assentito si sarebbe lasciato esaminare, disinfettare e fasciare dove ve ne fosse stato bisogno. Nel frattempo si spolverò i capelli argentati, prestando attenzione a non gettare i frammenti di legno che rimuoveva addosso alla ragazza. Fingendo una certa casualità attaccò quindi discorso. Quel colpo che hai usato contro l'albero è stato fantastico...Pensi che potrei imparare a farlo anche io? Sul volto del ragazzo era tornato un sorriso rilassato, come se non fosse successo nulla nei cinque minuti precedenti. Il Kinryu era fatto così, serio e profondo come un adulto, ma incapace di portare rancore per delle sciocchezze. Anzi, era quasi contento di essere accudito dalla ragazza che aveva conosciuto solo quella mattina, sebbene la medicazione fosse leggermente dolorosa. In fin dei conti non era cattiva. Magari un po' pazza, ma non cattiva. Almeno così credeva.
     
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