La balia

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    La Balia

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    Il sorriso della kunoichi in mezzo alla radura devastata risultava particolarmente inquietante. Shin si guardò intorno, avvicinandosi con circospezione. Scavalcò quello che restava di un albero e raggiunse la collega. La calma che regnava sul suo viso era surreale. Per un secondo il Kinryu si domandò se stava per offrirgli del the, ma tenne il pensiero per sé. La sua innegabile saggezza, uno dei motivi per cui era solitamente ritenuto più maturo dei suoi coetanei, gli consigliò di ignorare l'argomento e di far finta di nulla, per cui quando la ragazza accennò ad una terribile bestia quale responsabile di tale trambusto si limitò ad alzare gli occhi al cielo, annuendo distrattamente. Già, ma ammettereai che era un animale maestoso. Solo una lievissima sfumatura di sarcasmo era presente nella voce. Avrebbe dovuto fare rapporto sull'accaduto, ma si sentiva in qualche modo responsabile. In fin dei conti era iniziato tutto a causa di un suo scherzo, di certo non era un comportamento encomiabile per un ninja. Quindi, anche se nella bilancia delle colpe la Fuyutsuki era senza dubbio in torto, decise di stare al gioco e di ignorare il suo sfogo. Non aveva la minima intenzione di mettere nei guai Ayuuki per così poco, non aveva mai fatto la spia neppure da bambino. La sua mente, compiendo un salto pindarico, lo riportò sulle pendici del monte Yume. Lui e Kato avevano affrontato un vero demone incarnato, tenuto sotto controllo dai sigilli delle kitsune. Sovrapensiero, mentre si lasciava medicare, mormorò tra sé. Quell'orso sì che era temibile... Molto più della genin veterana, completò mentalmente. La fissò, sperando che non avesse sviluppato poteri di lettura del pensiero nel frattempo, altrimenti avrebbe fatto meglio a far testamento. Contrasse leggermente la mascella mentre la giovane passava con il disinfettante sopra il taglio alla gamba. Non poteva lamentarsi, la fogliosa si stava rivelando un'infermiera provetta. Controllando la fasciatura al termine della medicazione le sorrise. Lavoro eccellente, ti ringrazio. C'era una certa ironia nel fatto che fosse stata proprio lei a procurargli le lesioni curate con tanta cura. Se un giorno avessi un team ti vorrei sicuramente con me. Le fece l'occhiolino, rilassandosi. Sì, per il Kinryu era acqua passata. Si alzò, rimesso a nuovo, dimostrando interesse per l'abilità utilizzata dalla ragazza. Sembrava disposta a dargli delle dritte per padroneggiare quella conoscenza. Shin avrebbe accolto con favore tutta la fatica e il sudore se la ricompensa era diventare più forte, come poteva testimoniare Sanji, di cui portava il mantello intorno, quindi si mise subito all'opera. Scrutò il sasso indicatogli dalla sensei e lo colpì con un normale pugno, ma al massimo della sua forza. Si sbucciò leggermente le nocche, ma ignorò la ferita. Hai ragione, non sono neppure riuscito a scalfirlo. Vediamo ora. Concentrò un'elevata quantità di energia nei muscoli e ritentò. Ancora una volta il megalite rimase intatto, mentre lo shinobi si reggeva il braccio, dolorante per il contraccolpo. Aveva commesso un evidente errore, comprensibile considerando che si approcciava per la prima volta al controllo del chakra. L'energia era infatti stata diretta verso l'interno, per incrementare le capacità delle fascie muscolari, e non verso l'esterno prendendo di mira l'oggetto da distruggere. Che idiota... Proviamo così allora! Rivestì l'altra mano con un'aura di chakra simile a quella prodotta per ottenere l'effetto adesivo, ma questa volta invece di trattenerla e modellarla a forma di patina in modo che aderisse la lasciò libera di fluire. Tentò un nuovo attacco, ma gli effetti furono scoraggianti. L'emissione di energia era riuscita appena a graffiare la pietra, mentre il ragazzo aveva il fiatone. Evidentemente stava usando una quantità di energia superiore a quella necessaria a causa della sua cattiva gestione del flusso. Fece un paio di respiri profondi facendo tornare il battito regolare e nel mentre ripassò gli insegnamenti della Fuyutsuki. Doveva espellere il chakra contestualmente al colpo, altrimenti avrebbe perso efficacia. Al contempo, però, doveva concentrarlo in modo da aumentarne la potenza. Poteva provare a pressurizzarlo forse, trattenendolo in un punto sulla propria pelle per poi rilasciarlo. Si rese conto che avrebbe avuto bisogno di numerosi tentativi, il suo controllo del chakra era ancora troppo grezzo per sperare di ottenere la precisione necessaria alla prima prova. Sospirò e si procurò delle bende con cui fasciarsi le mani come i lottatori. Prevenire era meglio che curare. Raccolse il chakra nella mano, alternando nuovamente l'arto. Con attenzione lo accumulò sulla superficie della pelle, aumentandone gradualmente la quantità, ma al contempo cercando di trattenerlo aderente alle dita ripiegate senza che si disperdesse. Quando intuì che da lì a poco sarebbe sfuggito al suo controllo vibrò il colpo e rilasciò l'energia appena sentì l'impatto contro il materiale rigido. L'esplosione che ne seguì lo sbilanciò, mandandolo col sedere per terra. Il braccio destro era ricoperto di piccole abrasioni nonostante il tessuto protettivo, ma anche la stele appariva danneggiata in modo rilevante. Seppure la struttura fosse ancora intera dal punto dove aveva scaricato il pugno si irradiavano diverse crepe. La strada era giusta, ma era tutta in salita. Ripetè la procedura con la mano sinistra, cercando di rilasciare il chakra raccolto nell'ultimo istante utile. Le fratture sul megalite si fecero più profonde, ma resistette. Aspettandosi il contraccolpo questa volta lo shinobi rimase in piedi, seppur a fatica. C'era quasi, se lo sentiva. Portò indietro la mano destra con una flessione del torso, poi fece scattare i muscoli investendo in pieno il masso. Una pioggia di detriti fu scagliata in tutte le direzioni con una boato assordante. E ci voleva tanto? L'auto ironia, quando non eccessiva, era una qualità simpatica. Si lasciò cadere al suolo, attendendo che Ayuuki gli rivolgesse la parola. Di certo la sua attenzione era stata attratta dal rumore. Quella, in tutta risposta, gli porse un nuovo esperimento. Shin controllò i muscoli del volto, rimanendo con un'espressione neutra. Non voleva farsi sfuggire un sorrisetto, né uno sguardo terrorizzato. In silenzio, allungò un braccio verso di lei e si accorse che piccole gocce di sangue ne cadevano al suolo. Entrambi gli arti dello shinobi erano coperti da piccoli tagli ed abrasioni, da cui stillava il fluido vermiglio. Abituato com'era ad esercitarsi spingendo sempre al limite il suo corpo, come era successo con il loto, il Kinryu non si era neppure accorto di quel piccolo inconveniente. Ora però, calata l'adrenalina, iniziava a sentire un pizzicorio diffuso e dei dolori più consistenti attorno alle nocche. Prese il tonico e lo inghiottì veloce, sperando che aiutasse. La Fuyutsuki, che aveva svolto quell'allenamento prima di lui, era probabilmente consapevole delle controindicazioni e non si era fatta trovare impreparata. Il medicinale fece subito effetto e le ferite sul corpo di Shin si richiusero, smettendo di sanguinare all'istante. Un tonico coaguante in piena regola, complimenti. Grazie del pensiero! Le sorrise a tutta faccia, felice per aver imparato a controllare meglio quel potere e per le attenzioni della compagna. Ti scoccerebbe sistemarmi un attimo le braccia per favore? Non sono molto presentabile. Si portò una mano dietro la testa, ridacchiando. Potevano finalmente rimettersi in marcia per completare la loro missione.
     
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