La balia

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    La Balia

    Post VII



    Il Kinryu guardò la kunoichi con un sorriso ed un pizzico d'invidia. Sono fortunati ad averti nel loro team! Spero anch'io un giorno di trovare dei compagni stabili. Pensò agli shinobi con cui aveva stretto di più nel corso dei suoi studi accademici e in seguito, dopo il diploma. Shunsui, Kairi, Kato, Aoi ed ora Ayuuki. E chi sà quali nuovi incontri gli avrebbe portato domani. Già, forse il suo sogno poteva avverarsi prima o poi.

    L'idea dei guanti era buona, ma il giovane genin non si trovava particolarmente a suo agio con le mani coperte da tessuto: gli facevano perdere precisione con i movimenti fini. Inoltre, e su questo probabilmente la kunoichi avrebbe assentito, sentire il dolore sulla propria pelle era modo migliore per imparare ed uno sprono a migliorarsi. Tuttavia ringraziò la ragazza per i consigli. Ancora una volta si prese cura delle sue ferite, detergendo le braccia e ricoprendole con delle bende pulite. Quando era in buona sapeva essere adorabile, ma dopo averla vista infuriata Shin restava costantemente sul chi vive. Non di meno scordò le buone maniere. Scusa per il disturbo, inizio a pensare di essere un peso per te. Ridacchiò a bassa voce, scompigliandosi i capelli con una mano come faceva spesso quando era lievemente imbarazzato. Da lì a mezz'ora ripresero la marcia, raggiungendo la loro destinazione in perfetto accordo con la tabella di marcia, nonostante le soste che la Fuyutsuki aveva accordato all'inesperto compagno perché potesse esercitarsi a padroneggiare il controllo del chakra. Il ragazzo studiò con attenzione la conformazione dell'avamposto e dell'insediamento che, come accadeva spesso in tempi di pace, era cresciuto fin a ridosso delle mura di cinta. Superato il profondo fossato trovarono il punto d'accesso alla struttura presidiato da un paio di shinobi, probabilmente genin in addestramento, che svolgevano la loro gavetta come guardie di confine. Shin lasciò che fosse la compagna a dare le spiegazioni del caso e continuò a guardarsi intorno. Gli edifici che poteva intravedere oltre il cancello avevano evidentemente bisogno di una mano di vernice fresca, ma sembravano solidi. La foresta, che si interrompeva ad una decina di metri dalla staccionata, sembrava stranamente silenziosa. Probabilmente la presenza dell'uomo rendeva gli animali più cauti. Il terreno su cui avevano camminato per raggiungere il ponte, inoltre, era coperto da pozzanghere e le suole delle loro scarpe si erano coperte di fango. Il Kinryu si voltò verso gli shinobi che, dopo un breve scambio di battute, avevano chiesto ad Ayuuki di attendere. Pochi minuti dopo fece la sua comparsa un chunin, probabilmente il supervisore della guarnigione, che scambiò i saluti di rito. Benvenuti. Il mio nome è Goro Ishimazu, ma credo lo sappiate già. I due ninja provenienti da Konoha annuirono, avendo letto tale informazione sul dossier che il funzionario aveva consegnato loro. La cadenza di voce dell'uomo era secca, tipica di qualcuno abituato a dare ordini. La figura alta e slanciata suggeriva autorità, impressione rafforzata dall'uniforme in perfetto stato e dalla scelta di portare il coprifronte legato al braccio piuttosto che sulla testa, ricoperta da corti capelli castani dal taglio militare. Allungò la mano quasi strappando dalle mani il plico di fogli che la kunoichi aveva consegnato al sottoposto, che abbassò gli occhi, maledicendosi per la sua mancanza di prontezza. Le labbra sottili non ebbero nessun sussulto mentre ne leggeva sommariamente il contenuto: era chiaro che non aveva nulla contro la loro visita, al più li considerava una scocciatura di cui si sarebbe liberato presto. Dopo diversi minuti di pesante silenzio fu nuovamente il capitano a parlare. Sembra che siate qua per verificare lo stato dell'avamposto. Potrei assicurarvi che va tutto alla perfezione, ma se vi hanno scomodati per controllare tanto vale farvi dare un'occhiata. Da questa parte. Senza attendersi una risposta superò il cancello e si incamminò verso un basso edificio di cemento. Era evidentemente l'accesso ad una struttura più ampia che si estendeva sotto terra. Come Shin ebbe modo di scoprire il contingente aveva riadattato le sale più superficiali del complesso perché ospitassero gli obiettivi più sensibili: magazzini, infermieria, sala comando e celle. I dormitori e il refettorio sono nell'edificio a ridosso della palizzata. Il resto dei tunnel sono stati sigillati ancora al tempo del terzo Hokage. O almeno, lo erano fino a qualche giorno fa. Il giovane, che non aveva smesso un istante di curiosare, notò nel corridoio un rigolo d'acqua, ma non ci fece troppo caso finché non scesero una rampa di scale scarsamente illuminata, guidati dal chunin. Nel pianerottolo dove sostarono erano evidenti le tracce di un allagamento recente. Gli shinobi avevano ripulito il più grosso, ma a giudicare dalle tracce di fango l'acqua doveva aver raggiunto almeno il metro. Sulla regione si sono abbattute pesanti pioggie e un condotto di scolo deve aver ceduto. Niente di cui preoccuparsi comunque, ma questa mattina una pattuglia si è imbattuta in questo. Continuando a camminare erano giunti in una sala circolare su cui, un tempo, si aprivano almeno cinque diverse porte. Apparivano tutte murate da anni, tranne quella all'estrema sinistra. I mattoni e il calcestruzzo erano stati strappati dalla forza della piena e giacevano sul pavimento antistante, lasciando un'apertura sufficiente affinché un uomo di corporatura minuta si infilasse nello spazio. Prima che i due potessero commentare l'uomo gli invitò a farsi avanti, gettando uno sguardo nella cavità. Il cunicolo era immerso nell'oscurità più totale, ma quando la luce emessa dalla torcia retta da Goro lo colpì Shin sgranò gli occhi. Davanti a loro stavano i resti di quella che appariva con ogni probabilità come una muta, ma a destare impressione erano le dimensioni. Qualsiasi creatura si fosse lasciata dietro quella pelle doveva avere dimensioni almeno pari a quelle di un essere umano. In quel momento udirono dei passi alle loro spalle, ma quando si voltarono videro comparire un uomo in vestiti da dottore. Vi presento Shinzo, il nostro ufficiale medico. L'uomo sorrise a Shin e Ayuuki, trattenendo a stento l'emozione. Salve! Che ritrovamento eccezionale! E chi sà cos'altro si nasconde in quei cunicoli! Il chunin lo gelò con lo sguardo. Da protocollo richiuderemo questo crollo al più tardi domani. Stavo giusto finendo di comporre un messaggio quando siete giunti. Lo scienziato, visibilmente contrariato, balbettò una timida protesta. Ma...sarebbe uno spreco, insomma potremmo scoprire qualcosa di utile... Con un secco gesto della mano Goro zittì l'uomo. La decisione è già stata presa e non è sindacabile. Sono certo che avessero raccolto tutte le informazioni importanti quando li hanno sigillati, non si preoccupi. E qualsiasi cosa ci fosse è sicuramente morta da decenni ormai! Il medico abbassò la testa, rattristato, ma sottomesso. Tornando a rivolgersi alla Fuyutsuki e al Kinryu indicò la scala da cui erano arrivati. Direi che è tutto. Avete intenzione di riprendere immediatamente il viaggio? Altrimenti potete riposare in una delle stanze del dormitorio questa notte. Per ogni altra cosa sono a vostra disposizione. Shin avrebbe lasciato la decisione ultima al genin veterano, ma se avesse potuto esprimere la sua opinione avrebbe optato per ripartire all'indomani. Una volta all'aperto, mentre veniva deciso il da farsi, il ragazzo diresse lo sguardo verso le cime degli alberi che si intravedevano oltre le fortificazioni. Il silenzio nella foresta tutto intorno a loro lo metteva a disagio. Appoggiò la mano al petto, controllando che il ciondolo che portava sotto i vestiti fosse ancora al suo posto.
     
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