La balia

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    La Balia

    Post VIII



    Il chunin in comando nell'avamposto squadrò la ragazza che aveva d'innanzi. Non si preoccupi, siamo in grado di riparare un muro. Per quanto riguarda le possibili minacce... L'uomo sottilineò quella parola senza distogliere gli occhi da quelli della Fuyutsuki ...posso assicurarle che nell'accampamento non è entrato assolutamente niente, altrimenti ce ne saremmo accorti. E qualsiasi cosa ci sia, o meglio ci fosse in quei tunnel, non ci riguarda. Era chiaro che l'ufficiale riteneva quella pelle lì da tempo, e qualsiasi animale l'avesse lasciata doveva essere morto di fame considerato quando il passaggio era stato bloccato. Nella sua ricostruzione il crollo era imputabile esclusivamente all'azione dell'acqua e al deterioramento dei materiali nel corso degli anni. In ogni caso, per lui la questione era chiusa. Shin rimase in silenzio come ci si aspettava da un subordinato, anche se dentro di sé avrebbe desiderato dare manforte alla collega. Tornati a vedere il cielo, la kunoichi comunicò la sua decisione. Perfetto, così faremo il viaggio di ritorno freschi almeno. Non poteva ancora sapere che la ragazza aveva ben altri progetti in mente per loro. Solo una volta raggiunto il loro alloggio si decise a scoprirsi, rivelando il suo piano. Seduto sulla branda, Shin prese a guardarla con sospetto non appena aprì bocca, ma decise di lasciarla finire per vedere dove andava a parare. Il suo presentimento purtroppo era corretto e si ritrovò invischiato in faccende da cui si sarebbe volentieri tenuto fuori. Se ci fosse stato un rischio concreto e evidente sarebbe stato il primo a offrirsi per affrontarlo, ma di fatto ora Ayuuki gli stava semplicemente chiedendo di assecondare un suo sospetto completamente privo di evidenze. Memore del caratterino dimostrato dalla fogliosa quel pomeriggio tuttavia, si limitò a scuotere la testa sconsolato. Eh già, vuoi mettere la schiena domani mattina poi? Meglio passare la notte ad esplorare qualche tunnel sotterraneo, molto più rilassante. Il sarcasmo era uno delle reazioni preferite dal Kinryu in situazioni dove riteneva di non potersi esprimere liberamente. L'interlocutore, se sufficientemente sveglio, avrebbe capito il suo reale pensiero, ma allo stesso tempo il genin avrebbe accettato la situazione senza opporsi appertamente. Era un buon compromesso, in mancanza di meglio. Non appena la compagna se ne fu andata per la sua strada, Shin si mise all'opera. Meglio togliersi il pensiero subito, con un po' di fortuna sarebbe riuscito a ritagliarsi pure un paio d'ore di meritato riposo prima dell'alba.

    Il genin di guardia davanti all'infermeria squadrò con sospetto la ragazza, ma ad Ayuuki non sarebbe sfuggito il suo indugiare sulle curve femminili del suo corpo. Per i militari, soprattutto quelli più giovani, essere assegnati di guarnigione in luoghi remoti poteva essere un vero tormento. Con sguardo languido, ma troppo timoroso per spingersi oltre, fece passare la Fuyutsuki senza problemi. Una volta all'interno del locale non fu difficile trovare il medico che stava cercando. Questi le si fece incontro, sopreso di vederla. Signorina, come posso aiutarla? Si guardava intorno con veloci movimenti degli occhi, mentre una goccia di sudore fece la sua comparsa sulla fronte. Quando la genin iniziò a parlare tuttavia sembrò rilassarsi e si dimostrò molto collaborativo. Disse di condividere le preoccupazioni della veterana e che reputava utile un'ispezione, nonostante il divieto del capitano Ishimazu. Mentre la giovane esplorava il laboratorio curiosando, lo scienziato prese coraggio. Vorrei accompagnarvi là sotto. Sono certo che potrei esservi utile. Avebbe insisito finché la ragazza non avesse acconsentito, arrivando a minacciare di denunciarli se lo avessero lasciato indietro. Aveva eventualmente preso la questione molto seriamente, perché una volta ottenuto il consenso iniziò subito a preparare la strumentazione necessaria ad allestire un laboratorio portatile caricandola in un zaino. I due uscirono quindi dalla struttura, dove il medico ebbe una breve conversazione con la sentinella fuori dalla portata di orecchi della Fuyutsuki. Mentre si allontanavano Shinzo rivelò con un sorrisetto ad Ayuuki cosa si erano detti. Gli ho promesso che avrei messo una buona parola con l'infermiera. Sono settimane che le muore dietro. Sorrise tra sé. Conoscere le debolezze altrui poteva sempre tornare utile.

    Shin li raggiunse dietro un basso edificio adibito a magazzino. Aveva studiato i giri delle pattuglie, evitando di farsi scoprire. Avere la stessa formazione dei soldati che stavano raggirando, seppur a fin di bene, aiutava di certo. Lanciò un'occhiata di sbieco al medico, poi si rivolse alla compagna. Sei consapevole che se ci beccano rischiamo un'imputazione per insubordinazione, o peggio? Visto che probabilmente la Fuyutsuki non avrebbe retrocesso di un passo, sospirò. Bene, se ne sei convinta, andiamo. L'ingresso al complesso dei tunnel è sorvegliato da due ninja, ma sono pronto a scommettere che c'è ne sono almeno altri due sottoterra prima delle scale che conducono alla sala circolare. L'unica opzione è fingerci il comandante e sperare che nessuno si faccia domande. L'ho visto dirigersi verso le torri per un'ispezione, dovrebbe rimanere occupato lontano da qui per un paio d'ore, quindi muoviamoci. Se la veterana avesse approvato il suo piano, avrebbe usato la tecnica della trasformazione per assumere le sembianze di Goro. Formulò una rapida preghiera a Inari, sperando che vegliasse su di loro. Quando furono di fronte al primo posto di blocco i sottoposti vedendolo si fecero semplicemente da parte, sebbene incuriositi dalla presenza del dottore e della ispettrice. Una volta soli, Shin si concesse di sospirare. Era andata per il momento. Incrociarono un'altra pattuglia nel tunnel principale che conduceva verso il basso e il Kinryu assunse la sua espressione più truce, tenendo a distanza gli shinobi con il solo sguardo. Una volta davanti alle scale tuttavia l'ultimo paio di sentinelle rivolse loro la parola, chiedendo cosa stesse succedendo. Per un istante il gelo si diffuse nel terzetto, ma il ragazzo ritrovò subito il sangue freddo e rispose a tono. La kunoichi inviata da Konoha desidera fare un ultimo sopraluogo prima che chiudiamo il passaggio per mettersi il cuore in pace. Ma non credevo di dover fornire spiegazioni ai miei sottoposti. Fissò lo sguardo sul soldato che aveva avuto l'ardire di fermarlo, il quale spaventato arretrò. Shin aveva visto giusto, Ishimazu si faceva rispettare e temere senza scrupoli. Sbuffò, come se non avesse ulteriore tempo da perdere con loro. Il ninja tirò un sospiro di sollievo mentre il trio discendeva le scale, convinto di aver scampato una terribile punizione. Con passo sicuro, dopo essersi armati di torce, si diressero verso il cunicolo. Scavalcarono i resti del muro con attenzione e, uno alla volta, si inoltrarono nel buio.

    Shinzo non finiva di parlare. Incredibile, semplicemente incredibile! Aveva insistito per fare un breve pausa e raccogliere dei campioni dalla pelle secca che si intravedeva dal varco. Ripose le buste nello zaino e fece cenno che potevano proseguire. Il tunnel riportava evidenti tracce del recente allagamento, ma ora rimaneva solo un sottile strato d'acqua marroncina sul pavimento. Dal soffitto cadevano ad intervalli irregolari gocce e il loro suono rimbombava nel silenzio dello spazio chiuso. Shin, che aveva riassunto il proprio aspetto, con la torcia illuminò alcune porte sulla sua sinistra, ma quando tentò di aprirne una la trovò bloccata. Giusto per sapere, dobbiamo arrivare fino ad Oto o ci fermiamo ad un certo punto? L'ironia mascherava la preoccupazione. In quell'ambiente tetro tutti i suoi sensi erano all'erta, anche se non sapeva bene cosa aspettarsi. Il terzetto proseguì quindi sulla strada senza trovare deviazioni. Dopo una ventina di minuti, anche se il tempo là sotto sembrava scorrere più lentamente, il medico trovò una porta socchiusa e, senza pensarci due volte, la spinse. Il genin era pronto la peggio, ma non accadde nulla. Davanti a loro si estendeva un'unica ampia stanza, probabilmente adibita a laboratorio in passato. Una rapida ispezione avrebbe verificato che era priva di ulteriori ingressi. I tavoli erano ingombri di provette e becher in pessime condizioni, ricoperti di polvere o frantumati. In un vaso sotto formalina inquadrato dal fascio di luce delle loro torce intravidero quella che sembrava una salamandra, ma nonostante il liquido isolante i resti della creatura stavano andando in putrefazione. In fondo alla sala si trovavano degli armadietti metallici, probabilmente dei porta documenti, ma con grande disappunto dello scienziato erano vuoti. Evidentemente, come aveva detto il capitano, tutte le informazioni preziose erano state recuperate prima di sigillare quell'area. Nello stesso momento fu udibile a tutti un rumore sordo, proveniente più avanti nel corridoio. Shin scambiò una rapida occhiata con Ayuuki. Forse c'era veramente qualcuno, o qualcosa, là sotto. Oppure poteva esserci un ulteriore cedimento nella struttura, in qual caso avrebbero fatto meglio a levarsi da lì in fretta. Prendendo in mano la situazione si rivolse sottovoce, ma con tono fermo, a Shinzo. Dottore, rimanga qui e si chiuda dentro mentre noi controlliamo. Se ci sente urlare o altro esca immediatamente e avvisi il capitano, chiaro? Quello, visibilmente spaventato, annuì. Andiamo Ayuuki.
     
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