I fratelli Jindai

Giocata introduttiva per Ryosuke e Kogen Jindai

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  1. Bartok
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    Brutti Incontri

    VI


    Tutto era andato liscio come l'olio. Nessuno aveva sospettato di noi. Nessuno aveva fatto domande scomode e noi avevamo recitato la parte in modo impeccabile. Sembrava che finalmente mi sarei potuto rilassare un po'. Per questa ragione, la sera, mentre sdraiato sul letto fissavo il soffitto, potei concedermi di pensare alla mia vita. Per la prima volta da quando mio fratello aveva pugnalato nostro padre, potevo prendermi una pausa per ragionare su quanto era successo e su cosa ci aspettava. Non riuscivo a vedere il male in Ryosuke e forse non ci sarei mai riuscito: avevo trovato immediatamente mille motivi per giustificare le sue azioni. Anche se in fondo non ci credevo veramente, volevo illudermi che avesse fatto la cosa giusta. Che non gli erano rimaste alternative e che prima o poi sarebbe successo comunque. Satoshi era un uomo violento, non era improbabile che durante una colluttazione venisse ferito mortalmente. Ryosuke aveva semplicemente accelerato i tempi. Inoltre, in fondo, nostro padre era stato la causa della propria rovina. Mi dissi che si merita ciò che era successo. Pian piano, scusa dopo scusa, riuscì a cancellare completamente il senso di colpa. Dell'uomo nella foresta, avevo molto meno di cui preoccuparmi. La sua morte non mi provocava gli stessi dubbi. Ero stato messo difronte ad una scelta: Noi o lui, Ryosuke o un estraneo. Il pugnale era affondato rapidamente nel suo petto perchè non avevo esitato a prendere una decisione. Avevo scelto Ryosuke, come avevo sempre fatto e come in futuro avrei sempre fatto in futuro. Il legame che ci univa era molto più forte di quello tra due fratelli. Era qualcosa di viscerale, che avvolgeva le nostre anime e i nostri cuori. Inoltre, volevo diventare un ninja, dovevo accettare l'idea che ammazzare fosse parte del lavoro. Il vecchio era stata la mia prima vittima, ma non sarebbe sicuramente stata l'ultima. Quella sera non me n'ero accorto, ma ero cambiato molto quel giorno. Non ero solo diventato formalmente un adulto, ma avevo anche perso la mia innocenza. La vita umana aveva smesso di essere una cosa sacra e anche il mio rispetto per la legge era diminuito. Anzi, avevo ormai ben poca considerazione per l'autorità dei Paesi Ninja. La legge non aveva mai fatto niente per noi. Non ci aveva mai protetto da nostro padre, ma aveva permesso a lui di trattarci come animali. Quella che i miei compaesani chiamavano giustizia mi appariva tutt'al più come un limite soffocante, una gabbia per reprimere il nostro vero potenziale. Per questa ragione, mi sarei ripromesso che fino alla mia morte avrei fatto solo quello che mi sembrava giusto e non ciò che diceva il potente o la tradizione di turno. Mi promisi che avrei vissuto e sarei morto da uomo libero. Il tempo dell'obbedienza era finito con la morte di Satoshi.


    Nel cuore della notte, dopo aver riposato ancora per qualche ora, io e Ryosuke abbandonammo di soppiatto la casa della signora, così da poter finalmente varcare il confine con Taki. Non sapevo cosa ci avrebbe atteso in quella terra sconosciuta, ma questo non faceva altro che aumentare la mia voglia di andarci. Avevo passato tutta la mia vita a spaccare legna in un bosco di Kusa e ora avevo finalmente l'occasione di vedere il mondo. Non potevo chiedere di meglio. Tuttavia, questa eccitazione, questa fretta di scoprire nuove città e di conoscere persone diverse, avrebbe costituito un grave rischio. Eravamo sicuri che nessuno ci avesse seguito, quindi per tutto il viaggio avevo abbassato la guardia, concedendomi di sognare le cose che ci attendevano una volta usciti dall'ombra di nostro padre. Addirittura, un centinaio di metri dopo aver varcato la linea di terra che separava il Paese dell'Erba da quello della Cascata, quando ormai il sole stava comparendo all'orizzonte, sciolsi la tecnica della trasformazione, così da poter sentire sulla pelle, la mia pelle, il calore dei primi raggi del giorno. Invitai Ryosuke a fare lo stesso, ma la mia gioia si trasformò subito in paura. Poco distante da noi, avevo visto un'ombra. Ed ora l'ombra si stava avvicinando sempre di più. Cazzo, qualcuno ci ha seguiti. Istintivamente portai la mano destra alla sacca che tenevo legata alla vita. Afferrai un kunai e lo strinsi con forza tra le mani. Non avrei permesso a nessuno di rovinare la nostra fuga. Non ora che la libertà mi sembrava così vicina.


    Kogen Jindai - Riassunto Round

    Vitalità: 10 Leggere
    Ferite: //

    Chakra: 20/20 Bassi
    Consumi: //
      Slot Difesa 1: -
      Slot Difesa 2: -
      Slot Difesa 3: -
      Slot Azione 1: -
      Slot Azione 2: -
      Slot Azione 3: -
      Slot tecnica 1: - //.
      Slot tecnica 2: - //

    NOTE: - //
     
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