Il fabbro e la veggente

free tra Shu e Cube

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    -Nervoso? Non proprio, solo sorpreso. E’ stata la prima volta che qualcuno mi ha accolto in maniera così singolare…- fu in realtà una risposta decisamente diplomatica. Non volevo di certo offendere il mandante della mia missione né tantomeno mancarle di rispetto; tuttavia nutrivo grandi dubbi in quella sorta di professione… che avrei decisamente tenuto per me in quella occasione. La vecchietta ci propose una sorta di benvenuto offrendoci un the verde. Rifiutai, gentilmente, con un gesto calmo della mano. Mi ero portato dietro delle scorte dalle quali, alla necessità, avrei attinto. Fin tanto che potevo avrei debitamente rifiutato ogni vivanda, in linea generale non mi fidavo di quello che non avevo controllato. Soprattutto dopo quella tremenda esperienza subita con quel pazzo genin di Kiri, Sanjuro.

    Ciononostante la vecchietta non smise di parlare e mise in mezzo ai suoi discorsi anche il mio nuovo collega, annunciando senza troppe remore che ben più di una persona lo vedeva bene più morto che vivo. Sorrisi, non che fosse una gran predizione e mi limitai a commentare con un semplice: -Shu, se ti rincuora, non sei di certo l’unico...- Il mio pensiero andò a mia madre. Dopo aver ucciso il suo secondo marito probabilmente non mi aveva così a cuore.

    Quando però la vecchietta iniziò a parlare di me illustrando al collega di Suna le mie vicende appena trascorse rimasi in muto silenzio, mentre con cenno salutai suo marito comparso nel frattempo. Analizzando bene le sue parole quella tipa sapeva decisamente fin troppo. Rimasi sconcertato, in un primo momento. Poi compresi che quella anziana signora poteva sapere della cosa, del resto Daichi era stato un tizio famoso e in più le vicende all’Arena avevano avuto la loro fama. Tuttavia parlare così apertamente di qualcosa di così riservato mi scocciò, non poco. Ma mi trattenni:-In realtà il mio Sensei è stato Daichi Yotsuki. Grande amico di Shinichi. Abbiamo viaggiato insieme per un breve periodo e ne abbiamo passate diverse insieme… senza dubbio. Non nascondo che ho una visione diversa da quella del tuo Maestro sul mondo Ninja ma nonostante ciò, insieme, abbiamo compianto la morte di Daichi.- terminai così la frase spostando lo sguardo verso la signora.

    La vecchia, non ancora soddisfatta, proseguì con il suo discorso e mi introdusse a suo marito ordinando in pratica di insegnarmi l’arte della forgia. In quella sorta di siparietto non fui che un magro spettatore e consapevole dell’incarico affidato dall’Accademia stessa con un semplice cenno accettai la proposta di Jae.

    In un baleno suo marito mi prese per un braccio e mi portò fuori, in uno spazio aperto che ospitava una forgia, ampia e rifinita. Seguii con attenzione le sue parole e condivisi pienamente il suo pensiero. Sebbene non avevo mai avuto modo di confrontarmi con un samurai sapevo che adottavano uno stile di combattimento completamente diverso dal nostro. E di conseguenza un armamento molto lontano dai nostri standard.

    -Mio padre mi diceva sempre una cosa, onorevole Dong: se un ninja si fa colpire è perché ha sbagliato. Quindi condivido appieno il suo pensiero, le nostre protezioni servono solo a diminuire il danno in seguito ad un nostro errore. E, nonostante la cosa mi suoni tremendamente strana, non mi dispiacerebbe in fin dei conti saperne qualcosa in più su come produrre il nostro equipaggiamento... visto che siamo qui.- E con quelle parole mi silenziai seguendo con attenzione il lavoro del fabbro e cercando così di cogliere i suoi gesti e la sua praticità, annotandomi mentalmente i suoi preziosi consigli. Quando Dong concluse il lavoro mi stupii del risultato; era riuscito ad ottenere un paio di scarponi di fattura pregiata in così poco tempo. Quando mi propose di provare sobbalzai. Non sarei riuscito a creare un oggetto simile, quello era poco ma sicuro, ma ci avrei provato. Occasioni del genere non capitavano spesso.

    Raccolsi così tutto il materiale necessario tra cui il cuoio, alcune lastre di buon ferro, i strumenti e lo schema approssimativo elaborato dal fabbro, giusto per capire come organizzare il materiale. Come Dong avrebbe potuto osservare iniziai subito di buona lena per via anche della mia abilità nell’usare gli strumenti, in pratica nel saperci fare [Abilità: Manualità]. Stesi il cuoio e iniziai a tracciare le linee per ritagliarlo, al che una volta completato il processo presi a rimodellarlo, seguendo un po' l’istinto e quanto visto precedentemente, attorno ad una figura di legno presa come base in maniera tale da adattarlo al meglio possibile al mio piede. Terminata l’operazione provai subito, a grandi linee, se la misura era corretta e quando constatai che potevano starci entrambi i piedi in quel manufatto alzai lo sguardo verso Dong, un po' deluso e un po' divertito allo stesso tempo. Ripresi il procedimento e una volta corretto l’errore constatai che quel secondo tentativo fu un successo. A quel punto dunque continuai il procedimento, rifinendo il cuoio e aggiungendo così i listelli di ferro, tali da garantire un minimo di difesa contro piccoli oggetti acuminati. Senza che me ne accorgessi le ore stavano trascorrendo in fretta e il sole stava velocemente lasciando il posto alla luna, mentre la sera si inoltrava. A lavoro terminato guardai Dong cercando nei suoi occhi un segno di approvazione per il lavoro svolto.

    Tuttavia i miei occhi andarono a focalizzarsi, oltre che sul viso del fabbro, anche sulla finestra alle sue spalle; all’interno della stanza i miei occhi visualizzarono il mio compagno di Suna insieme a quella decisamente insolita vecchietta. In quel momento mi chiesi che stava succedendo tra loro due.

    Alcune ore prima…



    -Molto bene Shu ora mentre il tuo compagno verrà istruito da mio marito, come d’accordi con l’Accademia, ti insegnerò una parte delle mie conoscenze. Seguimi pure…- con quelle parole le vecchietta, portandosi entrambe le mani incrociate dietro la schiena fece strada al Chunin di Suna. Dopo aver attraversato un semplice corridoio si trovarono davanti alla soglia della porta di una stanza che stonava decisamente rispetto al tono che dimostrava la casa. Numerosi scaffali riempievano il vuoto del locale: costruiti in legno pregiato, molto scuro, contenevano decine e decine di libri, anche essi per lo più rilegati e mantenuti con una cura che si poteva dire maniacale. Insomma Shu non ci avrebbe messo molto a capire che si trovava all’interno di una biblioteca in piccola miniatura. Al centro della stanza comunque si presentava un tavolino, alto quanto la signora, circondato da due sedie in pelle, scure anche esse e di finitura superiore.

    -Prima di entrare Shu ti chiederei di toglierti le scarpe e il tuo equipaggiamento offensivo, questo è un luogo di studio e concentrazione. Qui le armi non sono ammesse.- così la signora a piedi scalzi, sulla moquette rossa vermiglio, si sedette attorno al tavolino aspettando chiaramente l’arrivo del ninja. Una volta uno di fronte all’altro la signora apri un casetto della tavola ed estrasse una pila di cartine, un calamaio e una penna d’aquila.

    -A differenza di Kato e di mio marito dove la qualità principale richiesta è la praticità e la forza nel battere il ferro quello che è richiesto nell’Arte dei Sigilli è la Concentrazione e lo Studio. Per questo ho costruito nel tempo questo luogo. Perché mi aiuta a pensare.- la vecchia prese a scrivere sul foglietto di carta e Shu avrebbe ben presto osservato che stava componendo gli ideogrammi per la costruzione di una cartabomba. Al termine del procedimento ponendo la mano di sopra attivò la bomba. Appoggiando le braccia davanti a Shu, con estrema tranquillità avrebbe osservato lo Shinobi di Suna, nonostante quella stanza da lì a poco avrebbe potuto implodere.

    Tuttavia, a meno di un intervento di Shu anticipatorio, il ninja avrebbe scoperto che alla fine l’esplosione si sarebbe rivelata in un nulla, solo una piccola nuvola di fumo.

    -Shu… La conoscenza è anche Potere. Ma il Potere se ottenuto troppo in fretta può portare alla Pazzia. Perciò solo un sapere acquisito e consapevole può fornire i migliori risultati, e qui in questa stanza puoi trovare tutto quello che ti serve per replicare il mio risultato di prima. Ora studia, cerca, sfoglia i libri… apprendi e quando avrai compreso quali sono i simboli e che significato hanno ti insegnerò ad imprimerli nel modo corretto sulla carta.-

    Al termine di quel discorso la vecchietta si mise placida, con le braccia incrociate ad osservare il giovane Shinobi. Non avrebbe proferito una sola parola in più, del resto sapeva che lo studio richiedeva silenzio.


    Shu hai dei compiti per casa! Ho cambiato il colore del parlato della vecchietta perché in Nero non si riusciva a leggere purtroppo.
     
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11 replies since 25/8/2016, 18:17   116 views
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