Il fabbro e la veggente

free tra Shu e Cube

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    Il Fiore Lupo

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    La vecchia Sun osservò con attenzione il modo di procedere e di studiare del suo nuovo allievo e comprese, senza molti dubbi, che davanti a lei si trovava una persona molto pratica e abituata a quel genere di sforzo mentale. Nondimeno ci mise ben poco a capire come comporre quella sorta di cartabomba falsa e la vecchia non ne rimase molto sorpresa.

    Tuttavia non mandò giù un particolare di quella sua descrizione e per quello si alzò dal tavolo. Agli occhi di Shu la veggente poteva chiaramente apparire fin troppo seria – Prima di dirti che cosa ne penso della tua spiegazione vorrei porti un’altra domanda: ne sei assolutamente sicuro? Potresti scommettere la tua vita sul quel sigillo?- Non attese la risposta del Chunin e l’anziana signora appoggiò di nuovo la mano sul sigillo. In un attimo in tutta la superficie del mobile comparsero innumerevoli simboli che illuminandosi di verde acceso andarono, veloci come saette, a propagarsi in tutte le direzioni comprendo ogni cosa: le sedie, Shu stesso, i mobili, la moquette. Il risultato era presto detto: Shu sarebbe stato incapace di muoversi. Nemmeno usando tutte le sue forze… il Chunin era inchiodato su quella sedia.

    -Conosco il peso che porti sulle spalle. Il peso di un clan che piange la morte di un suo grande membro: tuo padre. Tuttavia questo non deve dare adito a certi comportamenti. Nel caso in cui avresti replicato la mia formula componendo erroneamente un sigillo? Che cosa sarebbe potuto accadere? Ebbene Shu non puoi rispondermi. Perché appena hai trovato l’apparente soluzione, limitata a quella contingente situazione, mi hai parlato senza valutare il resto. Come ti ho detto il potere è conoscenza e la conoscenza è sapere. Più si conosce più si sa e maggiore sarà la sicurezza delle tue azioni…. Quindi per rispondere alla tua domanda: no, non hai intravisto tutti i simboli correttamente. Se uniti in un particolare modo acqua e fuoco danno come simbolo la terra, ovvero quella forza che ti intrappolato. - l’anziana signora attese un attimo prima di parlare -Ora ti libererò un braccio e con quell’arto dovrai sfogliare i libri e cercare una Risposta per scioglierti dalla tua costrizione. Non ti preoccupare, dal tuo posto so che puoi benissimo leggere il titolo dei libri sul scaffale. Indicameli e li prenderò per te.-

    Il Chunin di Suna, giunti a quel punto, probabilmente avrebbe capito perché davanti a lui si trovava quella che l’Accademia considerava una delle più grandi Veggenti del suo tempo.

    Nel frattempo…



    Compresi subito il grado di soddisfazione di Dong. Certamente non avevo realizzato un capolavoro ma era uscito qualcosa di accettabile e per il fabbro tanto bastò. Mi chiese di realizzare altri manufatti e senza proferire parola annuii in segno di assenso. Di buona lena mi misi subito al lavoro. Recuperando altro cuoio dalle scorte utilizzai tutti gli strumenti per produrre il risultato migliore. Mi accorsi che il sudore stava iniziando a scendere lungo la fronte, a riprova della fatica che stavo sopportando. Ma scrollai la testa, non riuscivo a spiegarmelo ma quel lavoro mi piaceva.

    In poco tempo, seguendo lo stesso procedimento per gli stivali, produssi dei guanti e delle ginocchiere e dopo averle rifinite con cura le consegnai in mano a Dong, per sentire il suo parere. Sembrò anche in quel caso contento e quindi prese subito a spiegarmi la fase successiva. La lavorazione del legno.

    Seguii, come mio solito del resto, le parole del Maestro e compresi il mio nuovo compito. Con un cenno della testa mi diressi subito verso la postazione di lavoro. Per prima cosa scelsi delle tavole di legno adatte, lunghe quanto il mio avambraccio e usando l’apposito strumento le posi in tensione, con l’intenzione di creare in quelle tavole un curvatura. Nel frattempo iniziai con lo scalpello a modellare il legno in maniera tale da costruire una sorta di manico sul quale stringere la mano, in modo tale da imbracciare lo scudo il meglio possibile. Quel lavoro mi portò via molto tempo e le gocce di sudore andavano via via a cadere e bagnare il legno che stavo lavorando.

    Ormai verso sera inoltrata mi alzai, tutto sommato soddisfatto, e andando a recuperare le tavole di legno che nel frattempo avevano assunto una leggera curvatura e usando diverse tipologie di colle e di perni unii le lastre di legno. Poi con un paio di chiodi, ben posizionati, andai a fissare il manico nella parte posteriore dello scudo. Infine, come ultimo procedimento e decisamente meno complicato, fissai la pelle sulla parte frontale dello scudo.

    Mi avvicinai al fabbro e presi a proferire:-Eccolo qui il mio risultato. Ho curvato lo scudo, così se arriva un fendente scivola via lungo il legno e non va a spezzarlo, inoltre la pelle mi aiuta a difendermi dalle frecce infuocate o esplosioni, per via delle sue proprietà ignifughe… In ogni caso che ne pensa? E’ un lavoro accettabile?- furono le mie sincere parole.
     
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