Il fabbro e la veggente

free tra Shu e Cube

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    Ritorno all'Ovile.



    Shu fu alquanto onesto nelle risposte, lo compresi dal suo tono di voce, dalla tranquillità che esternava. E la cosa mi fece decisamente piacere. Certo, era chiaro che tra me e il Chunin si ponevano diversi livelli di separazione: il grado superiore, il fatto che si trattava di un chunin di Suna e non ultimo il sensei di un mio conoscente. Ma forse proprio per questo ultimo punto, il fatto che conoscevamo entrambi Shinichi, ci permise di confindarci; molto di più di quanto avrei mai immaginato.

    Shu ammise, senza molti problemi, che con tutta probabilità Shinichi, l'allievo stesso, era cresciuto di forza e potenza forse più del sensei stesso. E la cosa non mi sorprese: avevo conosciuto Shinichi e sapevo di che pasta era fatto... quello che voleva sapeva ottenerlo. Sorrisi, guardando il mio collega:- So molto bene a che cosa ti stai riferendo -

    Per quanto riguarda invece Daichi, bhè non mi dilungai troppo, mi limitai a raccontare diversi aneddoti e vicende che mi capitarono lungo il viaggio con il mio compagno di Clan tralasciando tuttavia la parte relativa al combattimento in Arena. Del resto dovevo ancora io stesso metabolizzare l'avvenimento. Tuttavia come Shu ammise per qualche strana ragione del destino Shinichi era molto legato a Daichi e la sua perdita fu un colpo basso, forse in misura molto maggiore rispetto alla mia. Annuii verso il sunese, in segno di assenso. Consapevole che, in realtà, mai avremmo scoperto la vera risposta.

    La storia invece di come Shu prese sotto la sua ala il giovane Shinichi mi lasciò alquanto sorpreso. Ascoltando le sue parole compresi perché l'allievo del mio collega quel giorno, e in quell'arena, si fosse trovato così a suo agio. Scrollai la testa, quel posto in cui avevo combattuto si stava rivelando tristemente ancora più famoso di quanto avevo mai immaginato. Tuttavia per Suna ero consapevole che rappresentava quasi una fucina di nuovi talenti o così almeno avevo intuito dalle parole di Shu e per rispettare le sue tradizioni non mi intromisi e non tentai in alcun modo di imporre il mio pensiero. Non ne aveva senso.

    E mentre parlavamo il tempo scorreva e alle fine, dopo un lungo viaggio, giungemmo alla meta designata senza problemi o grattacapi di alcun genere. Per una volta potevo ritenermi soddisfatto della missione. Salutai entrambi gli anziani signori ringraziandoli della compagnia e del loro impegno, in particolare il marito verso i miei confronti e dando le spalle ad entrambi sia io che il mio collega partimmo alla volta dei nostri rispettivi Villaggi, entrambi a Sud.

    E poco prima di dividerci, sulla strada di ritorno, Shu mi propose una sorta di sfida, dopo la consueta stretta di mano. Sorrisi, consapevole dei miei limiti e della portata di quella affermazione: -Fra un po' di tempo collega. Noi Yotsuki non rifiutiamo mai una sfida ma sono sicuro che fra poco sentirai di nuovo parlare di me e a quel punto capirai che non sono uno Yotsuki qualsiasi. E forse, allora, ci potremmo sfidare.- una frase decisamente enigmatica per il mio collega ma decisamente densa di significato per me.

    Prima di tutto avevo ancora un paio di faccende da sbrigare con il mio Clan Yotsuki.
     
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11 replies since 25/8/2016, 18:17   116 views
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