Sigilli Trafugati

QdV di Oto

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  1. Waket
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    I - Le Asce



    Febh non era l’unico elemento inusuale di quell’ufficio. Oltre alla distruzione semi totale della stanza, all’interno, di fianco ed ordinatamente in piedi, con le mani unite di fronte a sé, c’era Hebiko, con un’aria decisamente insolita rispetto ai suoi soliti standard. Tutti in Amministrazione sapevano che dopo incidenti simili, le grida della Vipera facevano eco nell’edificio, costringendo lo Yakushi a sistemare ogni suo danno accidentale. Ma questo era diverso.
    La ragazza teneva lo sguardo basso, quasi colpevole, ma non aveva alcun segno di ferite o maltrattamenti vari: era solamente stata terrorizzata dalla reazione dell’Amministratore nel venire a conoscenza dell’accaduto, e ne aveva scoperto il suo lato più feroce. Comprese all’istante la seriet del momento, e non alzò una parola nel ribattere alle sue azioni: cercò solamente di cogliere un momento di calma per preparare varie missive urgenti da far inviare ai vari ninja del villaggio per convocarli, sistemando poi alla bene e meglio una sedia improvvisata per Febh stesso, aspettando pazientemente che chiunque fosse stato convocato arrivasse. Non avrebbe osato dire nessuna parola se non interpellata, comprendeva la gravità del momento e per guadagnarsi il titolo di “buona segretaria” non poteva permettersi errori.
    Poco più indietro dello Yakushi, abbastanza per sfuggire parzialmente alla sua vista, a chiunque avesse tentato di parlare prima del tempo, avrebbe fatto cenno di ammutolirsi, consapevole di ciò che aveva visto. Non che le importasse se il Jonin si fosse accanito sull’ufficio, temeva potesse arrivare a farlo contro uno dei ninja, perciò preferì suggerire un cordiale silenzio a tutti gli invitati.
    Aveva letto ciò che era riuscita a trovare sui Sigilli Maledetti, poca roba in quel caos, ma informarsi un minimo l’avrebbe perlomeno aiutata a riconoscerli per non farseli sfuggire. Non avrebbe osato chiedere a Febh stesso informazioni, voleva evitare che ripensandoci la rabbia aumentasse, o peggio che rischiasse di ritenerla incompetente per quel tipo di domanda.
    Sentì come una pugnalata al cuore quando l’Amministratore ammise di non avere informazioni riguardanti la banda che aveva compiuto il colpo, sentendosi tremendamente responsabile per l’accaduto, tanto che ignorò per la seconda volta le convinzioni sulla relazione tra lei e Kato.

    L-Li troveremo, tutti quanti! Scriverò ogni informazione che troveremo riguardo la banda, fino ad arrivare al loro capo, e ce ne libereremo uno alla volta. Posso portarti un prigioniero per permetterti di interrogarlo… E recupereremo i sigilli, naturalmente! M-Mi dispiace, non ho avuto tempo di indagare a dovere su questo Lord Goemon, e non… non so se le bande siano collegate. Indagherò al meglio con l’aiuto di Kato.

    Sudava freddo, sembrava irriconoscibile. Insicura, sottomessa, quella fu l’unica frase che si permise di dire, solamente quando il jonin finì il discorso. Sibilò un paio di volte, agitando la lingua come un vero e proprio serpente, mentre il suo sguardo restava basso, senza scontrarsi con quello dell’Amministratore. Non si sarebbe perdonata alcun errore durante la missione, e vista l’esperienza fatta con Kato, si sarebbe fidata molto più di lui rispetto alla prima volta.
     
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