Sigilli Trafugati

QdV di Oto

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  1. Febh
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    È colpa tua. Ratty

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    § III §
    I Visceri di Oto



    No Pain no Gain / Salone per Tatuaggi

    L'anziano tatuatore si ritrovò a scuotere il capo con preoccupazione. No, signorino Kato, non posso farlo. Io custodisco uno dei Shichikessaku, per la precisione Jigoku no Hana (Fiore dell'Inferno), ma quando mi venne consegnato dal padre del signorino Daisuke giurai che non lo avrei mai applicato a nessuno, perchè lo stavo solo tenendo al sicuro per quando lui, l'erede del No Pain no Gain avesse deciso di utilizzarlo. Quindi non posso farvi dono del Jigoku e in ogni caso dubito fortemente che abbiate le capacità per controllarlo senza venire distrutto. Il suo tono, per quanto rispettoso, era categorico: Jigoku no Hana non era per loro. Probabilmente il suo essere l'unica persona a sapere dove si trovava quell'inchiostro era ciò che lo aveva tenuto al sicuro da Mani d'Oro fino a quel momento.

    Mani d'Oro era solo un ragazzo di strada come tanti, ma dotato di grande immaginazione. Lo vidi disegnare per terra e lo scelsi come apprendista...al tempo il casato Yotsuki, dopo la morte del padre del signorino Daisuke, non aveva più interessa in questa attività. Non so molto su quali possano essere i suoi punti deboli...gli ho insegnato qualcosina sui fuuinjutsu ma credo che ormai sia cambiato al punto da non essere più riconoscibile. Del ragazzo magro con lunghi capelli biondi a cui ho insegnato non penso rimanga più nulla. Era orfano e non ho mai avuto motivo o occasione di vederlo combattere. Fece un lungo respiro. Quanto ai tatuaggi, non penso ci sia una gerarchia dietro...non sono una novità tra i delinquenti del quartiere dei piaceri ma ora nelle Asce stanno diventando sempre più frequenti. Se hanno un significato, mi è ignoto. Ma la mano che li ha tracciati è sicuramente quella del mio allievo. Si spostò per recuperare un mucchio di fogli ingialliti da un cassetto, nel piccolo mobile a parete. Questo è il suo stile di qualche anno fa...e da quel punto di vista non è cambiato molto, si è solo fatto più scuro e crudele nei tratti... parole che probabilmente avevano senso solo per chi conosceva la loro forma d'arte, ma quel campione di immagini sarebbe stato utile per eventuali trasformazioni o riconoscere alcune delle Asce. Certo, qualcuno dei delinquenti poteva anche essere stato tatuato da Mani d'Oro prima che questi si unisse alle Asce, ma era sempre bene avere informazioni.

    Quanto al Jigoku...ovviamente per quanto potente resta solo uno strumento. Un combattente può superarlo facilmente, ma una volta che l'inchiostro si estende sulla tua persona solo un tatuaggio può fermare alcuni degli effetti, come per questo serpente. Sfortunatamente, non esistono metodi di prevenzione.

    I tatuaggi da richiamo sono un'antica arte di Oto. Identici nel funzionamento ai normali rotoli da richiamo...ma portandoli sulla propria pelle li si ha sempre a disposizione. Utili soprattutto per passare i controlli alle porte dei villaggi nemici o per nascondere ciò che si possiede nel proprio corpo, senza bisogno di complessi interventi chirurgici.
    Spiegò a Hebiko con un sottile tono da imbonitore...dopotutto era sia artista che mercante della propria arte. Non mi ci vorrebbe più di una mezz'ora per tracciarne uno
    Tatuaggio da Richiamo [Vario]
    Questo tatuaggio è appositamente trattato come un Fuuinjutsu capace di contenere un numero variabile di oggetti. Ogni tatuaggio può contenere fino a 750 crediti, le dimensioni massime degli oggetti sono pari a due categorie dimensioni superiori rispetto a quelle del tatuaggio. È possibile rilasciare tutto il contenuto del rotolo o solo una parte con la tecnica Richiamo. È necessario specificare il contenuto del rotolo nel testo dell'equipaggiamento. Richiede la conoscenza della Tecnica dell'Evocazione. Se subita una ferita almeno Leggera sul tatuaggio, il Tatuaggio diventa inutilizzabile fino alla completa guarigione della pelle.
    Tipo: Supporto-Supporto
    Dimensione: Piccola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 0)
    , se voleste.



    La Pelle di Alligatore

    La definizione di "locale malfamato" non si adattava perfettamente alla taverna chiamata "Pelle di Alligatore", mentre forse era più corretto parlare di "bettola poco raccomandabile", che pure era a dir poco un eufemismo. Pareti luride, finestre chiuse da assi fissate con poca cura, barili contenenti liquami mescolati e lasciati all'aria per ammorbare l'ambiente e, soprattutto, un vicolo che portava direttamente al cosiddetto "labirinto nero" giusto affianco all'edificio ad un piano dall'aria quasi abbandonata. Eppure una delle finestre lasciava chiaramente filtrare della luce, e la porta era aperta (anche se con un solo cardine a tenerla in sede), segno che il locale era aperto ai visitatori, loro malgrado.

    Cinque o sei persone erano all'interno ed accolsero con occhi tutt'altro che amichevoli i due nuovi arrivati, troppo giovani e "candidi", forse, nonostante le loro intenzioni. I Ceffi presenti avevano tratti somatici pesanti, visi smunti da consumatori abituali di sostanze illegati o segnati da cicatrici di scontri passati che non dovevano essere finiti bene per l'altro contendente. Al bancone un uomo magro e grigio stava sistemando delle bottiglie impolverate sulla mensola senza curarsi troppo di pulirle, o di pulire i boccali dal bordo incrostato che stavano sul tavolo. Quant' all'ambiente, tutto era lurido, tavoli e pavimento inclusi, tanto da sembrare appiccicaticci di chissà quale sostanza che vi era caduta sopra mesi e mesi prima, mentre gli abiti degli avventori rasentavano lo stesso livello di incuria. Apparentemente erano tutti disarmati e le lunghe maniche impedivano di cogliere eventuali tatuaggi, ma non c'erano asce o accette visibili. Nota particolare, ogni singolo tavolo aveva una sorta di portaombrelli vicino, incassato sul muro, e da alcuni sporgevano dei manici, forse di mazze da baseball o similari, difficile a dirsi.

    Tra le facce annebbiate da alcool o chissà che altro, una spiccava per gli occhi stranamente acuti, le numerose cicatrici sul volto e il fisico possente. Se qualcuno era il capo là dentro, lui

    lo era, e fu proprio a lui che Kato si avvicinò, con la sua aria spavalda che tuttavia ricevette solo uno sguardo che pareva fatto di brace pronta a scatenare il fuoco alla minima folata di vento. Io sono importante. Sono Aguni. E tu chi diavolo sei, ragazzino? Non ci sarebbe stato un colloquio privato, ma al tavolo c'era solo lui, dopotutto. Parla.

    E poi ci furono le parole dello Yotsuki, alle quali persino il viso truce di quell'uomo si schiarì in un'espressione di assoluta sorpresa, con gli occhi sgranati per qualche istante. Hai coraggio a parlare così. O sei completamente matto. Difficile dire se anche altri lo avessero sentito, ma di certo tutti gli avventori si erano zittiti e sembravano intenti ad ascoltare, o forse erano in attesa di un qualche ordine. E sentiamo...per quale motivo tu e la ragazza volete le Asce morte? E perchè venite in quella che era la sala in cui si radunavano gli Alligatori? Avrebbe lasciato che Kato, o Hebiko, si spiegassero, ma dopo aver ascoltato la sua risposta, quale che essa fosse si sarebbe incupito nuovamente, andando a allungare una mano fino allo strano portaombrello, estraendone con deliberata lentezza un'accetta. Capisco...ma vedi...gli Alligatori non ci sono più. Ora in questo posto vengono solo le Asce. Lo abbiamo conquistato, quindi è nostro. Anche gli altri avevano messo mano alle loro asce ed accette, e due uomini si erano alzati ed erano inevitabilmente in mezzo all'unica uscita disponibile: la porta.

    Aguni sorrise con un ghigno crudele. Quindi ora o inventi qualche storiella molto divertente mentre mi implori al punto di farmi decidere di essere clemente e romperti solo le gambe dopo essermela spassata con la tua amichetta, oppure ti ammazzo e me la spasso anche con te. Erano a un metro e mezzo scarso di distanza, con un tavolino a quattro posti dall'aria fragile a separarli, e l'attenzione di Aguni era tutta per lui, mentre gli altri cinque avventori e il barman, tutti armati, si dividevano tra lui e Hebiko. Sarò anche stato degradato da quel biondino, ma resto un capobanda delle Asce e le tue parole meritano una punizione.

    Era stato un tragico errore di interpretazione. Gli Alligatori erano finiti, uccisi tutti fino all'ultimo o assorbiti dalla banda rivale, e ora quelli che si riunivano nella tana del nemico, quasi per sbeffeggiarne la passata grandezza, erano solo ed esclusivamente le Asce. Si erano ficcati nella peggiore delle trappole perchè avevano frainteso tutto. Come avrebbero fatto a uscirne?


    Neko no Toire - La Lettiera per Gatti / Ciò che resta del Neko Senzai

    Adottivo? Aya venne presa in contropiede, per quanto ancora molto scossa, e l'ombra del sospetto si accese nell'unico occhia lacrimante...presto sedata dal ragazzo che ebbe l'accortezza di tirare in ballo vecchi aneddoti che solo Luis Mikawa poteva avergli tramandato, o comunque un qualche vecchio frequentatore del Quartiere dei Piaceri. Certo, il dubbio restava, ma il tono di Amano sembrava più che convincente, e probabilmente alla fine la Maitresse decise di credergli. Si...il modo di porsi...l'aria di Luis è quella. Ascoltò le spiegazioni successive con risentimento e emozioni contenute a malapena...capiva il punto di vista di Amano, ma la sensazione di essere stata abbandonata era troppo forte, specie ora che il Neko era distrutto e che alcune Gatte erano morte. Specie ora che era lei a doversi far carico di tutto. La signora Makiko è morta. Un male ai polmoni, hanno detto.

    Distolse lo sguardo, anche se poi venne il momento in cui Amano si propose come "mano di Luis" e come nuovo protettore delle Gatte...parole alle quali la donna rimase in silenzio, squadrando quel ragazzino con incredulità, quasi quelle fossero parole che non si sarebbe mai e poi mai aspettata di sentire.

    Poi sorrise, con fare matronale, e gli si avvicinò per abbracciarlo, col seno generoso che probabilmente gli avrebbe stretto il viso in una letale quanto piacevole sensazione di avvolgimento. Lo avrebbe tenuto così per qualche secondo, quasi un minuto, prima di lasciarlo andare e dargli un bacio sulla guancia. Grazie per le tue parole. Poi si sollevò, nuovamente padrona di sè stessa e delle sue emozioni. Ma ora è il momento che ci proteggiamo da sole. Quando sarai più forte...allora, potremo riparlarne. Fece un profondo respiro. Vuoi sapere delle Asce, vero? Sembra ci sia movimento...da qualche tempo hanno molti più soldi a disposizione e vengono spesso...e hanno anche molte sostanze stupefacenti. Le Gatte sanno di non doverle prendere, su questo sono categorica, e sono abilissime nel fingere di farlo. Frugò nell'abito, estraendo un sacchetto di pillole. Queste sono alcune di quelle che hanno nascosto fingendo di averle prese. Magari puoi farle analizzare a qualcuno.

    Non so da dove le Asce le prendano, ma da un vecchio cliente mi è stato detto che questa è roba che gira parecchio ad Ame di recente, e che pare stiano per lanciare un nuovo prodotto...una droga che rende invincibili, o così dicono. Temo che le Asce e Ame abbiano una relazione di qualche genere, ma non so quale...però questo li rende molto pericolosi. Quindi, piccolo mio...stai attento.
    Nuovamente quel sorriso materno, salvo poi guardarsi attorno, con la fronte corrugata. Ma dove è finita la donna che era con te?

    [...]

    Kioko rimase un secondo sorpresa dall'apparizione di Kamine, ma alle sue parole sorrise appena, maliziosa, accettando baci e carezze dopo aver poggiato il piede nudo sul volto dell'uomo che aveva davanti, spingendoglielo in basso. Allora apprenderai. Rispose. Taro, qui, deve essere punito. Saremo in due a punirlo, e lui soffrirà. Aggiunse con sdegno...era brava nel suo ruolo e anche il modo in cui tolse il piede, negando la sottomissione al suo cliente proprio mentre questi la gustava era segno della sua esperienza nel campo.

    La situazione era ideale, e mentre l'uomo, poco più che un ragazzo

    , con la bocca bloccata dalla gag-ball non poteva che annuire con eccitazione mentre le due donne si strusciavano, la bella Kioko finì rapidamente priva di sensi ed accomodata sul cuscino grazie al genjutsu della kunoichi. Probabilmente non avrebbe gradito una volta sveglia, ma la missione veniva prima dei convenevoli o dei buoni rapporti con le gatte, e mentre il povero Taro (che probabilmente era un nomignolo assegnatogli dalla prostituta) urlava allarmato delle grida soffocate, fuori tutti avrebbero pensato che Kioko si stesse divertendo e stesse facendo del suo meglio.

    Il kunai placò il tutto. La morte era qualcosa di molto più definitivo del dolore scaturito da un gioco erotico, e certamente "Taro" non era un cuor di leone ma solo un patetico teppista che spendeva quasi tutti i suoi soldi in quel passatempo. Non gli ci volle molto per acconsentire e venir liberato dallo strumento di bondage, madido di sudore freddo e con il volto sporco di saliva. Io non so davvero niente... UUUOOOOHHH <3! C'era un che di soddisfatto in quel grido di dolore quando Kamine gli strizzò il capezzolo. Forse l'alternanza tra piacere, paura e dolore sarebbe stata la chiave per scoprire tutto quello che c'era da sapere.

    Io ero solo il palo...non sono entrato. Mani d'Oro ha dato la Locusta a tutti tranne me, sono di rango troppo basso. Deglutì. Mani d'Oro ha trovato uno che lo supporta, è per questo che è diventato il nostro capo: ha i soldi e ha un sacco di roba...erbe, polveri, di tutto. Il meglio sulla piazza e ha anche ottenuto quell'inchiostro per i tatuaggi delle Locuste. Sono meglio di un jutsu ninja, sono fantastici e facilissimi da usare: ad Aoi è bastato toccare una parete per disintegrarla!

    Accettò di buon grado schiaffi e graffi, gemendo con fin troppa convinzione, ma tra una cosa e l'altra avrebbe rivelato un pò di cose. Mani d'Oro era il braccio destro del capo...si è fatto di qualunque cosa immaginabile ed ora è un gigante, mentre prima era magro come me. E' diventato persino più grosso di Aguni e lo ha degradato quando ha ucciso il capo e ne ha preso il posto. I suoi due più fedeli hanno tutti un tatuaggio con il fiore delle carte da gioco sulla guancia e sono arrivati da fuori, penso li abbia mandati il tizio che lo supporta. Non so come si chiami però...AAAH! <3 gemette allo schiaffo. Ma ho sentito che lo chiamavano Lord, e una volta Re, ma non so altro, davvero!

    I Sigilli li ha presi Mani d'Oro, che sta nella sua casa nel Labirinto Nero. Sapeva che erano simboli da iniettare, dice che li venderà per un sacco di soldi, che li useranno per fare una droga che ne copia gli effetti. La droga definitiva! Non so chi siano questi fabbricanti ma non credo siano gente da sottovalutare...e poi...quando li avremo... La sua espressione improvvisamente cambiò

    ...quando li avremo noi Asce potremo sottomettere tutte le puttane di Oto e tutti i ninja di questa merda di villaggio! In quello stesso istante Kamine avrebbe potuto sentire un morso alla coscia, là dove stava a cavalcioni del suo prigioniero, e quasi contemporaneamente un dolore bruciante si sarebbe esteso al suo corpo, come una febbre terribileDolore (DnT Medio) che tuttavia si riattiva ogni volta che si esaurisce
    Status Affaticato
    Status Scoordinato

    Nessun jutsu curativo può annullare questi effetti
    mentre sulla carne era apparso il tatuaggio di un serpente. STRONZA! Mi sei stata addosso talmente tanto tempo che sono riuscito a spostarlo dalla schiena fino al fianco, puttana! Essendo steso schiena a terra, il tatuaggio era stato invisibile fino a quel momento! Il Serpente dell'Inferno salirà fino al cuore e poi ti ammazzerà! Sarò anche di basso rango ma non al punto da non avere un tatuaggio di Mani d'Oro! E poi avrebbe cominciato a gridare: AIUTO! AIUTO! ASSASSINA! ASSASSINA! Visto l'ambiente ristretto, non ci sarebbe voluto che un secondo perchè la gente accorresse...Kamine doveva inventarsi qualcosa!



    Kuro no Meiro - Labirinto Nero / I Vicoli del Quartiere dei Piaceri

    L'ecolocazione donata dai batteri di Shinken era potente, ma non al punto da poter mappare un'intero edificio trovando ogni trappola o studiandone ogni piano ignorando lo spessore delle pareti. Certo, la casa del medico in sè era banale legno e non offrì particolare resistenza a gran parte delle onde sonore, rivelandone grosso modo la disposizione interna delle stanze, dei muri e di alcuni mobili, ma era troppo imprecisa per fornire notizie su trappole di piccole dimensioni o molto ben nascoste. Quanto al seminterrato, poi, la percezione sonar aveva ancora più difficoltà ad agire perchè la terra, a differenza dell'aria o dell'acqua, non conduceva quasi per niente le onde sonore, quindi non aveva che un metro scarso di "visuale" oltre la botola che dava accesso al piano inferiore (botola che comunque era riuscito a percepire, complici le informazioni del poveraccio privo di sensi qualche vicolo più indietro, che comunque non sapeva nulla di più di quanto detto sui tatuaggi). Fortuna volle che in quel momento qualcuno stesse passando proprio sotto alla botola, e quella sagoma sfumata, appena percepibile dalla sua "vista", fu più che sufficiente per confermare che qualcuno era là sotto al momento.

    Il complesso piano poi, venne messo in atto con una fluidità silenziosa e perfetta, l'efficienza di un Fedaikin di Oto. Mentre la palude ammorbidiva il terreno ed abbassava la cartabomba quanto bastava per minacciare efficacemente il terreno, ci fu solo un attimo di preavviso prima che si scatenasse il caos all'interno della casa. L'esplosione fu solo la nota d'inizio, mentre il foro dell'esplosione (che certo aveva mandato gambe all'aria qualcuno) faceva precipitare litri e litri di melma all'interno sollevando un coro di grida di sorpresa e terrore che erano la musica preferita di qualsiasi Otese che si rispettasse. All'ecolocazione di Shinken non sfuggì l'apertura della botola, mentre due figure cercavano di arrampicarsi alla meglio, dopo qualche minuto, ma anche l'interno della casa era stato invaso dalla Palude infernale e sembravano in estrema difficoltà, tanto che una delle due (apparentemente gracile, forse il medico) riprecipitava nella bottola, perso tra i flutti. L'altro, dai lunghi capelli, usò tutte le sue forze per guadagnare l'uscita, seppur a fatica, mentre gridava per la disperazione.

    Una volta all'esterno sarebbe stato facile riconoscerlo come il famigerato Aoi nonostante la lordura della palude che aveva addosso, unico sopravvissuto di quel terribile attacco e talmente fuori controllo che non sarebbe stato affatto difficile aggredirlo e ridurlo all'impotenza per il Fedaikin, o anche ucciderlo, per quanto la cosa fosse controproducente. Tutto stava a vedere come e quando lo avrebbe fatto.

    [...]

    Si può sapere chi sei? Cosa diavolo vuoi da me? Perchè non combatti da uomo, eh? O sei troppo effemminato per fare a pugni con uno che può spaccarti la faccia senza che tu nemmeno te ne accorga? Eh? Avanti, io sono Aoi delle Asce, non ho paura di te! Parlava, sputava, sbraitava e minacciava, ma cosa avrebbe fatto Shinken e come avrebbe condotto l'interrogatorio, casomai avesse scelto di catturare Aoi?

    Sembrava, a giudicare dai segni sulle braccia, che l'uomo fosse parecchio preso dall'uso di sostanze illegali e forse possedeva una discreta resistenza al dolore, ma non era detto. Certamente aveva perso la sua ascia nella Palude, ma restava un inconfondibile tatuaggio a forma di serpente a due teste che partiva dal gomito destro e si inerpicava su spalle e schiena fino al gomito sinistro. E aveva un secondo segno alla base del collo, subito sopra la porzione centrale del tatuaggio...forse un tatuaggio a sua volta, solo che rappresentava tre mezzelune disposte a triangolo intorno a un punto centrale. Un terzo tatuaggio era invece sul dorso della mano destra, apparentemente una specie di insetto fantasioso.
     
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