All'apice della radice

Add Ts Waket

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  1. Historia
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    Faccia a faccia con l'Hokage
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    Era successo tutto in pochi secondi. L'ascensore si era aperto, l'uomo aveva gridato ed Hebiko lo aveva sgozzato. Poi, dall'alto era piombato il jonin di Suna portando scompiglio e polvere. Ed ora, senza prestar loro la minima attenzione, se ne stava lì a raccogliere fisches come se nulla fosse. Shin ebbe l'impressione di essere stato bellamente raggirato. Non che non lo avesse messo in conto fin da subito, ovviamente. Alla fine collaborare con il Chikuma era comunque il male minore. Non lo avrebbe certo fermato ora. Prese al volo il gettone, che aveva imparato a riconoscere come falso, e se lo mise in tasca. Lo avrebbe tenuto come ricordo. Degli altri soldi che erano presenti nelle varie forme in quel luogo non voleva saperne nulla, non era un ladro. Però si annotò mentalmente di denunciare all'autorità accademiche l'operato dello shinobi della Sabbia, per lo meno irregolare. Dopo che l'uomo fu uscito di scena fece anche lui per andarsene, ma una nuova presenza torreggiava alle loro spalle. Il genin deglutì, preoccupato. Che ci faceva l'Hokage lì?

    Chiunque avesse visitato almeno una volta nella vita il Villaggio della Foglia non poteva non ricordare i volti dei capivillaggio, scolpiti a dimensioni monumentali sul lungo costone roccioso che sormontava l'abitato. Quegli uomini saggi che avevano retto le sorti di una nazione nei tempi passati avevano scelto di essere immortalatì così per i posteri. Shin non ci mise che un istante a riconoscere nel ninja che aveva d'innanzi le fattezze dell'Hokage in carica. Se l'era immaginato diverso il loro primo incontro. Magari dopo qualche anno di duro lavoro sarebbe riuscito a farsi notare dall'amministrazione e, una volta scalata la gerarchia, avrebbe avuto un colloquio con il rappresentante del Villaggio in persona. A quanto pareva invece il destino aveva deciso diversamente, beffandolo. Riprendendosi, si esibì nel suo miglior saluto militare, come aveva imparato ai tempi, passati da poco, dell'Accademia. Rimase spiazzato dall'umorismo di bassa lega, ma non lo diede a vedere e rimase impassibile. Quando intimò loro di seguirlo, non oppose resistenza. Non ne aveva motivo. Aveva giurato di servire il Villaggio diventanto uno shinobi e il coprifronte che portava ne era la prova. Interrogato, prese la parola, ignorando le minacce di morte di Hebiko e il suo successivo infruttuoso tentativo di fuga.

    Mio signore, sono Shin Kinryu, genin di Konoha, al vostro servizio. Tagliò i preamboli formali al minimo, preferendo andare subito al punto. Insieme al mio compagno di missione, Kei Nara, stavamo facendo da guardie del corpo ad un ricco industriale del Paese del Fuoco. Sono stato preso in ostaggio, insieme alla ragazza di Oto, da un individuo che si è presentato come Hoshikuzu Chikuma, jonin di Suna. Sebbene non abbia prove per supportare tale affermazione, posso affermare che i suoi jutsu erano incredibilmente potenti. Il caos che vede è per gran parte causa sua. Prese fiato. Stava parlando come una macchinetta per l'adrenalina. Ci ha costretti a collaborare ad un suo piano, che ha mascherato da missione per conto dell'Accademia, per recuperare delle fisches contraffatte, che avrebbero permesso ad un'organizzazione malavitosa di introdursi nelle ville dei facoltosi frequentatori del casinò per derubarli. Il dislivello di forza era eccessivo e, nonostante un nostro tentativo di fuga, ci ha riportati qui nel locale per investigare mentre teneva occupata la security. Una volta scoperto il nascondiglio ci ha raggiunti, radendo praticamente al suolo la struttura, e si è intascato tutte le fisches autentiche. Ho motivo di ritenere che i suoi scopi fossero tutt'altro che nobili. Il riassunto del foglioso era impeccabile, e fissò la kunoichi del Suono aspettandosi che annuisse. Aveva taciuto dei suoi modi di fare decisamente poco ortodossi, o del suo maldestro tentativo di furto. Comunque, signore, non sono stato io a inviare il messaggio all'amministrazione, ma il mio compagno Kei Nara, preoccupato per la mia assenza credo. Penso che abbia riaccompagnato il committente a casa ora, secondo protocollo. Non mi sarei mai aspettato che arrivasse a scomodare l'Hokage in persona. Si fermò un secondo, realizzando che stava facendo rapporto alla più alta autorità del Villaggio. Nonostante le circostanze, per me è un onore conoscerla, signore. Si esibì di nuovo in un saluto militare, da bravo soldato. L'animo di Shin era diviso tra l'emozione e la preoccupazione. Qualsiasi cosa avesse disposto l'uomo davanti a loro, erano completamente a sua mercé.
     
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