Danger scaled

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  1. **Kat**
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    V ~ La discesa nei meandri della Terra: Uova luminescenti


    A

    nche se era una Kunoichi del Villaggio della Foglia e possedeva la forza necessaria per sradicare a mani nude il tronco di un albero secolare restava una ragazza con le sue passioni e fragilità. Era impossibile rimanere indifferenti di fronte ad una Kitsune così piccola e batuffolosa. Il suo pelo era così morbido tanto da stringerla a sé come se fosse un peluche. Lanciò qualche dolce occhiata nei confronti della creatura d’evocazione, anche se con i suoi modi burberi le fece intendere che non era poi tanto incline a farsi accarezzare o coccolare. Molti animali da Evocazione erano orgogliosi e Shamada-chan non faceva eccezione.
    Sicuramente con la comparsa della Volpina l’atmosfera si era rilassata, anche se erano nei meandri di una buia caverna alla ricerca di una creatura misteriosa, che forse aveva sbranato un povero Guardiacaccia. Le informazioni erano troppo poche per arrivare ad una conclusione, ma era certa che Shin-kun avesse imparato la lezione. I dettagli potevano essere di vitale importanza per la vita di un Ninja. Raccogliere quante più informazioni possibili permetteva di comprendere meglio il pericolo, valutare i rischi ed agire con un maggior margine di successo. Ma per ora le indagini sulla creatura scappata dai sotterranei dell’Avamposto del Varano squamato non erano state condotte nel miglior modo. Dopo aver rincarato la dose con un “ramanzina” la Kunoichi era pronta ad andare avanti con la missione. Era abbastanza fiduciosa nelle sue capacità e anche in quelle del compagno di Team.
    - Già! - Concordò con le parole del ragazzo prima di afferrare tra le braccia la piccola palla di pelo marroncina e saltare agilmente il dirupo. Mentre Shin-kun si adoperava per utilizzare per la prima volta il Chakra repulsivo la Fuyutsuki ne approfittò per scambiare quattro chiacchiere con l’Evocazione e corromperla. Era troppo carina per essere lasciata da sola, nel caso il Kinryu ci avrebbe rattristati con un sua prematura morte. - Oh.. Davvero? - Pensava che le Kitsune appartenessero tutte ad un unico ramo, un’unica discendenza. Ed invece a quanto pare quelle d’Inari appartenevano ad un clan superiore. - In effetti le Kitsune che conosco non sono affatto nobili. Sembrano più due bambine capricciose! - In realtà le evocazioni da Atasuke-sama non le erano mai state simpatiche. - Oltre al giardino offro anche una fornitura di caramelle e dolcetti per il resto della tua vita! - Era disposta ad alzare la “posta” pur di assicurarsi una volpina nel salotto di Villa Fuyutsuki da abbracciare come un cuscino nei tediosi pomeriggi invernali.
    Purtroppo Shin-kun rovinò le trattative sopravvivendo al salto. Un pensiero che una “Tutor” non dovrebbe avere, ma non se ne preoccupò più di tanto. Infondo non aveva mai avuto la stoffa della Sensei. Almeno alla fine di questa giornata non avrebbe dovuto firmare un fascicolo di documenti in cui confermava la morte del Kinryu. Abbozzò un sorriso in sua direzione. Era contenta che il ragazzo fosse riuscito a superare anche questo ostacolo. Ormai padroneggiava quasi alla perfezione ogni aspetto del controllo del Chakra. Una parte di lei dovrebbe essere orgogliosa del suo “allievo”. Ma lei non era quel genere d’insegnante. Attribuiva senza ombra di dubbio il merito all’impegno e alle capacità dimostrate dal ragazzo. - Ci sono abituata ormai. Spero che quando torneremo a Konohagakure no Sato non ti venga la brillante idea di venire da me ogni qualvolta ti farai male! - Rispose con giocosa ironia. Cercò di trattenere una risata. La Fuyutsuki utilizzò rapidamente un Jutsu curativo per richiudere la ferita del ragazzo date le circostanze. Non poteva di certo utilizzare le sue abilità mediche per disinfettare la ferita e fasciargliela in assenza di luce. Era un procedimento più lento e meticoloso. Quindi optò nel ricorrere all’Hikariton. Chakra curativo che stimolò la rigenerazione cellulare in un bagliore verde-acqua che illuminò la zona circostante. Quel Jutsu era fatto di luce e permise ai presenti di guardarsi un po’ intorno, anche se la ragazza era troppo concentrata sulla ferita per pensare ad altro o accorgersi dello sguardo inebetito del Kinryu.
    Arrivati davanti ai tre cunicoli la Volpina ed il suo Evocatore si presero qualche minuto per analizzare meglio la situazione. Alla Kunoichi non restava altro che attendere le analisi dei suoi compagni di Team. Iniziò a guardarsi intorno senza però allontanarsi troppo. Portò lo sguardo verso il soffitto calcareo ed una piccola crepa che lasciava filtrare un po’ di luce. Sospirò leggermente. - Non vedo l’ora di risalire in superficie. Tutta questa faccenda di cunicoli e buio inizia ad infastidirmi! - Confessò. Non era claustrofobica. Ma prediligeva di gran lunga gli spazi aperti. Ascoltò con attenzione le parole della Volpina e del ragazzo dalla chioma argentea. - Concordo. Da quello che abbiamo compreso di questa creatura è che ama i luoghi angusti ed umidi… forse imboccando il sentiero centrale, che sembra procedere verso il basso avremo più possibilità di scovare la sua tana. - Fece spallucce prima di indicare il sentiero sulla sua sinistra. - Questo lo escluderei a prescindere.. a giudicare dalla pendenza credo che porti in superficie. - O almeno la sua era solo una supposizione. - E credo che sia più prudente procedere insieme. Nei meandri di questa caverna da soli e al buio siamo una facile preda. - Sospirò. Quindi concordava con la decisione presa dal ragazzo.
    Le bastò un cenno per invitare gli altri verso il cunicolo centrale. Non sapeva cosa c’era in quello di destra, ma sperava di essere favorita dalla Dea Bendata. Molto spesso era anche questione di fortuna. Un Ninja doveva possedere ottime capacità, una buona preparazione ed un minimo di fortuna. Passo dopo passo i tre Ninja della Foglia si ritrovarono a scendere nelle viscere della terra. Il cunicolo si faceva sempre più stretto. Percorsero diversi metri per diversi minuti. Difficile quantificare il tempo trascorso o i metri percorsi in un ambiente così buio. I secondi sembravano minuti, i minuti invece delle ore. E le ore? Probabilmente secoli. Il Buio si faceva sempre più fitto, tanto che la Fuyutsuki invitò Shin-kun a cercare una fonte luminosa, anche un accendino andava bene per evitare d’inciampare contro le radici o i sassi disposti nel cunicolo. Lei non aveva nulla con sé. Infatti provò a fabbricare una specie di torcia sradicando una radice dal terreno con la sua forza ed avvolgendo l’umido legno in un po’ di stoffa, sacrificando parte della tunica bianca. A mali estremi, estremi rimedi. Infondo sotto di essa portava una fitta cotta di maglia in ferro, quindi non era completamente nuda. Aiutandosi con l’Accendino fornito dal ragazzo avrebbe create due torce per entrambi. Purtroppo senza una fonte luminosa non poteva procedere oltre.
    Ad un certo punto la Volpina riuscì a percepire l’acre odore di sangue sempre più forte. La scelta di Shin-kun era stata giusta. Procedendo quel tanfo divenne sempre più insistente, tanto da creare eventuali conati di vomito a chi non era abituato a trattare con i processi degenerativi della morte. C’erano dei cadaveri nelle vicinanze. O delle carcasse. Il cunicolo si faceva sempre più stretto e grazie alle torce ed all’abilità di scovare le tracce della Kitsune i Ninja riuscirono ad individuare alcuni segni d’artiglio sulla parte rocciosa che costituiva il cunicolo. - Sembra che questo tunnel sia stato scavato a mano. Guarda quei segni! - Indicò alcuni segni d’artigli. Ma più che d’artigli sembravano unghie affilate visto che si riuscivano ad individuare distintamente quattro dita su una roccia erosa dalla forza di qualcuno. Era opera della misteriosa Creatura?
    Procedendo verso la fonte di quel disgustoso odore i Ninja di Konoha raggiunsero un antro roccioso dal soffitto abbastanza basso, solo cinque metri e con delle stalagmiti che in alcuni punti si fondevano con le stallatiti. Colonne calcaree sorreggevano quella che sembrava la tana ben costruita di una creatura e davanti all’arcata del cunicolo c’erano i rimasugli di un pranzo maldigerito. Appena entrati nel meandro roccioso e semi-buio, illuminato solo da alcune fessure sul soffitto in cui filtrava della luce, nonostante la profondità di quella tana, il tanfo fu ben percepibile. Sulla sinistra c’erano delle ossa di coniglio, alce e cervo con qualche brandello di carne ancora attaccato. La roccia intorno a quei resti era visibilmente erosa. C’era qualche altro odore che disturbava lo stomaco dei due Ninja. - Uhm.. è disgustoso. - La Fuyutsuki decise di avvicinarsi cautamente verso quel cratere maleodorante. E grazie alle sue conoscenze Mediche cercò d’individuare la causa di morte di quei animali ed evidenziarne lo stato di decomposizione. C’era ben poco da analizzare. - Sono scheletri di Animali, prevalentemente mammiferi di piccola-media taglia. Ci sono coniglia e cervi. Forse anche alci… ma non ne sono sicura. - Insomma la selvaggina autoctona della Zona Nord del Paese del Fuoco. Sospirò leggermente prima di coprire il volto per chinarsi verso quei macabri resti. - Nessun osso umano. Sono per la maggior parte parti di animali non digeriti. Ma non hanno percorso l’intero tratto gasto-intestinale di qualsiasi cosa li abbia mangiati, altrimenti ci sarebbero delle feci.. e questo… - Indicò del liquido verdognolo fumante e dal nauseabondo odore. - Non sembrano escrementi. - Su questo poteva stare tranquilla. Non erano escrementi, ma qualcosa di peggio. Staccò un bastoncino dalla sua torcia improvvisata per gettarlo nel piccolo cratere. Questo iniziò a corrodersi. - A..Acido?!? - Quale creatura emetteva acido? - O almeno una sostanza chimica altamente corrosiva. - Si allontanò per non respirare quei vapori acidi che potevano essere mortali anche per lei. Tossì più per il nervoso. Stava bene. - Continuiamo a cercare. Tieni gli occhi aperti! - Un avvertimento. La situazione sembrava davvero pericolosa.
    La Caverna sotterranei aveva un diametro di venti metri, poco illuminata e con un bagliore sul fondo. C’era qualcosa. Era evidente che sul fondo di essa c’era qualcosa che emetteva uno strano bagliore. Qualora Shin-kun avesse avuto il coraggio di avvicinarsi potè costatare con orrore che sulla parete rocciosa c’erano delle sfere opache che emettevano un vago chiarore bianco e che custodivano degli embrioni affusolati. Erano uova. A quanto pare qualsiasi cosa era uscita dal laboratorio segreto aveva un solo obbiettivo: Cacciare e riprodursi.


     
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