Affari illegali

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    Controllo a sorpresa

    I - La locanda



    Hebiko camminava senza troppa fretta nelle vie di Oto, con un preciso obiettivo: una locanda che a stento arrivava a pagare l’affitto a fine mese, dati gli scarsi guadagni. Eppure quel mese era andata diversamente, si erano ripagati tutti i debiti con una cifra che mai avrebbe immaginato potessero raggiungere.

    E che non mi vengano a dire che un gruppone di turisti gli ha permesso di guadagnare quella cifra!

    Era ormai chiaro che ci fosse sotto qualcosa, e la Vipera si era autoassegnata il compito di scoprirlo.
    Non aveva nemmeno smosso Febh riguardo la faccenda, non riteneva fosse una cosa troppo importante per il momento, si sarebbe limitata a fare rapporto una volta scoperto qualsiasi cosa cercassero di nascondere.
    La locanda si presentava nelle solite, terribili condizioni: ragnatele sul soffitto, qualche scarafaggio a terra, tavoli e sedie con macchie che non appartenevano a bevande, ed un unico cliente, probabilmente già sbronzo data la puzza (ben coperta dall’olezzo del locale).

    Ma perché si ostinano a tenerlo aperto mi chiedo. Molla tutto e via no? Tzk.

    Con nonchalanche, si sedette al bancone, pochi sgabelli di fianco al vecchio, che ad una vista più ravvicinata sembrava avesse un animaletto peloso al suo fianco, con di fronte… un suo bicchiere di alcolici.
    Hebiko dovette fissarli per qualche secondo, sorpresa, immaginando poi che potesse trattarsi di un evocazione e non un semplice animaletto. In fondo anche Ssalar aveva le sue manie, ma non pensava che potessero spingersi fino a quel punto. Venne distratta dal gestore della locanda, che sembrava tenersi impegnato pulendo qualche bicchiere. La ragazza si schiarì la voce prima di rispondere:

    Sono Hebiko Dokujita, assistente dell’Amministratore. Sono qui per parlare dell’ultimo pagamento ricevuto, sembra ci siano stati alcuni problemi… E’ lei il capo qui?

    L’uomo sobbalzò, sorpreso dall’affermazione, e probabilmente dal fatto di trovarsi dinnanzi all’unica persona responsabile di tutto il palazzo amministrativo. Posò ciò che aveva in mano, strofinandosele nervosamente, per poi pulirsele sul grembiule che indossava.

    I-io… Sì, ma è mio figlio che si occupa dei soldi, io… Vado subito a chiamarlo, la prego di attendere qui. Ah, po-posso offrirle qualc-
    Qualcosa che provenga da una bottiglia sigillata per favore.
    Sì, subito!

    Il gestore le servì il sake più raffinato che possedeva, prima di sparire nel retro. La rossa sospirò innervosita, non le piaceva perdere tempo in quel modo, ma voleva pazientare, quasi illudendosi che ci fosse davvero una spiegazione per tutto questo.
    Il vecchio era probabilmente troppo ubriaco per farci caso, ma sembrava che Hebiko stesse assaggiando il sakè con una piccola lingua biforcuta, e se avesse fatto attenzione avrebbe notato anche i suoi occhietti da rettile.
     
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    I



    Il vecchio Urahara57aa2092d983a e l'animale Mokona57aa2062d9839 bevevano da ore ormai ma essi continuano imperterriti. L'oste fu sorpreso: si vedeva di raro un uomo bere tanto ma in compagnia di un essere peloso, che scolava altrettanti bicchieri. Ma la sorpresa aumentò a dismisura quando l'animale parlò rivolgendosi al locandiere:
    Mokona vuole bere ancora, sake genshu, per Mokona shinshu per l'amico mio. moko moko
    i 2 vennero comunque serviti.
    Urahara uomo sulla cinquantina biondo, occhi azzurri con un orrendo cappello, fatto con la stoffa di una vecchia sedia a sdraio, a strisce bianche e verdi, indossava un kimono verde e un haori nero.
    Mokona era una specie di coniglio nero, con un cristallo sulla fronte ed un orecchino d'argento all'orecchio sinistro.
    Dopo vari bicchieri in quel tugurio si presentò una ragazza che ovviamente non sfuggì all'attenzione dei 2, soprattutto a quella dell'uomo. In un primo momento egli si limitò ad osservarla sott'occhio nascosto dal suo orrendo cappello, aveva notato ogni suo gesto e ogni parola da provetta spia o stolker.
    Sono Hebiko Dokujita, assistente dell’Amministratore. Sono qui per parlare dell’ultimo pagamento ricevuto, sembra ci siano stati alcuni problemi… E’ lei il capo qui?
    I-io… Sì, ma è mio figlio che si occupa dei soldi, io… Vado subito a chiamarlo, la prego di attendere qui. Ah, po-posso offrirle qualc-
    Qualcosa che provenga da una bottiglia sigillata per favore.
    Sì, subito!

    e quando il gestore sparì nel retro stava per muoversi. Ma Mokona si andò a sedere vicino alla rossa notando una linguetta biforcuta e occhi da rettile e con il suo solito tatto:
    Ciao donna serpente!! tua madre è una biscia? forse Mokona la conosce! moko moko
    allora l'uomo balzò cercando di tappare la bocca al coniglio
    Scuuuusaaa ma beve beve troppo, piuttosto, sono Urahara mercante in vacanza, posso ooooffire io a una donna speciale? speciale?
    con in volto un sorriso ebete, ma non si capiva se a causa dei fumi alcolici.
    ma prima che ella potesse rispondere:
    mi fa piacere sai oggiiii son triste triste mi è morto il gatto gatto ho bisogno di campagniaaaa...
    Mokona liberatosi
    Ma che gatto ? moko moko
    zitto tu!!
    i 2 cominciarono a litigare correndo di qua e di la, ribaltando tavoli e sedie. L'animale finì a saltellare sulla testa della ragazza, l'uomo afferratolo lo lanciò oltre il bancone tra le bottiglie esposte rompendone qualcuna.
    Urahara si sedette, spalle al bancone, accanto alla rossa se fosse rimasta li, cercando di sbirciare nella scollatura del vestito se ci fosse stata
    Ehi di che colore hai le mutandine?
    nel frattempo il coniglio ripresosi avrebbe cominciato a lanciare bottiglie a caso.
    Se la ragazza avesse reagito violentemente si sarebbe scatenata una rissa tutti contro tutti.


    Edited by -RexDraco- - 16/9/2016, 18:05
     
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    Serpenti velenosi

    II - La donna sbagliata



    La Vipera si voltò perplessa, comprendendo subito come quel vocino acuto non potesse provenire dall’uomo, ma dal batuffolo di pelo. Il coniglietto le era balzato di fianco, e lei si era limitata ad osservarlo sorpresa, domandandosi da dove fosse saltata fuori una creatura simile.

    ...Un’evocazione? Spero che abbia un gran potenziale nascosto, altrimenti al primo lupo che incontra lo vedo male.

    Fece per allungare una mano, cercando di toccare la morbidosa creatura, quando l’uomo agì all’improvviso, ritirandolo e giustificandolo perché… aveva bevuto.

    ...Il…. Il batuffolo ...beve?

    Credeva che Oto non avesse più sorprese da nascondergli, invece bastò un mercante in vacanza per prenderla alla sprovvista, che sembrava insistere nell’offrirle da bere. Intuendo dove la situazione stesse andando a parare, si limitò a sibilargli con sguardo duro:

    Sto lavorando, la prego di restare al suo posto.

    E successivamente tornò al suo bicchierino di sakè. Ma naturalmente l’uomo non si arrese, borbottando qualcosa sulla morte di un suo animaletto. La rossa sospirò, indecisa sul dafarsi: c’erano altissime possibilità che quello fosse solamente un trucco per cercare di ammorbidirla, e qualche vaga possibilità che fosse l’alcol a fargli pensare ad un qualsiasi momento triste e a demolirlo psicologicamente. Ma il trucco venne presto svelato dal coniglio stesso, e il suo commento fece infuriare l’uomo, consapevole di aver sicuramente perso ogni speranza.
    Se fosse stata abbastanza veloce da acchiappare il coniglio, se lo sarebbe tenuta in braccio, carezzandolo piacevolmente per sentirne la morbidezza del pelo. In caso contrario, avrebbero sicuramente iniziato a rincorrersi senza badare a nessuno (non che ci fossero molte persone a cui badare a parte Hebiko stessa).
    Cresciuta tra i vicoli in ambienti piuttosto movimentati, una piccola rissa tra uomo e animaletto domestico non era nulla per lei, che si limitò a sedersi più china e a fulminare il coniglietto qualora avesse osato anche solo puntarle una delle bottiglie addosso, mostrandogli i denti con tutta l’intenzione di divorarselo in un boccone. In caso contrario, se si fosse fatto un minimo di riguardo, lo avrebbe lascito stare, sorseggiandosi il suo sakè.
    L’uomo non avrebbe trovato scollature dalle quali sbirciare, ma la sua domanda non sarebbe stata ignorata dalla Vipera: senza preavviso, impalò la mano dell’uomo al bancone utilizzando uno dei suoi kunai, per poi tappargli la bocca per evitare che gridasse. Avrebbe quindi sibilato un paio di volte, prima di prender parola:

    Non so da dove vieni, straniero, ma Oto è un brutto posto per gente come te. Capitare davanti alla ragazza sbagliata può essere letale. Se cercavi quel tipo di divertimento, ti consiglio di passare al Neko, o almeno quello che ne rimane. Le Gatte saranno felicissime di accontentarti se paghi a sufficienza. La Vipera no.

    Lo avrebbe lasciato andare solo quando si fosse assicurata che non avesse urlato. Se avesse avuto ancora il coniglio in braccio, avrebbe perso qualche minuto nel coccolarselo. Adorava gli animali, perdeva la testa per i rettili, ma il resto delle bestiole non le dispiacevano, soprattutto quelle morbide come Mokona. E poi agli animali perdonava tutto, così come aveva già dimostrato più volte a Febh.
     
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    Affari Illegali

    II



    La ragazza tentò di afferrare il coniglio ma senza successo. L'uomo e l'animale iniziarono a rincorrersi senza badare a nessuno, creando una mini rissa mentre la rossa continuava a sorseggiare il suo drink. Il coniglio cominciò a lanciare bottiglie verso l'uomo evitando di coinvolgere la ragazza era un gentil coniglio in fondo. Il vecchio anche se brillo schivò elegante tutte le bottiglie prendendo la più pregiata al volo con la mano sinistra.
    Eh no no questaaaa non si spreca la la pppporto a cosa...casa!
    Ma come prevedibile la ragazza non reagì bene alla domanda sconveniente dell'uomo. Essa prese un kunai e cercò di conficcarlo nella mano dell'uomo. Convinta di esservi riuscita
    gli tappò la bocca forse per evitare che gridasse. Avrebbe quindi sibilato un paio di volte, prima di
    Non so da dove vieni, straniero, ma Oto è un brutto posto per gente come te. Capitare davanti alla ragazza sbagliata può essere letale. Se cercavi quel tipo di divertimento, ti consiglio di passare al Neko, o almeno quello che ne rimane. Le Gatte saranno felicissime di accontentarti se paghi a sufficienza. La Vipera no.
    L'uomo invece si mise a ridere mostrando la mano illesa
    Mi spiace ma ho schivatoooo ero ero jonin una volta comunque brava brava miiii hai quuuaso prrreso. Sei una una tipaaa simpppatica, andiamo aaaa cenu cena? madame
    tentando un bacia mano. La situazione sembrava peggiore sempre più e uno scontro sembrava inevitabile.
    Ad un tratto si aprirono le porte alle loro spalle, era entrato un ragazzo biondo che vedendo la scena fece una curiosa espressione di sconcerto


    Che cavolo combinate voi due ? sempre a bere e a disturbare ragazze dannato vecchio pervertito...E Misaki che stava a preoccuparsi mi ha pure spedito a cercarvi. Forza chiedete scusa e tutti a casa!
    il coniglio rispose
    Watanuki Watanuki Mokona ha fame cucina ! moko moko
    mentre il vecchio faceva finta di niente
    Il danshi fece qualche passo avanti
    Quante volte devo dirtelo non sono Watanuki e non cucino! hai bevuto pure tu coniglio? sai che lei non vuole! Ah zio meglio che ci muoviamo o Misaki verrà a cercarci!
    Sentendo quelle parole il coniglio
    Mokona ha ancora sete e non vuole tornare a casa. moko moko
    per poi scappare dalla porta che conduceva al retro del locale, posta dietro il bancone a destra degli scaffali con le bottiglie.
    Nel frattempo l'uomo allontanandosi dalla ragazza a capo chino cambiò d'improvviso modo di muoversi e parlare, era come se la sbornia gli fosse passata all'istante. Poi si girò verso la rossa
    Chiedo scusa
    e fece per uscire ma appena sull'uscio rivolto al giovane
    Bravo mi hai trovato! Vado all'albergo Serpe Bianca camera 88. Faccio le valigie e ti aspetto...
    per poi uscire.
    Bene e uno è fatto e ora coniglio pestifero
    fece qualche passo e rivolgendosi alla rossa fece un inchino
    Mi scuso per il loro comportamento e per il fastidio arrecato. Mi chiamo Kitori Kuro Kenkichi da Kiri se posso fare qualcosa per rimediare... di pure ma prima devo prendere il coniglio
    Rialzatosi si sarebbe avvicinato al bancone per poi scavalcare e apprestarsi ad uscire verso il retro.


    Status Kitori Kuro Kenkichi
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    III - Dietro le quinte



    La Vipera si sorprese non poco nel vedere come, nonostante le condizioni dell’uomo, egli evitò il suo attacco, borbottando qualcosa sull’essere stato un jonin. Tuttavia non sembrava pericoloso, né avere intenti violenti; certo, era fin troppo appiccicoso per Hebiko, che sopportò a stento il baciamano, sperando che sarebbe bastato quello per farlo andar via.
    Non fece in tempo a rispondergli che dall’entrata principale entrò un ragazzo, che pareva conoscere l’uomo di fronte a lei, e a giudicare dalla successiva scenata sembrava che sia lui che il coniglio fossero abituati a scappatelle del genere. La ragazza fissò il nuovo arrivato a braccia conserte, studiandone l’aspetto: il coprifronte le diede modo di capire che fosse uno shinobi di Kiri, rendendola leggermente sospettosa al riguardo.

    Salve. Cosa ci fanno uno shinobi e un ex jonin kiriani qui ad Oto? Visita turistica?

    La loro presenza la rese leggermente irrequieta. Certo, da ciò che aveva visto fino ad ora sembravano tutto fuorchè pericolosi, ma Hebiko non abbassava la guardia facilmente.
    Il vecchio sembrò uscire, mentre il più giovane si diresse verso il retro, dove sembrava stesse scappando la bestiola. La ragazza non fece altro che sospirare e tornare al suo drink, pazientando che il proprietario finisse qualsiasi cosa stesse facendo.
    Sul retro alla vista del ragazzo i due sembrarono allarmarsi: entrambi chinati a terra, si alzarono all’improvviso, visibilmente innervositi dalla sua presenza. Sembrava fossero stati interrotti mentre sistemavano alcune piastrelle a terra, il kiriano avrebbe potuto notare come una di esse mancasse, e nel buco creato si intravedeva una sorta di lastra di metallo, insolita decisione per l’utilizzo di fondamenta.

    Ragazzo, questa è zona privata! Torna di là, ti servo subito.

    I due lo avrebbero spinto fuori, riuscendoci solo se non si fosse ribellato data la loro forza. Il giovane avrebbe dovuto scegliere se lasciar predere l’intera faccenda e non intromettersi, o indagare.
     
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    III



    La strana ragazza squadrò il danshi attentamente dicendo:Salve. Cosa ci fanno uno shinobi e un ex jonin kiriani qui ad Oto? Visita turistica?
    il ragazzo imbarazzato un po'
    Io sono venuto a riportare a casa questi 2
    Pensando alla reazione rabbiosa di Misaki un brivido lo percorse; All'ultima arrabbiatura di lei, lui aveva preferito dormire sull'albero in giardino per una settimana più tosto che incrociarla.
    Nel frattempo l'otese era tornata a consumare il suo drink.
    Entrando attraverso un piccolo corridoio nel retro. Spostata una tenda si ritrovò dentro un ampio locale semi vuoto con alcuni scaffali vuoti ricoperti di polvere e ragnatele. Evidentemente le pulizie erano un optional desueto.
    Mokona vieni !
    Poi lo sguardo del danshi si posò su strani movimenti: due tipi chinati a terra scattarono in piedi nervosi. Di uno che pareva essere l'osto. Sembrava stessero combinando qualcosa nel pavimento.
    Infatti il Kuro notò la mancanza di una mattonella intravedendo una sorta di lastra di metallo fin troppo insolita.
    Ma che cosa è quella ? una lastra di ferro nel pavimento !?
    Uno disse
    Ragazzo, questa è zona privata! Torna di là, ti servo subito.
    Cerco un coniglio visto ?
    con tono calmo
    I due cominciarono a cercare di spingere via il kiriano ma esso oramai aveva visto troppo e doveva trovare il coniglio quindi usando la sua forza decisamente superiore li spinse via dicendo un po' arrabbiato:
    Giù le mani ! E che cavolo state combinando?
    avvicinatosi alla lastra la colpì con un piede, confermando la sua natura metallica
    Cosa c'è qui?, stupido Mokona vieni qui !


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    Edited by -RexDraco- - 23/10/2016, 19:16
     
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    Laboratori sotterranei

    IV - Trappole



    I due proprietari non fecero resistenza, terrorizzati com’erano, indietreggiando verso la parete. Sarebbe bastato togliere le mattonelle, che venivano via con estrema facilità, per portare alla luce una botola metallica, piuttosto robusta. Non sarebbe stato difficile aprirla, anche se il rumore avrebbe attirato l’attenzione della ragazza.

    Cosa diamine sta succedendo qu- ...Che COSA è QUELLO??

    Hebiko rabbrividì. Il kiriano poteva forse non saperlo, ma ogni Otese sapeva dei numerosi laboratori, la maggior parte nascosti e abbandonati, che si celavano ovunque per la città. E per quello che ne sapeva lei, uno qualsiasi di quei laboratori poteva esser stato la sua “culla”, trovarsene davanti uno ancora non esplorato la inquietava non poco. Rabbiosa, sarebbe scattata verso il proprietario più anziano, incitando il ragazzo appena conosciuto a fare lo stesso.

    Mi serve una mano. E’ una questione di Oto. Sei un ninja, no? Prendilo!

    Non voleva che i due scappassero prima di averle dato le dovute spiegazioni. Avrebbe legato entrambi, lasciandoli ad un lato della stanza, ringhiandogli contro, temendo di sapere il motivo del voler tener nascosto il laboratorio all’Amministrazione, motivo che probabilmente giustificava la loro improvvisa risalita economica.

    Ora, il mio aiutante qui vi terrà d’occhio, mentre io andrò a dare un occhiata. E sarà meglio che non manchi NULLA all’appello. ...Ci metterò un secondo, fammi questo favore, ok? Non mi hai detto come ti chiami.

    Sarebbe scesa nel laboratorio, insicura, guardandosi più volte attorno. La prima stanza era un lungo corridoio, che collegava almeno ad una dozzina di stanze, solamente tre di esse destinate ai laboratori. Le altre sembravano perlopiù celle, seppur dotate di sistemi di sicurezza piuttosto innovati, ma non più funzionanti. Nei laboratori potè notare come mancassero alcune delle apparecchiature, e soprattutto i documenti sembravano essersi volatilizzati. Non un solo foglio era stato lasciato in alcuna delle stanze.

    Hanno venduto tutto!! E chissà a chi! Devo informare Febh. Questi due la pagheranno, ma prima mi interessa scoprire chi erano i compratori. Sarà un piacere occuparsene personalmente una volta rintracciati.

    Furiosa, mentre controllava minuziosa ogni angolo dei vari laboratori, uno stridio attirò la sua attenzione. Una delle celle sembrava socchiusa, la grossa porta metallica era semi-aperta, dei detriti impedivano la sua chiusura. Hebiko si mosse con cautela, aprendola lentamente ed entrando a controllare, incuriosita, dal verso sembrava un qualche tipo di uccello ferito. Il buio non le permetteva di vedere, costringendola ad avanzare di qualche passo. Fu in quel momento che il terrore prese il posto della curiosità.
    La porta si richiuse alle sue spalle con un tonfo, facendo scattare una serratura. La Vipera sgranò gli occhi, terrorizzata dall’idea di essersi chiusa dentro, spingendo la porta metallica con forza, ma rendendosi conto di non poter far nulla per aprirla.

    Ehi!! Aiuto!! Per favore!! Sono bloccata!!

    Le sue grida sarebbero arrivate appena all’orecchio del Kiriano, ma il precedente tonfo lo avrebbero sentito tutti e tre.
    Se fosse andato a controllare, avrebbe potuto vedere Hebiko, attraverso una piccola finestrella in vetro, mentre colpiva inutilmente la porta con foga, ma senza risultati. Dall’esterno, ad un’attenta analisi, si poteva notare come, nonostante la robustezza della porta, i cardini fossero pesantemente rovinati dal tempo. Inoltre, accanto alla serratura vi era una tastiera numerica, sulla quale potevano essere inseriti da una a tre cifre. Di fianco, sul muro, un’incisione.
     
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    IV



    I due uomini spaventati si allontanarono fino ad arrivare spalle al muro, mentre il Kenkichi incuriosito staccò alcune mattonelle che non fecero resistenza alcuna. Sotto di esse venne alla luce una robusta botola metallica, il Kiriano decise di sollevare tale chiusura che si aprì con facilità ma generando un forte rumore metallico. Tale suono fece accorrere la rossa di prima che cominciò a urlare chiedendo cosa stesse succedendo, scagliandosi con rabbia verso il proprietario e chiedendo aiuto al danshi per bloccare l'uomo
    Si, arrivo.
    poi la ragazza legò i due
    Ora, il mio aiutante qui vi terrà d’occhio, mentre io andrò a dare un occhiata. E sarà meglio che non manchi NULLA all’appello. ...Ci metterò un secondo, fammi questo favore, ok? Non mi hai detto come ti chiami.
    aiutante?! non ho detto il nome?! e va bene tanto non ho fretta...
    Ok ti aiuto. Kitori Kuro Kenkichi
    E poi lei scese nel laboratorio mentre in silenzio Kitori osservava i prigionieri.
    Dopo qualche tempo si udi un forte rumore e l'orecchio allenato di Kitori udì un flebile urlo
    Ehi!! Aiuto!! Per favore!! Sono bloccata!!
    Il Kenkichi decise di andare a vedere
    che cavolo
    e scese nella botola, trovandosi davanti un lungo corridoio, che collegava almeno ad una dozzina di stanze, alcune laboratori, altre sembravano celle
    Ma che brutto posto
    seguendo un rumore costante, di come se qualcuno battesse su del metallo il kiriano si mosse.
    Arrivando ad una porta chiusa, attraverso una piccola finestrella in vetro, vide la rossa colpire la porta. Guardando bene il ragazzo notò la robustezza della porta, il fatto che i cardini fossero rovinati. Accanto alla serratura c'era una tastiera numerica. Di fianco, sul muro, un’incisione. Essa sembrava essere: RHB=
    Il ragazzo pensò sul da farsi
    Forza bruta? meglio di no. Serve un codice numerico per aprire. L'incisione?! sembrano lettere deve essere qualche codice!
    Il ragazzo osservò la scritta ma senza trovare idee, allora decise di affidarsi al tatto, la vista era facile da ingannare e così passo accuratamente i polpastrelli delle dita della mano destra, sull'incisione, le lettere diventarono altro: numeri 121-113=
    8
    e così il danshi digitò 8 sulla tastiera. La porta si sarebbe aperta?
    Se si il ragazzo avrebbe offerto la mano alla ragazza aiutandola a uscire e se necessario avrebbe tentato di calmarla con un abbraccio e un dolce sorriso.




    Status Kitori Kuro Kenkichi
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    V - Ora è mio!



    La Vipera picchiò più volte la porta, graffiandosi le mani contro il metallo, finendo per indietreggiare, spaventata da quella situazione. Sentì qualcosa di morbido accanto ai suoi piedi, sussultando spaventata; al buio riuscì a malapena a notare che il batuffolo peloso non era altro che Mokona, intrappolato in quella stanza come lei. Sfruttandolo come calmante, lo prese in braccio, sedendosi in un angolo di quell’umile stanza, con il coniglio ben stretto tra le braccia.
    Il kiriano però sentì il grido d’aiuto della ragazza, precipitandosi giù. Alla sua destra, la gabbia dove si era rinchiusa la vipera, alla sua sinistra, una stanza con decine di gabbie più piccole, da una delle quali proveniva uno strìdio. Se avesse deciso di indagare, nel buio avrebbe intravisto una bizzarra creaturadarwin_by_wakettina-damaewy, che con delle scheletriche zampette da rapace si aggrappava alla gabbietta nella quale era rinchiuso, lamentandosi con un filo di voce, abbandonato lì da chissà quanto. Una targhetta, attaccata alla sua gabbietta, piuttosto rovinata, indicava come fosse solo uno dei tanti esperimenti svolti lì dentro. Era chiaramente affamato, e c’era da domandarsi come aveva fatto a sopravvivere per chissà quanto tempo senza cibo o acqua. Se lo avesse liberato, si sarebbe mostrato subito affettuoso, ed una volta uscito dall’ombra avrebbe notato come sembrasse possedere delle ali deformi, che di tanto in tanto agitava inutilmente.
    Kitori, risolto l’enigma che bloccava la serratura, aprì la porta, raggiungendo la Vipera e confortandola come meglio poteva. La sensazione data dall’abbraccio fece però scattare qualche istante dopo per colpa della sua fobia, alzandosi in piedi di scatto.

    No! ...Hey! Hai aperto la porta!

    Non si sentiva a suo agio con alcun tipo di trappola, nemmeno quelle innocue come il semplice abbraccio. Ma il sorrisetto del kiriano, caloroso quanto quello del guardiano sunese, le impedì di reagire con violenza, intuendo come il suo fosse un gesto innocente.
    Con la presa ancora ben salda sul coniglio, uscì dalla stanza alla svelta, facendo un piccolo inchino di ringraziamento al ragazzo.

    Ti ringrazio, Kitori. Mi... Dispiace per la mia reazione. Non sono abituata agli abbracci.

    Si sarebbe incamminata fuori, fermandosi davanti all’entrata mentre fissava quel laboratorio, doveva assolutamente avvisare Febh riguardo tutta quella faccenda, in modo da scoprire chi stava comprando tutta quella roba e perché. Avrebbe ovviamente intimato il kiriano a tenere la bocca chiusa riguardo tutta quella faccenda, sostenendo che fosse un problema di Oto e che se ne sarebbe occupata personalmente.
    Se avesse tentato di riprendersi il coniglio, lei si sarebbe ribellata, ritirandolo verso di sé.

    Scusami, ma io ho una fobia terribile delle trappole, e questa palletta di pelo mi ha aiutata a non pensarci per un po’. Credo verrà a casa con me. Non preoccuparti, so prendermi cura degli animali meglio di quanto tu creda.

    La forza della Vipera era superiore sia a quella del Kenkichi che del coniglio, la violenza non lo avrebbe aiutato in questo caso. Hebiko non sembrava voler cedere in alcun modo, eppure non sembrava che fosse effettivamente Mokona il suo interesse, quanto il bisogno di un animaletto da compagnia.
    Il buffo tucano invece sarebbe rimasto nell’ombra del laboratorio, a meno che non fosse stato trascinato fuori con forza, intimorito da quel nuovo ambiente mai esplorato. Era chiaro che non sarebbe mai sopravvissuto in libertà, abituato com’era alla vita da laboratorio, ma ci sarebbe stato qualcuno disponibile ad occuparsi di una creatura del genere?


    Edited by Waket - 13/12/2016, 00:26
     
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    Mentre il kiriano cercava la strana ragazza si imbatte in una stanza con decine di piccole gabbie, da una delle quali proveniva un rumore curioso. Incuriosito decise di osservare meglio e nel buio intravide uno strano animale mai visto: una sorta di piccolo drago con becco ed artigli, che con le zampette si aggrappava alla sua gabbia, lamentandosi. Sembrava essere ridotto male essendo praticamente pelle e ossa, chissà da quanto era chiuso lì? In una targhetta, attaccata alla sua gabbietta, vi era chiaramente indicando che si trattasse del risultato di qualche assurdo esperimento.
    E tu cosa sei? Ti hanno dimenticato qui? senza mangiare e bere?
    Il ragazzo dopo qualche momento d'indecisione aiutò l'animale aprendo la gabbia e facendolo uscire. L'essere si dimostrò affettuoso, sfregando il capo su una gamba del danshi e poi saltellandogli intorno, battendo le minute e quasi ridicole alucce.

    [...]


    Il codice fu corretto facendo aprire la porta. La ragazza non reagì molto bene all'abbraccio allontanandosi di scatto. Essa saltò fuori stringendo tra le braccia Mokona, ringraziando Kitori.
    Poi si incamminò fuori, fermandosi davanti all’entrata del laboratorio, invitando il kiriano a tenere la bocca chiusa riguardo tutta quella faccenda.
    Quando il Kenkichi le fece presente di lasciare il coniglio
    Scusami, ma io ho una fobia terribile delle trappole, e questa palletta di pelo mi ha aiutata a non pensarci per un po’. Credo verrà a casa con me. Non preoccuparti, so prendermi cura degli animali meglio di quanto tu creda.
    Per me potresti tenertelo ma una mia amica ci tiene. Poi è un ubriacone, mangione, presuntuosi è fa brutti scherzi...
    Il ragazzo si ricordò del draghetto si spostò nel buio di qualche metro, raccolse l'animale tra le braccia ritornando alla luce, mostrando la creatura
    Se vuoi un animale prendi questo ! Ha bisogno di qualcuno non mangia da chissà quanto, povero esperimento abbandonato!
    cercando di porlo tra le braccia di lei e riprendere Mokona ...


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    VI - Esperimenti abbandonati



    Le parole del kiriano riguardo i cattivi comportamenti del coniglio la portarono a credere come fosse tutta colpa degli attuali padroni, convincendola che sarebbe decisamente stato meglio con lei. Sì, perché non importava che le venisse detto il contrario, gli animali non erano colpevoli, e se facevano qualcosa di sbagliato sicuramente un motivo esterno c’era.

    Mi occupo di bestie ben più incontrollabili, star bene con me, e imparerà a rigare dritto. Non è vero, piccola palletta di pelo?

    Chiamare Febh bestia era leggermente scortese, ma il ragazzo difficilmente avrebbe capito a chi effettivamente si riferiva. Inoltre, che gli animali si comportassero male o meno, alla fine gli perdonava tutto, quindi sarebbe stato ostico per lei riabituare una creatura senziente, come dava a credere di essere Mokona.
    Gli avrebbe immerso la faccia nel morbido pancino, stringendolo poi a sé con un sorriso che mai si era visto in pubblico proveniente dalla Vipera. Sarebbe stato difficile portarle via quella scintilla di gioia, quasi non ascoltò le parole del ragazzo mentre gli proponeva una sorta di scambio, non finché non sentì la parola “esperimento”, voltandosi curiosa. Kitori teneva in mano una buffa creatura, frutto di chissà quali miscugli, e date le dimensioni ridotte e le alette inutilizzabili sembrava non fosse riuscito come speravano.
    Lasciò andare il coniglio quasi senza accorgere, fissando incuriosita la creatura, allungando lentamente le mani, posando lo sguardo sul ragazzo quasi a chiedere il permesso. La chimera si mostrò subito affettuosa, non sembrava avere preferenze particolari per quanto riguardava le persone, ma tutto quel tempo di isolamento lo aveva portato a rifiutare la solitudine. Hebiko lo strinse a sé, tastando la morbidezza di quel pelo misto piume che portava addosso. La sensazione era la stessa che le aveva dato il coniglio, mentre si ritrovava rinchiusa nella stanza: un senso di protezione, dovuto ad una creatura più debole di lei, che le dava il coraggio necessario per non crollare del tutto, ed in un certo senso anche una sensazione di sicurezza, dovuta al non sentirsi completamente sola. In quel caso poi, entrambi erano due esperimenti abbandonati, e dato il suo aspetto bizzarro in pochi avrebbero avuto l’apprensione della Vipera nell’accudirlo.

    ...Me ne occuperò io. Così come mi occuperò di voi due traditori.

    Il suo tono si fece improvvisamente più aspro, sibilando verso i due ristoratori, che ben presto sarebbero probabilmente finiti sotto l’effetto dei veleni dell’Amministratore, sarebbero stati interrogati a dovere per fargli dire a chi avessero venduto la roba, e poi puniti per il non aver dichiarato il laboratorio non appena scoperto. Si limitò ad accompagnare il kiriano alla porta del locale, chiedendogli un ultimo favore.

    Potresti fare un salto in amministrazione e mandarmi uno degli impiegati? Non credo possano andare molto lontano, ma non mi fido. La prossima volta che passerai da Oto sarò io stessa a mettere una buona parola sul tuo conto. Grazie, Kitori.
     
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    VI



    Dopo qualche tentennamento la ragazza osservò la chimera, lasciando il coniglio, che venne recuperato al volo dal Kenkichi. Mentre la chimera si mostrò subito affettuosa
    ...Me ne occuperò io. Così come mi occuperò di voi due traditori.
    Con rabbia verso i proprietari ancora legati, ne avrebbero viste delle belle.
    Per poi accompagnare il kiriano alla porta del locale, chiedendogli
    Potresti fare un salto in amministrazione e mandarmi uno degli impiegati? Non credo possano andare molto lontano, ma non mi fido. La prossima volta che passerai da Oto sarò io stessa a mettere una buona parola sul tuo conto. Grazie, Kitori.
    Il Kuro rispose sospirando
    Eh va bene, prego
    Incassandosi verso l'amministrazione mentre Mokona, ormai ubriaco dormiva beato. Il ragazzo giunto all'ufficio avrebbe avvertito chi di dovere e sarebbe andato poi dallo zio...


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