Affari illegali

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  1. Waket
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    Laboratori sotterranei

    IV - Trappole



    I due proprietari non fecero resistenza, terrorizzati com’erano, indietreggiando verso la parete. Sarebbe bastato togliere le mattonelle, che venivano via con estrema facilità, per portare alla luce una botola metallica, piuttosto robusta. Non sarebbe stato difficile aprirla, anche se il rumore avrebbe attirato l’attenzione della ragazza.

    Cosa diamine sta succedendo qu- ...Che COSA è QUELLO??

    Hebiko rabbrividì. Il kiriano poteva forse non saperlo, ma ogni Otese sapeva dei numerosi laboratori, la maggior parte nascosti e abbandonati, che si celavano ovunque per la città. E per quello che ne sapeva lei, uno qualsiasi di quei laboratori poteva esser stato la sua “culla”, trovarsene davanti uno ancora non esplorato la inquietava non poco. Rabbiosa, sarebbe scattata verso il proprietario più anziano, incitando il ragazzo appena conosciuto a fare lo stesso.

    Mi serve una mano. E’ una questione di Oto. Sei un ninja, no? Prendilo!

    Non voleva che i due scappassero prima di averle dato le dovute spiegazioni. Avrebbe legato entrambi, lasciandoli ad un lato della stanza, ringhiandogli contro, temendo di sapere il motivo del voler tener nascosto il laboratorio all’Amministrazione, motivo che probabilmente giustificava la loro improvvisa risalita economica.

    Ora, il mio aiutante qui vi terrà d’occhio, mentre io andrò a dare un occhiata. E sarà meglio che non manchi NULLA all’appello. ...Ci metterò un secondo, fammi questo favore, ok? Non mi hai detto come ti chiami.

    Sarebbe scesa nel laboratorio, insicura, guardandosi più volte attorno. La prima stanza era un lungo corridoio, che collegava almeno ad una dozzina di stanze, solamente tre di esse destinate ai laboratori. Le altre sembravano perlopiù celle, seppur dotate di sistemi di sicurezza piuttosto innovati, ma non più funzionanti. Nei laboratori potè notare come mancassero alcune delle apparecchiature, e soprattutto i documenti sembravano essersi volatilizzati. Non un solo foglio era stato lasciato in alcuna delle stanze.

    Hanno venduto tutto!! E chissà a chi! Devo informare Febh. Questi due la pagheranno, ma prima mi interessa scoprire chi erano i compratori. Sarà un piacere occuparsene personalmente una volta rintracciati.

    Furiosa, mentre controllava minuziosa ogni angolo dei vari laboratori, uno stridio attirò la sua attenzione. Una delle celle sembrava socchiusa, la grossa porta metallica era semi-aperta, dei detriti impedivano la sua chiusura. Hebiko si mosse con cautela, aprendola lentamente ed entrando a controllare, incuriosita, dal verso sembrava un qualche tipo di uccello ferito. Il buio non le permetteva di vedere, costringendola ad avanzare di qualche passo. Fu in quel momento che il terrore prese il posto della curiosità.
    La porta si richiuse alle sue spalle con un tonfo, facendo scattare una serratura. La Vipera sgranò gli occhi, terrorizzata dall’idea di essersi chiusa dentro, spingendo la porta metallica con forza, ma rendendosi conto di non poter far nulla per aprirla.

    Ehi!! Aiuto!! Per favore!! Sono bloccata!!

    Le sue grida sarebbero arrivate appena all’orecchio del Kiriano, ma il precedente tonfo lo avrebbero sentito tutti e tre.
    Se fosse andato a controllare, avrebbe potuto vedere Hebiko, attraverso una piccola finestrella in vetro, mentre colpiva inutilmente la porta con foga, ma senza risultati. Dall’esterno, ad un’attenta analisi, si poteva notare come, nonostante la robustezza della porta, i cardini fossero pesantemente rovinati dal tempo. Inoltre, accanto alla serratura vi era una tastiera numerica, sulla quale potevano essere inseriti da una a tre cifre. Di fianco, sul muro, un’incisione.
     
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