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leopolis.SPOILER (clicca per visualizzare)
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Narrazione
«Dialoghi»La terra della pioggia non è mai stata pacifica. Varie guerre vi sono avvenute quasi senza dar pace agli abitanti di questo posto. Era una terra unica, quasi particolare. La pioggia vi cadeva quasi incessantemente. Bagnava ogni cosa. Edifici, zone, miracoli, sogni, sangue. In quel posto Seinji Akuma ci aveva vissuto per molto tempo. Qui, cacciato dall'allora Mizukage, aveva dovuto nascondersi, celarsi, assumere altre identità, farsi amicizie, alleanze, scampare ai pericoli e molto altro ancora. Su queste terre, ove più d'ogni altra cosa regnava la disperazione e i nukenin in giro erano davvero tanti, nascevano e morivano speranze. Ognuno qui poteva assumere un'identità diversa. Ognuno poteva svilupparsi. Crescere. Arrivare a essere. Essere. Essere per davvero. Essere come non mai. Quando a ogni angolo c 'è un pericolo, quando vi sono kunai ovunque, e quando la morte regna sovrana. Quando si può perdere un amico, un compagno, o persino un maestro in ogni angolo della zona. Quando non ci si deve rilassare per nessun motivo, in contempo tirando avanti il carro finché possibile. Zac! Era la giusta terra per far comprendere a un nuovo arrivo nel mondo degli shinobi, cosa vi regnasse. Era la giusta terra per far capire: sulla strada dello shinobi avrebbe trovato solo odio e sangue miscelato al fango, magari con l'aggiunta di tanto, troppo, immenso dolore. Eppure tutto ciò non sarebbe stato vero al 100%. Vi era anche altro: tradimenti, pugnalate alle spalle, intrighi politici e l'Ideale, che doveva bruciare sempre, alto e sovrano, in modo da alimentare, da spingere in avanti nonostante la debolezza degli irrequieti e degli illusi. Insomma, Seinji Akuma, celato sotto l'identità di Asmodai Akuma, non sapeva ancora con chi aveva a che fare. Era il suo terzo alunno. Se lo avesse istruito avrebbe potuto finalmente formare un team di ninja. Uno di quelli con cui fare missioni tutti quanti insieme. Eppure... non era tutto così facile come poteva sembrare a prima vista. Un qualsiasi identità che si avvicinava a quel mondo rischiava di restarne assuefatta. Il primo impatto era sempre macabro e violento. Esso poteva spezzare un sogno sul nascere. Ma altresì poteva dare modo di vedere la verità al di là degli occhiali rosa.
Era, insomma, un qualcosa di estremamente necessario.
Fu anche per quello che, rispondendo alla domanda dell'Accademia, Seinji indicò subito la Terra della Pioggia, il suo punto più orientale, come zona in cui si sarebbe svolto il tutto.
"Amegakure" - disse, pur sapendo che, dirigendosi li e mostrando al nuovo quanta morte vi fosse, questi avrebbe potuto gettare la spugna. - "Punto Est"
Il punto Est, però, non era Ame. Non era territorio selvaggio. Era un avamposto accademico, e in quanto era mal difeso, sguarnito, tanto che ovunque vi era gente strana a fare da guardia e un ninja con almeno un può di abilità d'infiltrazione avrebbe potuto utilizzare ogni singolo foro per ficcare il proprio naso nella zona.
Li, in quell'accampamento di fortuna, circondati da delle basse mura fatti con pali di legno, l'Akuma avrebbe atteso il nuovo arrivato a braccia incrociate sul petto. Quest'ultimo avrebbe riconosciuto subito il suo sensei: per quell'occasione, sull'elegante vestito aristocratico che portava sempre, adornato da guanti bianche e capelli che elegantemente gli svolazzavano di fronte agli occhi, sul petto Seinji avrebbe affisso un piccolo cartello con proprio scritto così:
Sensei.
Stava quindi al ragazzo recarsi al posto, trovare l'Akuma e salutargli. Dopo di che questi lo avrebbe squadrato e sorriso, togliendosi di dosso il cartello.
«Tu?..» - Uno sguardo sarebbe bastato all'Akuma per capire tutto: chakra, eventuali tonici, armi nascosti sotto i vestiti, quantità di chakra, posessioni o altro. E dopo avrebbe continuato:
«Allora? Perché vuoi diventare un ninja?» - avrebbe chiesto in attesa di una risposta.SPOILER (clicca per visualizzare)Post semplice-semplice di presentazione.
Rispondi alla domanda ed entriamo..
