Pioggia e Fuoco

La Kiri accademica


Ogni notte le stesse immagini, frammenti di un ricordo più oscuro di qualsiasi incubo. Ogni notte ritornava, nitida nella sua mente, l'immagine di quella picca che perforava da parte a parte il corpo di Yosuke, ed ogni notte si sentiva come allora, impotente. Poi puntuale come sempre il riflesso della luna dalla lama nei suoi occhi e ...

Ryosei si svegliò di soprassalto portando istintivamente le mani all'occhio spento. Faceva male, forse lo stava immaginando o forse era l'umidità, ma faceva male. Quella notte la luna era coperta e pioveva molto, ma a Kiri la luna era sempre coperta e pioveva sempre molto, tranne quella maledetta sera in cui il sogno era stato realtà; forse doveva essere stato un segno ma, ormai, era inutile pensarci. Difficile capire effettivamente che ora fosse, ma Ryosei non guardò neanche l'orologio; era sveglio quindi tantovaleva mettersi in cammino. Indossò la sua mantella impermeabile, i suoi guanti di cuoio nero, ed uscì dalla tenuta Kakita.

Il giorno prima Ryosei aveva ricevuto la prima lettera dall'accademia, non aveva mai eseguito incarichi che non fossero stati commissionati da un membro del clan, ma la promessa fatta, per essere mantenuta, richiedeva conoscenze ed esperienze che il suo clan non avrebbe potuto offrirgli. E quindi eccola li, la busta ufficiale con il sigillo dell'accademia. Al suo interno poche informazioni e tanti fronzoli.

La grande Accademia Ninja è lieta di informarla bla bla bla ... missione di grande responsabilità e bla bla bla ... Il candidato è tenuto a presentarsi il giorno e al'ora indicata presso il luogo indicato dalle coordinate

Prese una mappa e ci fece scorrere sopra una matita fino a far combaciare quelle coordinate con un punto ben preciso

Amegakure?

...

Ryosei non era neanche convinto del fatto che si trattasse propriamente di Amegakure, per lui era solo leggenda, tutto quello che sapeva era che doveva tenersene alla larga e lo aveva sempre fatto... fino a quel giorno. Il viaggio non fu particolarmente ostico, infatti il giovane Kakita era ormai abituato alla pioggia e, in poco tempo, raggiunse la destinazione. Per sua sfortuna le coordinate non erano precise e Ryosei si trovava ancora nel bel mezzo del nulla. Il ragazzo allora continuò a seguire il sentiero fino a quando dinanzi ai suoi occhi non iniziò a prendere forma il contorno di quello che sembrava un piccolo accampamento. Ryosei si avvicinò di soppiatto all'avamposto e notò come questo fosse malridotto e poco difeso. Fece un cauto giro della recinzione tenendosi sempre a debita distanza, fino a trovare un'apertura attraverso la quale riuscì a sgattaiolare all'interno del campo. Una volta dentro iniziò a gironzolare guardandosi intorno e cercando di non dare nell'occhio; ci riuscì, anche perché non c'era praticamente nessuno che poteva notarlo. Alla fine Ryosei riuscì facilmente anche a trovare quello che sarebbe stato il suo primo vero sensei dell'Accademia, e lo riconobbe subito grazie all'inconfondibile indizio che lo stesso insegnante gli aveva lasciato; un piccolo cartello, affisso sul vestito, con su scritto "Sensei". Ryosei si avvicinò ...

Buongiorno Sensei, il mio nome è Ryosei Kakita e sono il suo nuovo studente

L'uomo iniziò ad osservare il giovane Ryusei, sorrise, si tolse il cartello dalle vesti e gli chiese perché volesse diventare un ninja. Ryusei fissò l'uomo dritto negli occhi, non aveva alcuna intenzione di raccontargli tutta la sua storia, la promessa fatta a se stesso dopo la morte del fratello, la promessa di portare il cognome dei Kakita più in alto della più alta cima del mondo, più in profondità dell'abisso più buio, oltre ogni confine del mondo, e di diventare un ninja così forte da poter compiere l'impresa di coronare non solo il suo sogno, ma anche quello del fratello. Voleva diventare un Kakita che valesse per due... Per il suo nuovo sensei però, lui sarebbe stato solo l'ennesimo Kakita, e tanto bastava per rispondere alla sua domanda.

Perché sono nato per essere un ninja