Incontro del destino?

[Free Gdr Kairi - Shu]

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  1. Kairi Uchiha
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    La Prigione

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    Era di nuovo nella sua cella, sola, dolorante ma viva, come le ricordava il freddo pavimento su cui giaceva.
    Anche quella volta era riuscita ad sopravvivere all'arena in un modo o nell'altro, anche se per il suo avversario non si poteva dire lo stesso: ma d'altronde "mors tua vita mea", sapeva bene come in quei combattimenti o si uscisse sulle proprie gambe o si uscisse in orizzontale e dentro un sacco nero.
    Era al tempio da 11 anni ormai, da quando ne aveva 6, e nessuno era mai stato gentile con lei da allora. Trattata come una bestia da scommesse, abusata in ogni maniera possibile fisica e psicologica non aveva la più pallida idea di cosa fosse una vita normale, ed in qualche modo le andava bene così ormai. Uccidere era diventato il migliore passatempo in quel luogo di perdizione, un modo per sfogare l'odio che provava inevitabilmente nei confronti del mondo intero.
    Che le vittime fossero ragazzine o ragazzini come lei strappate dalle braccia della famiglia, che le importava? Il più forte mangia il più debole è una semplice regola della natura, era colpa loro se erano inutili sacchi di carne, dunque si meritavano una simile fine. In qualche modo si poteva chiamare selezione naturale, no?

    Tutti, vi ucciderò tutti prima o poi... sussurò, rialzandosi ulle ginocchia: come ogni volta i suoi padroni l'aveva buttata al suolo senza troppe remore, appoggiando un pezzo di pane raffermo, un po' di carne secca ed una ciotola piena di acqua in un angolo. La carne secca era il premio dopo ogni sua vittoria, doveva mettere su muscoli dicevano.

    Tutti, vi ucciderò tutti prima o poi esclamò nuovamente, rialzandosi pian piano ed avvicinandosi alla porta.


    TUTTI, VI UCCIDERO' TUTTI PRIMA O POI! l'ultima frase fu un urlo, in piedi davanti alla cella della sua porta, un sadico sorriso dipinto sul volto.
    Le guardie come al solito la ignorarono, ormai abituate a quella cantilena che si ripeteva ogni volta che la ragazza tornava dall'arena, probabilmente convinte che si trattasse solo di una semplice e vuota minaccia. D'altronde, cosa poteva fare una semplice ragazzina intrappolata dentro una stanza?

    Eppure Isuke lo sapeva, sapeva che prima o poi la sua occasione sarebbe arrivata, d'altronde la fortuna sorride a chi sa aspettare. O era agli audaci? Poco importava, le bastava la consapevolezza che prima o poi tutti gli schifosi membri di quel tempio l'avrebbero pagata: poteva quasi sentire le loro urla strazianti di dolore ed il loro caldo sangue scivolarle sulla pelle. Oh, si, adorava la sola idea!

    Allontanandosi dalla porta si avvicinò al cibo, sedendosi di fianco ad esso ed addentando immediatamente la carne secca, immergendo nel contempo il pane altrimenti immangiabile nell'acqua per ammorbidirlo. L'avversario di quella sera, un ragazzo più grande di lei di almeno 5-6 anni, si era dimostrato tosto: la sua forza fisica era chiaramente maggiore della sua, ma non si poteva dire la stessa cosa per quanto riguardava l'astuzia. Erano bastato uno dei suoi soliti trucchetti per farlo cadere a terra, e da lì i giochi erano finiti in pochi minuti.
    Certo che potreste darmelo un premio esclamò, rivolta alle guardie fuori dalla porta che al solito le regalarono solo il silenzio in risposta Con questo a quanto sono arrivata, a 50? Credo di detenere il record qui ormai. Che ne so, un arma, si, quella mi piacerebbe! Con un semplice kunai potrei divertirmi un mondo, dopo un po' a mani nude diventa monotono addentò un'altro pezzo di carne Potrei anche strapparvi la lingua così, questo almeno giustificherebbe il vostro noioso silenzio sibilò. Un colpo secco alla porta, un avviso di quanto stesse raggiungendo il limite. Un secondo avvertimento sarebbe bastato per farli passati ai fatti.

    La ragazza sbuffò, scocciata Dong, dong, DONG! Compratevi un gong se vi piace così tanto suonare! esclamò, ma non continuò: era già abbastanza dolorante per il combattimento, non le serviva una nuova dose di botte. Che palle... e senza dire altro si apprestò a finire il suo pasto.


     
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