Incontro del destino?

[Free Gdr Kairi - Shu]

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  1. Kairi Uchiha
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    Dopo solo pochi istanti, sentì chiaramente la chiave girare nel lucchetto, qualcuno stava entrando. Scattò in piedi posizionandosi davanti alla porta, in attesa della sua punizione: chiaramente le guardie avevano deciso che era il caso di divertirsi un po', e stavano venendo a darle il benservito Tsk, tipico. Quando non sanno cosa fare vengono sempre qui pensò fra sé e sé, sentendo montare l'odio dentro di se.
    Odiava quel posto, odiava quelle guardie, odiava quelle mura, quel cibo. Ma da tempo ormai si era abituata a non dare più soddisfazioni a nessuno quando veniva sottoposta ai più terribili sopprusi, e sembrava che in qualche modo quella strategia avesse avuto il suo effetto: se la preda non urlava o si dimenava, l'effetto era dimezzato per i torturatori solitamente.
    Le sarebbe servito ancora poco per affinare maggiormente le sue arti illusorie, poi le sarebbe bastato un semplice sguardo per sistemare anche loro: erano grandi e grosse ed armate, ma erano stupide come delle capre e per certi versi un libro aperto per lei, soggiogare le loro menti con le giuste abilità non sarebbe stato difficile.

    Con sua grande sorpresa invece ad aprire la porta furono una donna in succinti abiti rossi che aveva visto più volte fra il pubblico dell'arena, sicuramente uno dei pezzi grossi del tempio, assieme ad un uomo completamente avvolto da un nero mantello, il volto oscurato alla vista. Fu quest'ultimo ad entrare nella stanza da solo.
    Aveva visto altre persone con quel vestiario in giro a volte, alcuni suoi stessi torturatori li indossavano per i loro sopprusi, e con il tempo aveva capito che si trattava di apprendisti, di reclute del culto che dovevano ancora essere iniziate.

    Non si inchinò al suo arrivo, né tanto meno lo chiamo "mio signore": più volte avevano cercato di inculcarle quel modo di fare in testa in tutti i modi, ma non vi erano fino ad allora mai riusciti, e quell'uomo non sarebbe di certo stato il primo. Potevano trattarla come una schiava, ma lei non si sarebbe mai comportata volontariamente come tale, potevano avere il suo corpo, ma non avrebbero mai avuto la sua mente.

    Lo sconosciuto reagì al suo silenzio con quella che sembrava più curiosità che altro, il che le fece già capire come ci fosse qualcosa di diverso in lui rispetto a tutte le altre persone che erano andate a trovarla fino ad allora: nessuno ad un mancato inchino era mai stato tanto "cortese", così Isuke decise di giocare un po' con lui, un po' per vedere di che reale pasta fosse fatto, un po' per pura curiosità. D'altronde ormai non potevano farle più nient'altro di quello che le fosse già stato fatto.

    Un ghigno si formò sul suo viso mentre osservava la figura incappucciata, ma dalla sua bocca non uscì nessuna parola in risposta alla domanda che le era stata posta. L'uomo allora le si avvicinò di qualche passo per poi muoversi velocemente, finendo con l'afferrarla al collo: a causa dell'elevata velocità dell'attacco la ragazza non poté far nulla finendo con l'essere sbattuta malamente al muro, mentre lo sconosciuto stringeva la presa.
    Dal suo volto il sorriso scomparve per qualche istante sostituito da un'espressione di sorpresa, ma quando la figura incappucciata parlò eccolo spuntare di nuovo inesorabilmente sulle labbra E' questo il massimo che sai fare? Devi essere nuovo di qui, ho conosciuto cuccioli più spaventosi di te esclamò, osservando il volto del ragazzo laddove avrebbero dovuto esserci gli occhi, seppure il cappuccio le impedisse di vederli, con occhi spiritati Da quanto tempo sei qui, un mese, forse 2? E' evidente che questa sia una delle tue prime volte... sospirò, quasi stesse avendo a che fare con un bambino che andava istruito Non puoi farmi nulla che non mi sia già stato fatto, e la morte, bhé sarebbe quasi una liberazione per qualche verso, vuoi davvero farmi questo regalo? Carino d aparte tua! In realtà non penso che i miei o i tuoi padroni vogliano questo per me, non ancora o l'avrebbero già fatto. Però prego, vai pure avanti fai del tuo peggio, posso darti qualche consiglio se ti fa piacere penso di essere più esperta di te, la presa al collo è così scontata. Non sei il primo che è venuto qui per torturarmi, e non sarai l'ultimo. Siete tutti uguali, credete di essere liberi, ma in realtà siete semplici pedine esattamente come lo sono io, per loro: la sola differenza fra me e te, e che tu ancora non lo sai.

    Non oppose volontariamente resistenza, decisa più che mai a non dare soddisfazioni di quel tipo al ragazzo, come faceva ormai da tempo. Molte persone finivano con l'imbestialirsi a quel suo atteggiamento, rendendo in qualche modo quasi soddisfacente anche per lei la situazione. Chi era abituato alle posizioni di potere odiava chi non portava quello che riteneva essere il dovuto rispetto, quindi il modo migliore per manipolarli in qualche modo era giocare proprio sulla loro rabbia.

     
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