La strada del ninja

[Addestramento] Kato e Shin

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    Chakra Adesivo.



    Sgranai gli occhi nel momento in cui realizzai l'affermazione di Shin. Sorrisi e scrollai la testa. Ero rimasto così entusiasta della novità e così concentrato nell'allenamento successivo che mi resi conto di aver dimenticato l'esecuzione di una parte della prova affidatami: - Ti giuro Shin che è la prima volta che mi capita!-

    Inoltre se precedentemente avevo volutamente ignorato la nuova presenza evocata da Shin per via del mio compito questa volta, anche per un minimo senso di cortesia, ritenetti che dovevo presentarmi al terzo membro di questa piccola compagnia. Mi approcciai, però senza avvicinarmi troppo, e volgendo lo sguardo verso la volpe presi a parlare, saltando la forma di cortesia:- Piacere di conoscerti, se non sbaglio dovremmo esserci già visti al Monte Yume. Quel giorno, se devo essere sincero, ero piuttosto confuso vista l'incredibile quantità di avvenimenti che si susseguivano e, perdonami, non mi ricordo bene il tuo nome... Comunque il mio è Kato e sono un amico di Shin.- attesi qualche istante, per dare il tempo alla volpe di rispondere - … non so se ne sei già a conoscenza ma ci stiamo dirigendo a Konoha... - poi rivolgendomi ad entrami -A cosa devo la tua presenza?- conclusi. Mi ero limitato ad una semplice presentazione e una piccola domanda, forse un po' invadente ma dovuta.

    Al termine di quel piccolo siparietto Shin chiese alla sua creatura evocata una sorta di trasformazione e con mio grande stupore vidi la Kitsune rimpicciolirsi in una sorta di equipaggiamento molto speciale: un paio di elaborati guanti. Guardai il mio compagno limitandomi ad una semplice esclamazione: - Un utile trucchetto! -

    Subito dopo il foglioso, con un fare assolutamente naturale, si avvicinò all'albero e prese a camminare sulla superficie dello stesso, come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo. Rimasi sorpreso, ma in modo diverso rispetto a prima. Avevo già visto quell'abilità. Ancora ai tempi di mio padre e della mia infanzia felice. In un tempo che sembrava appartenere ad un'altra persona.

    Rimasi tremendamente concentrato in quella fase, osservando il mio compagno, ma come per la prova precedente a vista non riuscii a trovare nessun indizio utile per capire come apprendere con più facilità quella abilità. Nuovamente mi sarei dovuto impegnare e spremere fino in fondo le meningi pur di ottenere un risultato apprezzabile.

    Solo quando Shin con le gambe all'aria e penzolante su uno spesso ramo di un albero a diversi metri di altezza prese a parlarmi lo ascoltai, a naso all'insù. Appariva quasi come una situazione surreale. Mi diede un secondo compito e questa volta un tempo limite; il kunai piantato a terra ne era giudice.

    Ora sapevo che cosa fare sebbene non sapevo come. Il primo pensiero fu quello di sfruttare l'esperienza appena accumulata con il chakra adesivo sulle mani. Dovevo andare a piccoli passi. Shin si sarebbe accorto fin da subito che non avrei tentato la “scalata”. Dovevo essere sicuro di concentrare il chakra adesivo sui piedi. Perciò sarei rimasto eretto, a braccia conserte e con lo sguardo rivolto verso il basso. Gli occhi erano serrati. Un conto era riuscire a concentrare il chakra sulle mani, un altro sui piedi. Del resto con gli arti superiori ero abituato ad utilizzare spesso il chakra, da una parte per eseguire le tecniche, dall'altra per rinforzare con l'elettricità la parte stessa del corpo. Ma allo stesso modo era molto più complicato con le gambe. Per quanto fossi avvezzo ad utilizzare anche in quel distretto il chakra applicare una sua nuova forma... bhè era un altro discorso.

    Chiusi gli occhi, e ripensai nuovamente alla stessa immagine di prima. Focalizzai il ruscello, l'acqua che scorreva inesorabile lungo il suo percorso, scavato nella terra. A quel punto, nella mia mente, sostituii l'immagine dell'acqua con quella del Chakra. Dovevo immaginarmi quel flusso andare più lontano, più distante rispetto a prima. Non era facile. Riprovai numerose volte finché realizzai che l'acqua o meglio dire il chakra aveva raggiunto le mie estremità inferiori. Aprii gli occhi:- Ora non resta che provare.- fu la mia unica, semplice conclusione ad alta voce.

    Mi avvicinai all'albero e posai il piede destro, con molta cautela. La reazione fu istantanea, una piccola esplosione seguì nel momento stesso in cui andai a poggiare la suola della scarpa. La corteccia venne leggermente impressa. Guardai sconsolato Shin, alzando le spalle allo stesso momento. Avrei riprovato. Di nuovo il piede destro, questa volta rimodulando la quantità. Per un attimo smisi di respirare, in attesa di vedere il risultato. Ripresi fiato quando mi accorsi che il piede mantenne la posizione. Spostai l'altro piede e andai ad appoggiarlo parallelo. Non mi resi conto della situazione subito. Sgranando gli occhi e guardandomi attorno però realizzai la cosa. Mi trovavo perpendicolare al terreno!

    La reazione successiva fu istintiva. Eseguii un altro passo e subito un altro ancora. Mi sembrava di aver compreso tutto, fino a che dopo appena un metro di tentativo qualcosa andò storto con la modulazione della quantità di chakra sul piede destro: troppo poca. Istintivamente andai a concentrare il chakra nell'altro piede e fu un grosso errore. In un attimo scaricai troppa potenza e finii per essere scaraventato indietro da una forza a cui non ero abituato. Caddi fragorosamente a terra. Maledizione, il mio primo pensiero andò a Shin. Mi avrebbe preso in giro per il resto della sua vita. Lo guardai proferendo al contempo:- Questo deve restare un segreto!-

    Sbattendo via la polvere e il fogliame dai vestiti mi rialzai e scrollando le spalle, in segno di incitamento, ripresi l'allenamento. Riprovai numerose volte e notavo che fallimento dopo fallimento, insieme alla mia riserva di chakra che se ne andava pericolosamente, la distanza che percorrevo verticalmente aumentava. Il che mi spronava a dare ancora di più. Tuttavia il tempo era tiranno e la linea d'ombra ormai stava per tagliare a metà il kunai.

    Mi resi conto a quel punto che dovevo provarci in maniera definitiva. Non avevo alternative. Mi posi davanti all'albero, ormai martoriato su più parti dai miei tentativi, e presi a salire. Controllavo il mio respiro e la mia mente andava sul mio tantien, e sul modo in cui distribuivo il chakra. Ogni passo era fondamentale e un errore mi sarebbe costato molto. In particolare mi sarebbe costata la fiducia di Shin e non era di certo mia intenzione venirne a meno.

    I metri così proseguivano lentamente. E poco a poco mi distanziavo del terreno sempre di più. Non feci tuttavia caso a quanta strada effettivamente percorrevo tale era la mia focalizzazione sul modo in cui utilizzavo il chakra adesivo. Ad un certo punto mi fermai e voltai lo sguardo verso Shin. Ad occhio e croce avevo raggiunto la sua stessa altezza. Memore dell'esperienza precedente restai lì in attesa, per diverso tempo per far capire al mio collega che l'impresa stava riuscendo.

    Ora non mi rimaneva che attendere il giudizio di Shin.
     
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