Un incontro a lungo atteso

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    Diogene non la prese bene, com’era normale che fosse dopotutto. Chiunque l’avrebbe presa male se quello che fino a due secondi prima considerava un allievo e un sottoposto iniziava a scodellargli sotto al naso ogni singolo errore fatto, e dando ordini mal travestiti da consigli, per quanto non mancassero di logica.
    Una di quelle situazioni in cui dire di si ti rendeva sottomesso, mentre dire di no ti rendeva uno sciocco. Una di quelle situazioni in cui un equilibrio di testardagine e modestia ti rendevano una bomba ad orologeria.
    Bomba che Raizen si aspettava sarebbe esplosa, invece, per quanto la difficoltà fosse palpabile, venne trattenuta.
    Al tossire di Diogene l’Hokage scosse la testa ricevendo ulteriore conferma riguardo le sue parole.

    Patetico.

    Borbottò a mezza voce.
    Stava ancora aspettando che il capoclan dei Mikawa si riprendesse quando fu Eiatsu a prendere la parola, soltanto per beccarsi un occhiata in cagnesco da Raizen.

    Torna a sedere, i grandi stanno ancora parlando.

    Nessuna remora in quelle parole e la convinzione data dal bagaglio di esperienze che trapelavano da esse era in grado di schiacciare Eiatsu come una formica sotto l’indice di un bambino troppo crudele per la sua età. Fu Ukitake a comportarsi da persona più matura cercando un modo per arrivare ad un compromesso più che fare leva per la totale rottura, ma solo quando parlò di anello di congiunzione Raizen potè capire di chi parlava. La persona da cui aveva appreso l’essenza stessa del ninja: Jotaro.
    Sorrise al suo sensei, l’unico presente in quella stanza, seppur amaramente, la scoperta appena fatta non gli faceva certo piacere, ma non era che l’ennesimo segreto di Diogene.

    Oh, tu guarda, un’altra cosa che non sapevo.

    La sua faccia si trasformò in una maschera di disgusto quando constatò che per Diogene non era altro che una pedina: non era difficile immaginare quanto fosse sbagliato per lui, ma rispetto a quello che stavano affrontando in quel momento il fatto che non sapesse di Jotaro era decisamente secondario.

    Trentacinque.non ricordo bene, ma mi pare si dicesse così no?

    Rispose impassibile, distogliendo lo sguardo dal Mikawa solo in un secondo momento.

    Chiariamo una cosa. Io non ho chiesto aiuto a nessuno.
    Sto cercando di fare in modo che tutto non ci crolli addosso.
    E onestamente non so più in che lingua dirglielo. Nessun idioma pare essergli comprensibile, men che meno quello della ragione.
    Che io sia solo poi è inconfutabilmente vero, ma non penso sia del tutto colpa mia. Odioso si, ma non disgustoso.


    Si concesse una risata monosillabica.

    Scherzi a parte. Il discorso è semplice, Diogene aveva due pedine, la prima Seiji Akuma, io non lo sapevo, ma conoscevo l’elemento e l’avrei sconsigliato, un idiota patentato.
    Sai cosa è successo con l’idiota?
    Alla prima occasione ha fatto un fischio a Itai e… gli ha spifferato tutto. Indovina un po’.


    Tese l’indice e lo puntò verso Diogene.

    Non sapeva nemmeno che fosse successo o quantomeno non ne ha informato me.
    Sono venuto a conoscenza del fatto quando già il danno era fatto, Itai voleva un medico che lo curasse dal suo coma, e non potevo rifiutarmi, avrei fatto saltare tutto.
    Cosa ben diversa è successa quando è venuto a Konoha. Voleva andare ad Oto per cercare vendetta su Diogene, ho dovuto tagliargli un braccio e farglielo mangiare con la scusa che si fosse introdotto dentro al villaggio mascherato.
    Sono forse stato ringraziato?


    Indicò Eiatsu.

    Il pezzente qui accanto invece ha trovato giusto confondermi per un altro ninja e rivelargli le intenzioni dell’associazione, il suddetto non ha sentito ragioni, gli ha spaccato schiena e testa a cazzotti. E io mi sono ritrovato a curare un altro beota.
    Venendo sospettato. Di nuovo.


    Incrociò le gambe.

    Pensi sia sufficiente?
    Di ritorno da una loro missione gli cade tra le mani un altro ninja, Hoshi, un jonin di Suna.


    E il Colosso non poteva sapere, o non voleva dimostrare, che ai tempi conoscesse il grado posseduto da Hoshi.

    Il problema?
    Itai ha partecipato a quella missione, e risulta essere l’unico scomparso ed imprigionato.
    Dopo il suo ritorno scopre che solo a lui è toccato un simile destino mentre gli altri sono morti o… miracolosamente ritornati insieme allo stesso uomo a causa del quale uno shinobi gli è morto davanti.
    Che fai, non ti fai venire un sospetto?


    Domanda retorica.

    Per Itai la risposta giusta è stata “si” e guardando Hoshikuzu nota che ha la testa zeppa di sigilli.
    Di nuovo, senza alcun controllo, Hoshi viene liberato e Diogene non ne sa NULLA.
    Lasciamo stare il modo in cui sono riuscito ad insabbiare l’evento che ha portato la MIA amministrazione ad essere distrutta.
    Diogene ha forse pagato dei suoi errori?
    No.
    Perché?


    Indicò se stesso, ed a poco sarebbero servite le doti interpretative o l’intelletto di Diogene quando realtà, verità e menzogna venivano legate in quel modo. Di fatto Raizen mentiva e diceva di continuo la verità, diceva il vero quando qualsiasi interesse verso l’otese da parte dell’accademia passasse attraverso di lui e venisse smorzato, di fatto annullandosi prima di portarsi a compimento: tutto passava in mano sua per poi venir dimenticato, quali che fossero i motivi poi non era dato sapere.

    Sono stanco.
    Non ho voglia di contrattare con un poppante che non sa d’aver perso i pastelli con cui aveva intenzione di ricolorare il mondo che lo circonda e dal quale è quasi totalmente estraniato.
    È pronto a lanciarsi in guerra mentre è attorniato da nemici in cui solo lui vede alleati, e sottolineo che non è nuovo ad errori simili come appena dimostrato. Fatti un favore, guarda la mappa, di tutto quello che ha segnato col sangue nulla gli rema contro, per lui è tutta una passeggiata per prati erbosi e margheritine da cogliere.
    La ciliegina? Sta cercando di contattare il nukenin al momento più ricercato, un cane sciolto che si diverte a fare stragi a destra e a manca.
    Mi sorge quindi una domanda: se la potenza di fuoco non ci manca, che vantaggio potremmo avere da un elemento simile?


    Fece finta di riflettere.

    A si, farci inculare, pare ci piaccia.
    Tsk!
    E per ultimo la ciliegina.


    Mise le mani sulle tempie.

    Mi spiegate per quale ragione dovrebbe essere efficiente fare attentati in giro per il continente se poi non siamo noi a rivendicarli?
    Se il terrorismo non ha un volto reale a che diavolo serve?
    O nell’ombra, o alla luce del sole.
    E visto che non abbiamo un esercito direi che la luce, metaforicamente parlando…


    Disse con un moto circolare della mano.

    …non ci piace affatto.
    E per quanto mi riguarda direi che non avremmo mai nessun esercito in grado di contrastare Kiri, o Suna o qualsiasi forza che possa contare su uno stato e non sul supporto di pochi ninja per quanto ottimi elementi.


    Si mise a braccia conserte, avendo concluso.

    Che piaccia o meno io sono qui per un'unica ragione: i nemici e l’attenzione che le tue azioni e i tuoi errori ci stanno procurando.

    Passò la parola, ancora infastidito delle accuse che solo Eiatsu aveva esternato ma che tutti pensavano.
     
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