La nascita di una kunoichi

[Free GdR] Harumi - Ayuuki - Kairi

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    La nascita di una kunoichi

    Post iii ~ Fine e principio



    Quando l'Uchiha, con un balzo acrobatico, si frappose tra la comunità riunita per compiere il sacrificio e il fuoco, esattamente sopra di lei un lampo saettò tra le nubi, seguito un istante dopo da un fragoroso tuono. Per i credenti quello era senza dubbio un messaggio dei kami, ma, come tipico dei segni divini, si prestava ad interpretazioni diverse e ognuno lo interpretava a suo modo, scorgendovi ciò che vi si voleva vedere. Per abitanti del villaggio, ad esempio, il rombo confermava la parole che la ragazza stava pronunciando. Un diavolo, un vero diavolo, era tra loro. Se prima erano spaventati, ma saldi nella convinzione che la strega fosse ormai inoffensiva, ora erano terrorizzati. Invano l'uomo con il bastone cercò di scuoterli, uno dopo l'altro lasciarono cadere le proprie armi, attrezzi agricoli per lo più, arretrando. Solo i mostri dei loro racconti avevano occhi rossi come quelli. Codardi! Restate ai vostri posti e... Prima che il folle potesse concludere la frase una luce accecante privò tutti i presenti della vista, compresa Harumi che, avendo le mani legate, non potè proteggersi gli occhi. I contadini, convinti che stesse per divorarli, si diedero alla fuga brancolando nel buio, e sbattendo gli uni contro gli altri o contro le pareti delle abitazioni. Le stesse guardie della vittima sacrificale la lasciarono andare, allontanandosi da lei privi del senso della vista. Ayuuki ebbe gioco facile, nonostante dovesse passare a ridosso del rogo cui la ragazza stava venendo condotta, nel liberarla, prendendola con sé. Harumi non rispose, non comprendeva cosa stava accadendo ed il suo fisico era ormai al limite. Coperte dal fumogeno, le due kunoichi si poterono allontanare dal villaggio indisturbate, ma ad un certo punto la Fuyutsuki sarebbe stata costretta a prendere in braccio la fanciulla da loro salvata. Esaurito il proprio ciclo, l'adrenalina stava scemando, togliendole l'ultimo sostegno che le rimaneva. Gradualmente, socchiuse gli occhi, perdendo i sensi. Le due genin della Foglia, portando con loro la ragazzina svenuta, si sarebbero inoltrate senza problemi nei boschi che ricoprivano i due versanti montani della vallata, coperte dalla vegetazione e dai tuoni sempre più frequenti. Al termine del salvataggio il cielo, quasi avesse aspettato intenzionalmente quel momento, lasciò cadere il suo carico d'acqua tanto a lungo trattenuto. La pioggia torrenziale estinse il rogo nella piazza del villaggio in pochi minuti, come a segnare la conclusione di quella vicenda, il cui triste epilogo era stato evitato per un soffio dalle due ninja.

    Il lupo inviato da Kairi raggiunse rapido l'Accampamento mentre le due kunoichi erano impegnate nel salvataggio. Nessuno degli shinobi di guardia parve sorprendersi, in fin dei conti erano veterani abituati a cose ben più improbabili. Uno di loro guidò l'animale fino alla tenda del supervisore, in quel momento intento a leggere i dispacci inviati dalle altre squadre. Attese che riferisse il suo messaggio, prima di afferrare un pezzo di carta sul quale iniziò rapidamente a scrivere alcune righe. D'accordo, sposteremo il giro delle altre pattuglie in modo che coprano anche la loro area. Sei giunto proprio al momento opportuno, ho un altro incarico da assegnare alla squadra della tua evocatrice. Ecco tieni. Chiuse il documento in un plico e lo fissò con una corda sottile al collo della creatura, parzialmente occultato sotto il folto pelo. Torna da loro e consegna il messaggio, svelto. Lo shinobi si risiedette dietro la scrivania, chiamando a gran voce il suo attendente perché gli portasse tre falchi messaggeri, mentre veloce vergava nuove istruzioni per gli altri gruppi. Il colloquio era evidentemente terminato, e a Tsume non restava che rimettersi in marcia.

    Il lupo, salvo imprevisti, avrebbe probabilmente intercettato le due kunoichi con il loro fardello nei boschi della vallata, facendo intendere a Kairi l'esito della sua missione. Se la ragazza avesse aperto il piccolo contenitore in cuoio, estraendone il messaggio vi avrebbe letto i nuovi compiti assegnati dal quartier generale, espressi in un linguaggio piuttosto conciso e privo di fronzoli.

    CITAZIONE
    Team 4, abbandonare incarico di perlustrazione e portarsi nella città monastero di Kioko. Rinforzare la guarnigione della località fino a nuovo ordine. Permesso di utilizzare i piccioni viaggiatori in caso di necessità. Livello di autorità 3.

    Seguiva la firma del capomissione. Con un'autorizzazione di grado 3 potevano agire indisturbate senza che altri ninja accademici dessero loro fastidio, ma al contempo non potevano rilevare il comando della forza presente, che rimaneva autonoma. Ognuno per la sua strada insomma. La città monastero di Kioko era segnalata sulle mappe che avevano studiato in vista della missione e situa ad una quindicina di chilometri dal luogo in cui si trovavano, quindi avrebbero dovuto viaggiare per parecchio tempo sotto la pioggia battente, che non accennava a diminuire, portandosi dietro la ragazza ancora priva di sensi. D'altronde gli ordini erano ordini, ed erano state fortunate che al comando non avessero fatto storie per la loro deviazione imprevista, o ancora peggio le avessero richiamate al campo. Giustificare la presenza di una civile sarebbe stato problematico, vista la delicatezza dell'operazione che si andava ad intraprendere entro il Paese del Ferro.

    Giunsero in vista della cittadella mentre la luce del sole, già scarsa a casa delle nubi, iniziava a diminuire sensibilmente. Le giornate si stavano accorciando con l'avanzare della brutta stagione e presto avrebbe fatto buio. L'abitato non meritava di certo l'appellativo di città, con il quale solitamente vi ci si riferiva, ma le fortificazioni erano ben tenute e guardate a vista. Il complesso si sviluppava prevalentemente in verticale su una costa rocciosa, il cui lato est dava a strapiombo su profondo torrente dalle acque rapide. Poco più a sud, come indicato dalle carte, avrebbero trovato un ponte di legno, presidiato da alcuni bonzi dalle tuniche arancioni e la testa rasata. I religiosi stavano sotto l'acqua senza scomporsi minimamente, ed impugnavano delle minacciose naginate. Le fermarono come di prassi, ma visti i loro lasciapassare non fecero storie, permettendo loro di guadare il fiume in sicurezza. Sull'altra sponda la strada iniziava a salire verso la cinta di fortificazioni più esterna, dove dovettero sottoporsi ad un nuovo controllo. Alla porta, insieme ai monaci, si trovavano due shinobi del Suono, probabilmente reclute inviate a farsi le ossa come guarnigione. Il luogo era strategico per il Paese delle Risaie, che aveva stretto un accordo con il monastero che sorgeva sulla sommità per un reciproco tornaconto. Le tre ragazze furono fatte accomodare in una stanza nella zona bassa dell'abitato adibita a foresteria per gli ospiti, da un monaco dalla pancia flaccida. L'edificio era ridossato alle mura ed ospitava altri viaggiatori, che avrebbero potuto incontrare nella mensa comune dove veniva servito a tutti un piatto caldo di minestra e del pane. Nella struttura era inoltre situato un bagno con acqua calda riservato alle donne, su cui vegliava una giovane novizia. Il bonzo dall'aria pacifica fece loro sapere che avrebbero ottenuto udienza l'indomani alle prime luci dell'alba, chiudendo così la questione. Si raccomandò inoltre che non si avventurassero da sole nella città, perché di notte vigeva un serrato coprifuoco, sia per la rigidità delle regole monastiche che per motivi di sicurezza adottati dai militari. Si congedò unendo le mani e chinando appena il capo, lasciandole al loro riposo.

    Harumi si trovava in mezzo ad un prato a lei ignoto. Alzò gli occhi verso il cielo, ma la luce del sole la accecò e dovette schermarsi il viso con una mano. Tutto intorno a lei era silenzio. All'improvviso, da dietro di lei, udì una voce. ~Harumi...~ Le sembrava in qualche modo familiare. Si voltò a fatica, come se il suo corpo le obbedisse a fatica. Nulla. Di nuovo la voce, questa volta proveniente da un altro punto. ~Harumi...~ Faticava a mettere a fuoco, come se lentamente il prato stesse scomparendo nella luce. La giovane, sempre più a fatica, si girò cercandone la fonte, ma ormai non distingueva che a pochi metri da sé. ~Harumi...~ Per l'ennesima volta, con uno sforzo immane, ruotò il capo. L'ombra di un volto, simile a lei, eppure impercettibilmente diversa, le si parò davanti. ~Harumi!~ La ragazza gridò, spaventata a morte. Poi aprì gli occhi.

    La prima cosa che vide fu il soffitto scrostato sopra di lei. La mano accarezzò il materasso ripieno di paglia su cui era adagiata. La fronte era imperlata di sudore per la febbre alta che l'attanagliava ormai da ore, le labbra screpolate, la gola secca. Se le due kunoichi si fossero avvicinate al suo capezzale avrebbe faticato a mettere a fuoco le loro figure. Si sentiva stanca come mai in vita sua, appena capace di respirare. Tuttavia, con uno sforzo di volontà estremo, trovò la voce sufficiente per rivolger loro la parola. Dove sono?
     
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