Pirates of Kirigakure

Pessime Condizioni
Prologo

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Non sapevo neanche che giorno fosse.
A dir la verità, non ero certo neanche in quale zona di Kiri mi trovassi. L'unica cosa che mi era certa era il sapore di whiskey che non riuscivo a togliermi dalla bocca. Avevo la fronte poggiata sulle mani e il resto della faccia disteso contro l'appiccicoso legno su cui ero accasciato. Gli occhi erano chiusi, la testa leggera, le orecchie percepivano i suoni come se fossero a chilometri di distanza. Un addetto del porto passa vicino al mio tavolo e, senza rendersene conto, lo urta, facendo cadere a terra una delle numerose bottiglie che avevo ordinato e finito. Il rumore di vetri infranti mi penetra le orecchie, si insinua creando un sibilo insopportabile, estenuante, che dopo qualche secondo, lentamente svanisce lasciando di sé solo una incredibile e lancinante emicrania.
Ero ubriaco fradicio.
Odiavo bere. O meglio, avevo scelto di non farlo, di smettere anche di godere di qualche blando alcoolico in compagnia eppure tutta quella situazione mi aveva portato in un baratro da cui non riuscivo più ad uscire. Sfruttato, derubato, imprigionato ed infine abbandonato. Non ero più il ninja delle divinazioni degli antichi kenkichi di Kotetsu bara, ero solo un relitto umano che della sua volontà di potere e rilievo aveva fatto pietra mortuaria.
Aprii gli occhi con fatica, mi tirai su dal tavolo staccando con forza la pelle della mia guancia che si era ormai attaccata alla lordura di quegli immobili appiccicosi. La sbronza era ancora dannatamente forte, la stanza intorno a me non voleva stare ferma e la vista era molto offuscata. Cercai di fare il punto della situazione, mostrando anche l'espressione più seria che potevo mentre strizzavo gli occhi per tenere ferme le immagini che mi si palesavano. L'uomo che aveva fatto cadere la bottiglia di Royal Canadian sul mio tavolo adesso stava invitando un giovane avventore a bere con lui. Quel ragazzo aveva qualcosa di strano ma non riuscivo a distinguere bene cosa. Già potevo ritenere un miracolo il fatto che riuscissi a distinguere che fosse un ragazzo. Per cercare di ripristinare la mia lucidità, decisi di fissarlo, di impegnarmi a memorizzare le sue movenze. Dovevo intrattenermi da sbronzo e di alzarmi ancora non se ne parlava - salvo voler abbracciare il primo tavolino davanti a me o il pavimento, nel peggiore dei casi.
Ma poi fu lui ad alzarsi di scatto e il mio esercizio intellettivo non poteva certo fermarsi; ero ancora troppo sbronzo per capire quando dovevo fermarmi - e se fossi rimasto dell'altro tempo nel locale, questo mi avrebbe portato a bere ancora ed ancora. Mi alzai anch'io, lasciato sul tavolino qualche ryo, lo seguii fuori dal locale: non volevo che pensasse che fossi in qualunque tipo di malvivente, quindi mi tenni a debita distanza e, passando la mano sul fodero vuoto della mia Saruhyondo, diedi fondo ai miei poteri per muovermi il più silenziosamente possibile. Certo, il fatto che barcollassi vistosissimamente e che urtassi contro qualunque cosa si ponesse sul mio cammino rendeva tutti i miei sforzi incredibilmente inutili.
La nebbia che mi accolse all'esterno non fu di eccessivo intralcio: non perché io avessi la possibilità di vederci qualcosa ma perché i fumi dell'alcol non mi permettevano, di base, di vedere molto più lontano che ad un palmo del mio naso. Riuscii a distinguere una figura che si accompagnava al ragazzo che mi ero messo a seguire e quindi pensai che non fosse più il caso di continuare quel mio giochino rincorri-sobrietà che avevo iniziato. Mi diressi allora in un'altra direzione, sempre camminando a zig-zag, cercando di smaltire la sbornia con l'attività fisica. Ma fu un grido femminile ad attrarre la mia attenzione: EHI! COSA CREDETE DI FARE VOI DUE?? sentii in lontananza. Che qualcuno sia in pericolo? pensai, mentre mi giravo nella direzione dell'urlo. Portai le mani sotto il cappuccio del mio cappotto, di recente cucito per nascondere il mio nuovo volto, cioè l'Elmo dell'Inquisitore


Elmo Integrale dell'Inquisitore [Protezione]
Elmo nero opaco che copre e protegge interamente il volto del suo utilizzatore. Possiede particolari decorazioni distintive argentee.
Tipo:Protezione-Supporto
Dimensione: Medio-piccola
Quantità: 1
(Potenza: 25 | Durezza: 4 | Crediti: 45)
e lo indossai. Avrei voluto avere con me anche le Vesti ma da quando avevo combattuto accanto allo Shogenin non ero più riuscito a indossare quell'armatura. Un po' per l'eccessivo peso di questa, un po' per il blocco psicologico del voler combattere con un nome ed un volto che la mia coeva persona avrebbero potuto infangare. Cercai a quel punto di raggiungere la ragazza, mettendomi a correre nella sua direzione. Credevo che le sarei stato d'aiuto ma, in realtà, le mie condizioni non mi permettevano una lucida comprensione di quello che stava succedendo. Arrivato, scorta la sua sagoma, non mi trovai davanti la scena che mi ero immaginato. La ragazza era una ninja e stava imprecando contro qualcuno che non riuscivo a distinguere - non vi so dire neanche se fosse una ragazza carina o meno dato che ... non riuscivo a distinguere neanche lei. Questo non mi fermò, tuttavia, dal presentarmi solennemente come al solito, pur camuffando Recitazione [1]
Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica.
la mia voce. La Giustizia incarnata è giunta. L'Inquisitore di Kiri è qui. Qualsiasi cosa sarebbe successa dopo, ancora mi dispiaccio per la compagnia che diedi a quella kunoichi.

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