La Piramide della Vita

Raizen e Hoshikuzu

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  1. Shinken Takatsui
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    LA PIRAMIDE DELLA VITA

    ◤ ◆ ◢



    Anche se avessero deciso di non avvicinarsi o non farsi vedere dal gruppetto di pelati, dalla distanza da cui si poteva scorgere il Cubo ed il gruppo di persone, erano riusciti ugualmente ad attirare su di loro gli occhi dei presenti. Effettivamente, dalla prospettiva del gruppetto, un enorme colosso dai capelli lunghi stava strangolando un nanerottolo che si agitava, nudo, mentre il suo ciuffo rosso ondeggiava da destra a sinistra mentre cercava di liberarsi. Fu uno dei venti lavoratori a notare la scena: un ragazzetto che non sembrava affatto intenzionato a lavorare li vide mentre si stava scaccolando guardando l'orizzonte. Subito, facendo calare il silenzio sull'intero gruppo, attirò l'attenzione su di se esclamando qualcosa ad alta voce. In pochi istanti ebbero tutti gli occhi addosso.

    Era evidente che assistere a quello spettacolo li stava confondendo.

    Con espressione stranita in volto ed in totale silenzio, tutti e venti ci rimasero di stucco quando poi il ragazzo nudo si propose di aiutarli. Tornati a casa avrebbero sicuramente raccontato ad amici e parenti la storia più incredibile della loro vita, ma in pochi istanti il Rosso li sorprese ancora di più, facendone cadere in ginocchio quattro o cinque! Trenta Hosikuzu nudi erano comparsi dal nulla! Superato lo stupore per l'avvenuto, la scena si concluse in pochi istanti: il ninja riuscì a sollevare senza fatiche il cubo, rimettendolo in carreggiata con pochissimo sforzo. Non appena Hoshi si volto di nuovo in direzione del gruppetto, due o tre dei presenti si erano già buttati ai suoi piedi, braccia al cielo, ringraziandolo per il gesto compiuto. L'entusiasmo (anche se espresso tramite una lingua incomprensibile) era palpabile nell'aria, tanto che un gruppetto di due/tre si avvicinò al sunese elargendogli sorrisi e toccandogli le spalle. Uno di loro, un anziano che di certo stava giungendo al termine dalla sua vita, gli prese la mano e gli mise dentro il palmo un sassolino grigio, tondo e perfettamente liscio, pronunciando parole incomprensibili. Non appena però arrivarono i soldati, tutti si ricomposero e tornarono al loro lavoro. In pochi secondi trainarono via il Cubo, dirigendosi nella direzione da dove erano arrivati i due accademici. Forse solo a quel punto Hoshi avrebbe realizzato che quell'affare enorme di roccia non sembrava pesare quanto un cubo di quelle dimensioni, tanto quanto quel sassolino che gli era stato regalato, che aveva un peso veramente irrisorio. Ognuno dei due era a modo suo leggero, come se la gravità influisse poco su quel materiale roccioso.

    Il gruppetto sarebbe quindi scomparso dietro il dosso da cui erano venuti, mentre a passo di marcia venivano seguiti dai composti spazzolatori.

    [...]

    La coppia avrebbe quindi aspettato di incontrare qualcuno da "derubare" per potersi così camuffare tramite la tecnica della trasformazione, ma riuscirono solo dopo un breve attesa, a realizzare che gli sarebbe stato necessario avvicinarsi molto di più alla città prima di poter incontrare qualcuno (soprattutto qualcuno con la taglia supersize del Hokage). Dopo qualche minuto di ricerca avrebbero intercettato due ragazzi, probabilmente due lavoratori che staccavano dal loro turno, che si fermarono appena li videro. Non fu nemmeno necessario colpirli per derubarli dei vestiti, appena i due capirono le intenzioni degli accademici si tolsero gli abiti e li consegnarono volentieri. Per poi correre via, natura all'aria, sparendo dietro a delle case. Non erano proprio dei bei vestiti, e puzzavano anche, ma almeno erano inconfondibilmente tradizionali.


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    WWWWRooOOOOhHHMMMM !



    Il rumore improvviso e assordante squarciò nuovamente il silenzio del deserto di Suna. Questa volta non era semplicemente il vento a parlare, ma qualcosa di artificiale, di grottesco, che sembrò scuotere tutto il creato. Contemporaneamente, da i piloni di appoggio della piramide dentro la neo foresta, si levò al cielo un rumore meccanico, roboante, che fece tremare la sabbia e gli alberi, i sassi e la terra. Un altro suono che arrivò diretto alle orecchie di tutti, persino degli abitanti di Suna, proprio come il vento che non soffiava più. Durò pochi istanti ma dal perimetro della Piramide, ascoltando l'eco di quel suono, un orecchio sopraffino avrebbe potuto distinguere la provenienza diversa di quello che poteva sembrare un unico rumore. Da tre dei quattro appoggi della Piramide si levarono i tre suoni meccanici, all'unisono, mentre da uno solo dei quattro non sembrò arrivare stranamente nulla, proprio quello da cui erano entrati nella Piramide Hoshi e Raizen. Dalla foresta si alzarono stormi di uccelli mai visti prima, da colori accesi e la piumatura corta, che planarono sopra alla foresta per poi infilarcisi nuovamente dentro, come fossero abituati a quel disturbo sonoro.

    La cosa strana fu che dove i due shinboi erano entrati (cioè dall'unico pilastro da cui non era provenuto il rumore) era rimasto tutto silenzioso e tranquillo, mentre dagli altri tre accessi erano comparsi dei giganteschi cubi di roccia, identici a quello che poco prima i due avevano incontrato all'interno della Piramide. Quel rumore, che quasi tutti sentirono chiaramente, era uscito fuori proprio da quegli strani oggetti, che ora fluttuavano a circa cinque metri dal terreno. Senza troppo rispetto per la natura si fecero strada nella foresta, distruggendo tutta la vegetazione che incontrarono e puntando dritti fuori nel deserto.

    [...]

    Arrivati ai margini della foresta, poco prima che il clone di Hoshikuzu scomparisse in una nuvoletta di fumo, il trio individuò la carovana che era scappata, insieme ad una coppia di individui. Non fecero nemmeno in tempo ad avvicinarsi che un ragazzino gli corse subito incontro Shinobih, Shinobihhh! Per favore aiutatemi! Abbiamo bisogno del vostro aiuto! Disse affannato. Eravamo in tre, io, mio padre e mio fratello maggiore! Però non so cosa sia preso a mio fratello, appena mio padre ha fermato il carro ha puntato alla foresta e ci si è lanciato dentro! Ho provato a seguirlo ma poco dopo un rumore assordante è arrivato dalla foresta! Anfh, anfh! Io non posso lasciare mio padre così, è troppo spaventato, guardatelo! Il ragazzino aveva il fiatone ed era visibilmente preoccupato. Sarà andato via una decina di minuti fa, in quella direzione! Aveva gli occhi pieni di lacrime, anche se era evidente che le stava trattenendo. Lui non può aver sentito questo rumore, è sordo dalla nascita, e per questo motivo spesso non percepisce i pericoli! Perfavore, aiutatemi a salvare mio fratello!

    Non appena finì di parlare però, uno dei giganteschi cubi emerse dalla boscaglia, sradicando due grossi alberi e passandoci sopra. Non c'era nessuno insieme al cubo, sembrava che fosse totalmente autonomo. Non puntò nemmeno al gruppo di persone (anche se spaventò ancora di più il padre del ragazzo) ma si diresse verso il deserto, per poi fermarsi ad una decina di metri dalla foresta e cominciare lentamente a succhiare la sabbia da una delle tanti grandi dune lì intorno. Non sapevano cosa stesse facendo, eppure non prometteva nulla di buono.


    the_desert_structure_1


    [ Il ragazzo scomparso ]Il ragazzo scomparso
    Il ragazzo scomparso ha due turni di vantaggio su di voi. Potete utilizzare le regole per l'inseguimento oppure continuare narrando semplicemente la ricerca. Non sapete a che velocità si muove ne riuscirete ad individuarlo con le sole capacità da sensitivo.

    Un ago nel pagliaio, o meglio, un ago nella foresta.
    [ Il cubo da sabbia ]Il cubo da sabbia
    il gigantesco Cubo misura quasi 30 unità e sta succhiando la sabbia dal terreno. Risucchia 20 unità di sabbia ogni round filtrando e risputando fuori tutto quello che di altro che risucchia. Colpirlo più volte non lo romperà, ma lo farà smettere di fluttuare anche se non di succhiare. Avvicinarsi al cubo vi attirerà verso di esso con una forza pari a Nera, se finiti dentro il cubo subite una leggera di danno diffusa in tutto il corpo, per poi esser scaraventati in aria per 30 metri.



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    Hannan, ora capisci che cosa intendevo. Non puoi dare per scontato quelle che saranno le loro azioni, non questa volta.


    Si, sembrano essere due tipi strani. Sopratutto questo Hoshikuzu Chikuma. Molto istintivo. Non voglio darlo per scontato, ma tutti i mortali hanno in comune la stessa cosa. Qualcosa mi dice che Uku sarà felicissimo di incontrarlo... Anche se ovviamente non si è degnato nè di soprassedere alle operazioni, nè di accogliere i nostri ospiti. E' ancora a giocare immagino...

    Sapevi che non si sarebbe snaturato, nemmeno in un momento delicato come questo. Proprio lui, perchè Mortale. Li incontrerà presto, stai tranquillo figlio mio.



    Quello più grande sembra essere più lucido. Chi è?

    Anche lui è un figlio di Viracocha.



    ...

    Eppure non potrebbe camminare in queste terre!

    Invece è proprio così. L'uomo è solo un contenitore, dentro di lui vive una parte dello spirito di Viracocha.




    Lo sento.




    Allora il vecchio sacerdote aveva ragione. Viracocha sta cercando di tornare.




    I due smisero di parlare e la luce proveniente dall'altro cominciò a vibrare ancora più forte, prima di espandersi ed avvolgere l'immensa sala, le due figure ed il trono. Penetrando nella roccia avrebbe poi colpito ogni lato e spigolo del gigantesco cristallo, irraggiando dall'alto tutta la città di Qun Tiqsi. Il Creatore della Luce Eterna si era finalmente destato.

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    Qun Tiqsi


    Entrati definitivamente nella città il duo avrebbe quindi sfruttato la versatile tecnica di moltiplicazione congiunta con la trasformazione, cercando così coprire in minor tempo possibile tutti i punti apparentemente sensibili della magnifica Qun Tiqsi. Certo era che per muoversi senza attirare troppo l'attenzione sarebbe stato complicato, senza dubbio a livello di tempo, ma più o meno in breve tempo le loro copie e gli originali avrebbero così raggiunto i diversi luoghi.


    Il Tempio dei Pacha


    CITAZIONE
    Un grande struttura circolare con una modesta piazza antistante, si trova non molto lontano dall'obelisco centrale della città di Qun Tiqsi. L'edificio, per quanto esternamente glabro e costruito interamente con la pietra locale, chiara e compatta, nasconde al suo interno le più grandi rappresentazioni iconografiche delle divinità Pacha. Ma la cosa più straordinaria di tutto l'edificio è la gigantesca cupola in cristallo che conclude l'ambiente del tempio, deviando la luce proveniente dall'alto in particolari raggi blu e cobalto che ne illuminano gli interni. L'ingresso è sempre presidiato dalle guardie del Tempio e l'accesso è garantito solamente ai fedeli di rango più elevato.

    I due sarebbero arrivati così davanti al tempio dei Pacha. Come anche visibile da lontano, la struttura circolare non aveva nessun tipo di decorazione all'esterno e l'unico accesso, un portone in un materiale simil bronzeo, era presidiato da due enormi guardie5c4df7041baf08b01f20311f67e8c764 armate, con il volto coperto ed un'armatura liscia, comprensiva di elmo/maschera. Guardando l'edificio da lontano i due avrebbero però subito potuto scorgere la gigantesca cupola di cristallo che si poggiava sulla roccia, colpita dall'alto da un intenso fascio luminososages_of_ioun_by_noahbradley-d3cvhab, direttamente proveniente dal cristallo all'apice della Piramide.

    Entrare senza farsi notare era escluso, le due guardie sbarravano l'accesso alla struttura, senza mai muoversi, nemmeno per effettuare il cambio della guardia. Ad ogni tentativo di accesso furtivo le guardie si sarebbero mosse molto rapidamente [ Energia Viola - Percezione 18 ], frapponendosi tra il portone - chiuso - ed gli eventuali visitatori. Non avrebbero sfoderato le strane armi attaccate alle loro cinte se non per difendersi da eventuali assalti, ma non li avrebbero in nessun modo allontanati da davanti al portone, rimanendo in attesa di qualcosa, senza proferire parola.

    In compenso - tutto intorno - alcuni pellegrini erano riuniti in piccoli cerchi, intenti in una preghiera mugugniate che sembrava una sorta di cantilena. Ognuno dei gruppetti, composti da non più di dieci persone, pregava all'unisono con tutti gli altri e man mano che si aggiungeva gente a tratti sembrava che il centro dei cerchi venisse direttamente illuminato da piccoli raggi di luce dal cielo, molto simili a quello più grande che colpiva il tempio. La curiosità di Hoshi però lo avrebbe premiato: il suo occhio fine avrebbe notato come al centro di questi cerchi umani, quando il raggio di luce ne colpiva il centro, pietre lisce di varie dimensioni si levavano al cielo, raggiungendo una modesta altezza di circa due metri. Ed in più le pietre somigliavano in tutto e per tutto a quella che gli era stata donata. Ma lui l'aveva portata con sè?


    Il Mercato degli schiavi


    CITAZIONE
    Tutta l'economia di Qun Tiqsi si basa sulla manovalanza non retribuita degli schiavi. Proprio per questo motivo il Mercato degli Schiavi è uno dei posti da sempre più affollati della città, aperto solamente ad orari prestabiliti ogni cittadino di Qun Tiqsi può dire di conoscere questo posto. Volete comprare un robusto omone per i lavori pesanti? O un adorabile fanciulla per vostro figlio? Questo è il luogo più adatto per questo genere di compravendita.

    Sotto un intricato groviglio di tendami e case di fango, riparati alla luce del Creatore, si articolava il complesso Mercato di Qun Tiqsi. La miriade di piccole botteghe e venditori ambulanti attirava da sempre un numero di persone spropositato. Il suo ingresso - in effetti - era individuabile unicamente per la calca che aveva difronte, di certo non per la maestuosità della struttura. Che quel luogo fosse così congestionato era normale, tutta la città usufruiva dei servizi di quel mercato, legali ed non. L'unica regolamentazione a quella marea di pura anarchia era l'orario.

    Entrare non sarebbe stato difficile, dopotutto sarebbe bastato gettarsi nella folla, ma i due shinobi avrebbero sicuramente passato un brutto quarto d'ora cercando di imparare a muoversi dentro quel miasma di persone. Senza l'utilizzo di abilità particolari, i due avrebbero capito solamente dopo un pò come muoversi agilmente in quel luogo di cunicoli stretti. Stare fermi era da escludere. Fermarsi voleva dire interrompere il flusso di persone e la conseguenza non sarebbe di certo stata piacevole (in termini di acciacchi e male parole). Certo era che per raggiungere l'ingresso di una o di un’altra bottega avrebbero faticato un pò. Ma dopo tutta quella fatica non sarebbero comunque riusciti ad individuare qualcuno che fosse disposto a parlare con loro, né a lamentarsi di qualcuno in particolare. Camuffati com'erano nessuno li distingueva dal resto della folla.

    Avrebbero notato oggetti di uso comune, molti dei quali in pietra, ed uno svariato numero di schiavi con le catene al collo, legati agli schiavisti. Al mercato si possono trovare tante cose, ma loro non avevano ancora trovato quello che gli occorreva.

    Le Torri


    CITAZIONE
    Le Torri di Qun Tiqsi sono delle semplici torri di guardia, stranamente tutte raggruppate in un unico quadrante della città. Luogo di stazionamento delle truppe del Creatore, è possibile incontrare soldati, mercenari, donne di facili costumi e venditori ambulanti.

    Il duo provò a raggiungere le torri per circa dieci minuti, cercando di muoversi il più velocemente possibile nella modesta folla che sembrava pervadere tutta la città. La situazione nella quale si trovavano li avrebbe sicuramente straniti. Non appena gli capitava di perdere di vista le strutture slanciate di pietra, perchè si frapponeva un edificio o perchè finivano in un vicolo stretto, le Torri sembravano spostarsi più avanti, scappando letteralmente dai due. Potevano muoversi sui tetti sì, ma la presenza di numerosi manipoli di guardie proprio su di essi li avrebbe forse lasciati desistere. Stando fermi invece, avrebbero capito l'arcano. Non era un’illusione come nella foresta, le Torri si muovevano davvero!

    [ Le Torri ]Le Torri
    Le Torri si muovono fluttuando a mezz'aria, ruotando sopra la città con l'unico fuoco posizionato al centro della piramide. Raggiungerle a piedi, correndo a terra e nella stessa direzione in cui si dirigono, richiederà 4 round, muoversi nella direzione opposta 3 round, tagliando per il centro 2 round completi.



    I Campi Verdi


    CITAZIONE
    Essendo il territorio intorno alla città prettamente roccioso e spoglio di qualsivoglia organismo vegetale, i Campi verdi sono l'unico, ma non per questo insufficiente, luogo di approvvigionamento della grande metropoli. I campi sono sempre sotto sorveglianza e vi lavorano un grandissimo numero di schiavi. Per quanto l'acqua scarseggi a vista d'occhio in tutta la città, intorno ai campi sono presenti numerosi rubinetti presidiati, in cui è possibile abbeverarsi più o meno gratuitamente.

    Un esteso anello verde coltivato, regno indiscusso delle Capre glabre e senza occhi.


    L'Arena dei campioni


    CITAZIONE
    Il più grande dei campi da gioco di Qun Tiqsi, l'Arena dei Campioni è architettonicamente il fiore all'occhiello della città. Decorato dalle statue di tutti i campioni che vi hanno gareggiato, le sue tribune dalla forma ellissoidale possono contenere circa 70.000 spettatori. Ogni giorno, in ogni mese dell'anno, le squadre più forti si confrontano nei vari giochi che l'Arena propone.

    Avanzando nei vicoli della città in direzione dell'Arena, le due copie avrebbero piano piano cominciato a udire un costante vociare provenire dall'Arena che sarebbe aumentato sensibilmente più si avvicinavano alla struttura adibita ai giochi. Da quelli che erano dei vicoli stretti e tortuosi, avrebbero necessariamente imboccato un gigantesco e affollato viale, perimetrato da statue e basso rilievi dalla splendida fattura. I disegni, tanto quanto le statue, raffiguravano uomini intenti in un gioco a squadre in un campo dalla forma apparentemente pentagonale. I giocatori sembravano tutti quanti possedere armature leggere con ginocchiere e parastinchi mentre solamente alcuni di essi sembravano avere a disposizione anche degli spallacci e delle armature nella parte superiore del corpo. Il gioco sembrava una versione antiquata di un qualche gioco con la palla, ma le figure non riuscivano a comunicare altro se non l'intensità di quello strano "sport".

    Una volta arrivati davanti all'ingresso dell'arena, avrebbero dovuto salire una lunga serie di scalinate e passare una serie di gallerie prima di ritrovarsi circa a metà di uno degli anelli delle tribune, dal quale potevano osservare tutta la magnificenza di quella struttura

    the_arena_by_gregmks

    . Facendo attenzione alla struttura, i due avrebbero notato - dall'altra parte dell'arena - una tribuna leggermente rialzata, al centro della quale sembrava essere presente una sorta di trono, stranamente vuoto, circondato da sedute sicuramente più comode delle altre, tutte occupate da personaggi dai vestiti strambe e colorate, indossate da uomini che sfoggiavano capigliature assai vistose.

    Dentro l'Arena le grida di incitazione per le due squadre erano assordanti, tanto da rendere confuse le capacità uditive di chiunque. Uomini, donne e bambini strillavano e sembravano tanto coinvolti nel tifo da scontrarsi addirittura tra di loro. Sorvolando sulle disdicevoli attività delle tifoserie organizzate, il gioco si svolgeva nell'arena pentagonale e sembrava che i due accademici fossero giunti proprio nel momento decisivo di quella partita. La squadra verde, di cui avrebbero potuto individuare lo stemma a forma di dragone da una delle bandiere dei fan, sembrava completamente impotente davanti all'assalto della squadra bianca. Sul petto dei giocatori in chiaro troneggiava uno stemma che raffigurava una spiga di grano pronta per la mietitura. Il gioco si svolgeva tredici contro tredici, anche se la squadra in difficoltà aveva molti dei propri giocatori a terra, sparsi per il campo.

    Poco dopo, un boato assordante sembrò levarsi dalle sezioni occupate dalla tifoseria in bianco: un giocatore, compiendo un salto mirabolante, era riuscito a colpire un enorme gong con la palla, facendolo vibrare scatenando le urla degli spettatori.
     
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