Un incarico semplice

Free GdR Shunsui & Shin

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    La traversata

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    Il viaggio era iniziato da meno di venti minuti, e Shin era già disperato. Vi prego, uccidetemi. L'uomo di fianco a lui sembrò ignorarlo e proseguì nel suo racconto su come aveva vinto una sfida all'ultimo boccale nelle peggio osterie di Otafuku. Il committente era sui trent'anni, pelle abbronzata e muscolose braccia scoperte, visto che le maniche della maglia erano arrotolate intorno alle spalle. In fronte portava una fascia arrotolata contro il sudore che gli dava l'aria di un suonatore di tamburi ad una festa religiosa. Da quando erano partiti, con voce frastornante, non aveva smesso un attimo di riempire la testa dello sfortunato genin con aneddoti e storie più o meno credibili. ...e fu così che sbattei in faccia la porta all'emissario del daimyo. Erano le quattro di mattina, per Ebisu! Davvero appassionante. Il tono del Kinryu era decisamente smorto, ma Daisuke sembrò non farci caso e gli mollò una generosa manata sulla schiena, facendolo quasi cadere di sella. Così si parla, giovanotto! E poi c'è stata quella volta in cui... Il giovane alzò gli occhi al cielo, pregando Inari di incenerirlo sul posto, fine di gran lunga preferibile piuttosto che sorbirsi quelle chiacchere da taverna fino al confine con il Paese del Vento. Era là infatti che, a causa della geografia dei territori che sarebbero andati ad attraversare, si rendeva necessaria una sosta forzata, per spostare il carico dal carro, che li seguiva placidi guidato da un garzone di bottega, ad un mezzo più consono.

    L'Accademia gli aveva affidato un incarico all'apparenza semplice: scortare un mercante e la sua merce dal Paese del Fuoco fino al deserto che circondava Suna. Per la seconda parte del viaggio, inoltre, sarebbe stato affiancato proprio da uno shinobi della Sabbia, quindi non avrebbe dovuto preoccuparsi neppure delle difficoltà legate al clima inclemente. Guadarono in tarda mattinata gli ultimi ruscelli che confluivano nei grandi fiumi che davano il nome al Paese cuscinetto tra Konoha e Suna. Fino a quel momento non c'erano stati intoppi di sorta ed erano perfettamente puntuali con la tabella di marcia. Ormai per il genin la voce dell'uomo si era trasformato in un fastidioso, ma sopportabile, rumore di sottofondo. Il mercante sembrava sempre allegro, forse aiutato da i sorsi generosi di una bevanda, all'apparenza alcolica, con sui spesso si dissetava. D'altro canto a forza di parlare di sicuro gli si seccava la gola. Cercò di offrirlo anche al Kinryu, ma questi rifiutò con la banale quanto efficace scusa di essere in servizio. La conversazione, sempre condotta in forma di monologo dall'uomo, virò allora sulle assurde restrinzioni alla somministrazione di alcolici a minorenni e dipendenti pubblici, e Shin si ritrovò, per l'ennesima volta, ad annuire a caso.

    Infine, giunsero al luogo dell'incontro, proprio al limitare del deserto, dove la steppa incontra le prime dune sabbiose e l'erba si fa solo un ricordo nella mente dei viaggiatori. Siamo già arrivati? Come vola il tempo quando ci si diverte! Shin sorrise, ma dentro di sé voleva fuggire. Era stato il viaggio più lungo della sua vita. Si rianimò però quando vide lo shinobi che aveva espressamente richiesto per quella missione. Shunsui, vecchia carogna! Sceso di cavallo con un'agile balzo, si fece incontro all'amico, battendogli una mano aperta sul braccio. I due, che si erano conosciuti ai tempi dell'Accademia, avevano stretto amicizia quasi per caso, ma poi erano diventati inseparabili compagni di allenamento e studio. Purtroppo, una volta diplomati, avevano dovuto fare ognuno ritorno al proprio Villaggio e avevano avuto poche occasioni di rivedersi. Per quel motivo, avendone la possibilità, Shin aveva fatto il suo nome all'impiegato che smistava i ninja tra i vari incarichi. Allora, sono riuscito a farti una sorpresa? Nel frattempo anche il loro committente era sceso da cavallo e, sgranchendosi il collo, aveva porto una mano al sunese con l'intento di stringerla con forza. Il mio nome è Daisuke, mi affido a te per la traversata. Ma prima, che ne dite di mangiare qualcosa, mentre Nago sposta le merci sui cammelli? Lo zelante dipendente aveva già diligentemente iniziato a svuotare il carro, senza attendere ordini dal suo padrone. Il Kinryu scambiò un'occhiata carica di sottintesi con il collega. Sarebbe stata una giornata alquanto pesante.
     
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