Un incarico semplice

Il colpo di grazia che Shin stava per vibrare alla donna fu intercettato da grassone, probabilmente un membro del clan Akimichi a giudicare dalle sue capacità. Preso di sorpresa, il genin arretrò, ma non in modo sufficientemente rapido da evitare il contrattacco carico d'ira e disperazione da parte dell'uomo. Piantando bene i piedi al suolo ed alzando entrambi gli avambracci a protezione del capo il Kinryu cercò di attutire l'enorme mana che arrivò sia da destra che da sinistra, chiudendolo in una morsa. Nonostante avesse anche infuso i muscoli di chakra per irrobustirli, il dolore fu sufficiente da fargli sfuggire un mugugnio [Impasto] [Ferita] Impedito nei movimenti, prima che riuscisse a liberarsi dalla presa, lo shinobi di Konoha venne improvvisamente scagliato in aria dal suo avversario, atterrando in malo modo diversi metri più in là. Stava cercando di rimettersi in piedi, stringendo saldamente la spada, quando fu avvolto dal fumo dei fumogeni. Rimase allerta, vigile, con ancora un ginocchio appoggiato al suolo, ma quando la cortina si diradò si rese conto che quella era una ritirata. Il ninja tornò in posizione eretta senza dire una parola. Quell'attacco era evidentemente andato male per i loro assalitori, ma era certo che la fuga fosse solo temporanea, per riorganizzare le idee. Si voltò verso Shunsui, accertandosi che stesse bene. Nei suoi occhi lesse la stessa domanda. E solo un uomo aveva la risposta.

Passando accanto al corpo della donna che aveva trafitto, Shin si chinò per verificarne le condizioni. Niente respiro, niente battito. Le chiuse compassionevolmente le palpebre, pronunciando una mesta preghiera ai kami. Che il tuo spirito possa trovare la pace. Quando lo raggiunse, il sunese si stava prendendo cura della sua marionetta. Nonostante tutto, il Kinryu sorrise nel vedere con che cura l'amico trattasse la sua creazione. Nulla, nessun segno distintivo, nessun indizio. Ma hai ragione, deve esserci qualcosa sotto. Proprio in quel momento un grido lo fece voltare, e per riflesso lo shinobi alzò l'arma che ancora impugnava. Si trattava però del loro committente, il quale ritrovandosi faccia a faccia con uno dei cadaveri dei briganti, era sbiancato. Tuttavia superò presto lo sbigottimento quanto si accorse della scatola che il morto stava cercando di trafugare. L'aprì senza tante cerimonie, proprio di fronte ai due shinobi, che fissavano la scena perplessi. Shin sgranò gli occhi alla vista delle pietre preziose, ma fu il genin di Suna a reagire più prontamente quando il mercante, facendo finta di nulla, fece per allontanarsi. Mentre il marionettista fronteggiava il commerciante, il giovane ripose la wakizashi nel fodero e lo affiancò, assumendo un'espressione minacciosa. Signor Daisuke, direi che ci deve delle spiegazioni, soprattutto se ci nasconde qualcosa che può metterci tutti in pericolo. Tenendo la schiena ben dritta, avrebbe cercato di superare il tono di voce dell'uomo, ignorando il suo abbaiare aggressivo. Ai ragionamenti del ninja di Suna annuì, pensieroso. Dovremmo essere almeno in quattro per un carico del genere, sempre ammesso che non ci sia altro che non sappiamo. Lanciò un'occhiata di traverso al tipo, cercando di farlo sentire in colpa affinché vuotasse il sacco, poi riprese. Già, abbiamo perso l'effetto sorpresa, mentre loro chi sa di che risorse dispongono. Per il tragitto tu conosci questi luoghi alla perfezione, mi affido a te, ma concordo con te, deviare verso Suna è l'idea migliore al momento. Rimase a riflettere alcuni secondi. Dovevano assolutamente saperne di più su quella storia, capire come i rapinatori avevano saputo del carico e della destinazione, ad esempio, avrebbe potuto dargli indizi su chi si trovavano di fronte. Si piantò davanti al mercante e, con estrema determinazione, lo intimidì.Se vuole che la sua vita e i suoi preziosi diamanti giungano a destinazione, è meglio che si decida a collaborare. Altrimenti temo che scopriremo presto a quale dei due tiene maggiormente.