Un incarico semplice

Free GdR Shunsui & Shin

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  1. Shunsui Abara
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    Un incarico semplice
    Anauroch



    Alle parole di Shin, Daisuke reagì scrollando le spalle con decisione. In un tono che nascondeva un misto di vergogna e fastidio, disse: Non mi prendete per uno sciocco! Mi sembra chiaro che stiamo rischiando grosso qui! E sicuramente non metto la mia vita sotto i miei guadagni. Forse erano riusciti a spaventarlo a sufficienza. Sta di fatto, che il mercante si decise a parlare con franchezza ai due shinobi. Cercate di capirmi! E’ vero, sto trasportando diamanti, ma non immaginavo che saremmo stati attaccati con questa violenza. Cioè mi sarei aspettato qualche predone del deserto… Guardando ai suoi pedi avrebbe aggiunto …questi mi sembrano professionisti…. Shunsui guardò l’uomo con un piglio arrabbiato, senza però non poter notare che le sue parole erano veritiere. Sicuramente il carico aveva un valore molto superiore quello dichiarato, ma i ninja che avevano battuto e respinto decisamente non erano alle prime armi. Senza staccare gli occhi dall'uomo avrebbe detto: Ok…ora è inutile stare a pensare a quello che non è stato fatto. Dobbiamo lavorare con quello che abbiamo. Raccogli le tue cose e fai in fretta…casomai datti una ripulita...sei sporco di sangue. L’uomo si guardò la manica sinistra della sua tunica, dove era stata lasciata una piccola traccia di sangue. Con ogni probabilità, uno schizzo partito dal corpo di fronte a lui al momento della sua morte. Daisuke fece la sua solita faccia di disgusto e spavento e si allontanò dai due shinobi in fretta e furia. Shunsui fece un segno Shin per farsi seguire. Mentre lo conduceva verso una meta ignota, lo shinobi della Sabbia era pensieroso e non avrebbe detto una parola. Camminava con grandi falcate, macinando il terreno di tenda in tenda. Alla fine trovò quello che cercava: in uno spiazzo all'aperto dove erano state collocate c’erano tre gabbie piene di falchetti. Pagando l’uomo che li aveva addomesticati, il genin scrisse rapidamente un biglietto e lo legò ad uno dei falchi, il più rapido di cui l’uomo disponeva, affinché giungesse a Suna il più rapidamente possibile. Nel messaggio si spiegava brevemente la situazione e veniva richiesto l’intervento di una squadra di supporto che li raggiungesse a metà strada. Infatti, il genin aveva seri dubbi di riuscire a raggiungere il villaggio segreto di Sunagakure prima dei loro assalitori, i quali, chiaramente, doveva essere appostati nelle vicinanze.

    Tornando sui loro passi, Shunsui esternò parte delle sue preoccupazioni: ..comunque Daisuke ha ragione…erano troppo ben preparati per essere stati condotti a noi dal semplice destino….c’è qualcosa di questa situazione che non comprendiamo appieno…chissà forse non ci sta ancora dicendo tutta la verità…tuttavia, se così fosse, perché avrebbe dovuto sottolineare la forza con cui siamo stati attaccati? Infatti era stato Daisuke ad avanzare l’idea che gli assalitori fossero decisamente troppi e troppo organizzati per il valore, seppure alto, del suo carico. Tornati alla loro tenda, trovarono Daisuke pronto alla partenza. Allora avete finito di perdere tempo, oppure volgiamo starcene qui a subire un altro attacco? Cercando di non saltarli addosso, Shunsui si limitò a prendere le proprie cose, ed a riporre Gekido nel rotolo da cui lo aveva tirato fuori. Salito sulla propria cavalcatura, avrebbe guidato il gruppo al di fuori della zona commerciale e, allontanatosi un mezzo un duecento metri dall'accampamento, avrebbe portato i cammelli a virare con forza verso Sud, dove si trovava il suo villaggio. Maledicendo la lentezza della carovana, il genin aveva stimato che servissero circa due giorni per raggiungere il villaggio della Sabbia, fermandosi solo il tempo necessario a non sfinire le bestie. Tuttavia, se il falco era veloce tanto quanto gli era stato detto, era probabile che una squadra di Suna sarebbe riuscita ad intercettarli entro trenta ore. Un tempo decisamente lungo, considerando il nemico che dovevano affrontare. La verità era che nel deserto è difficile muoversi e praticamente non c’era modo di procedere occultati. Se la fortuna gli avesse accompagnati, i venti di libeccio avrebbero cancellato le loro orme entro un’ora dal loro passaggio, ma questo non sarebbe bastato a tenere i lontani i loro inseguitori. Rimuginando tra sé e sé disse: Servirebbe una tempesta di sabbia… La tempesta di sabbia era la cosa peggiore che poteva capitare durante una marcia nel deserto, ed era anche l’unica cosa che poteva dare loro il tempo che serviva.

    Nemmeno a farlo a posta, dopo mezz'ora dalla loro partenza, il vento si sollevò forte nel deserto, portando con se i minuscoli granelli di sabbia dal suolo. In breve, una tempesta di sabbia, persino più forte di quella che li aveva colti all'inizio del loro viaggio, li colpì con una forza inaudita. Shunsui fu costretto a legare i cammelli fra di loro in modo che non si perdessero nella tormenta di terra, la quale non permetteva di distinguere oltre i tre metri. Il passo della carovana venne pesantemente rallentato, e normalmente il marionettista avrebbe consigliato di interrompere la marcia. Ma quelle erano condizioni straordinarie che necessitavano di misure eccezionali. Shunsui poteva contare su di una buona conoscenza di quelle tratte e, se loro erano stati rallentati, i loro inseguitori sarebbero stati paralizzati da quelle condizioni meteorologiche. Tuttavia, la sabbia dava un falso senso di isolamento e la possibilità di non vedere da qui a qualche metro faceva sentire lo shinobi della Sabbia terribilmente vulnerabile.

    Otto ore di marcia, due di riposo, alternate da alte otto ore di marcia e due di riposo. Eccezionalmente la tempesta di sabbia non aveva accennato a diminuire, sebbene ci fossero stati dei momenti in cui il vento era stato più clemente. Avevano viaggiato senza problemi fino a quel punto, ma i cammelli ne avevano risentito tantissimo, ed ora erano stanchi e disidratati. Il genin sapeva che non sarebbero durati altre dieci ore con quel ritmo, ma l’impellenza che li spingeva ad avanzare era più forte di ogni altra necessità. Il volto di Daisuke, completamente avvolto nei veli per proteggersi dalla sabbia, mostrava solo due occhi stanchi. L’uomo non aveva parlato un gran che durante la traversata, un po’ come tutti. Tutte le forze di Shunsui erano state assorbite dal compito di non perdersi e di mantenere la direzione di marcia. Se avesse sbagliato, avrebbe potuto passare accanto alla squadra proveniente da Suna, ed allora davvero sarebbe stata la fine.

    Passarono altre cinque ore di marcia quando finalmente il vento smise di soffiare, lasciando posare la sabbia al suolo. Guardando il cielo, i ninja avrebbero capito che era quasi l’alba, sebbene si sarebbero sentiti stanchi ed affaticati per le poche ore di sonno e per la marcia. Se gli uomini stavano male, gli animali erano in condizioni ancora peggiore. Shunsui prese il cambiamento di condizioni meteorologiche in un misto di gioia e paura: avevano perso il loro scudo, ma il viaggio sarebbe andato più spedito e, soprattutto, sarebbe stato più facile prendere contatto con la squadra d Suna. Lo sguardo del genin spaziò in tutte le direzioni, fin quando non ebbe un tuffo a cuore.


    Alle sue spalle, quattro figure stavano avanzando rapidamente verso la loro posizione, cavalcando cavalli neri come la pece. Dannazione…siamo stati raggiunti….. Le sagome dei cavalieri non erano facilmente riconoscibili, ma chiaramente non era ninja di Suna. Scintillante sotto i primi raggi del sole, che già avevano alzato la temperatura di svariati gradi, una fascia grigia metallica riluceva attaccata al braccio dei nuovi venuti.


     
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