Serpenti danzanti

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  1. Waket
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    IV - Confessioni forzate



    All’inizio Febh non capì esattamente cosa lei intendesse. E non avrebbe mai proseguito con la sua confessione se avesse saputo della sua vecchia missione contro il Kokage stesso. Tuttavia ignorava questa cosa, puntando sui mesi di duro lavoro svolti e dei risultati ottenuti. Ben presto si sarebbero rivelati inutili, e finalmente avrebbe visto quel lato dello Yakushi che molti temevano.
    La sua prima reazione fu moderata. Insolita per i suoi standard, ma sembrò limitarsi ad avvicinarsi lentamente a lei, fissandola torvo, e iniziando a farle qualche domanda; il volto di Hebiko si illuminò di speranza, forse aveva davvero scelto il momento e la persona giusta. Distolse presto lo sguardo da lui, mantenendolo basso, ma con un leggero e ritrovato coraggio nella sua voce:

    Uhn… D-da relativamente poco. ...B-beh, quasi cinque mesi in realtà, ma non trovavo mai… l’occasione per dirtelo.

    Le altre domande la colsero alla sprovvista. Trovò il coraggio per guardarlo in faccia, sconvolta com’era da quella sua curiosità. Per un momento tornò in sé stessa, rispondendogli con fermezza, quasi offesa dal sentire con che coraggio se n’era uscito con una domanda del genere.

    E’ solo genetica. Io non ho niente a che fare con lui.

    Il suo sguardo si mostrava determinato, lei irrigidita dal momento, mentre fissava l’Amministratore annuire sarcasticamente. Leggermente confusa, fece appena in tempo ad ammorbidirsi per un istante, aprendo bocca per approfondire il suo discorso, quando se lo ritrovò davanti in un istante, troppo veloce perché lei potesse reagire anche solo istintivamente. Non sentiva più appoggio al terreno, e si sentiva soffocare. Il braccio di Febh, teso mortalmente verso di lei, la teneva sollevata per aria, mentre sul volto della Vipera si palesava puro terrore, alimentato non solo dalla situazione in sé, ma anche dalla sua fobia, non ancora sconfitta. Le sue mani andarono ad aggrapparsi al braccio del ragazzo, puro istinto di sopravvivenza nel sentirsi strangolare, che cercava invano di liberarla da quella presa, che al primo errore si sarebbe stretta riducendo drasticamente le poche possibilità che le erano rimaste per sopravvivere.

    F-Febh…! N-Non respiro!

    Alla sua provocazione, la Vipera rispose con un sussulto, lasciandosi scappare un gridolino quando, con solo la spinta del chakra, scagliò via tutti i serpenti nella stanza, che vedendo la loro neo “padrona”, si erano lanciati in sua difesa, inutilmente. Hebiko si dimenò per come poteva, fissando il ragazzo con gli occhi lucidi, ora preoccupata per quei rettili:

    Fer...mo! Ti prego! Non… c’entrano nulla! ...Non respiro…!

    La situazione era chiaramente invertita rispetto alla norma. Con una sola, enorme differenza: Hebiko poteva gridare e sottometterlo, ma per vari motivi non alzava mai un dito contro di lui, eccezion fatta eventuali incidenti come la porta in faccia, alla quale si era però scusata più volte, mostrandosi disponibile nel rimediare al suo errore. Febh arrabbiato era tutt’altra cosa, ora appariva come un vero e proprio jonin di Oto, freddo e letale come ci si aspetta da chi è stato nominato Amministratore. La ragazza avrebbe decisamente preferito scoprire quel lato combattendo con lui, e non contro, per quanto in quel momento non fosse in vena (né in grado) di torcergli un capello. Si sentiva forse delusa da quella reazione, nonostante lui avesse buone motivazioni; capire quanto poco si fidasse di lei l’aveva buttata già di morale, eppure nessuno dei due poteva dire di conoscersi sul serio.

    Non ho mai mentito!

    Sarebbe bastato un leggero allentamento della sua presa per permetterle di respirare senza problemi. I suoi poteri la rendevano incredibilmente flessibile, perciò se Febh non avesse chiuso completamente la sua gola, sarebbe riuscita a rispondergli con più fluidità, seppur in preda al terrore.
    Non si poteva dire che lo Yakushi si fosse ammorbidito, ma sembrava volerle dare una possibilità, insistendo su un punto per il quale Hebiko non aveva mai avuto intenzione di disobbedire.

    Non ho. Mai. Mentito.

    Si fece per qualche momento più decisa, la sua determinazione tradita solo da qualche lacrima che le sfuggiva sulla guancia. Distolse presto lo sguardo, mantenendosi aggrappata al suo braccio, visibilmente spaventata da quella situazione. Chi non lo sarebbe stato?

    Vivevo di stenti, ecco cosa facevo! Sono cresciuta nei vicoli della città. E fino a cinque mesi fa ero convinta che i miei genitori fossero solamente umili contadini. Non so nemmeno se loro lo sapessero, ricordo che insistevano nel tenermi lontana dalla vita degli shinobi, troppo pericolosa dicevano. Sono scappata. E man mano che imparavo a controllare il chakra, i miei poteri sono venuti a galla.

    Le sue provocazioni avrebbero indurito lo sguardo della Vipera, che avrebbe mostrato rabbia solo quando la minacciava, elencandole i vari metodi con i quali poteva scoprire le sue bugie.

    Non ho mentito! Usa quello che ti pare! Non cambierà una singola parola.

    Una leggera provocazione, il suo caratteraccio che tornava leggermente a galla, prima di sprofondare nuovamente, richiamato solo da quel piccolo orgoglio nel sentirsi fedele verso chi le aveva dato un’ottima opportunità di lavoro.
    Non era certo nella posizione giusta per fare domande, ma la precisione dell’Amministratore la incuriosì, e si lasciò sfuggire un’innocua domanda:

    ...Cos’è successo un anno e mezzo fa?

    Nonostante i momenti nei quali il tono di voce della Vipera sembrava volersi opporre a Febh, era ben chiaro da ogni suo gesto il terrore che provava in quel momento. Si stava pentendo di quella confessione, il loro legame non era abbastanza solido per una rivelazione del genere, e l’impegno che lei aveva dimostrato in quei mesi sembrava svanito nel nulla agli occhi dello Yakushi, che, freddo come una macchina da guerra, era diventato indecifrabile. Avrebbe potuto ucciderla in qualsiasi momento se solo lo avesse voluto, e le sue domande non sembravano dar alcuna speranza di sopravvivenza, se non togliere qualche curiosità al ragazzo prima del colpo di grazia.
    Hebiko cercò solamente di trattenere un unico dettaglio, la possessione avvenuta il giorno in cui Raizen le aveva somministrato il siero, risvegliando i suoi geni e confermando la familiarità. Sentiva che una confessione del genere avrebbe segnato definitivamente il suo destino.
     
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