Serpenti danzanti

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  1. Waket
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    VI - Il prezzo per la libertà



    I-io… Non era mancanza di fiducia, a-avevo paura…

    E per ottime ragioni, date le conseguenze della sua confessione. Febh la lasciò parlare, dandole poi i nomi di un paio di persone con i suoi stessi poteri. Non ebbe tempo di chiedergli approfondimenti, poiché la sua ultima frase le fece raggelare il sangue, indietreggiando in preda al terrore. Raccontargli delle voci fece reagire il ragazzo in modo sufficientemente inquietante da lasciar sì che le sfuggisse un mugolio, il sorrisetto dello Yakushi non prometteva nulla di buono, considerando soprattutto la serietà con la quale si stava comportando. Pur con le lacrime che scendevano copiose, la Vipera trovò la forza di rispondere con tono aggressivo alla successiva provocazione, sibilando a pugni stretti, quasi gridandogli addosso:

    L’ho già fermato una volta! E lo farò altre due, tre, mille volte se necessario! Perchè mi sottovaluti così tanto!?

    Sussultò, temendo di aver esagerato coi toni. Si fece nuovamente piccina, stringendosi le braccia, singhiozzando senza riuscire a mantenere lo sguardo verso lo Yakushi.

    Voglio solo sapere di non essere sola quando accadrà… H-ho bisogno di qualcuno che sappia guidarmi…

    I serpenti le si avvolsero attorno, incapaci però nel darle conforto in quel momento. Qualche sibilìo aggressivo sarebbe stato rivolto verso Febh, quando si voltò inquietante verso la ragazza, con lo sguardo di un boia che fremeva poco prima di posare la lama sul collo della sua vittima inerme: Hebiko rabbrividì, abbassando la testa ed aspettandosi il colpo di grazia. Colpo che non arrivò, sostituito da un gesto più dolce, reso comunque terrificante dal momento. Un brivido le percorse tutta la schiena, mentre ancora singhiozzava, ascoltando il consenso per parlare con la creatura. C’era ancora speranza.
    Si asciugò le lacrime, sforzandosi di fare qualche respiro profondo, facendosi leggermente più seria, per quanto la voce ancora tremante tradisse la serietà delle sue parole.

    Se v-vuoi lasciarmelo fare perché speri che la coscienza di quel verme esca a-allo scoperto, allora evita.

    L’ultima frase dello Yakushi accese una fiamma dentro di lei, la stessa fiamma che aveva impedito ad Orochimaru di impossessarsi di lei la prima volta. Lo fissò negli occhi, senza paura.

    Non minare la mia libertà. Per favore. Non andar contro al mio ideale.

    Avrebbe mantenuto lo sguardo qualche secondo, irremovibile. Per quanto fosse grande la paura, il timore di dire la cosa sbagliata, non voleva che lui la mettesse alle strette in quel modo, non poteva, o avrebbe perso irrimediabilmente la sua fiducia.
    Scese la scaletta, ancora seguita dai serpentelli, un mamba nero sulle sue spalle a confortarla da vicino, mentre lei osservava impressionata la creatura, vicinissima ad essa.

    Sei bellissimo… Come hanno potuto ridurti così…

    Lo lasciò parlare, con gli occhi lucidi ma uno sguardo determinato, pronto a ribattere alle sue parole. Il suo tono però aveva una gentilezza che fino ad ora non aveva mai avuto modo di dimostrare.

    Non potrei mai uccidere una creatura come te. Se sarai tu stesso a volerlo, probabilmente sarà Febh stesso a farlo, senza farti soffrire ancora. Ma prima ascoltami.

    Si mostrò leggermente più aggressiva all’ennesima ripetizione del “sei solo un suo pupazzo”, stringendo i pugni lungo i fianchi:

    Lui mi ha solo creata per esserlo. Illudendosi che avrei accettato senza fiatare. E quando ne ha avuto bisogno è arrivato, sicuro, troppo, che non avrei posto resistenza. Invece l’ho respinto. Non sono ancora abbastanza forte da sconfiggerlo del tutto… Ma tu! Come puoi solo pensare di essere più debole? Hai accettato tutti i suoi trattamenti perché ti ha lasciato credere di poterti controllare… E gli hai creduto! Quella voce che senti, continua a farti credere che tu abbia bisogno di lui… Non è vero? Sono tutte bugie. Ha bisogno di noi ora come non mai, e vuole farci credere che siamo noi a volerlo.

    Si fermò, sospirando, comprendendo di non poter trattare quell’argomento con leggerezza, ma essendo lei stessa una vittima di quel trattamento, doveva tentare.

    Non voglio niente da te. Vorrei poterti liberare, ridarti la vita che ti meriti. Questa gabbia è nulla confronto a quella che c’è ora nella tua mente. Voglio offrirti il mio aiuto. Nessuno di noi due vuole che quel verme l’abbia vinta. Ribelliamoci insieme. Se una kunoichi insignificante come me c’è riuscita una volta, tu, Manda, puoi riuscirci a tua volta. Schiaccialo, stritolalo nelle tue spire, fagli capire chi comanda davvero! ...Forse c’è una cosa che vorrei chiederti.

    Lo guardò con l’aria di chi chiedeva un enorme sacrificio al proprio amico. Portò nuovamente le mani al petto, lei stessa sapeva che c’era qualcosa di sbagliato nella sua idea, che potevano essercene altri come lei che erano stati ingiustamente a quel destino. Ma non poteva salvarli tutti.

    Aiutami a trovare ed eliminare ogni ricettacolo rimasto. Insieme. Se le voci si rifaranno vive, le combatteremo insieme. Non gli permetterò di manifestarsi. Febh lo ha ucciso, ed il minimo che io possa fare per dimostrargli quanto sia grata per questo, è finire il suo lavoro. ...Per favore…

    Allungò lentamente una mano, vicina sì alla bestia, ma non abbastanza da toccarla. Sarebbe stato lui a decidere. Probabilmente stava osando troppo, sperava solamente che la sua sincerità fosse sufficiente a convincerlo.

    Uniamo le nostre forze. Liberiamoci da questo incubo. Chiedimi qualsiasi cosa in cambio, ma dammi prima la possibilità di renderti davvero libero.
     
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