Al Tempio della Nebbia - La Settima Riunione di Kiri

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  1. -Hidan
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    La Settima Riunione di Kiri

    I


    [Nella settimana precedente]

    I ricordi si succedevano confusi nella mia mente.
    Ricordavo di aver attraversato le vaste paludi insieme ai miei compagni.
    Insieme a Lei.
    Le piane devastate. I corvi. I morti.
    Lo shulviano disperato, in ginocchio di fronte alle immense porte chiuse.
    Un rantolo di morte percorse la mia schiena, quasi fino a farmi drizzare i capelli.
    Lei era lì, con un uomo ai suoi piedi. Una minuscola ferita sulla sua gamba.
    E' da quel momento che facevo fatica a ricordare cosa fosse successo. Quando non dormi da una settimana la realtà ti sembra un sogno; i sogni diventano la realtà.
    Il problema è che spesso i sogni sono incubi.
    Il viaggio di ritorno era stato frenetico, con Lei sulle mie spalle, mentre correvo talmente veloce da lasciare indietro i miei compagni, fino alla costa almeno.
    Minacciai il capitano del primo vascello che trovai, dicendogli che gli avrei tagliato la testa a metà se non si fosse diretto immediatamente verso la Nebbia.

    Fu portata in ospedale. Giorno e notte aspettai il cenno di un suo sorriso accanto al suo letto, ma la febbre era incessante così come il dolore.
    Non abbandonai mai il suo capezzale, neanche quando fu trasferita a casa del padre.
    Non era certo quello il modo in cui mi aspettavo di conoscerlo: una cena formale che avrei finito puntualmente per rovinare... l'avrei preferita.
    Le notizie dei casi che aumentavano all'interno del Villaggio aumentavano, ma non mi interessa.
    Io ero accanto a Lei, e lì sarei rimasto, anche se il mondo fosse caduto. Era diventata Lei il mio mondo.
    Fu, forse, dopo più di una settimana che il mio corpo smise di resistere, e mi addormentai.
    Non seppi dire per quanto tempo dormii accanto al suo capezzale, mentre tutto il mondo fuori andava in fiamme, corrotto dal misterioso morbo di Shulva.
    L'unica cosa che so è che, quando mi svegliai, non ero più vicino a Lei.
    O meglio... non ero più nello stesso posto.
    Cercai di destarmi dal sonno, strizzando gli occhi, ma quando furono di nuovo aperti, mi accorsi che quello non era un sogno. Ero in un'ampia stanza, circolare, in cui ero stato molte volte. Era l'ufficio di Itai Nara.
    Finalmente ti sei alzato, ragazzino. Mi girai di scatto verso l'origine della voce. Dinanzi alla porta d'ingresso si ergeva un uomo dai folti capelli bianchi, come la sua pelle, in un elegante kimono di varie tonalità di nero e rosso. [Img]kaguya_ginjo_by_arrancarfighter-d5o9wjg Incominciavo a pensare che ti fossi ammalato anche te. Evidentemente la tua continua esposizione al morbo deve averti garantito un certo tipo di immunità. Alle mie spalle, con una voce fredda e cupa, un ragazzo di medie dimensioni, coperto quasi interamente da del bendaggio bianco, attendeva con le braccia conserte nella penombra. [Img]kuramore_of_the_mist_by_mysterious_flame-d4wz2s5
    Quanto siete burberi! Lasciatelo in pace, non avete sentito?! La ragazza da cui è nata l'epidemia era la sua fidanzata! Una terza voce, limpida e cristallina, apparteneva ad una ragazza dai capelli biondi, attraente e raffinata, seduta con le gambe incrociate sulla scrivania del Mizukage. [Img]izanami_2_by_shiroi_hi-d56c1k0
    Mi rialzai di scatto dal divanetto in cui mi ero svegliato. La prima reazione fu quella di cercare Sameha al mio fianco. La mano afferrò il nulla. Il tuo coltellino è al sicuro, non preoccuparti. Ti verrà restituito a tempo debito. Dopo che lui ti avrà parlato. Sono successe molte cose in questi giorni, mentre te giocavi a fare il crocerossino. L'uomo dalla carnagione albine fece un passo di lato, aprendo con una mano la grande porta dell'ufficio, rivelando una figura che mai avrei pensato di poter vedere.
    Non che conoscessi il suo viso, ma gli abiti non potevano trarre in inganno: il daimyo dell'Acqua era a Kiri. Entrò a passo lento nella stanza, andandosi a sistemare su una poltrona in pelle nera. Akira Hozuki... Capo delle Squadre Speciali di Kiri... Dobbiamo parlare di molte cose. Come forse te ben saprai, una strana epidemia si è impossessata del Villaggio, ed io sono qui per ristabilire l'ordine e la sicurezza del nostro Paese. Tu, come servo di Kiri, mi aiuterai a farlo, visto che Itai Nara non può più farlo. Le informazioni su Shulva le ho apprese dal rapporto del giovane Mizukiyo. Adesso dobbiamo pensare a rendere Kiri di nuovo stabile, i tempi sono bui, non possiamo permetterci sbandamenti o cenni di debolezza. Le parole caddero come dei massi sulla mia coscienza. Di cosa diamine stai parlando?! L'idea di essere di fronte alla massima autorità del Villaggio dell'Acqua, ovviamente, era già uscita dalla mia testa. Dov'è itai?! Dov'è... Lei?! Un brusco cenno della sua mano sinistra mi zittì. Forse non ci siamo capiti, Hozuki. Io qui parlo, tu annuirai ed eseguirai i miei ordini. Itai non è più qui, probabilmente non tornerà più. Asmodai sarà il suo successore. La vena sulla mia tempia pulsò. Asmodai?! O vorresti dire Seinji Akuma?! Cosa sta dicendo?! Ma lo sa almeno chi è in realtà?! Sa cosa ha fatto o cosa ha cercato di fare?! Ha cercato di uccidere due kage, è stato più tempo un nukenin che un ninja di Kiri... Non può sostituire Itai, neanche temporaneamente! Come fa ad affidargli un incarico del genere! Deve essere lei a prendersi le sue responsabilità e restare qui finché non tornerà Itai! La questione del Mizukage può aspettare! Ci sono cose più urgenti... Seinji era un buon ninja, ma non era un leader. Non era in grado di poter sostituire Itai, in alcun modo. Che lui sia l'unica risposta non significa che sia anche la soluzione! Mi dia del tempo, tornerò a Shulva e troverò una cura. Distruggerò quella città, roccia dopo roccia, se deve essere necessario... Due settimane. Mi dia due settimane.

    [Oggi]

    Gli avvenimenti di due giorni prima sarebbero, forse, stati resi noti ai più nei giorni che si sarebbero susseguiti, ma in quel preciso nessuno era a conoscenza di quel che era successo. In piedi, accanto al daimyo, a braccia conserte, aspettai che tutti i ninja presero il loro posto, osservandoli uno per uno in volto. Spaesati, spaventati.
    Non sapevano a cosa stavano andando incontro.
    Ed io non potevo fare nulla per proteggerli. Per proteggere... lei.
    Il mio corpo, completamente coperto dalla speciale tuta, era evidentemente debole. Il mio viso, solcato da due profonde occhiaie, lasciava trasparire più stanchezza e dolore di quanto non volessi far apparire.
    Il daimyo fece proprio quelle che mi aveva detto: altre due delle Sette furono donate a Ryuu e Keiji.
    Forse l'unica scelta quantomeno sensata di quell'uomo.

    Poi venne il mio turno, anche questo come secondo scaletta.
    Il mio compenso, il mio premio.
    Parole diverse per esprimere un concetto identico, ma che poco aveva di affine all'idea di "onore".
    Non parlai, neanche un fiato, mentre prendevo dalle mani del mio signore la spada più famosa al mondo.
    Avrei saputo sfruttare a mio vantaggio questa sua scelta. Chinai leggermente il capo, prendendo con entrambe le mani il prestigioso rotolo. Pelle di Squalo mi aiuterà a sconfiggere i nemici di Kiri. Tutti. Parlai a bassa voce, in risposta al daimyo, cercando il suo sguardo con il mio. Shinobi della Nebbia... Supereremo insieme questo periodo difficile, ve lo prometto. Chiunque mi avesse conosciuto, avrebbe colto immediatamente dal mio tono che qualcosa mi turbava nel più profondo, ancor di più di quanto il mio aspetto fisico non potesse dire.
    Il piano era già stato preparato.
    Per Kiri.
    Per Lei.

    Da questo momento in poi non utilizzerò più alcun PnG, che saranno manovrati dal QM della giocata.
     
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82 replies since 29/11/2016, 22:38   3290 views
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