Al Tempio della Nebbia - La Settima Riunione di Kiri

Amministrativo

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  1. Yusnaan
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    Parlato Ryuu
    Parlato Sanbi
    Parlato Daimyo


    La settima riunione di Kiri

    Scossa


    La tensione nella sala principale del tempio sembrava continuare a crescere, in particolar modo nel giovane Mizukiyo, che altro non aspettava che sapere se il suo sensei era davvero assente per qualche motivo, e se i suoi sospetti erano fondati. La paura di conoscere la risposta lo spaventava, non volendo credere che fosse rimasto anche lui vittima della malattia, quindi non poté far altro che ascoltare con attenzione ogni parola pronunciata dall'alta autorità lì presente.
    Le prime parole di quest'ultimo, confermarono i suoi timori, che si ingigantirono guardando il suo aspetto preoccupato e nervoso, e divenne sempre più ansioso di voler sapere la verità. Cosa aspettava a dirlo? Era così grave? Perché tentennava? La cosa stava diventando davvero snervante per il Mizukiyo, che attendeva una netta risposta alle sue domande, e che per fortuna, alla fine arrivò sul tono di voce grave del Daimyo.
    Itai Nara sebbene mantenga il suo titolo, al momento non è presente nel villaggio, a causa della pestilenza che ha causato la quarantena. Il nostro Mizukage è partito alla ricerca di una cura e... Non possiamo assicurare con chiarezza la data del suo ritorno. Per questo motivo, sono costretto a prendere provvedimenti.

    In quel momento, Ryuu si sentì crollare il mondo addosso.
    Era sempre vissuto nella sicurezza che il suo mizukage sarebbe rimasto sempre al villaggio, governandolo e proteggendolo. Era stato il suo maestro fin da quando entrò a far parte del mondo ninja, tanto è verto che fu proprio lui a promuoverlo al grado di genin, testando le sue abilità e qualità, insegnandogli tante cose e dandogli delle lezioni di vita. Avevano passato anche altri momenti insieme, tra cui la notte che gli cambiò la vita, quando il demone a tre code si insidiò dentro di lui, ed i momenti difficili passati da allora, che con la sua saggezza di jinchuuriki vissuto, era riuscito a fargli superare.
    Fino a quel giorno, era vissuto nella convinzione che qualora ci fossero stati problemi, il suo sensei avrebbe potuto risolverli senza indugio o proteggerlo da eventuali criminali che volevano il potere del suo bijuu, ma ormai tutto ciò era crollato. Se non si era a conoscenza della data del ritorno del Mizukage, sarebbero potuti passare pochi giorni, come molti anni, e ciò equivaleva ad una perdita irreparabile a cui avrebbe dovuto abituarsi.
    Rimase paralizzato sulla sua sedia, con lo sguardo stravolto, perso nel vuoto, quando un cupo ed irritante frastuono risuonò nei meandri della sua mente. Lo sentì affiorare come un eco lontano, quasi soffocato, ma di cui avvertì forte e chiaro la ragione. Il Sanbi stava trattenendo una risata che sfociò in una ridacchiata quasi soffocata, ma che con la sua voce altisonante era impossibile da non udire.

    Ma pensa un po' che situazione. Sei rimasto tutto solo, a quanto pare.


    Al sentire quelle parole, Ryuu non ce la fece più a resistere, raggiungendo immediatamente il suo mostruoso "amico" nei meandri del suo mondo interiore, ritrovandosi nuovamente in quella gigantesca grotta fredda e umida, davanti al cancello che teneva prigioniero il suo ospite. Il suo sguardo era furioso verso il demone che aveva l'ardore di ridere alle disgrazie altrui, senza ritegno.
    Mi spieghi che c'è che non va in te? La voce del genin era piena di collera, ma ancora con un tono mantenuto, non avendo mai parlato in quella maniera a quell'odioso mostro, ma non importandosi minimamente, in quegli istanti, di chi avesse difronte.

    Abbassa la cresta, microbo.


    No! TU, abbassa la cresta! Hai proprio rotto le scatole, si può sapere perchè ti rendi tanto odioso.

    Per me, la scena è di una comicità unica. L'insettino è volato via con il tuo kage e ora ti ritrovi con il culo per terra.
    ...
    Hai paura, ammettilo.


    Lo sguardo del genin era rivolto verso l'occhio buono del Sanbi, ascoltando in silenzio le sue dure parole. I suoi pugni erano serrati, per la rabbia che gli ribolliva dentro come lava, e che alla fine esplose tutta in una volta quando il demone finì di provocarlo. Tutti i suoi sentimenti repressi, tutta la sua tristezza, dolore e paura si trasformarono in odio e rabbia che riversò sul mostro che aveva davanti, cominciando a prendere a calci e pugni le possenti sbarre di metallo, incurante delle lesioni che man mano si provocava, ed urlando con tutta la voce che aveva in corpo.
    SONO STUFO DI TE! PERCHE'! DEVI! FARE! COSì! CHIUDI QUELLA BOCCA! TI ODIO! DEVI STARE ZITTO! ZI-TTOOOO!!!
    Il ninja fu sospinto istantaneamente via da una forza invisibile, seguita dalla potente voce del Sanbi.

    Vedi di non provocarmi!


    Ryuu venne catapultato indietro di diversi metri, prima che riuscì a riprendere stabilità e poggiare i piedi su quel liquido azzurro luminescente che ricopriva il fondo della grotta, accorgendosi di 4 grossi proiettili d'acqua che viaggiavano veloci verso di lui. Prontamente alzò una mano per evocare dall'acqua un gigantesco muro su cui andarono ad impattare i colpi, per poi riprendere parola, sostenendo il tono di sfida del demone.
    Sei tu che non devi provocarmi! Qui ho io il controllo.

    TU NON CONTROLLI PROPRIO UN CAZZO DI NIENTE!


    L'imponente ed infuriata voce del Sanbi si diffuse in tutta la grotta, facendo tremare le pareti e l'immensa pozza d'acqua su cui erano sospesi, agendo infine sul muro acquatico alzato da Ryuu, che andò a trasformarsi in un'enorme bocca con le fauci spalancate, che si abbatterono su di lui e lo trascinarono affondo.
    Quella situazione ricordò al genin la prima volta che si ritrovò faccia a faccia con il suo bijuu, quasi venendo affogato in quell'acqua cristallina, ma stavolta non trovò nessuna forza che si opponesse alla sua risalita in superficie, riemergendo lentamente e con lo sguardo abbattuto.

    Se tu sei ancora vivo, lo devi soltanto a me.



    Le forze gli erano ormai venute a mancare, quando si ritrovò immerso in quella pozza d'acqua azzurra, riemergendo senza più voglia di continuare ad andare avanti. Il suo maestro non c'era, il villaggio era in preda ad una tremenda epidemia ed ora, anche dentro la sua mente si rese conto di non avere alcun tipo di potere per avere sotto controllo la situazione.
    Tutto gli era sfuggito di mano, o meglio, non era mai stato niente nelle sue mani. Era in preda allo sconforto più totale, bagnato fradicio e messosi in ginocchio sullo strato di liquido, non avendo la forza di rimettersi in piedi. Poggiò le mani sulla superficie per lui solida, e lentamente trasformò la furia di poco prima in tristezza, lasciando pian piano andare via delle lacrime che andarono a mischiarsi con il lago sottostante.
    Con il fiato tremolante, provò a rivolgersi a quello che per lui era la causa dei suoi problemi, con una voce chiaramente sconfitta, tra un singhiozzo e un altro che non cercavano ormai più di trattenere il suo sconforto sfociato in disperazione.
    Perché fai così...
    ...
    Che vuoi da me?

    Tentò invano di cercare una spiegazione a tutto quel male che il demone gli affliggeva giorno dopo giorno, tormentandolo e provocandolo apparentemente per puro divertimento, ma in quegli istanti, neanche il demone stesso sembrò trovare una valida ragione. Nella buia grotta, solo il dolore del genin risuonava nell'aria, che diede infine un pugno nell'acqua ed alzò il capo, gridando ancora una volta la sua collera con tutta la voce che poté.

    CHE COSA VUOI DA MEEEEEE!!!


    I muscoli del collo si rilassarono di nuovo, facendo chinare ancora la testa e lasciando andare il genin a battere la fronte sull'acqua, non sapendo più che altro fare per ottenere una risposta.
    Il Sanbi fissò in silenzio la scena, quasi come se fosse a disagio per l'aver messo quel ragazzo in una tale condizione, ma senza perdere il suo tono sostenuto, sebbene più calmo rispetto a prima, diede la risposta che in fondo Ryuu già conosceva.

    Io voglio solo la mia libertà.


    Seguirono alcuni istanti di silenzio, in cui il giovane smise finalmente di piangere, riprendendo il controllo del suo corpo ed alzando leggermente la testa dall'acqua. Purtroppo sapeva che la richiesta del bijuu era impossibile da accontentare, a meno che non avesse voluto sacrificare la sua vita, ma anche allora, non avrebbe fatto altro che liberare un mostro gigantesco che avrebbe vagato libero per il mondo, e ciò non era concepibile per l'animo del genin.
    Scossa lievemente la testa e con la poca voce che gli uscì dalla gola, rispose a sua volta.
    Non posso accontentarti.
    Lo sguardo del Sanbi rimase impassibile, conoscendo già, ovviamente la cruda risposta.

    Allora non abbiamo più niente da dirci.
    Ti stanno chiamando.


    I pensieri del ninja tornarono alla realtà, essendosi ricordato di essere ancora alla riunione presidiata dal Daimyo, ed in men che non si dica, senza rivolgere ulteriore parola al demone, uscì dalla dimensione all'interno della sua mente e si ritrovò di nuovo nella sala del tempio, dove era stato appena pronunciato il suo nome.
    I suoi occhi erano lucidi per le emozioni provate fino a quel momento, ma dovette fare i conti con la vita all'esterno e realizzare che era stato chiamato a raggiungere il capo del Paese dell'Acqua. Le sue gambe erano deboli, ma con un piccolo sforzo si affrettò a raggiungere la posizione del Daimyo insieme ad un altro ninja che era stato convocato insieme a lui.
    Non capiva per quale motivo stesse succedendo, guardando intorno la gente che lo fissava senza capirne il perché, ma continuò ad andare avanti fino a ritrovarsi a pochi passi dal capo del Paese, circondato delle sue guardie.
    L'uomo continuò a leggere il rotolo che aveva davanti, pronunciando belle frasi fatte che in quel momento non scalfirono minimamente il Mizukiyo, almeno fino a quando non rivelò il motivo di quel trambusto. Per un attimo, Ryuu credette di star per ricevere una promozione, ma insieme al rotolo che gli venne porto, udì parole fuori dalle sue aspettative.
    L'anziano signore aveva appena consegnato una delle sette spade di Kiri nelle sue mani, che prese molto delicatamente e facendo un inchino in segno di ringraziamento, dopo che ebbe elaborato il regalo ed il compito che gli erano stati affidati.
    Grazie, Daimyo-sama. Furono le uniche parole che riuscì a pronunciare.
    Avrebbe preferito di gran lunga che fosse stato il suo mizukage a donargliela, come promesso nella scorsa riunione, perchè se lo fosse meritato e non come gesto asettico per trovare un padrone ad una spada che non gli apparteneva. Ricevere una delle sette spade era sempre stato uno dei suoi desideri ed era un grande onore esserne il custode, ma in quel momento, la sua mente era altrove.
    Per fortuna, il suo volto coperto permise di non rivelare la sua espressione totalmente assente, e dopo che il Daimyo fece lo stesso anche con il ninja di fianco a lui, tornò a sedersi al suo posto come se niente fosse successo, stringendo nella mano destra il prezioso rotolo.
    Vagò ancora per un po' tra vari pensieri, non dando molto conto a quello che stava accadendo attorno a lui ed attendendo che si passasse a discutere di questioni importanti, come trovare dei rimedi per quella malattia tremenda, quando improvvisamente la sua attenzione venne del tutto risvegliata all'udire dettagliate parole.
    Kiri non può restare indifesa in un momento del genere. Non senza un Kage attivo e sicuro. Vieni avanti, Asmodai.
     
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82 replies since 29/11/2016, 22:38   3290 views
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