Sexyguaio

In Amministrazione c’era il delirio. Era un giorno tranquillo, i membri più importanti erano temporaneamente assenti, e la più alta carica presente era proprio Hebiko. L’unica alla quale rivolgersi in caso di urgente necessità.
Urgente perché con tutti quei dipendenti assenti aveva sulle spalle un mucchio di responsabilità, e la cosa la innervosiva parecchio. Finchè doveva badare alle sue cose tutto bene, ma quando doveva badare anche al lavoro di altri la cosa si faceva più stressante e meno organizzata. E la mancanza di organizzazione la mandava in bestia. Per quel motivo, non appena sentì la porta aprirsi con decisione, con il suo braccio allungabile afferrò il torso del povero impiegato di turno, alzandolo da terra senza nemmeno far caso alla sua espressione terrorizzata.

Forse non sono stata chiara. O forse c’è davvero qualcosa per la quale vale la pena disturbarmi. Hai dieci secondi prima che ti scaraventi fuori, e qualsiasi danno collaterale non sarà una buona scusa per farti smettere di lavorare.

Il ragazzo deglutì, facendosi forza e balbettando ciò che avevano intravisto dalla finestra:

U-un incendio! Nel b-bosco! No-non sappiamo a chi rivolgerci s-se non a te!

La Vipera lo lasciò andare come un sacco di patate, buttandoglisi addosso subito dopo; lo prese per il colletto, tirandolo a sé, con espressione tra lo stressato e il furioso.

E cosa dovrei fare io secondo voi?! Non conosco jutsu d’acqua!! Come dovrei comportarmi di fronte ad un incendio?! Possibile che senza di me affoghiate in un bicchiere d’acqua?!?

Lo lasciò lì, gettandolo a terra senza troppi complimenti, mentre si fiondava fuori, notando il fumo nero che si innalzava verso il cielo. Tutto lasciava presagire che fosse l’inizio di un incendio che rischiava di causare ingenti danni. Dopo aver ordinato a chi era rimasto in Amministrazione di badare alle cose importanti e di cercare con urgenza dei rinforzi, partì di corsa, in direzione della fonte di quel fumo, sperando che non fosse così grave come dava a credere e che potesse risolverlo da sola senza sprecarci troppo tempo. Col fiatone, più per l’ansia che per la fatica, si precipitò in uno spiazzo leggermente più aperto nel bosco, arrivando davanti alla causa di tutto.