Sexyguaio

L’approccio che Dorian usò con Hebiko la mise in difficoltà. Porse la mano aspettandosi una comune stretta, finendo invece col ricevere un baciamano, con tanto di piccolo inchino. Colta di sorpresa, non riuscì a trattenere un misto di confusione ed imbarazzo, decisamente lecito visto il posto nel quale era cresciuta, chi mai si aspetterebbe un individuo del genere ad Oto?
Il successivo commento fu sufficiente a farle ritrarre la mano, arrossendo visibilmente ma fissandolo con l’aria di chi apprezzava poco quel genere di approccio, e si premurò di farglielo notare.

Eri partito bene. Lavoraci su.

A quanto pare l’uomo non conosceva il pazzoide nudo, ma quest’ultimo non tardò a presentarsi, avvicinandosi ai due concentrandosi solamente su Dorian, lasciando che la rabbia della Vipera ribollisse più del dovuto. Non appena i discorsi si spostarono su questo Kuso che per qualche motivo aveva spiato l’altro uomo, uomo che probabilmente abitava ad Oto, essendo stato attratto anche lui dal fumo nero che saliva, Hebiko prese in mano la situazione preparandosi a sfogare la sua rabbia contro colui che le aveva fatto perdere tempo e mandato in panico l’Amministrazione.
Un braccio si allungò rapido alle spalle di Kuso, prendendo saldamente la sua nuca con la mano e spingendolo malamente a terra, avvolgendosi poi al suo collo e tirando la testa verso l’alto, mentre un piede schiacciava sulla schiena, tenendolo saldo a terra.

Hai la MINIMA idea del tempo che mi hai fatto perdere per quel tuo stupido idolo di fuoco? Ti do la possibilità di trovare una buona giustificazione per il tuo potenziale incendio, prima che io stessa dia fuoco al tuo piccolo “idolo”.

Avrebbe cercato di mantenere la stretta il più dolorosa possibile, senza però finire con il farlo svenire o ucciderlo. Non ancora perlomeno. Si sarebbe voltata verso Dorian, infierendo a Kuso se fosse stata interrotta in qualsiasi modo:

Sei di Oto, vero? Mi dispiace che questo tizio ti abbia disturbato, spiandoti. Lascia fare a me, gli insegno un po’ di buona educazione.

Sibilò nuovamente verso la sua vittima, con sguardo carico d’odio. Per lei la privacy era qualcosa di sacro, perciò agì in quel modo soprattutto per mostrare protezione verso un suo concittadino, farlo sentire al sicuro nel suo villaggio, senza che strambi individui potessero disturbare la quiete senza che venissero puniti. Certo, cose del genere in realtà capitavano di continuo, più a donne che a uomini, così come cose ben peggiori, e si vedevano quotidianamente per strada. E la Vipera non sempre si curava di queste ingiustizie, dipendeva dal suo umore. Per quanto l’approccio troppo diretto di Dorian le avesse fatto fare un passo indietro, dava tutta l’impressione di essere un uomo per bene, perciò si sentì in dovere di proteggere un “cittadino modello”, al contrario di un infiltrato fin troppo esuberante. Non poteva certo immaginare che Dorian si era già infatuato del pazzoide mascherato.