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[Free Shunsui & Asami]

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    Sabotatori
    Paese della Risaia



    Quella mattina, Shunsui ed Asami, nonostante le centinaia di chilometri che li dividevano, avrebbero ricevuto la medesima sorpresa. Un corvo, recante il sigillo del villaggio segreto del Suono, li avrebbe raggiunti con una missiva urgente. Vergate con inchiostro nero su carta bianca, le parole recitavano:

    CITAZIONE
    Con la presente, si convoca Asami Hoshiyama entro due giorni nel paese della Risaia, nella base accademica di Hitori, posta a 30 chilometri a nord del villaggio del Suono.

    Comunicazioni come quella erano piuttosto frequenti e significavano una sola cosa: una nuova missione stava per iniziare.

    [...]



    La base accademica di Hitori era una struttura molto contenuta, composta da un solo edificio. All'interno si svolgevano per lo più operazioni di pianificazione e distribuzioni di incarichi, ed il tutto era gestito principalmente dai ninja otesi per operazioni sul territorio. Shunsui era già arrivato da una mezz'ora quando anche Asami entrò nella struttura. Vedendola, il genin si alzò dalla sedia sulla quale stava aspettando, andandole incontro: Asami, ciao! Anche tu qui? Che coincidenza... iniziando a parlare delle modalità con cui erano stati contattati, i due ninja non ci avrebbero messo molto a capire che la comunicazione era arrivata loro nello stesso momento e che, quindi, erano probabilmente stati chiamati per lo stesso motivo. E' da un po' che non ci si vede...un peccato che le lezioni con il sensei Asmodai non si facciamo più spesso! Bhè se saremo in missione insieme avremo sicuramente modo di aggiornarci...! Sai..Shunsui Abara e Asami Hoshiyama..? un uomo con i capelli neri raccolti in una treccia e recante il coprifronte di Oto avrebbe interrotto il marionettista avvicinandosi....sì, eccoci...Scusate l'interruzione...sono Ayate Kumiso. Se mi volete seguire... Il ragazzo li avrebbe guidati attraverso un corto corridoio per farli entrare in una stanza adorna solo di un tavolo e tre sedie. Ad occhio e croce l'otese aveva più o meno la stessa età di Shunsui, ma il suo vestiario lasciava intendere che il suo grado era decisamente più alto. Accomodatisi, Ayate avrebbe detto:Grazie per essere stati puntuali. Vi abbiamo convocato qui oggi perchè il vostro servizio è richiesto per risolvere una faccenda che interessa il villaggio di Oto e tutta l'accademia.Il suo tono era greve ed il suo volto una maschera di seria professionalità. L'uomo avrebbe spinto verso i due genin dei fascicoli. La vostra missione riguarda una compagnia chiamata NinTech. Producono armamentario bellico per Oto e per l'Accademia. Tuttavia, le nostre spie ed informatori ci hanno rivelato che la NinTech stia iniziando a collaborare con alcune losche figure, probabilmente connesse con Kurotempi. Chiaramente non possiamo tollerare una cosa del genere...soprattutto considerando la vicinanza della struttura ad uno dei quattro villaggi fondatori dell'Accademia. Kurotempi era uno dei grandi mali che affliggevano l'Accademia ed era la causa di una lotta perpetua e senza esclusioni di colpi. ...ci erano già arrivati alcune voci che la compagnia avesse iniziato traffici illeciti, ma adesso la situazione si è aggravata. La nostra fonte ci ha rivelato che la compagnia sta sviluppando un agente patogeno capace di diffondersi per via aerea, ed in grado di uccidere migliaia di persone nell'arco di pochi minuti. Il vostro compito è di infiltrarvi nella compagnia e distruggere i campioni organici della sostanza. Nella struttura è già presente la nostra fonte di informazioni che vi aiuterà nella missione, e provvederà alla distruzione di tutti i documenti su questa nuova arma. Raccoglierà anche le prove del tradimento della NinTech e li faremo chiudere. Ayate avrebbe quindi indicato nuovamente i fascicoli che i due genin avevano davanti.Nei fascicoli, oltre alcuni dettagli sulla compagnia, ci sono le identità che sono state create apposta per voi. Vi faremo entrare nella compagnia come neo dipendenti. Tu, Shunsui, verrai affidato al dipartimento di esplosivi, e tu Asami a quello relativo alla fabbricazione di droghe e tonici.Nei fascicoli erano riportati tutti i finti background dei due personaggi che i genin avrebbero dovuto impersonare. A Shunsui era toccato un ragazzo nel paese Gelo, il quale aveva lavorato come mercante e con buone conoscenze chimiche. I vostri profili ricalcano in parte le vostre attuali conoscenze. Siete stati inseriti nel percorso di formazione dell'azienda, quindi non dovete già conoscere gli ambiti in cui andrete a lavorare. La vostra missione potrebbe durare diverse settimane, quindi studiate bene la vostra parte. Avete domande? Una volta risposto ad eventuali quesiti, avrebbe detto: Un'ultima cosa. La struttura è dotata di sensori che rivelano le fonti di chakra. Si suppone che voi non abbiate nessuna dimestichezza con l'utilizzo dello stesso, quindi vi verrà impresso un sigilli per reprimere completamente il vostro chakra. Il sigilli schermerà la vostra energia spirituale e non si spezzerà fino a quando non utilizzerete eccessivi consumi di chakra. Avrebbe quindi composto una serie ci dieci posizioni magiche, ed avrebbe poggiato la sua mano destra sulla schiena degli shinobi. Un sigillo, composta da migliaia di minuscole scritte, sarebbe comparso solo per un secondo sulla pelle dei genin per poi diventare invisibile. Il sigilli stesso non può essere individuato, quindi potete stare tranquilli. Domani vi porteremo con due carri separati all'azienda. Buona fortuna.
     
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    Il freddo dominava l’intero paese del Fuoco in quel periodo. Le strade al mattino presto, erano solitamente ghiacciate. L’aria gelida di scagliava su piante e altri esseri viventi, creando un sottile strato di brina. Fortunatamente durante il giorno quest’aria veniva riscaldata dai potenti raggi del sole. Ma al calar di esso ecco che l’aria si raffreddava nuovamente. Ma non per questo gli abitanti di Konoha rinunciavano ad uscire. Infatti, nonostante l’aria glaciale che riusciva a ghiacciare l’unica foglia presente su un ramo di un albero, nel cielo non c’era nemmeno una nuvola. Numerose stelle brillavano quello spazio bluastro. Ed anche quella sera, come quella mattina e tutti gli altri giorni, le strade del villaggio della foglia erano affollate. L’area commerciale della città e le vie principali offrivano alla popolazione numerosi ristoranti dove poter mangiare e bere qualcosa. Era solito, tra gli shinobi e non, recarsi in quei luoghi dopo una missione o il lavoro. Come per Asami. La missione che aveva affrontato non era per niente pericolosa. Poteva anche non prenderne parte dato che la sua presenza era consigliata ma non strettamente necessaria. Di solito Asami non partecipava agli incarichi di sua spontanea volontà. Forse più per pigrizia. Ma quella volta aveva deciso di rendersi utile per l’Accademia. Ma perché? Stava di fatto che dopo quella missione non aveva perso per niente le energie ed era più pimpante di come era partita. Bevve e mangió qualcosa con il team improvvisato dall’Accademia per poi ritornare a casa sempre con un sorriso stampato sulle labbra. Ma la sua felicità era ancora un mistero.

    [...]

    Il mattino seguente la ragazza dai lunghi capelli rossi si trovava nel giardino della villa di suo zio che, da un anno e qualche mese era diventata la sua nuova casa. Approfittando della bella giornata di sole, decise di passare una giornata di relax. Lei e il sole. E il suo sorriso. Il suo viso, rivolto verso la sfera luminosa, risplendeva. Nessun libro l’accompagnava. E non aveva in programma di allenarsi nei prossimi due gironi.

    -Non hai da studiare?-

    Ad interrompere il suo momento di svago fu suo zio. Ultimamente era impegnato con il suo lavoro ma ogni occasione era buona per parlare con sua nipote, interessandosi degli studi ed allenamenti. La diciottenne inizió guardarlo per poi spostare i suoi occhi verde smeraldo sull’erba del giardino.

    -In realtà ho deciso di prendermi un attimo di pausa. Sono tornata ieri dalla missione…-

    Le sue mani sfiorarono i fili d’erba mentre il suo sguardo si posó sulla strada al di fuori della villa. Quella stessa strada che portava al centro della città di Konoha e che la sera prima aveva percorso.

    -... Avevo intenzione di tornare in villa per il mio compleanno…-

    A quella frase un gran sorriso si disegnó sul suo volto e gli occhi s’illuminarono di gioia. Partecipando alla missione di sicuro l’Accademia non l’avrebbe chiamata per i prossimi giorni. Per quel motivo l’aveva accettata. E per quel motivo aveva deciso di rilassarsi in quei giorni. Aveva programmato anche un viaggio. Tutto questo perchè fra due giorni era il suo compleanno. Un corvo inizió a svolazzare in corrispondenza della villa di suo zio ma la ragazza non ne fece caso. Nella sua mente stava già pianificando le prossime giornate all’insegna dell’ozio. Ma quel corvo, in un batter d’occhio, si posó sulla morbida erba. Con sè aveva una lettera. E la ragazza inizió a guardarli con fare minaccioso.

    §Mmm… Non mi piace…§

    Quella lettera aveva un sigillo. Quello del villaggio del Suono.

    §Non mi piace per niente…§

    Prese la lettera sotto lo sguardo vigile del volatile. Iniziò a leggerla mentalmente ma le prime tre parole riuscirono a farle gelare il sangue. Quando lesse il resto della comunicazione ricevuta non volle credere ai suoi occhi. I primi attimi iniziò a guardarla con sguardo spento, stringendola forte tra le mani.

    -No…-

    La sua voce era fievole. Solo le sue orecchie percepirono quella parola. Nel mentre le sue mani strinsero ancor di più la leggera, quasi a stropicciarla. Con un veloce movimento, stracciò quel foglio bianco, scritto con l’inchiostro nero, in due parti. Il volume della sua voce aumentò improvvisamente facendo scappare il povero corvo che spiccò il volo allontanandosi dal giardino di quella villa e, molto probabilmente, si apprestò anche a lasciare la città di Konoha.

    -Perchè!? Tra due giorni è il mio compleanno! Non è giusto!-

    Ma non poteva rifiutare quell’incarico. Era stata scelta fra tante kunoichi che popolavano l’intero continente.

    [...]

    Erano le 3 di notte. La luna piena illuminava la stanza della ragazza dai capelli rossi. Data la fredda temperatura decise di indossare una maglia aderente beige e pantaloni neri. Ai piedi indossava le classiche scarpe ninja mentre al collo il suo coprifronte. Aveva portato con sé i soliti accessori e armi, in due marsupi separati, che solitamente utilizzava anche durante gli addestramenti. Marsupi che venivano coperti dal lungo cappotto del medesimo colore della maglietta per affrontare il lungo viaggio. Dirigendosi verso Nord, la genin iniziò a percorrere le varie strade, alternando sentieri boschivi e vaste praterie. Senza la luce del sole tutto poteva sembrare più oscuro. Ma al sorgere di esso, ciò che la circondava cambiava improvvisamente aspetto. Ed era proprio al sorgere del sole, nello stesso giorno di 19 anni fa, in una casa poco lontana da Konoha nasceva la ragazza che proprio in quegli attimi stava attraversando il paese del Fuoco. In quel preciso istante Asami aveva compiuto 19 anni.

    §Buon Compleanno, Asami...§

    Il suo pensiero fu quasi malinconico. Giorni prima aveva pianificato un viaggio completamente diverso, ma questi erano gli imprevisti del suo lavoro. Il viaggio della diciottenne, anzi della diciannovenne, continuò fino ad arrivare al Paese delle Risaie.

    §Sarò da sola in questa missione oppure ci sarà qualcun’altro?§

    Furono i pensieri che assillarono in quel momento la kunoichi, intravedendo un edificio. Era la base accademica di Hitori, luogo d’incontro segnato all’interno della lettera di convocazione. Entrò all’interno dell’edificio, aprendo lentamente la porta.

    -Buongiorno a tut…-

    Con quella frase diede per scontato la presenza di altri shinobi e dello stesso richiedente della missione. Ma rimase con gli occhi spalancati non appena soffermò il suo sguardo su l'unica persona presente. All’interno dell’edificio c’era un ragazzo dai capelli neri che aveva già avuto modo d’incontrare.

    -Shunsui!-

    La persona che aveva appena incontrato non era altro che il suo compagno si squadra del team 1 Shunsui Jiro Abara, composto anche dal kiriano Takeshi Yamamoto e dal maestro Asmodai Akuma. Almeno in quella missione non era da sola.

    -Asami, ciao! Anche tu qui? Che coincidenza…-

    -Già. Non solo facciamo parte dello stesso team ma siamo stati chiamati anche per la stessa missione.-

    Disse con un sorriso sulle labbra. L’accademia aveva reclutato proprio due shinobi appartenenti ad un team creato proprio da loro. Quindi l’accedemia aveva una buona considerazione dei due giovani?

    -E' da un po' che non ci si vede...un peccato che le lezioni con il sensei Asmodai non si facciamo più spesso! Bhè se saremo in missione insieme avremo sicuramente modo di aggiornarci…!-

    La ragazza annuì, condividendo l’idea del suo compagno di squadra. Aveva voglia d’incontrare non solo il suo maestro ma anche Takeshi. Anche solo per una semplice riunione del team. Il sunese stava continuando il suo discorso quando improvvisamente un uomo dai capelli neri raccolti in una treccia richiamò l’attenzione dei due genin con la sua voce. Dopo aver verificato l’identità dei due ragazzi iniziò a camminare, dicendo loro di seguirlo. Così Asami, dopo aver lanciato una breve occhiata al sunese, s’incamminò nella stessa direzione dell’uomo. Dapprima attraversarono un corridoio per poi entrare all’interno di una stanza. Al suo interno c’era solo un tavolo e tre sedie. La Hoshiyama iniziò a guardarsi intorno prima di rivolgere lo sguardo verso l’uomo che nel frattempo iniziò a parlare, passando ai due dei fascicoli. La ragazza li prese senza dire una parola e non spostando il suo sguardo sul volto di lui. La missione riguardava una compagnia che produceva materiale bellico per l’Accademia e per il Paese delle Risaie. L’unico problema furono alcune informazioni raccolte da varie spie all’interno della compagnia NinTech che rilevarono alcune collaborazione più o meno losche agli occhi dell’Accademia. Coloro che misero in allerta il Paese delle Risaie e l’Accademia stessa fu il “Kurotempi”.

    -...Kurotempi?-

    Non aveva interrotto il discorso dell’uomo poichè il suo tono di voce non era particolarmente alto. Anzi poteva essere considerato quasi come un sussurro. Un pensiero tra sé e sè. A cosa si riferiva la parola “Kurotempi”? Era un’altra organizzazione criminale? Aveva già affrontato una missione riguardante l’Edera e ascoltando le parole dell’uomo, forse, quella ne era un’altra che ostacolava la vita degli shinobi appartenenti all’Accademia. Ma la situazione era leggermente diversa e complicata visto che veniva coinvolto un settore strettamente collegato alla produzione di prodotti bellici. Inoltre proprio la NinTech stava sviluppando una nuova arma in grado di uccidere migliaia di persone utilizzando un agente patogeno. I due genin dovevano infiltrarsi all’interno della compagnia e distruggere i componenti organici della sostanza. Ad aiutarli nell’impresa c’erano anche alcuni informatori che avevano il compito di occuparsi successivamente della distruzione di tutti i documenti riguardante l’arma e della raccolta delle prove per confermare la collaborazione della NinTech con “Kurotempi”.

    -Nei fascicoli, oltre alcuni dettagli sulla compagnia, ci sono le identità che sono state create apposta per voi.-

    La diciannovenne sfogliò velocemente il fascicolo. Anche se non era il momento di leggere tutto ciò che stava scritto. Avrebbe letto, dopo quella riunione, la parte che avrebbe assunto durante l’intera missione.

    -[...] Avete domande?-

    Dopo aver comunicato la postazione di lavoro che avrebbero occupato i due genin e l’indefinita durata della missione, lo shinobi del suono avrebbe risposto ad alcuni dubbi posti dai due giovani genin.
    In realtà Asami aveva più di un dubbio che forse poteva risultare, in qualche modo, banale. Ma non avendo mai avuto a che fare con il mondo ninja, fino alla sua scelta di vita, era del tutto estranea per quanto riguarda i fatti di politica di ciascun paese. Sapeva solo dell’esistenza dell’Accademia, spiegata dal maestro Asmodai nel loro primo incontro, ma non sapeva per certo quanti paesi erano presenti all’interno di quel continente.

    -Si io ne ho alcune: Cos’è “Kurotempi”?-

    Non ne aveva mai sentito parlare e voleva più informazioni. Poteva anche non trattarsi di un’organizzazione criminale, come lei sosteneva nella sua mente, ma di un semplice paese nelle vicinanze del Paese delle Risaie. Dopo aver ascoltato ad un’eventuale risposta ne propose un’altra, questa volta riguardante i vari informatori che si trovavano già all’interno della compagnia.

    -Chi sono gli informatori? Come facciamo a riconoscerli?-

    Non voleva di certo far saltare la sua copertura mandando a rotoli l’intera missione.
    Dopo aver risposto alle varie domande l’uomo avvisò i ragazzi che l’intera struttura era dotata di sensori capaci di rilevare fonti di chakra. Per questo motivo, per non far saltare la copertura, lui stesso applicò un sigillo in grado di nascondere quell’energia. Spezzò alcuni sigilli prima di appoggiare sua mano sulla schiena dei genin.

    -Il sigillo stesso non può essere individuato, quindi potete stare tranquilli. Domani vi porteremo con due carri separati all'azienda. Buona fortuna.-

    [...]

    Il giorno dopo Shunsui ed Asami avrebbero raggiunto la NinTech in due carri separati. Dopo aver varcato il primo gruppo di sicurezza, il carro si sarebbe fermato all’ingresso dell’edificio. Una volta dentro lo shinobi avrebbe incontrato un uomo abbastanza alto e robusto, calvo e sfoggiava una barba nera non troppo folta. Aveva un abbigliamento abbastanza semplice, composto solamente da un pantalone blu e una maglia a maniche corte bianca. All’interno della struttura la temperatura sarebbe stata piuttosto elevata rispetto l’esterno.
    Lo avrebbe scrutato con i suoi occhi color carbone prima di proferire parola.

    -Tu devi essere quello nuovo…-

    Il tono di voce sarebbe stato abbastanza freddo e poco interessato alla figura di fronte a sè.

    -Bene. Seguimi.-

    Avrebbero percorso una serie di corridoi poco illuminati. Ai lati c’erano diverse porte indicate con alcuni numeri. Nel frattempo l’uomo avrebbe fatto posto una domanda al giovane sunese, sempre con il suo tono poco interessato. Forse erano le solite domande di rito poste ai nuovi dipendenti.

    -Dimmi un pò… è la prima volta che ti occupi di esplosivi?-

    Dopodichè avrebbe aperto una porta, rilevando una stanza mediamente grande. Il sunese avrebbe notato la presenza di diverse scrivanie, abbastanza grandi, con alcune sedie.

    -In questa stanza avverrà il tuo percorso di formazione. Io resterò qui per aiutarti e darti qualche suggerimento.-

    Si sarebbe avvicinato ad una delle scrivanie, facendo segno al ragazzo di seguirlo. Avrebbe mostrato alcune dei materiali utili per la creazione delle bombe.

    -Devi equilibrare i vari materiali a tua disposizione. Basta miscelare le sostanze sbagliate e rischierai di far saltare l’intero edificio. Anche se per questa settimana ci occuperemo solo dei fumogeni.-

    Durante il corso della settimana, l’uomo sarebbe stato al suo fianco per la creazione dei fumogeni. E anche lui stesso ne avrebbe prodotte alcune, di tanto in tanto, per illustrare al nuovo dipendente come crearne una.

    Edited by Zakira - 20/1/2017, 11:12
     
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    Ayate ebbe solo un attimo di esitazione prima di rispondere alla domanda della ragazza dai capelli rossi. ...mi stupisco che tu non ne abbia mai sentito parlare, ma in fondo sei entrata solo di recente nel mondo degli shinobi. Ad ogni modo, Kurotempi è una delle grandi associazioni criminali che affliggono questo mondo. Il loro scopo è il caos fine a sè stesso e la distruzione di ogni cosa. Per questo pensiamo che un'arma di distruzione di massa, come quella sviluppata dalla NinTech, abbia fatto loro molta gola. Kurotempi era un male che Shunsui conosceva solo di nome, come solo di nome conosceva anche i gruppi di Ame e di Ayato. Gli unici che conosceva molto bene, per sua stessa sfortuna, era un nemico relativamente recente dell'Accademia, ma anche quello più pericoloso: i Cremisi. Kumiso continuò dicendo: L'identità dell'informatore è segreta e, per il momento, non è necessario che vi sia rivelata. Tuttavia, lui sa' della vostra venuta e provvederà a contattarvi e palesarvi al momento e nella maniera che riterrà più opportuna. Ora, se non ci sono altre domande, siete congedati.

    [...]



    Arrivata alla NinTech, Asami sarebbe stata condotta in una grande sala, proprio all'ingresso della struttura, dove era posto un desk di ricevimento. Date le sue credenziali, la kunoichi della Foglia avrebbe ricevuto un badge, mentre un uomo vestito con un kimono rosso avrebbe preso i suoi effetti personali. Glieli porterò nel suo appartamento. Quelli della NinTech si trattavano bene. Ai loro dipendenti veniva dato un piccolo appartamentino di 40 metri quadri. Asami avrebbe ricevuto lo stesso trattamento ed, infatti, insieme al suo lasciapassare avrebbe anche ricevuto le chiavi dei suoi alloggi.

    Mentre il portantino la liberava dei suoi bagagli, lei venne portata ai laboratori addetti alla produzione farmici, nonché alle serre. Tutta la produzione di tonici era basata, per l'80%, dalle sostanze prodotte da piante e, per questo, la compagnia aveva allestito enormi capannoni con temperatura ed umidità controllata per la crescita delle flora che le era indispensabile. Sorpassata una porta scorrevole, Asami sarebbe entrata in un luogo dove persone in camice bianco erano indaffarate. Il luogo, piuttosto ampio, era un laboratorio dove diversi tavoli, più lunghi che stretti, erano stati arrangiati. Diversi elementi avrebbero catturato la sua attenzione: provette e microscopi giacevano immobili nelle rispettive posizioni, attendendo di essere utilizzati; piccole centrifughe in azione producevano un ronzio sommesso, attutito dagli avanzati sistemi silenziatori; diverse macchie di verde erano sparse qui e là, dove foglie venivano infuse, macinate e tagliuzzate, e rilasciavano un buon profumo in un'atmosfera altrimenti asettica. Ma la cosa che avrebbe di più colpito la giovane genin era una donna. A differenza di tutti, indossava un abito blu, alla maniera degli occidentali, e non un camice. Una volta che la vide, questa si avvicinò a lei, con una falcata ampia e rumorosa per via dei tacchi. Singnorina Yokonoko? era questo il nome fittizio che le era stato affibbiatoIl mio nome è Kushina Kiji, e sono la responsabile della sezione Tonici dell'azienda. Sono solita fare un salto qui nei laboratori per conoscere i nuovi dipendenti, prima di affidarli alle cure dei rispettivi superiori. Abbiamo letto il suo curriculum e siamo stati piacevolmente colpiti da lei. Mi dica, dev'essere stata dura fare il volontario ai confini del paese del Fulmine durante la rivoluzione dei Kumo. Sono affascinata, mi racconti qualche dettaglio! Se Asami avesse saputo la sua parte ad hoc, avrebbe facilmente risposto alle domande di Kushina. Se soddisfatta, la donna l'avrebbe quindi lasciata ai suoi compiti ed alle cura di un'altra signora, paffutella e dai capelli castani ricci. La donna si chiamava Kairi, ed si presentò alla genin della Foglia con un inaspettato sorriso: Sembra che tu abbia fatto colpo sul nostro superiore, buon per te Asami! Io sono Kairi, mi puoi dare direttamente del tu...non ti preoccupare cara. Nelle prossime settimane ti farò diventare un'ottima farmacista! O per lo meno inizieremo il tuo apprendistato. Vedi, l'arte della farmacia è molto antica e richiede uno studio continuo. Un farmacista non solo deve essere esperto di botanica e zoologia, cioè degli elementi di cui normalmente ricaviamo le sostanze per produrre i tonici, ma deve saperne anche di fisiologia umana, per comprendere gli effetti delle droghe che prepariamo e come migliorarle! La donna parlava con un tono allegro nonostante i contenuti del suo discorso fossero seri. Ma sembrava essere fatta così: una persona gioviale. Ora non ti preoccupare cara...piano piano imparerai. Anzi iniziamo subito! La donna avrebbe portato la kunoichi ad un bancone, su cui erano stati preparati diverse cose. In cima a tutto era stato posto un tonico, con una targhetta per classificarlo: un tonico coagulante inferiore. A fianco ad esso, erano stati posti una serie di componenti: diversi tipi di foglie e diversi tipi di polveri e bacche. Poi vi era un libro intitolato " Sulle piante e sui loro effetti". Quello che voglio da te è: cerca di riprodurre questo tonico. A fianco ti sono stati messi tutti gli ingredienti che servono per riprodurlo ma, attenzione, altri elementi sono stati inseriti per depistarti! Riconosci gli ingredienti che hai davanti, utilizza il libro per capirne gli effetti e leggere come si preparano e combinali per ottenere un prodotto che assomigli a questo. E' una prova ed un esercizio allo stesso tempo, ma nessuno ti ammazzerà se fallisci. Anzi puoi chiedere a me per aiuto. La donna non le aveva dato un limite di tempo, quindi Asami avrebbe avuto modo di fare le sue ricerche. Il libro comprendeva immagini a colori di foglie, fiori, bacche e germogli, quindi non sarebbe stato difficile riconoscere tutti gli ingredienti, sebbene il tutto avrebbe richiesto molto tempo. Alla stessa maniera, i processi per la loro lavorazione erano dettagliati con i rispettivi effetti.

    CITAZIONE
    TRATTO DA "SULLE PIANTE E SUI LORO EFFETTI"

    Ago di Pino del paese della Luna: va pestato e non triturato per estrarne il succo verdastro, privo di odore e sapore. 1 grammo per litro di solvente produce un effetto calmante. 5 grammi per diventa tossico e produce delirio.

    Bacca di FIore di Loto Rosso: si utilizza solo il cuore della bacca, che va ridotto in poltiglia prima di essere mescolato ad altri ingredienti. Ha un effetto coagulante estremamente elevato, e va dosato con attenzione. Come effetti indesiderati, produce irritazioni alla pelle, aumento della pressione, isteria.

    Campanula di Roccia: Va infusa nell'acqua a 100° che poi può essere utilizzata nei tonici. Se ancora calda, l'acqua di infusione causa conati di vomito; se fredda può essere utilizzata per ridurre la pressione arteriosa, ma causa dissenteria.

    Pagliericio dei due Fiumi: va bruciato e se ne utilizza la cenere. Produce rush cutanei e, in grandi dosi, causa la cecità. In dosi moderate può anestetizzare, ma causa allucinazioni.

    Rosa senza spine: va infusa nell'acqua a 75° e ci si può creare una crema. Annulla i rush cutanei.

    Corteccia di Quercia Millenaria: va incisa per ottenerne il succo. Aumenta la temperatura di ignizione di un composto, ma produce rush cutanei.

    Castagna di Fuoco: va scaldata fin quando non si apre da sola. A quel punto è possibile, con una siringa, estrarre un liquido incolore dalla parte interna della scorza. Cura la dissenteria, annulla i rush cutanei, ma fluidifica il sangue.

    Palma Coely: va piegata su se stessa e strizzata fino a farne uscire l'olio. Fluidifica il sangue, ma annulla le allucinazioni

    Stelle Bianche di Genosha: i petali del fiore vanno pestati in un mortaio insieme all'olio di bamboo. In dosi contenute può fungere da anestetizzante e da calmante. In elevate dosi uccide.

    Alga bruna: Va piegata su se stessa e strizzata fino ad estrarne il succo. Riduce la pressione arteriosa, coagula il sangue. Causa allucinazioni ed è altamente instabile (induce autocombustione)

    [...]



    Shunsui venne accolto in maniera spartana e non esattamente amichevole dall' uomo che doveva dargli le basi della sua nuova occupazione. ...iniziamo bene.... Se, tutto sommato, Asami era stata trattata bene dai suoi superiori, a Shunsui non era capitato lo stesso trattamento. Messo in una stanza disadorna di tutti gli elementi eccetto quelli strettamente necessari al suo tirocinio, Shunsui si era trovato a rispondere alle domande svogliate del suo supervisore. No signore...la mia esperienza con gli esplosivi è poco più che zero. Ma ho esperienza con il maneggiare sostanze anche pericolose. Ho studiato chimica per diversi anni. il ragazzo aveva modificatoRecitazione [1]
    Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica.
    leggermente la sua voce per assumere l'accento della gente del Paese del Gelo. Il suo compito per quella settimana era la riproduzione di un fumogeno. Ora gli esplosivi, come giustamente aveva sottolineato il suo supervisore, si basavano sulla mescolanza degli elementi. Era una scienza esatta, che basava le proprie radici su una sola disciplina: la chimica. Shunsui non aveva davvero mai studiato quella disciplina, tuttavia l'aveva di fatto messa in pratica molte volte. Infatti, nella fabbricazione delle armi, ed in particolar modo nei trattamenti finali, era di uso comune utilizzare composti e vernici per la loro protezione e lucidatura, che molto spesso dovevano essere aggiustati ad hoc. Inoltre, la sua esperienza con i veleni lo aveva reso maggiormente sensibile a problematiche del tipo quantità, dosaggio, effetti e così via.

    Sul tavolo c'erano diverse polveri e liquidi, per sua fortuna etichettate. ...nitrato di potassio...zucchero...bicarbonato di sodio...clorato di potassio...come dovrei combinare questi elementi? non gli rimaneva che fare un po' di esperimenti. Iniziò a mescolare bicarbonato e clorato, zucchero e nitrato e tutte le altre combinazioni. Quello che scoprì fu stupefacente. A quanto pareva, unire zucchero e nitrato di potassio generava una reazione esotermica, cioè che rilasciava calore. Molto calore: di fatto una piccola bomba. Tuttavia, aggiungere un poco di bicarbonato di potassio sembrava rallentare la reazione chimica, fino ad un punto tale da essere controllabile. Il controllabile era fondamentale. Il punto di tutta la faccenda era, infatti, realizzare un fumogeno. Fino ad adesso Shunsui aveva realizzato al più una stufetta. L'elemento che non aveva ancora utilizzato era la chiave. In forma di polvere, una volta scaldata, il clorato di potassio evaporava e rilasciava una classica fumata, tipica di un fumogeno.

    Ora che aveva capito il meccanismo che c'era dietro, il genin non doveva far altro che creare un imballaggio che potesse supportare quelle reazioni. Sul tavolo c'erano già dei contenitori metallici che potevano essere utilizzati per contenere piccole quantità dei tre liquidi. Shunsui apportò piccole modiche a quelli, così che le tre sostanze non fossero in contatto, eccetto nel momento in cui non venisse tirata una piccola leva di sua aggiunta. La leva forava una membrana che divideva il nitrato di potassio dallo zucchero. Una volta in contatto il calore avrebbe riscaldato un piccolo divisorio metallico che conteneva il clorato di potassio. Infine, una valvola di sfiato permetteva al fumo di uscire e di non far accumulare il gas all'interno del piccolo marchingegno, cosa che avrebbe causato un aumento di pressione e, quindi, la sua detonazione.

    Quando il genin ebbe finito, erano passate circa quattro ore da quando il compito gli era stato affidato. Avrebbe potuto finire anche prima, ma il suo naturale amore per le realizzazioni ben eseguite gli aveva imposto di creare un design di un certo livello per il dispositivo finale. Nonostante questo avrebbe detto: Mmmm...un po' rozzo, ma dovrebbe fare il suo lavoro. Non ho potuto testare per quanto tempo è possibile produrre una nuvola di fumo consistente, ma immagino che basti solo tarare a questo punto le quantità di clorato di potassio. Vero anche che più clorato di potassio c'è, più calore deve essere rilasciato, più la struttura del fumogeno deve essere capiente e resistente alle alte temperature. Quindi, per quanto tempo deve durare la fumata? Shunsui era fatto così. Non era mai stato un genio nel combattimento, ma nessuno gli era uguale quando si trattava di costruire.
     
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    Kurotempi. Un nome sconosciuto per la giovane apprendista medico che quel giorno, oltre a compiere 19 anni, fu convocato per un'importante missione nel Paese delle Risaie. Dopo diverse indagini alcune spie infiltrate all’interno della NinTech, ipotizzavano una stretta collaborazione e il Kurotempi. Un’organizzazione criminale ricercata dall’Accademia, il cui scopo era la creazione del caos e la distruzione. Per quel motivo li shinobi di Oto pensava alla costruzione de quell’arma. La ragazza ascoltó con attenzione le parole del giovane uomo. Anche quando rispose alla sua seconda domanda. Ma per i due genin non era ancora arrivato il momento per sapere la sua identità.

    -[...] siete congedati.-

    Dopo quelle parole la ragazza dai capelli rossi si apprestó a lasciare la stanza. Quello stesso pomeriggio, seduta su una sedia in legno, sfoglió i vari documenti che ricevette dallo shinobi quella stessa mattina. Oltre ad alcune informazioni, la genin di Kknoha aveva con se anche alcuni documenti falsi. C’era segnato un cognome per lei del tutto sconosciuto. C’era anche una piccola storia e altre informazioni. Chiunque poteva ignorare quei fogli di carta. Ma per Asami rappresentavano delle indicazioni importanti per la riuscita della missione. Piano piano, leggendo attentamente, inizió a memorizzare le parti più importanti di quella storia. Fortunatamente aveva abbastanza tempo per assimilare tutte le notizie raccolte all’interno di quel fascicolo. Sperava solo nella sua memoria. Per il giorno dopo non poteva farsi trovare impreparate. Non doveva. Era d’obbligo tenere in mente tutte le informazioni. Calata la notte la ragazza decise di dover staccarsi da quei fogli. Era la prima conta che studiava durante il suo compleanno. Non immaginava di passarla così, studiando tutto il pomeriggio per poi ritrovarsi alle dieci di sera già nel letto messo a disposizione dall’accademia di Hitori. Non credeva di aver passato mezza giornata solo per studiare quelle informazioni studiare. Peró l’aveva fatto.
    Asami Yokonoko, 19 anni. Originaria del Paese del Thè, da sempre aveva dato il suo contributo ai più bisognosi in caso di necessità. Il suo lavoro di volontariato le permetteva di aumentare le sue conoscenze mediche. Approfondendo varie discipline, come l’anatomia. La sua passione per l’arte medica era stata tramandata da suo padre. Lui era la sua guida. Ogni suo dubbio che aveva, veniva spazzato via dalla preparazione sia teorica che pratica del padre. E fu lui stesso a proporgli il lavoro da volontario. È finita dall’adolescenza, precisamente dall’età di 15 anni, che la ragazza offriva il suo contributo senza chiedere nulla in cambio. L’ultima volta si trovava all’interno del paese del Fulmine, precisamente a Kumo. Rimase all’interno del villaggio poiché esso fu completamente isolata da tutti gli altri paesi, per colpa della rivoluzione che avvenne in quel periodo. Non ricevette nessuna notizie della sua famiglia come loro non riuscirono a comunicare con lei. Purtroppo le sue conoscenze furono talmente limitate che non riuscì ad esaudire tutte le richieste dei pazienti. Ma fortunatamente all’interno di quel caos non era sola ma una volta uscita dal villaggio aveva deciso di studiare di più. Solo dopo aver appreso diverse nozioni decise di cercarsi un lavoro per metterle in pratica. E la chiamata arrivó proprio dalla NinTech.
    Una storia… Inventata a pennello.
    Il vero cognome di Asami non era quello anche se per l’età, confrontata all’identità fittizia, per poco non coincideva. E il padre di sicuro non gli aveva insegnato tutte quelle nozioni di medicina. Innanzitutto il lavoro dovette farlo lei senza l’aiuto di nessuno. Anche se quello che aveva fatto non era nemmeno la metà comparato al ruolo che gli aveva affidato lo shinobi di Oto o l’Accademia. Per non parlare della rivoluzione di Kumo. Era del tutto sconosciuta alla faccenda. Sperava solo di non creare sospetti su di sè e di ricordarsi la storia. Per il resto poteva anche non avere molta importanza. Lei si trovava all’interno di quell’azienda per un “corso di formazione” non per perdere tempo in chiacchiere. Anche se sperava comunque di avere una persona disposta a insegnargli il lavoro non rendendolo pesante.
    Era arrivato il momento per la ragazza di andare. Shunsui era già partito con il suo carro. Ora toccava alla genin di Konoha a raggiungere la NinTech. Lasció il coprifronte all'Accademia di Hitori mentre due marsupi, con all’interno e accessori, vennero nascosti all’interno della valigia, messa a disposizione dalla struttura per la copertura. Quando uscì trovó già il carro, pronto per portarla a destinazione. A passo moderato, indossando lo stesso cappotto del giorno precedente, si avvió al carro salendoci e aspettando impazientemente la partenza. Una volta imboccata la strada, la giovane kunoichi si guardó intorno, ammirando la natura attorno a sè. La via era lineare con alcune curve. La giornata era soleggiata ma le ombre dei rami, ricche di foglie, coprivano il terreno battuto che portava direttamente alla NinTech. Pochi metri e il carró si fermó proprio davanti all’ingresso della struttura, prendendo con sè la piccola valigia. Non era sola a varcare quella porta. Fu condotta in una grande sala. Appena entrata con la “sua” valigia raggiunse, a passo svelto, il desktop di ricevimento che si trovava all’interno della stessa. Il ticchettio dei suoi passi rimbombava in quella stanza silenziosa. Si avvicinó al bancone, credendo di dover dare il suo nome e cognome, ovviamente fittizi.

    -Buongiorno, sono Asami Yokonoko. Sono qui per il percorso formativo.-

    In un attimo l’uomo, anzi il ragazzo, alla scrivania, dopo aver confermato il nominativo su un foglio, diede alla ragazza dai capelli un badge, lasciando la valigia con la mano sinistra. Con entrambe invece manteneva quel documento tanto importante.forse poteva servirgli anche in altre occasioni, non solo per la formazione. Nel frattempo l’uomo, con la sua voce, attiró l’attenzione della genin. L’uomo s’incaricó di portare lui stesso la sua valigia all’interno dell’appartamento messo a disposizione dalla NinTech. In fondo la “formazione” doveva durare diverse settimane e la diciannovenne doveva pur riposare. Nuovamente fu condotta nei laboratori dove producevano vari farmaci. Diversi capannoni erano stati allestiti per ospitare le nuove piante per la produzione dei tonici. Non era la prima volta che vedeva una serra. Nella tenuta degli Hoshiyama, oltre alla monumentale villa, c’era una zone destinate alla produzione degli ortaggi, con la presenza di una serra. Anche se quest’ultima aveva delle dimensioni decisamente più contenute rispetto a quelle NinTech. Ma l’azienda, all’interno di esse aveva i diversi ingredienti utili per la creazione dei tonici. Ma Asami fu portato via da quella zona e, dopo aver sorpassato una porta scorrevole, fu lasciata all’interno di un laboratorio. Anche se stava recitando una parte fu per lei un emozione ammirare i macchinari che venivano utilizzati dal personale specializzato. Microscopi, provette e quell'odore provocato dalle foglie che venivano infuse o sminuzzate. E quel camice bianco. Fu attratta soprattutto da quel vestiario. Non vedeva l’ora d’indossarlo . Aveva intrapreso la vita da shinobi per quella motivazione. Il suo sguardo si perdeva tra il personale indaffarato e i vari macchinari in funzione. Improvvisamente le sue orecchie udirono dei passi venire verso di lei. Portando il suo sguardo verso quel suono sempre più forte, notó una figura femminile che si avvicinava con un abito blu senza indossare un camice. Una volta che si avvicinó alla ragazza dai capelli rossi, proferì parola.

    -Singnorina Yokonoko?-

    -Si, sono io.-

    La donna, chiamata Kushina Kiji, spiegó di essere la responsabile del reparto tonici all'interno della NinTech. Non sempre si trovava all'interno dell’azienda ma quel giorno, come in altre occasioni, si era presentate per conoscere la nuova dipendente. La donna leggendo la storia di Asami era stata colpita dalle varie imprese condotte dalla giovane, soprattutto il lavoro di volontariato ai confini del Paese del Fulmine. In quel momento sperava solo di ricordarsi tutto, per non creare dei sospetti su di se.

    -Già. Ma più che al confine sono stata all’interno della città di Kumo…-

    Dovette studiare avvenimenti da lei del tutto sconosciuti. Nei fascicoli, per come lei aveva compreso, c'erano tutte le informazioni riguardanti quella storia.
    Facendo una breve pausa per poi ricominciare a parlare.

    -E’ stata una delle esperienze più importanti…-

    La sua voce era piena d’orgoglio “ricordando” quei momenti di vita da tempo.

    -Nonostante la mia giovane età avevo cercato di rassicurare i vari abitanti all’interno della città… Soprattutto i bambini. IN quegli istanti tutti tutti avevano paura… Anch’io ne avevo. Questa esperienza mi ha fatto crescere...-

    Non credeva di affrontare una simile situazione. Ma essendo una “volontaria” non poteva farsi vedere debole. Era la prima a dover ispirare fiducia tra i cittadini terrorizzati.

    [...]

    La giovane diciannovenne fu portata da un’altra donna. Si chiamava Kairi e a sua grande sorpresa era molto amichevole con lei. Infatti, nonostante la differenza d’età la persona che doveva affiancare alla sua formazione voleva come sua pari.

    -[...] Io sono Kairi, mi puoi dare direttamente del tu...non ti preoccupare cara.-


    -Ok...Kairi.-

    Mostró un piccolo sorriso alla donna. Anche se in realtà era sotto copertura non voleva mostrarsi fredda. Anzi in qualche modo voleva ottenere la fiducia della donna che in quella missione rappresentava uno degli ostacoli. Così pensava la Hoshiyama. Come una semplice insegnante, Kairi spiegó alla giovane dai capelli rossi l’obiettivo da conseguire: diventare una farmacista. Un’arte antica, raccontava la donna, che richiedeva non solo delle ottime conoscenze anatomiche, lavoro svolto in parte dalla kunoichi durante i suoi continui studi, ma anche conoscenze in botaniche e zoologiche. Durante tutte quegli anni non aveva mai amplificato il suo studio, limitandosi solo allo studio teorico del chakra e dell’anatomia umana. Grazie a quella formazione la diciannovenne potè apprendere nuove conoscenze in campo medico. Ma a differenza dei normali tonici la ragazza era stata incaricata alla produzione di droghe.

    §Droghe… lo dice con così tanta leggerezza...§

    Forse grazie anche al suo carattere. Di sicuro parlava in tal modo per rassicurare la ragazza. Magari anche lei, come la responsabile, aveva una reputazione positiva sulla giovane donna.

    -[...] Ora non ti preoccupare cara...piano piano imparerai. Anzi iniziamo subito!

    -Bene non vedo l’ora!-

    Asami fu condotta ad un bancone con diversi ingredienti da lei sconosciuti. Ma ció che attiró la sua attenzione fu su un libro è un tonico. Di fianco ad esso c’era una targhetta con su scritto “Tonico Coagulante inferiore”. La donna dai capelli castani e ricci inizió a parlare rilevando che la prima prova riservata per lei fu proprio la produzione di quel tonico, utilizzando proprio quegli ingredienti messi in bella vista. Ma non tutti servivano per il coagulante. Evidentemente l’azienda, voleva testare l’attenzione è il talento di ogni singolo dipendente. Così la ragazza, all'ennesima raccomandazione, ringrazió Kairi per la spiegazione per poi avvicinarsi al bancone guardando per bene tutti gli ingredienti. Tra bacche e fiori, Asami non sapeva dove iniziare. Fortunatamente c’era un libro che avrebbe usato in quei giorni all’interno della NinTech. Aprì il libro in una pagina a caso quando improvvisamente si voltó verso la donna.

    -Per un pó di riposo posso raggiungere la camera che mi è stata assegnata in qualunque momento, vero?-

    [...]

    §Mmm… “Sulle piante e sui loro effetti”...§

    Le sue dita affusolate sfogliavano le pagine di quel volume, ricco di nozioni e immagini a colori per distinguere i vari ingredienti. Come sempre ogni volta che esaminava un libro riusciva a perdersi in piccoli dettagli di poco conto. Dapprima inizió a leggere il libro solo per pura curiosità. Poi peró cercó i diversi ingredienti aiutandosi soprattutto con le immagini . Grazie ad esse non furono più tanto sconosciute. Segnó la pagina che gli serviva facendo una piegatura nella parte alta della pagina così da non perdere l’ingrediente appena trovato. Il primo giorno lo passó tenendo gli occhi fissi su quel libro. Lo trovava davvero interessante. Ne aveva bisogno a casa così da spezzare la monotonia nel studiare sempre gli stessi argomenti. A volte spostava il suo sguardo sull’ambiente che la circondava. Quella missione l’aveva avvicinata in un mondo che lei sognato da tanto, da quando aveva scoperto le varie funzioni del chakra. Per sua sfortuna doveva lavorarci con un’identità del tutto inventato, ma non per questo non doveva ritenersi ritenersi una persona fortunata. Per un attimo i suoi pensieri si spostarono anche su Shunsui, giovane sunese della sabbia e suo compagno di squadra nel Team 1.

    §Chissà cosa starà facendo in questo preciso istante…§

    Le ore passavano e la sua mente era rivolta sempre a quel tonico che doveva produrre e alla bomba che i due genin dovevano distruggere. Restó fino alle due di notte sveglia, senza accorgersene. Quel libro l’aveva completamente catturata. Forse per il nuovo argomento. Ma in realtá accadeva ogni volta che ne apriva uno, anche se l’aveva letto e riletto una decina di volte. La stanchezza peró prese il sopravvento e per riprendere lo studio decise di riposarsi. L’apprendimento era abbastanza accogliente, con all’interno tutto il necessario, cioè un letto per dormire e un piccolo tavolo rotondo con due sedie. Per il momento a lei bastava il letto. A malapena riusciva a tenere gli occhi aperti e, una volta appoggiata la testa sul morbido cuscino, si era abbandonata in un sonno profondo. Quel giorno aveva studiato abbastanza ma lo aveva fatto solo per guadagnare la sua fiducia. Ma a sua volta non voleva farsi notare troppo. Svolgere con troppa fretta un incarico che gli era stato appena assegnato poteva risultare segno d’imprudenza. In fondo Kairi non gli aveva dato un limite di tempo quindi poteva riflettere sull’uso degli ingredienti in qualunque momento. In più aveva tutto il tempo a sua disposizione. Voleva riuscirci al primo tentativo così da non sprecare tutti gli ingredienti. Inoltre come dichiarato dalla donna molti erano stati messi solamente per confondere la ragazza. Il giorno dopo la ragazza si sveglió con molta calma. Quella notte riuscì a dormire tranquillamente anche se la sua mente era ancora immersa in quel libro. Doveva ripassare i vari ingredienti poichè su alcuni di essi aveva dei dubbi. Dopotutto la maggior parte di essi avevano degli effetti simili, in altri invece erano totalmente opposto tanto da causare anche la morte del malcapitato. Percorrendo i vari corridoi la ragazza dagli occhi color smeraldo notó come l’azienda era giá attiva. Forse, secondo la genin, non si era mai fermata. Così la ragazza continuó il suo cammino verso il laboratorio. Avrebbe salutato Kairi per poi avvicinarsi al bancone. Tutto era come l’aveva lasciato. Il libro chiuso di fianco agli ingredienti che non erano stati utilizzati o che erano stati semplicemente sostituiti. Prima d’iniziare con la creazione, controlló nuovamente i vari effetti delle piante e bacche. Per fortuna aveva segnato la pagina, senza perdere tempo. Li riguardó con molta attenzione, questa volta scartando di volta in volta ció che non le serviva. Sul bancone, in primo piano, erano stati lasciati 4 ingredienti: l’ago di Pino del Paese della Luna, la Bacca di Fiore di Loto Rosso, Campanula di Roccia e la Castagna di Fuoco. Dopodiché si allontanó dal bancone per preparare l’attrezzatura da laboratorio per il tonico. Inizió, prima di tutto, a scaldare un pentolino d’acqua a fuoco moderato. All’interno del pentolino c’era un termometro così da controllare la temperatura del liquido. Dopodichè prese la ciotola con l’Ago di Pino e, con un mortaio, iniziò a pestarlo. Ne prese circa un grammo proprio come indicava il manuale e pesato con estrema precisione grazie ad una piccola bilancia. Lo aggiunse al litro di solvente preparato subito dopo. L’acqua nel frattempo raggiunse la temperatura di 100° e così la ragazza prese una Campanula di Roccia e l’appoggiò delicatamente sul pelo dell’acqua. La maggior parte di essa era evaporata per colpa del processo di ebollizione ma era sufficiente per la creazione del tonico. Una volta infuso fiore all’interno dell’acqua, la ragazza mise da parte il pentolino per raffreddare il liquido.
    Per avere l’effetto desiderato l’acqua doveva essere fredda altrimenti avrebbe causato coniati di vomito.
    Così decise di sfruttare quei momenti di attesa per riscaldare la Castagna di Fuoco. Prese una piccola padella. Anche in questo caso dovette aspettare prima di prendere il liquido al suo interno tramite una siringa. Una volta estratto il liquido incolore lo unì al solvente, che al suo interno aveva già il succo verdastro dell’Ago di Pino. L’acqua, diventata tiepida, non era ancora pronta per unirla con gli ingredienti. Inoltre mancava l’ultimo ingrediente per completare il tonico. Prese la Bacca di Fiore di Loto Rossa e ne estrapolò il cuore, riducendolo poi in poltiglia. ra poteva aggiungere gli ultimi ingredienti: l’infuso freddo di Campanula di Roccia e il cuore della Bacca di Fiore di Loto Rosso. Non sapeva quante ore passarono dal suo risveglio. La sua mente, immersa nei vari attrezzi e dagli ingredienti, aveva perso la cognizione del tempo. Fece un cenno a Kairi dicendogli di aver completato la creazione del tonico. O almeno sperava di il coagulante e non un veleno.

    -Gli ingredienti che ho utilizzato sono la Bacca di Fiore di Loto Rosso, che ha un effetto coagulante. Dato che causa anche diversi effetti collaterali, ho utilizzato l’Ago di Pino come calmante, la campanila di Roccia, per ridurre la pressione e la Castagna di Fuoco per la dissenteria e l’irritazione della pelle, causata rispettivamente dalla campanula e dalla Bacca di Fiore di Loto Rosso.-

    La ragazza dai capelli rossi aveva creato il tonico giusto?

    [...]

    L’uomo ascoltò le parole del giovane dall’accento straniero. A quanto pare non aveva mai lavorato con gli esplosivi ma aveva studiato chimica per diverso tempo. Buon per lui. Almeno non sarebbe stato interrotto da varie domande poste dal ragazzo. Prima di mettersi a lavoro, osservò con curiosità il giovane proveniente dal Paese del Gelo. Lo vedeva abbastanza indaffarato ma non per questo aveva smesso di guardare il suo operato. Ma il ragazzo lo aveva completamente ignorato o cercava di farlo, concentrandosi solo sull’obiettivo che lui aveva imposto. Dopo un pò, con il volto annoiato, iniziò a dedicarsi ai suoi impegni. In realtà anche lui stava costruendo dei fumogeni e, di tanto in tanto, controllava l’operato del ragazzo dai capelli corvini. Fino a quel momento, all’interno di quella stanza, niente era saltato per aria. Confermando quindi un ottimo talento del giovane apprendista. Fermò i suoi lavori, che richiedevano pochi minuti data la sua esperienza. Ma anche il ragazzo sapeva farci con questo lavoro. Dopo 4 ore da quando gli era stato assegnato il compito, il neo dipendente, aveva creato il fumogeno.

    -Direi una manciata di secondi… Per quanto riguarda la forma… Bhè conta fino a un certo punto. Se il fumogeno funziona anche così vuol dire che ha saputo miscelare il tutto equilibrando in modo adeguato. Avremo tempo per perfezionare quell’aspetto più avanti. In fondo il tuo percorso di formazione non finisce domani. O volevi già andare via!?-

    Scoppiò in una grossa risata ma smise subito dopo ritornando serio, con il suo sguardo più o meno irritato. Dopodichè guardò il fumogeno e, successivamente, il ragazzo dritto negli occhi, per poi alzare lo sguardo il sopracciglio destro.

    -Se vuoi testare il fumogeno puoi anche andare fuori.-

    In tal caso lo avrebbe seguito per testare il suo lavoro. Un’aria subito dopo l’uscita posteriore di quella struttura. Qualunque sarebbe stata la sua scelta, cioè controllare l’efficacia della della creazione o restare all’interno di quella stanza stanza, l’uomo avrebbe dato un’energica pacca [Forza: Energia Rossa] sulla spalla al ragazzo dai capelli neri.

    -Hai fatto comunque un buon lavoro…-

    Ovviamente senza mostrare nessun sorriso.

    -Se vuoi continuare con i fumogeni fai pure altrimenti passiamo agli esplosivi.-

    Se avesse deciso la seconda opzione avrebbe preso una grande cassa in legno con diversi oggetti utili per la costruzione di quell’oggetto. Sarebbe stati piccoli contenitori dalle innumerevoli forme.

    -Ti preoccupi così tanto per la forma…-

    Dopodichè avrebbe preso alcuni elementi per favorire la combustione fra di essi.

    -Adesso passiamo gli esplosivi: dovrai creare una granata.-

    Dopodichè avrebbe portato la mano sinistra dietro alla nuca, spostando leggermente lo sguardo per poi puntarli nuovamente verso il ragazzo.

    -Trattandosi di un esplosivo… NON FARE MOSSE AZZARDATE!-

    Lo avrebbe detto detto questa volta alzando leggermente la voce e puntandogli l’indice contro il petto.
     
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    Paese della Risaia



    La signora Kairi ascoltò con un mezzo sorriso la spiegazione della ragazza, che le ricordava molto se stessa quando era stata più giovane. Studiosa ma un po' insicura, il che andava bene. Quando Asami terminò la spiegazione, la donna disse:...bhè vediamo! Così dicendo avrebbe preso il tonico che la ragazza aveva preparato e lo avrebbe portato su un bancone lì vicino, dove c'era tutta un'altra serie di apparecchiature. Dopo aver preso un coltellino, avrebbe iniziato a spezzettare il tonico così da ottenerne parti piccoline. Ci sono varie combinazioni di elementi che possono portare allo stesso risultato. La cosa importante sono le quantità con cui questi elementi vengono miscelati insieme che poi rendono il prodotto perfetto. Ora ti mostrerò delle tecniche per capire le dosi e le quantità di un determinato elemento all'interno dei tonici. Così dicendo avrebbe iniziato a pendere i vari campioni del tonico di Asami e li avrebbe posizionati in apparecchiature diverse: un primo pezzo sarebbe andato in quello che sembrava un picco forno. Una fiamma azzurrognola avrebbe bruciato il campione ed i fumi sarebbero saliti in un analizzatore che avrebbe stilato una classifica di componenti di base. Una volta letta la lista, la donna avrebbe preparato una serie di distillati ed avrebbe inserito in ognuno un altro pezzo del tonico del ninja della Foglia, spiegando di volta in volta come esso reagiva con gli elementi all'interno della sostanza. Alcuni cambiavano colore e, da esso, si poteva determinare la quantità di determinato elemento. Altri cambiavano la densità o l'acidità del solvente e così via. Mentre spiegava, una figura in divisa da postino sarebbe giunta dalla loro destra. ...ehm...mi scusi dottoressa Kairi...le lascio sul tavolo la posta...buona giornata! Oh grazie caro...sei sempre gentilissimo! Una volta che il ragazzo fu andato, le spiegazioni continuarono fin quando la dottoressa Kairi disse:Bene Asami ora vediamo se hai capito. Da una scaffalatura chiusa a chiave, la donna avrebbe preso un tonico che, nella forma, non era molto dissimile da quello della ragazza. Tuttavia, il tonico che la dottoressa aveva in mano era blu con sfumature di colore rosso qui e lì. Questo è un tonico molto particolare. Lo produciamo per aumentare la forza e la reattività delle guardie che sono presenti nella struttura per difenderci. In parte viene anche commercializzato con le istituzioni militari. Mentre la ragazza si sarebbe potuta sbizzarrire con l'analisi del tonico, la donna avrebbe iniziato a spulciare la posta che le era arrivata. Sorpresa, avrebbe interrotto Asami dicendo: Uhm...ma guarda cara...anche tu hai ricevuto posta! E le avrebbe consegnato una lettera che veniva dall'ufficio amministrativo della NinTech.

    [...]



    Per quanto il volto del suo supervisore non fosse particolarmente espressivo, Shunsui rispose con un sorriso all' apprezzamento per il lavoro svolto. Avrebbe anche ricevuto un sonora pacca sulla spalla, a causa della quale si sarebbe piegato in avanti non poco, sbilanciato dalla forza dell'uomo: ...aahah che botta...!Ritornati all'interno della struttura, Shunsui avrebbe optato per dedicarsi alla costruzione delle granate. Il lavoro in questo caso era particolarmente pericoloso ed il supervisore sarebbe rimasto a stretto contatto con il genin. In realtà il lavoro su quella tipologia di esplosivo era letteralmente enorme. Le granate potevano essere essere costruite con una miriade di scopi different: esistevano granate esplosive, incendiare ed addirittura quelle in grado di rilasciare gas velenosi in ambiente. Inoltre l'esplosivo che vi era all'interno poteva variare molto. Shunsui aveva una lista di almeno 30 composti chimici differenti che potevano servire allo scopo: dall'acido pirico al trinitrotoluene, più comunemente chiamato tritolo. In particolare, quelli della Nintech usavano una composizione mista ed altamente instabile di TNT e ottanitrocubano, ed avevano inventato una tecnica di contenimento particolare per azzerare la reattività dei componenti fin quando non si desiderava l'effettiva detonazione della miscela. Shunsui era così concentrato sul suo lavoro, che non si accorse nemmeno di un tipo che passò per l'ufficio a consegnare un plico di posta.

    Il lavoro sulle granate durò per diversi giorni, data la vastità e la delicatezza che quel tipo di arma comportava. Il terzo giorno, Shunsui lasciò l'ufficio che erano le otto passate di sera, essendo arrivato ad un buon punto con il suo studio dell'argomento. Varcando la porta, notò che era stata lasciata una lettera per lui nell'apposita cassetta. ....una lettera dall'ufficio amministrativo...sarà roba sul contratto di lavoro... Senza pensarci troppo, andò a mangiare un boccone in solitudine. Non aveva provato a contattare o cercare Asami fino a quel punto. Voleva aspettare di essere contattato dal loro infiltrato per sapere cosa e come fare. Tuttavia, aveva intrattenuto qualche conversazione con altri dipendenti, soprattutto nelle ora di pausa pranzo, per cercare di condurre una vita tanto più nella parte quando possibile. Tornato nel suo appartamento, il genin si sarebbe steso sul letto ed avrebbe aperto la lettera. Al suo interno, c'era una copia da firmare del contratto di lavoro, più degli accordi di non divulgazione. Inoltre, c'era anche una lettera standard del direttore dell'azienda che dava il benvenuto al nuovo dipendente. Alla fine di quella lettera, Shunsui avrebbe notato che un bordo del foglio era piegato verso l'esterno. Girando il folio, ed aprendo l'orecchia di carta, il marionettista avrebbe trovato la curiosa immagine di uno smile, tracciato con tratto nero e carattere diverso dagli altri documenti. Passandoci un dito sopra, il genin si sarebbe sentito sottrarre una minuscola quantità di chakra, non sufficiente a rompere il sigillo di occultamento della sua forza spirituale.....ma che diavolo...! Importunamente, un testo scritto con una calligrafia elevante e infiocchettata sarebbe comparsa sul foglio.

    CITAZIONE
    L'obiettivo si trova al terzo piano interrato della struttura. L'accesso fisico alle celle di conservazione è impossibile.
    Asami: crea una versione modificata del tonico delle guardie, così da far perdere loro i sensi. Inseriscine 2 in una lettera e spediscila allo smistamento della posta.
    Shunsui: crea un bomba che possa essere trasportata da un condotto di aerazione a diffusione aerea.
    Aspettate altri ordini.

    ...FINALMENTE! pensò il marionettista mentre le scritte che aveva appena letto svanirono immediatamente, facendo tornare completamente bianca la pagina che aveva in mano.
     
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    La Hoshiyama mostrò il tonico da lei creato l’attimo prima. Per la sua creazione aveva messo alcuni ingredienti messi a disposizione in corrispondenza della sua postazione. Aiutandosi con il libro, ricevuto da colei che l’aveva accolta all’interno di quel laboratorio della Nintech. Dopo aver dato la sua spiegazione, aspettare era impossibile. Era la prima volta che provava a mischiare vari ingredienti per la realizzazione di un tonico. Tonico che per un ninja medico, come qualunque altro shinobi, poteva rappresentare un’ancora di salvezza. Per Asami rappresentava un passo per migliorarsi ed essere d’aiuto non solo per gli abitanti di Konoha ma per l’intera Accademia. E anche per il Team 1 creata da quest’ultima. Forse per quel motivo era stata scelta. Nel Team 1 era l’unica specializzata, rispetto agli altri componenti del team, nell’arte medica. La creazione e l’uso dei tonici era di certo un elemento fondamentale in situazioni di pericolo. Grazie a Kairi aveva aggiunto nuove conoscenze in grado di ampliare il suo bagaglio culturale. Ovviamente doveva esercitarsi e migliorare, ma non era il momento dato che la ragazza di Konoha si trovava all’interno della NinTech con un obiettivo. L’arma di distruzione non era stata ancora individuata. In fondo era passato un giorno da quando aveva messo piede all’interno dell’azienda. Aveva creato solo un tonico cercando anche di ottenere la fiducia della donna che, in quel momento, lo stava analizzando.

    -[...]. Ora ti mostrerò delle tecniche per capire le dosi e le quantità di un determinato elemento all'interno dei tonici.-

    Con molta attenzione la ragazza osservò ogni singolo passaggio. Dapprima però la donna dai capelli castani spezzettò il tonico della ragazza in piccole per poi trasferire una di queste all’interno di un forno. una fiamma blu iniziò a bruciare il piccolo pezzo del tonico creando una nuvola di fumo. Quest’ultima percorse una serie di analizzatori indicando poi i vari ingredienti usati. La genin puntò i suoi occhi verdi su quella lista senza intralciare l’operato della dipendente e mentore, per quel periodo. Improvvisamente Kairi dopo aver letto con molta attenzione la lista prese alcuni distillati, inserendo successivamente i pezzi del tonico che aveva creato Asami. Così facendo, l’apprendista poteva scoprire la quantità esatta utilizzata per la creazione del tonico. I suoi occhi erano puntati sulle varie ampolle dove il liquido diventava più o meno denso o cambiava colore a seconda della quantità utilizzata. La sua vista era occupata, ammirando i vari cambiamenti dei distillati, ma il suo udito captò una seconda voce. Disse di aver lasciato la posta, indirizzata proprio alla donna. La diciannovenne spostò leggermente lo sguardo verso la sua destra. Notò una figura maschile che lasciò velocemente la stanza. Cosa conteneva la lettera? Informazioni riguardante l’arma di distruzione? Tranquillamente la donna continuò con la spiegazione dell’analisi del tonico. Ma ormai la sua mente era fissa su quella lettera dal contenuto sconosciuto. Fu riportata alla realtà dalla voce della donna che, a quanto pare, volle mettere alla prova la ragazza.

    -Bene Asami ora vediamo se hai capito.-

    Il suo sguardo, insieme alla figura di Kairi, si spostò su uno scaffale. Aprendolo con una chiave, la donna prese un secondo tonico. Rispetto al farmaco creato dalla diciannovenne, quello aveva un colore blu con qualche sfumatura di rosso, sparse su tutta la superficie. Cosa doveva farci? Doveva analizzarlo?
    La sua supposizione non era sbagliata. Lo stesso procedimento che aveva fatto la dipendente della NinTech doveva essere effettuato dall'apprendista che aveva a disposizione le stesse apparecchiature usate da Kairi precedentemente. Ciò che doveva analizzare la ragazza però non era un comune tonico. Infatti, come aveva anticipato lo shinobi del suono, il tonico presentato dalla donna non era altro che la famosa droga dell’azienda, capace di donare forza e reattività. Infatti non solo erano ingeriti dalle guardie ma veniva commercializzati in tutto il continente per fini bellici. Era arrivato però il momento di analizzare la droga, senza l’aiuto di nessuno. A parte quello del libro che aveva utilizzato per la creazione del suo tonico. Forse all’interno di quel farmaco modificato c’erano diversi ingredienti che aumentavano caratteristiche fisiche diverse. Con le analisi dell'apparecchiatura e il libro in dotazione era molto più facile capire gli ingredienti utilizzati. Così iniziò a spezzettare il tonico in diversi piccoli frammenti. Utilizzando dei guanti, preoccupandosi di alterare il composto della droga, ne prese un pezzo mettendolo poi successivamente all’interno del forno, creando in pochi minuti una piccola nuvola di fumo. Osservò secondo dopo secondo questo fenomeno chimico, aspettando con curiosità l’esito del test quando la voce della mentore riuscì a distrarla. A quanto pare la posta era anche indirizzata anche alla giovane ragazza. Con molta fretta raccolse la lettera e, raggiungendo la sua postazione, l’aprì con delicatezza. Erano presenti due fogli: il primo era il contratto di lavoro che doveva essere firmato. Il secondo era una lettera di benvenuto alla nuova dipendente. Ciò che catturò la sua attenzione, alla fine della lettera, fu il bordo del foglio che era ripiegato verso l’esterno.

    §...§

    D’istinto risistemò il foglio notando, poco dopo, uno strano simbolo. Che cos’era e cosa significava? E perchè improvvisamente stava cambiando forma? Infatti, come per magia, l’inchiostro iniziò a muoversi in diverse direzioni per poi prendere una forma ben precisa. Anzi una frase. Poche parole. Ma gli bastarono per capire che la missione era già iniziata e che l’obiettivo era stato individuato. Però si attivò, per lei, una missione secondaria: creare una versione del droga in modo da avere un effetto del tutto contrario. Un piccolo sorriso gli comparve sul volto che cambiò immediatamente da una normale espressione di tranquillità. Ora sapeva cosa fare, doveva solo non farsi scoprire dalla donna. Non voleva far saltare l’intera copertura. Aveva intenzione di creare il farmaco nei momenti morti della giornata, cercando di aggiungere gli ingredienti sbagliati per alterare l’effetto. Guardò per un attimo il libro sfogliandolo e soffermandosi sugli ingredienti che aveva studiato il giorno precedente.

    §Gli ingredienti!§

    Si voltò di scatto verso il forno. Si perse nei suoi pensieri ma non dimenticò dell’analisi. L’apparecchiatura riconobbe diversi ingredienti: polpa di mirtillo rosso, denti di topo e addome d’ape Sugli ultimi due ingredienti provò disgusto ma come anticipò la donna l’arte della farmacia richiedeva anche un’ottima conoscenza nel mondo animale. C’erano dei libri a riguardo ma a differenza dell’altro manuale non erano segnate le varie dosi da utilizzare ma solo i loro effetti, sia quelli negativi che positivi. A quanto pare la donna voleva misurare le capacità della genin riguardanti il riconoscimento delle quantità da usare. Così prese i distillati e i solventi usati precedentemente dalla donna e li preparò, mettendole in diversi contenitori. Fortunatamente sapeva già la quantità della polpa di mirtillo rosso ma voleva avere una conferma. Infatti una volta inserito una parte del tonico all’interno del solvente questo cambiò solamente colore. Ma una quantità maggiore della polpa non solo il solvente sarebbe diventato più denso ma avrebbe cambiato anche colore. Riguardo ai denti di topo il solvente in quel caso avrebbe cambiato solo il colore diventando blu chiaro, mentre per l’addome d’ape il liquido sarebbe diventato solo più denso. Adesso doveva solo prendere i diversi ingredienti che fortunatamente si trovavano già all’interno della stanza.

    §Bene! Iniziamo!§

    Iniziò con i denti di topo triturandoli con una speciale attrezzatura in grado di ridurre qualunque ingrediente in polvere. Utilizzò numerosi per aumentare la concentrazione dell’ingrediente d’aggiungere al tonco. Infatti, come segnalato dal libro, i denti di topo stimolavano il sistema nervoso rendendo il soggetto più attivo ma potevano anche indebolire l’apparato muscolare, dando quindi un effetto contrario. Inoltre il solvente aveva cambiato leggermente il suo colore segno che la quantità utilizzata non era sufficiente per avere l’effetto contrario.
    L’addome d’ape venne tagliata in 4 parti uguali e bolliti in una piccola pentola per poi unire il composto con la polvere dei denti. Questo ingrediente aumentava la forza muscolare ma in quantità eccessive poteva causare spasmi muscolari.
    Infine c’era la polpa di mirtillo rosso che in quantità eccessive, circa 10 grammi, danneggiava la salute del malcapitato, portandolo in uno stato di morte apparente anche se in realtà si trattava di un sonno profondo. Per verificare le giuste quantità di ogni ingrediente usò i vari solventi e distillati. Erano passate parecchie ore da quando aveva analizzato il test era quasi sera ma non aveva intenzione di riposare o cenare. Voleva creare i due tonici da consegnare al suo informatore il prima possibile. Trovandosi da sola all’interno di quella stanza poteva concentrarsi con più tranquillità alla creazione della finta droga. I test una volta analizzati furono positivi per poi essere utilizzati per la sua creazione.

    [...]

    Lasciò il composto, nuovamente creato, per circa mezz’ora. Entrambe le pillole erano pronte per essere consegnate. Dapprima firmò il contratto per poi rimetterlo all’interno della busta, insieme alle due droghe create quella sera. Aggirandosi da sola all’interno dei corridoi della NinTech imbucò la lettera verso l’indirizzo segnato per poi raggiungere il suo appartamento.
    Erano passati alcuni giorni e non aveva ancora ricevuto alcuna comunicazione. Cosa doveva fare? Doveva agire di suo spontanea volontà? O doveva aspettare altre comunicazioni? Shunsui aveva ricevuto la stessa lettera? Oppure doveva avvisarlo?
     
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    Da quando avevano ricevuto le istruzioni era passata una settimana e mezza. Sebbene tutto quel tempo sicuramente avrebbe potuto rodere i nervi della diciannovenne della Foglia, per Shunsui quel tempo era una manna dal cielo. In realtà, era proprio per colpa dei lenti progressi del ragazzo che la missione si era un po' arrestata in quella fase. Shunsui durante il lavoro non aveva particolari difficoltà a completare i compiti che gli venivano assegnati dal suo supervisore. Di base, quello che faceva era completare rapidamente il compito che gli veniva assegnato, mancando solo alcune parti, così fa prendere tempo ad un'eventuale ispezione. Intanto lavorava alla fabbricazione del micro esplosivo. Non era un compito facile. A differenza di Asami, altre istruzioni erano arrivate da parte dell'infiltrato: perlopiù specifiche tecniche che il ninja non si era fidato a mandare tutte insieme, temendo che i fascicoli risultassero troppo voluminosi. Di conseguenza, Shunsui aveva dovuto rivedere il suo progetto più di una volta. Tuttavia, ora aveva il suo prodotto finale.

    La bomba era un bi-componente, composta da polveri che, prese singolarmente non producevano effetti, ma se poste in contatto ed in presenza di ossigeno, rilasciavano una poderosa reazione esotermica, cioè esplodevano. Shunsui aveva ideato dei piccoli congegni della dimensione della punta di un ago, che potevano essere assimilate a delle sferette all'interno dei quali erano contenute le due polveri. Le sferette avevano dei minuscoli piedini, che le spingevano in avanti, in maniera da non rimanere incastrate nel condotto. Infine, tramite un comando remoto, il genin poteva attivare l'esplosivo: le sfere rilasciavano le due polveri che quindi si sarebbero mischiate e, a contatto con l'aria, avrebbero prodotto un'esplosione. Purtroppo il genin non aveva potuto sperimentare troppo la sua creazione. Aveva provato un po' nella propria camera una sera, ed una guardia era passata chiedendogli se fosse tutto in ordine. Un'altra sua preoccupazione, risiedeva nel fatto che le nanobombe dovevano passare attraverso una grata nel condotto di aerazione piuttosto stretta, nonché elettrificate. L'elettricità avrebbe potuto compromettere l'integrità dell'involucro e innescare un'esplosione nel condotto, quindi molto prima del dovuto. Per questo motivo, Shunsui aveva rivestito le superfici esterne delle sue nanobombe con del material plastico isolante. Chiaramente le lavorazioni non erano state fatte a mano: era semplicemente impossibile. Questo significava che il genin aveva dovuto sgattaiolare di laboratorio in laboratorio cercando le apparecchiature che gli permettessero di lavorare a scale così piccole.

    Tutto questo gli aveva preso parecchio tempo. Tuttavia, quando arrivarono nuove istruzioni - questa volta anche ad Asami - anche la sua parte di lavoro era terminata. La lettera, questa volta, era un semplice invito a partecipare all'assemblea per l'elezione dei rappresentati dei dipendenti. Rilasciando una minima quantità di chakra nel foglio, quello avrebbe rivelato il suo contenuto segreto:

    CITAZIONE
    La missione inizia fra 2 notti. I tonici modificati sono stati messi nel sistema automatico e verranno rilasciati alle guardie la sera della missione. Dirigetevi al primo piano seminterrato dell'edificio, oltrepassate la prima porta a destra. Se il tonico avrà fatto effetto, troverete le guardie svenute. Oltrepassate le guardie ed attraversate tutta l'ala est dell'edificio, fino alla sala macchine. Le bombe vanno inserite nel sistema di aerazione indicato con la sigla CH-4-7T. Finito il compito, ritornate nei vostri alloggi il prima possibile.

     
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    Seduta alla scrivania, la giovane donna dai capelli rossi era intenta a creare ulteriore tonici per la compagnia. Mescolando vari ingredienti e creando i vari composti, aiutava Kairi che la seguiva in ogni singolo passaggio. La stessa che aveva incaricato alla ragazza di scoprire i vari ingredienti all’interno della droga. Ce n’erano diversi rispetto agli ingredienti utilizzati per la creazione di un semplice tonico. Come anticipato dalla donna all’inizio del “tirocinio”, ciascun farmacista doveva avere un’ottima conoscenza delle diverse piante e animali, utili per la creazione dei vari tonico. Infatti la droga, oltre alle semplici piante, aveva anche parti animali che fino a quel momento non aveva mai utilizzato e nemmeno mai viste. Ma la sua vera missione, dopo un comunicato segreto, fu quello di creare un tonico in grado di stordire le varie guardie. Così, senza farsi scoprire dalla donna, cercò di creare un tonico in grado di stordirle, utilizzando gli stessi ingredienti scoperti con un apposito macchinario. Difficile fu scoprire le quantità da utilizzare ma con diversi strumenti cercò di ricreare la falsa droga. Una volta creata la imbucò, come le fu indicato all’interno del messaggio segreto, all’indirizzo segnato. Dopodichè, data la tarda ora, tornò al suo appartamento. Era stata una giornata ricca di tensione. Gran parte del giorno era stato dedicato alla creazione dell falsa droga. Lo creò con molta discrezione, cercando di non attirare l’attenzione su di sé, facendo saltare così la copertura. E a fine giornata aveva completato il compito. Due tonici, apparentemente, identici agli originali ma con con degli effetti del tutto diversi. O almeno lo sperava ma era già stato consegnato.

    §...§

    Guardò fuori dalla finestra del suo appartamento. Forse quello stesso giorno era stato avvisato anche il suo compagno di missione Shunsui. Pian piano le palpebre si chiusero dalla, forse per la stanchezza, cadendo poi in un sonno profondo.

    [...]

    Ogni giorno per lei era una sfida. Nuovi tonici da preparare, utilizzando numerosi ingredienti. Alcuni già usati, anche per la creazione della “droga”. Altri invece dovette cercarli o avere dei dettagli in più dai numerosi manuali o semplicemente chiedendo a Kairi, sempre disponibile per risolvere qualunque dubbio della giovane apprendista. Giorno dopo giorni impegnava sempre meno tempo alla creazione dei semplici tonici che, molto probabilmente, venivano assunti dalle varie guardie sparse per l’azienda. Ma la sua mente era diretta sempre alla comunicazione che gli era stata consegnata, con un abile stratagemma, giorni prima. Da allora non aveva avuto più notizie nè dei tonici che aveva creato nè riguardo a informazioni sull’obiettivo da colpire. In più era da tempo che non aveva notizie di Shunsui. Anche lui era stato impegnato come giovane apprendista, svolgendo un compito del tutto diverso rispetto a quello di Asami. Da quando avevano lasciato l’accademia di Hitori non aveva avuto il tempo d’incontrarlo per ulteriori aggiornamenti. Ma molto probabilmente anche lui ne sapeva quanto lei. Forse però doveva trovare un modo per contattarlo. Ma come? Tutto il giorno era chiusa all’interno del laboratorio circondata dai vari ingredienti e macchinari. Non aveva il tempo di scrivere una lettera. Anche se forse poteva risultare tutto inutile visto che la genin della foglia non sapeva la reale posizione del sunese. In più non voleva attirare l’attenzione su di sè, vagando “accidentalmente” tra corridoi dell’azienda. Decise così di aspettare altri ordini dall’altro collaboratore.

    [...]

    §Vediamo un pò...§

    Con un apposito attrezzo la ragazza dagli occhi verdi iniziò a mescolare un composto abbastanza denso all’interno di una piccola pentola. Il colore era bianco con qualche sfumatura di rosa, che pian piano diventava sempre più evidente. Infatti più la ragazza mescolava il composto più questo cambiava completamente colore diventando, infine, rosa pallido. Con serietà, guardò questo cambiamento improvviso anche se dentro di lei sperò in questo sviluppo. Infatti il tonico che gli era stato commissionato, doveva avere quel colore e densità. L’odore era abbastanza dolce ma non poteva assaggiarlo poiché per avere degli effetti benefici il composto doveva prima raffreddarsi. Così, utilizzando dei guanti, divise il composto in piccole parti, appoggiandole e lasciandole sul banco da lavoro. Nel mentre una nuova lettera gli fu consegnata. Aprendola lesse mentalmente il contenuto. Anche quello che improvvisamente si materializzò, in minuscolo a lato del lettera, una breve frase. La kunoichi della foglia la lesse con discrezione per poi posare la lettera e tornare al suo lavoro. Una volta al bancone il suo pensiero si spostò al suo vero compito.

    [...]

    Era arrivato il giorno della prima parte della missione. Era nel suo appartamento dopo il consueto giorno di lavoro. Aveva mangiato qualcosa di veloce a cena prima di raggiungere il suo appartamento. Ed aspettò l’arrivo della notte prima di prendere le poche armi che portò con sé. Una volta uscita dall’appartamento si diresse verso le scale per raggiungere poi il seminterrato. Si guardava intorno cercando di incrociare la figura del suo compagno di missione e non quello della guardie.
    Una volta arrivato avrebbe fatto un cenno con la mano per poi salutarlo, con un tono di voce abbastanza basso. Avrebbe spostato lo sguardo verso le scale per poi rivolgersi nuovamente verso il genin della sabbia, sempre con voce bassa.

    -Andiamo.-

    Dopodichè iniziò a scendere le scale, cercando di essere il più silenziosa possibile [Furtività 3]. Una volta scese le scale e oltrepassato la prima porta a destra, come segnato sulla lettera, notò due figure accasciate a terra.

    §Ecco le guardie!§

    Il tonico, per la sua felicità, aveva fatto effetto. Erano prive di sensi ma avevano perso solo i sensi o il tonico aveva avuto un effetto mortale? Infatti la preoccupazione della ragazza fu proprio l’effetto del tonico creato. Prima di mandarlo aveva avuto quei dubbi, restando nell’incertezza anche nei giorni successivi. Lentamente si avvicinò alle due figure, guardandole dritte al volto. Avevano gli occhi chiusi e, fortunatamente , respiravano ancora.

    §Perfetto! Sono solo svenute.§

    Diede un’occhiata al compagno di squadra per poi procedere lungo il corridoio. A passo non troppo svelto, la genin percorreva il lungo corridoio semibuio. Quando improvvisamente si fermò di colpo, indicando con l’indice un punto ben preciso sul pavimenti. Una corda di legno che spariva, magicamente dietro alla parete del corridoio, alla loro sinistra. A destra invece la corda era legata ad un supporto tramite un nodo.

    §Sembra… una trappola...§

    Non sapeva a cos’era collegato e forse l’unico modo per scoprirlo era sciogliere quel nodo. Con aria interrogativa iniziò a fissare sia la corda che il nodo.

    -Molto probabilmente, colpendo questa corda, si attiverà la trappola…-

    Bastava scavalcare la corda per non attivare la trappola. Ma si sicuro la corda era collegata ad altri meccanismi disseminati di fronte a loro, forse posizionati in modo molto più nascosto. Forse sciogliendo il nodo l’intera trappola sarebbe stata fuori uso, permettendo la continuazione verso la sala macchine. Con estrema agilità e precisione [Manualità], la ragazza riuscì a sciogliere e il nodo, sperando di aver disattivato la trappola. Passo dopo passo, si allontanò dalla corda appena sciolta guardandosi in giro per non farsi prendere alla sprovvista. Tenendo d’occhio non solo l’ambiente circostante ma anche il suo compagno di squadra, avanzò tranquillamente verso la meta. Lontano dalla corda, accidentalmente Asami aveva attivato accidentalmente una trappola a pressione. Mentre avanzava con il piede destro il pavimento davanti ai loro scomparve improvvisamente. Fortunatamente la ragazza riuscì a tornare nella zona sicura del pavimento, cercando di non perdere l’equilibrio data la trappola improvvisa. L’intero pavimento era scomparso lasciando un vuoto di circa 15 metri. Come superare l’ostacolo creato accidentalmente dalla rossa? Si guardò intorno prima di rivolgere lo sguardo verso il sunese.

    -Potremo usare il chakra adesivo per superare l’altra parte… il sigillo non dovrebbe spezzarsi. O hai delle idee migliori?-

    Se il sunese non avesse avuto nessuna idea, la ragazza avrebbe accumulato una piccola quantità di chakra sotto la pianta di entrambi i piedi. Dopodichè avrebbe iniziato la sua passeggiata, attaccata al muro. per poi arrivare dall’altra parte.

    Una volta arrivati dall’altra parte, la diciannovenne notò un pulsante a muro. Cos’era? Un’altra trappola? Titubante nel farlo, lo schiacciò e il pavimente ritornò di nuovo com’era. Non c’era nessun vuoto. Ma quel pulsante serviva davvero a quello? Oppure attivare una seconda trappola? Perchè mai l’azienda aveva costruito un pulsante simile?

    [...]

    § La sala macchine...§

    Dopo aver percorso l’intera ala est, i due genin si ritrovarono davanti alla porta della sala macchina. Aprendo la porta, collegata ad un ulteriore meccanismo, avrebbe azionato una trappola abbastanza banale quanto pericolosa. Diverse armi, di piccola taglia, sarebbero scattate per colpire i due ninja. Fortunatamente per loro non sarebbero state abbastanza veloci per colpirli in pieno petto, poiché la ragazza avrebbe chiuso la porta, utilizzandola come scudo.

    §tre… cinque… sette...§

    La ragazza avrebbe contato i colpi mentalmente che ad uno ad uno avrebbero colpito la porta, per un totale di 9 colpi. Una volta entrati avrebbero visto diverse macchine posizionate all’interno della stanza piuttosto grande. Le macchine, in funzione, erano una accanto alle altre. In alcune postazioni c’erano delle piccole sedie illuminate solo dalla luce delle varie macchine. Infatti l’intera sala non sarebbe stata molto luminosa. Ma i due avrebbero dovuto trovare il sistema di aerazione ed inserire all’interno le bombe.

    -Shunsui, ti copro le spalle.-

    Aveva paura di qualche trappola improvvisa all’interno della sala o addirittura dell’arrivo di altre guardie. Solo dopo che avrebbe posizionato le bombe nel posto giusto, la giovane diciannovenne avrebbe tirato un sospiro di sollievo.



     
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    Infine il momento che stavano aspettando da diverse settimane era giunto. Mettendo da parte la lettera in cui era riportato il via libero dell'operazione, Shunsui avvertì i suoi livelli di adrenalina aumentare, e la nota sensazione di euforia impadronirsi della sua mente. Finalmente si entrava in azione! Tuttavia si costrinse alla calma, impiegando degli esercizi elementari di concentrazione che gli erano stati insegnati all'accademia. Bisognava rimanere lucidi, calmi e distaccati. Cinque minuti dopi, iniziò quindi con i minimi preparativi di cui aveva bisogno.

    [...]



    Per la sera del gran giorno, Shunsui non avrebbe scelto indumenti troppo diversi da quelli che la gente dell'azienda era abituato normalmente a vederlo. Se fossero stati scoperti, infatti, avrebbe dovuto dissimulare le sue azioni, e sarebbe stato difficile farlo con vestiti militari addosso. In più, quella sera si era portato dietro un piccolo zainetto, in cui aveva posto l'esplosivo di sua creazione. Sgusciando, fuori dalla sua stanza, fu fortunato abbastanza da non incrociare nessuno fino al punto di incontro con Asami. La ragazza lo stava già aspettando e gli rivolse un saluto con un gesto della mano. Shunsui rispose con uno del capo. La ragazza era abbastanza rilassata, per essere sotto copertura, e questo fece sentire più rilassato anche lui. Seguendo le indicazioni date dalle loro istruzioni, i due genin trovarono facilmente la strada che dovevano seguire. L'indicazione che erano sul percorso giusto fu il ritrovamento di due guardie svenute. Asami si fermò per controllare che fossero solo prive di sensi e non morte. Non doveva aver avuto molto tempo per testare gli effetti del tonico che aveva preparato. Shunsui non le fece pressione. Ammirava il lato compassionevole della ragazza, nonostante si trovassero a corto di tempo, ed in una posizione scomoda. Shunsui si fece guidare dalla Rossa oltre le guardie, attraverso un percorso pieno di trappole, notando l'abilità con cui Asami era riuscirne a disinnescarne alcune. Shunsui aveva una grande esperienza in quel settore, ma la genin della Foglia era riuscita nel compito egregiamente anche senza il suo aiuto. Poi tutto ad un tratto, un improvviso clic metallico mise in allarme il marionettista. Il terreno sotto i loro i piedi si aprì, dopo che una pedana a pressione era stata involontariamente premuta dalla ragazza. Nessuna colpa per la fogliosa, nemmeno Shunsui se ne era accorto. Fortunatamente i loro riflessi furono pronti ed evitarono la caduta per un soffio. ...sì andiamo con il chakra adesivo...facciamo in fretta, non vorrei che qualcuno abbia avvertito il nostro passaggio... La quantità di chakra necessaria al passaggio sul muro era irrisorio, e non disattivò il sigillo impresso sul loro corpo. Passato quel punto critico, i due si destreggiarono tra altre trappole, fino ad arrivare nella stanza dove dipartivano i condotti della ventilazione. Trovare lo scompartimento giusto fu una questione di attimi. Il portellone siglato CH-4-7T venne aperto rapidamente, liberando l'aria che scorreva ad una velocità di circa dieci metri al secondo nel condotto. Una piccola bufera si sviluppò nella stanza, mentre il classico rumore di vento forte eruppe nell'ambiente non troppo ampio. ...dannazione... Shunsui si tirò giù dalle spalle lo zainetto, e ne aprì la cerniera con mano ferma. Ne estrasse quelle che sarebbero parse ad Asami come delle piccolissime e leggerissime palline nere. Senza indugio, il marionettista, lanciò le palline nel condotto, e queste vennero immediatamente catturate dalla corrente d'aria che le fece sparire rapidamente dalla vista dei due giovani. Chiuso il portellone, Shunsui si rivolse alla collega: Perfetto, ora dobbiamo solo sperare che tutto vada per il meglio e tornare... si fermò a metà frase osservando qualcosa posto in alto. Se anche la ragazza si fosse voltata, avrebbe scoperto che una lampadina stava emettendo una luce giallognola intermittente, a bassa frequenza, senza emettere alcun suono. Sicuramente, quando erano entrati nella stanza non stava lampeggiando. ...dannazione....questo non sembra nulla di buono. Forza usciamo da qui!

    Ripercorsero all'indietro la strada fino alla porta della stanza, quando avvertirono un rumore di passi provenire dalla stessa direzione della loro meta. Decisamente più di una persona stava venendo nella loro direzione, e loro non volevano scoprire che fossero. ...presto, da quella parte..! Disse il marionettista, indicando un corridoio che si allungava nel buio alla loro destra. Stavano ora inventando, ma non avevano altra scelta. Ad ogni modo, era possibile che anche l'altro corridoio potesse portarli nei dormitori, sebbene non fosse la via più veloce. Il problema era che ora erano inseguite, ed il percorso davanti a loro, a meno che non avessero raggiunto il termine della zona 'off limit', continuava ad essere pieno di trappole. Ogni 10 metri avrebbero incontrato altre corde sottese[Furtività 6] [Rilasciano 6 kunai con Forza pari ad energia Verde], botoleFurtività 7] [La botola è profonda dieci metri, ed sul fondo sono presenti spuntoni di potenza complessiva 30] e pedane a pressione[Furtività 9][Sparano spiedi con Forza pari ad energia Verde][Veleno, induce semiparalise]. Shunsui sarebbe stato in grado di guidare la ragazza attraverso tutte quelle trappole, se avesse avuto il tempo di dare precise indicazioni alla giovane kunoichi. Tuttavia, inseguiti com'erano, c'era davvero poca possibilità di comunicare tra di loro. Infine, l'ostacolo più grande sarebbe arrivato ad una manciata di metri dalla porta che li avrebbe portati al di fuori di quella zona pericolosa. Il corridoio in quel punto era largo 4 metri. Davanti a loro si estendeva una foresta di quelli che sembravano raggi luminosi rossi, che tracciavano scie nell'aria. I raggi si muovevano secondo schemi precisi, ma Shunsui constatò, suo malgrado, che lo spazio che essi lasciavano tra di loro non era sufficiente a far passare una persona della sua corporatura. Invece, il corpo snello di Asami avrebbe potuto farcela. ..presto, passa questo punto da sola....se saremo fortunati, dall'altra parte troverai un dispositivo per annullare questo marchingegno, e quindi potrò passare...se non troverai nulla continua senza di me....in qualche modo me la caverò! La situazione era critica e, per quanto Asami difficilmente avrebbe lasciato indietro un suo compagno, era evidente che quella fosse l'unica soluzione possibile. Il campo di raggi laserI Raggi si muovono con velocità Rossa e potenza 30. erano solo una parte del tranello. Perchè nel percorso che la genin avrebbe dovuto effettuare per superarli, sarebbero stati disseminati ulteriori trabocchetti[Furtività 9] [Vengono sparati 3 kunai con Forza pari ad energia Verde][Veleno, Semiparalisi]. Forza! Lo so che ce la puoi fare, siamo quasi usciti!
     
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    Trovandosi dinanzi alla botola, i due ragazzi decisero di proseguire utilizzando il chakra adesivo. Così la ragazza dai capelli rossi accumulò una piccolissima quantità di chakra sotto la pianta dei piedi. Mosse prima la gamba destra in direzione della parete. Il piede ben saldo confermava la riuscita della tecnica, permettendo così ad Asami di appoggiare il piede sinistro e superare velocemente quell’ostacolo. Per fortuna la quantità di chakra utilizzata non era sufficiente per disattivare il sigillo, permettendo ai due di tenere nascosta la loro vera natura.

    [...]

    Guardandosi intorno la ragazza copriva le spalle al suo compagno di missione, che nel frattempo era occupato a posizionare la bomba creata da lui stesso. Diede una veloce occhiata all’interno di quella stanza, prima di spostare lo sguardo su Shunsui. A quanto pare aveva trovato il condotto d’aria che era stato segnalato dal loro informatore. Asami fece un piccolo sorriso non appena il sunese gli rivolse lo sguardo. Parte del piano era stato completato, ora bisognava solo tornare nei loro alloggi ed aspettare la notte. E il suo stesso pensiero era stato espresso dal compagno di squadra che improvvisamente aveva lasciato il discorso a metà. Iniziò a guardare in punto imprecisato, distogliendo lo sguardo dalla kunoichi della foglia.

    -Shunsui…?-

    Con sguardo interrogativo, continuò a guardare lo shinobi della sabbia. Cosa c’era di così importante d’attirare la sua attenzione? Una trappola? Oppure li avevano scoperti? La donna dagli occhi color smeraldo si girò di scatto e iniziò a guardare poco sopra la sua testa. Ciò che vide non fu per niente rassicurante.

    -Oh… no…-

    Nessun suono. Solo un colore, il giallo, emesso dal una lampadina posta poco sopra le loro teste. Lo sguardo pietrificato della diciannovenne era dritta sulla lampadina, mentre nella sua mente c’era il caos. Ciò che temeva si era avverato. Come avevano fatto a scoprirli? Era stata la trappola collegata alla porta d’ingresso della sala macchine a far scattare l’allarme? Oppure il sistema d’allarme era collegato allo sportello del condotto di aerazione? Numerosi dubbi iniziarono ad assalire i suoi pensieri ma solo la voce del giovane ninja di Suna la riportarono alla realtà.

    -...dannazione....questo non sembra nulla di buono. Forza usciamo da qui!-

    I suoi occhi si bloccarono sulla figura del ragazzo. A quanto pare anche lui aveva il suo stesso timore. Cercò di restare lucida con la mente, cercando di non farsi distrarre da questa questa minaccia improvvisa, tenendo sott’occhio il suo compagno di squadra.

    -Ti seguo!-

    Cercò di farsi sentire da Shunsui, anche se il suo tono di voce non era particolarmente alto. Restando al suo fianco, Asami guardava anche attorno a sè per notare la presenza delle varie guardie. Ma solo dopo un breve percorso, i due sentirono alcuni passi provenire verso di loro. Era stato il sunese a cambiare completamente itinerario, percorrendo un corridoio che s’inoltrava nel buoi. L‘unica cosa che poteva fare la Hoshiyama era fidarsi di lui e non mettere in dubbio scelte che, in realtà, servivano solo per non farsi scoprire. Inizalmente, non seguendo le precise direttive del compagno di squadra, fu presa alla sprovvista. 6 kunai partirono in zone diverse del corridoio dirette verso la giovane donna. Fortunatamente le armi non erano molto veloci, rispetto alla sua velocità di reazione [Riflessi: Verde]. Purtroppo però fu appena dalla lama di un kunai da destra, sul braccio del medesimo lato [Ferita Lieve]. Guardò il ragazzo di Suna, che nel frattempo fece un percorso totalmente diverso, e così decise di seguire i suoi stessi passi. Evidentemente era riuscito a notare le trappole disseminate all’interno di quel percorso. Procedeva a passo svelto, quasi correndo, per la preoccupazione di essere scoperta, insieme allo shinobi della Sabbia. Seguiva passo dopo passo, lo stesso percorso effettuato dal compagno di squadra, evitando i numerosi trabocchetti Quando improvvisamente i due shinobi dell’Accademia si ritrovarono davanti ad un ulteriore trappola. Una scia di raggi luminosi erano disseminati in quella parte di corridoi. I raggi erano talmente vicini che solo una persona dalla fisico come quello di Asami poteva attraversarlo. E l’idea di Shunsui era proprio quella di far passare la ragazza dall’altra parte, in modo da cercare un dispositivo in grado di disattivare la trappola. Ovviamente non era sicuro di quello cha aveva detto, ma non era un'opzione da escludere.

    §...§

    Osservò per qualche attimo i raggi luminosi che, nonostante la loro velocità, si muovevano secondo uno schema preciso. Una volta memorizzato i movimenti di alcuni raggi, iniziò ad incamminarsi, trovando il momento giusto per passare. A volte si fermava per memorizzare il movimento degli altri raggi che gli ostacolavano la strada, ripartendo il cammino poi subito dopo. Mancavano pochi passi alla fine del percorso, quando improvvisamente il piede sinistro aveva attivato una trappola. Alcuni kunai furono lanciati verso di lei.

    §No!§

    Per evitarli iniziò a correre verso la fine. Ma purtroppo non fu necessario per evitare il kunai, che colpì la spalla sinistra della ragazza [Ferita quasi leggera], e un raggio luminoso, riportando una ferita al fianco destro [Ferita Media].

    §Uh!§

    Evitò di sussultare per il dolore, estraendo l’arma dalla sua spalla, sentendo quasi un formicolio e facendo fatica a muoverlo. Inoltre aveva ricevuto un forte colpo sul fianco destro, ma non per questo aveva rinunciato al ritrovamento di quel pulsante come ipotizzava Shunsui. Non aveva intenzione di lasciare indietro il suo compagno di missione, guardandosi in giro, in tutte le direzioni. Ma poco più avanti notò un piccola porta a muro in metallo. Aprendola notò un solo pulsante. A cosa serviva? Attivava un allarme o disattivava la trappola appena superata? Lanciò un breve occhiata in direzione dell’amico sunese, per poi premere il pulsante.
    Cosa sarebbe successo?

    Vitalità: 8/12 Leggere
    Ferite:
    Ferita Lieve al braccio destro
    Ferita Quasi leggera alla spalla sinistra
    Ferita Media al fianco destro

    Condizione Fisica: Semiparalisi alla spalla sinistra
     
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    Vedere Asami destreggiarsi tra i raggi roventi di quel marchingegno, e non poter fare nulla per aiutarla, fu un vero e proprio strazio per il marionettista. Ad ogni modo la ragazza se la cavò alla grande, fin quando non incappò in un secondo livello di trappole, nascoste tra la griglia di raggi rossi. Shunsui stava quasi per saltare dentro quell'inferno, quando la sua compagna venne ferita pesantemente da queste, ma dovette stare zitto e fermo, per non rischiare di far capire alle guardie, che li stavano cercando, quale fosse lo loro posizione. ...dannazione...sono stata io a portarla per questo corridoio...questa è tutta colpa mia.... Nonostante le ferite subite, Asami riuscì ad arrivare nella zona sicura oltre il campo mortale che aveva appena passato e dovette riuscire a trovare un pulsante per disabilitare la barriera, perchè questa venne giù poco dopo. Shunsui scattò verso la compagna di squadra in un attimo per accertarsi delle sue condizioni. Non erano delle migliori. ....dobbiamo medicarti in rapidità...non puoi stare in questa condizione... Ricavò un lembo lungo dalla manica del suo vestito e fasciò alla meno peggio Asami. Dopo di che, oltrepassarono insieme la porta alla fine del corridoio.

    Si ritrovarono al piano terra della struttura, in un corridoio che conoscevano abbastanza bene, perchè portava ad una caffetteria molto usata da tutto il personale. ...siamo proprio in bella vista... dobbiamo cercare di raggiungere le nostre stanze, come da piano.... Tuttavia, bastarono loro pochi secondi per rendersi conto che sarebbe stato quasi impossibile. La struttura era completamente assalita dalle guardie, che si muovevano in gruppi da tre a cinque per tutti i corridoi, alla ricerca di coloro che avevano fatto scattare gli allarmi...cioè loro. Con abilità e fortuna, i due ninja sarebbero riusciti ad evitare le ronde per un po', ma più passava il tempo, più le voci dei loro inseguitori si sarebbero fatte più vicine e pressanti. Arrivarono quasi alla stanza di Asami, quando un nuovo gruppo di voci poco amichevoli risuonarono a due passi dall'angolo verso cui gli shinobi erano diretti. Una frazione di secondi in più e se li sarebbero trovati di fronte. Shunsui era già pronto a combatterli, quando un nuovo allarme risuonò in tutta la struttura: un allarme antincendio!

    Immediatamente gli erogatori d'acqua della struttura riversarono il loro contenuto sui due giovani, mentre le porte delle altre camere, che si affacciavano sul loro stesso corridoio, si aprirono riversandovi una piccola fiumana di gente. I dipendenti, tirati giù dal letto dalla sirena, iniziarono a muoversi più o meno alla rinfusa verso le uscite di emergenza della struttura, permettendo ad Asami e Shunsui di potersi mescolare a loro senza eccessivi problemi. Quando le guardie spuntarono da dietro l'angolo, poterono distinguere solo una massa informe di persone che si dirigeva come un corpo unico al di fuori della struttura.

    [...]


    Una volta fuori dalla NinTech, i dipendenti si raggrupparono nei vari luoghi di ritrovo, dove le guardie della compagnia già avevano iniziato a perquisire alcune persone, le quali erano completamente spiazzate da un gesto del genere. I due accademici si sarebbero distaccati molto preso dal gruppo, per svanire nell'oscurità di quella notte, fin quando un uomo in abiti militari con le insegne della NinTech non li bloccò una volta che si furono allontanati 500 metri dal resto della folla. Trattenendo il fiato, i due avrebbero visto l'uomo sorridere loro, mentre la sua immagine svanì in una nuvoletta di fumo, cambiando in quella a loro nota del postino. L'uomo fece loro segno di seguirli Presto, da questa parte....! Asami e Shunsui sarebbero stati condotti sempre più lontano dal fabbricato della compagnia per un altro paio di minuti. A quel punto l'uomo avrebbe tirato fuori dallo zaino un foglio di carta bianca ed un pennello. Con pochi gesti precisi ed eleganti, l'uomo disegnò un'aquila sul foglio, la quale prese vita immediatamente. In un batter d'occhio, i due genin si sarebbero trovati davanti quello che sembrava, in tutto e per tutto, un uccello di inchiostro in tre dimensioni....forza salite! Non abbiamo tutta la sera! La creazione di inchiostro prese volo immediatamente dopo che tutta la squadra fu al sicuro sul suo dorso. Solo in quel momento, il loro contatto segreto sembrò rilassarsi ed iniziò a parlare con loro più apertamente:...ottimo lavoro ragazzi...a tutti e due! La missione è riuscita perfettamente: i campioni biologici sono stati distrutti, così come i loro database....per adesso direi che siamo al sicuro. Le mie istruzioni sono di riportarvi alla base, e vi arriveremo fra qualche ora....vi suggerisco di riposare, tanto non verremo disturbati.......grazie mille...deduco sia stato tu a far partire l'allarme antincendio nella struttura...ci hai salvato...un secondo di più e saremmo stati presi dalle guardie...vero Asami? Si girò verso la ragazza e, vedendo la sua fasciatura, si ricordò delle ferite che aveva subito:....Asami ha subito delle ferite pesanti, comunque, non è che avresti qualcosa per lei?...mmmm solo qualche tonico... dovrebbe essere sufficiente fino ad arrivare alla base così dicendo, porse alla fogliosa un tonico che le avrebbe ripristinato la salute. In realtà, adesso che non doveva più evitare di usare il chakra, si sarebbe potuta tranquillamente curare da sola le proprie ferite. Finalmente la missione era finita, e non avrebbero dovuto più fingere di essere persone che in realtà non erano....bene...finalmente si torna a casa...avebbe commentato entusiasta il marionettista rivolgendosi alla Rossa. Si stese quindi sull'aquila di inchiostro, sentendo l'adrenalina diminuirgli lentamente dalla circolazione. Comunque sei stata grande Asami, quei tonici modificati hanno funzionato alla perfezione! La prossima volta che mi servirà una ricetta speciale, mi rivolgerò solo a te! Giuro! Disse scherzando alla ragazza, per poi godersi il vento che gli soffiava sulla faccia e che sapeva di libertà ritrovata.
     
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    Una volta trovato il pulsate, la ragazza dalla chioma rossa lo premette sperando di aiutare Shunsui. Lui stava ancora aspettando dall’altra parte dei raggi e la kunoichi di Konoha doveva trovare un modo per disattivarli. Non voleva lasciarlo indietro. Solo una volta premuto il pulsante, sperò di non aver attivato un ulteriore trappola o allarme. Fortunatamente i raggi luminosi scomparvero un attimo dopo e la ragazza aspettò impazientemente l’arrivo del sunese che corse subito verso di lei. Fece un piccolo sorriso, cercando di dimenticare il dolore avvertito, in quel preciso istante, al fianco destro. Era in quella zona che aveva subito più danni, anche se parte della spalla sinistra era ancora semi paralizzata.
    Ad interessarsi maggiormente della ferita fu Shunsui che, una volta raggiunta, strappò una manica del suo vestito utilizzandola come fascia per medicare la ragazza. Anche se la medicazione era stata fatta nei peggiori dei modi, Asami apprezzò il gesto facendo un piccolo sorriso.

    -...grazie Shunsui…-

    Velocemente cercò di risistemare la fascia cercando di coprire l’intera ferita. Ma non voleva perdere altro tempo così, insieme al suo compagno di squadra, lasciò quel corridoio disseminato di trappole. Correndo i due si ritrovarono al piano terra della struttura, percorsa da Asami soprattutto quando effettuata delle brevi pause durante i suoi turni. Spesso e volentieri era sempre in compagnia di Kairi, che intratteneva la ragazza con discorsi riguardanti le piante e sui diversi tonici che nel corso della sua carriera aveva creato. Però i due genin dovevano ritornare nelle proprie stanze, come aveva ordinato il collaboratore. Diversi passi si sentivano all’interno di quell’area, lasciata subito dopo dai due shinobi che si affrettavano a ritornare nei loro appartamenti. Ma sfortunatamente le numerose guardie erano ancora in circolazione all’interno della NinTech. Erano nelle vicinanze dell’appartamento di Asami, quando alcune voci attirarono l’attenzione della ragazza.

    §Ancora guardie? Ma quante ce ne sono!?§

    Erano come due topi in una gabbia. Non potevano scappare da nessuna parte e i nemici si trovavano a pochi passi dalla loro posizione. Lo scontro era inevitabile e anche con le numerose ferite riportate, la Hoshiyama si stava preparando alla battaglia. Nonostante il dolore al fianco e la spalla quasi bloccata. Ma uno shinobi doveva affrontare anche quelle complicazioni e, anche il momenti come quelli, non poteva farsi trovare impreparato. Un nuovo allarme fu azionato e dell’acqua fu versata sui due ragazzi e sull’intero corridoio. Contemporaneamente le numerose porte degli appartamenti si aprirono e i vari dipendenti si precipitarono fuori dalle stanze, dirigendosi alle uscite di sicurezza. Sia Asami che Shunsui, senguendo la massa, si mimetizzarono tra i lavoratori, restando così salvi da quella spiacevolissima situazione.

    §Per poco...§

    La ragazza dai lunghi capelli rossi cercò di non perdere di vista Shunsui e una volta usciti dalla struttura, si allontanò insieme a lui stando lontano dalle varie guardie. Ma dopo svariati metri, una guardia della NinTech restò lì immobile senza fermarli. Lo sguardo della ragazza si concentrò sulla guardia che nel frattempo fece un piccolo sorriso. Dopodichè una nuvola di fumo lo coprì completamente, rilevando la figura di un postino. Una figura che Asami aveva visto giorni prima entrare all’interno del laboratorio.

    -Presto, da questa parte....!-

    Diede una veloce occhiata al suo compagno di squadra per poi seguirlo. Allontanandosi sempre più dal fabbricato l’uomo, improvvisamente, prese un foglio bianco e un pennello all’interno del suo zaino. Una volta finito, dal foglio si staccò un’aquila gigante fatto d’inchiostro. I tre salirono sul dorso della creatura che spiccò il volo subito dopo. Come dichiarato dall’uomo, la missione che gli era stata affidata era andata a buon fine. Con i componenti biologici distrutti, per i due ninja del Team 1 la missione fu completata. La ragazza tirò un sospiro di sollievo, portando il suo sguardo verso il cielo. Fu attratta solo dalla voce di Shunsui che disse il suo nome.

    -[...] ...un secondo di più e saremmo stati presi dalle guardie...vero Asami?-

    -Già.-

    Lo sguardo del ragazzo di Suna si spostò sulla fasciatura, per chiedere poi all’uomo un tonico per lei che in un batter d’occhio glielo diede. In realtà Asami aveva già dimenticato le ferite che aveva subito, anche il braccio non era ancora del tutto guarito. Fortunatamente sia i suoi sforzi che quelli di Shunsui non furono andati persi, completando così quella missione.

    -Grazie… Appena arriveremo alla base mi medicherò con calma…-

    La creazione dell’uomo continuava il suo viaggio, mentre la ragazza assaporava l’aria fresca di quella notte.
     
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