Sabotatori

[Free Shunsui & Asami]

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  1. Zakira
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    Il freddo dominava l’intero paese del Fuoco in quel periodo. Le strade al mattino presto, erano solitamente ghiacciate. L’aria gelida di scagliava su piante e altri esseri viventi, creando un sottile strato di brina. Fortunatamente durante il giorno quest’aria veniva riscaldata dai potenti raggi del sole. Ma al calar di esso ecco che l’aria si raffreddava nuovamente. Ma non per questo gli abitanti di Konoha rinunciavano ad uscire. Infatti, nonostante l’aria glaciale che riusciva a ghiacciare l’unica foglia presente su un ramo di un albero, nel cielo non c’era nemmeno una nuvola. Numerose stelle brillavano quello spazio bluastro. Ed anche quella sera, come quella mattina e tutti gli altri giorni, le strade del villaggio della foglia erano affollate. L’area commerciale della città e le vie principali offrivano alla popolazione numerosi ristoranti dove poter mangiare e bere qualcosa. Era solito, tra gli shinobi e non, recarsi in quei luoghi dopo una missione o il lavoro. Come per Asami. La missione che aveva affrontato non era per niente pericolosa. Poteva anche non prenderne parte dato che la sua presenza era consigliata ma non strettamente necessaria. Di solito Asami non partecipava agli incarichi di sua spontanea volontà. Forse più per pigrizia. Ma quella volta aveva deciso di rendersi utile per l’Accademia. Ma perché? Stava di fatto che dopo quella missione non aveva perso per niente le energie ed era più pimpante di come era partita. Bevve e mangió qualcosa con il team improvvisato dall’Accademia per poi ritornare a casa sempre con un sorriso stampato sulle labbra. Ma la sua felicità era ancora un mistero.

    [...]

    Il mattino seguente la ragazza dai lunghi capelli rossi si trovava nel giardino della villa di suo zio che, da un anno e qualche mese era diventata la sua nuova casa. Approfittando della bella giornata di sole, decise di passare una giornata di relax. Lei e il sole. E il suo sorriso. Il suo viso, rivolto verso la sfera luminosa, risplendeva. Nessun libro l’accompagnava. E non aveva in programma di allenarsi nei prossimi due gironi.

    -Non hai da studiare?-

    Ad interrompere il suo momento di svago fu suo zio. Ultimamente era impegnato con il suo lavoro ma ogni occasione era buona per parlare con sua nipote, interessandosi degli studi ed allenamenti. La diciottenne inizió guardarlo per poi spostare i suoi occhi verde smeraldo sull’erba del giardino.

    -In realtà ho deciso di prendermi un attimo di pausa. Sono tornata ieri dalla missione…-

    Le sue mani sfiorarono i fili d’erba mentre il suo sguardo si posó sulla strada al di fuori della villa. Quella stessa strada che portava al centro della città di Konoha e che la sera prima aveva percorso.

    -... Avevo intenzione di tornare in villa per il mio compleanno…-

    A quella frase un gran sorriso si disegnó sul suo volto e gli occhi s’illuminarono di gioia. Partecipando alla missione di sicuro l’Accademia non l’avrebbe chiamata per i prossimi giorni. Per quel motivo l’aveva accettata. E per quel motivo aveva deciso di rilassarsi in quei giorni. Aveva programmato anche un viaggio. Tutto questo perchè fra due giorni era il suo compleanno. Un corvo inizió a svolazzare in corrispondenza della villa di suo zio ma la ragazza non ne fece caso. Nella sua mente stava già pianificando le prossime giornate all’insegna dell’ozio. Ma quel corvo, in un batter d’occhio, si posó sulla morbida erba. Con sè aveva una lettera. E la ragazza inizió a guardarli con fare minaccioso.

    §Mmm… Non mi piace…§

    Quella lettera aveva un sigillo. Quello del villaggio del Suono.

    §Non mi piace per niente…§

    Prese la lettera sotto lo sguardo vigile del volatile. Iniziò a leggerla mentalmente ma le prime tre parole riuscirono a farle gelare il sangue. Quando lesse il resto della comunicazione ricevuta non volle credere ai suoi occhi. I primi attimi iniziò a guardarla con sguardo spento, stringendola forte tra le mani.

    -No…-

    La sua voce era fievole. Solo le sue orecchie percepirono quella parola. Nel mentre le sue mani strinsero ancor di più la leggera, quasi a stropicciarla. Con un veloce movimento, stracciò quel foglio bianco, scritto con l’inchiostro nero, in due parti. Il volume della sua voce aumentò improvvisamente facendo scappare il povero corvo che spiccò il volo allontanandosi dal giardino di quella villa e, molto probabilmente, si apprestò anche a lasciare la città di Konoha.

    -Perchè!? Tra due giorni è il mio compleanno! Non è giusto!-

    Ma non poteva rifiutare quell’incarico. Era stata scelta fra tante kunoichi che popolavano l’intero continente.

    [...]

    Erano le 3 di notte. La luna piena illuminava la stanza della ragazza dai capelli rossi. Data la fredda temperatura decise di indossare una maglia aderente beige e pantaloni neri. Ai piedi indossava le classiche scarpe ninja mentre al collo il suo coprifronte. Aveva portato con sé i soliti accessori e armi, in due marsupi separati, che solitamente utilizzava anche durante gli addestramenti. Marsupi che venivano coperti dal lungo cappotto del medesimo colore della maglietta per affrontare il lungo viaggio. Dirigendosi verso Nord, la genin iniziò a percorrere le varie strade, alternando sentieri boschivi e vaste praterie. Senza la luce del sole tutto poteva sembrare più oscuro. Ma al sorgere di esso, ciò che la circondava cambiava improvvisamente aspetto. Ed era proprio al sorgere del sole, nello stesso giorno di 19 anni fa, in una casa poco lontana da Konoha nasceva la ragazza che proprio in quegli attimi stava attraversando il paese del Fuoco. In quel preciso istante Asami aveva compiuto 19 anni.

    §Buon Compleanno, Asami...§

    Il suo pensiero fu quasi malinconico. Giorni prima aveva pianificato un viaggio completamente diverso, ma questi erano gli imprevisti del suo lavoro. Il viaggio della diciottenne, anzi della diciannovenne, continuò fino ad arrivare al Paese delle Risaie.

    §Sarò da sola in questa missione oppure ci sarà qualcun’altro?§

    Furono i pensieri che assillarono in quel momento la kunoichi, intravedendo un edificio. Era la base accademica di Hitori, luogo d’incontro segnato all’interno della lettera di convocazione. Entrò all’interno dell’edificio, aprendo lentamente la porta.

    -Buongiorno a tut…-

    Con quella frase diede per scontato la presenza di altri shinobi e dello stesso richiedente della missione. Ma rimase con gli occhi spalancati non appena soffermò il suo sguardo su l'unica persona presente. All’interno dell’edificio c’era un ragazzo dai capelli neri che aveva già avuto modo d’incontrare.

    -Shunsui!-

    La persona che aveva appena incontrato non era altro che il suo compagno si squadra del team 1 Shunsui Jiro Abara, composto anche dal kiriano Takeshi Yamamoto e dal maestro Asmodai Akuma. Almeno in quella missione non era da sola.

    -Asami, ciao! Anche tu qui? Che coincidenza…-

    -Già. Non solo facciamo parte dello stesso team ma siamo stati chiamati anche per la stessa missione.-

    Disse con un sorriso sulle labbra. L’accademia aveva reclutato proprio due shinobi appartenenti ad un team creato proprio da loro. Quindi l’accedemia aveva una buona considerazione dei due giovani?

    -E' da un po' che non ci si vede...un peccato che le lezioni con il sensei Asmodai non si facciamo più spesso! Bhè se saremo in missione insieme avremo sicuramente modo di aggiornarci…!-

    La ragazza annuì, condividendo l’idea del suo compagno di squadra. Aveva voglia d’incontrare non solo il suo maestro ma anche Takeshi. Anche solo per una semplice riunione del team. Il sunese stava continuando il suo discorso quando improvvisamente un uomo dai capelli neri raccolti in una treccia richiamò l’attenzione dei due genin con la sua voce. Dopo aver verificato l’identità dei due ragazzi iniziò a camminare, dicendo loro di seguirlo. Così Asami, dopo aver lanciato una breve occhiata al sunese, s’incamminò nella stessa direzione dell’uomo. Dapprima attraversarono un corridoio per poi entrare all’interno di una stanza. Al suo interno c’era solo un tavolo e tre sedie. La Hoshiyama iniziò a guardarsi intorno prima di rivolgere lo sguardo verso l’uomo che nel frattempo iniziò a parlare, passando ai due dei fascicoli. La ragazza li prese senza dire una parola e non spostando il suo sguardo sul volto di lui. La missione riguardava una compagnia che produceva materiale bellico per l’Accademia e per il Paese delle Risaie. L’unico problema furono alcune informazioni raccolte da varie spie all’interno della compagnia NinTech che rilevarono alcune collaborazione più o meno losche agli occhi dell’Accademia. Coloro che misero in allerta il Paese delle Risaie e l’Accademia stessa fu il “Kurotempi”.

    -...Kurotempi?-

    Non aveva interrotto il discorso dell’uomo poichè il suo tono di voce non era particolarmente alto. Anzi poteva essere considerato quasi come un sussurro. Un pensiero tra sé e sè. A cosa si riferiva la parola “Kurotempi”? Era un’altra organizzazione criminale? Aveva già affrontato una missione riguardante l’Edera e ascoltando le parole dell’uomo, forse, quella ne era un’altra che ostacolava la vita degli shinobi appartenenti all’Accademia. Ma la situazione era leggermente diversa e complicata visto che veniva coinvolto un settore strettamente collegato alla produzione di prodotti bellici. Inoltre proprio la NinTech stava sviluppando una nuova arma in grado di uccidere migliaia di persone utilizzando un agente patogeno. I due genin dovevano infiltrarsi all’interno della compagnia e distruggere i componenti organici della sostanza. Ad aiutarli nell’impresa c’erano anche alcuni informatori che avevano il compito di occuparsi successivamente della distruzione di tutti i documenti riguardante l’arma e della raccolta delle prove per confermare la collaborazione della NinTech con “Kurotempi”.

    -Nei fascicoli, oltre alcuni dettagli sulla compagnia, ci sono le identità che sono state create apposta per voi.-

    La diciannovenne sfogliò velocemente il fascicolo. Anche se non era il momento di leggere tutto ciò che stava scritto. Avrebbe letto, dopo quella riunione, la parte che avrebbe assunto durante l’intera missione.

    -[...] Avete domande?-

    Dopo aver comunicato la postazione di lavoro che avrebbero occupato i due genin e l’indefinita durata della missione, lo shinobi del suono avrebbe risposto ad alcuni dubbi posti dai due giovani genin.
    In realtà Asami aveva più di un dubbio che forse poteva risultare, in qualche modo, banale. Ma non avendo mai avuto a che fare con il mondo ninja, fino alla sua scelta di vita, era del tutto estranea per quanto riguarda i fatti di politica di ciascun paese. Sapeva solo dell’esistenza dell’Accademia, spiegata dal maestro Asmodai nel loro primo incontro, ma non sapeva per certo quanti paesi erano presenti all’interno di quel continente.

    -Si io ne ho alcune: Cos’è “Kurotempi”?-

    Non ne aveva mai sentito parlare e voleva più informazioni. Poteva anche non trattarsi di un’organizzazione criminale, come lei sosteneva nella sua mente, ma di un semplice paese nelle vicinanze del Paese delle Risaie. Dopo aver ascoltato ad un’eventuale risposta ne propose un’altra, questa volta riguardante i vari informatori che si trovavano già all’interno della compagnia.

    -Chi sono gli informatori? Come facciamo a riconoscerli?-

    Non voleva di certo far saltare la sua copertura mandando a rotoli l’intera missione.
    Dopo aver risposto alle varie domande l’uomo avvisò i ragazzi che l’intera struttura era dotata di sensori capaci di rilevare fonti di chakra. Per questo motivo, per non far saltare la copertura, lui stesso applicò un sigillo in grado di nascondere quell’energia. Spezzò alcuni sigilli prima di appoggiare sua mano sulla schiena dei genin.

    -Il sigillo stesso non può essere individuato, quindi potete stare tranquilli. Domani vi porteremo con due carri separati all'azienda. Buona fortuna.-

    [...]

    Il giorno dopo Shunsui ed Asami avrebbero raggiunto la NinTech in due carri separati. Dopo aver varcato il primo gruppo di sicurezza, il carro si sarebbe fermato all’ingresso dell’edificio. Una volta dentro lo shinobi avrebbe incontrato un uomo abbastanza alto e robusto, calvo e sfoggiava una barba nera non troppo folta. Aveva un abbigliamento abbastanza semplice, composto solamente da un pantalone blu e una maglia a maniche corte bianca. All’interno della struttura la temperatura sarebbe stata piuttosto elevata rispetto l’esterno.
    Lo avrebbe scrutato con i suoi occhi color carbone prima di proferire parola.

    -Tu devi essere quello nuovo…-

    Il tono di voce sarebbe stato abbastanza freddo e poco interessato alla figura di fronte a sè.

    -Bene. Seguimi.-

    Avrebbero percorso una serie di corridoi poco illuminati. Ai lati c’erano diverse porte indicate con alcuni numeri. Nel frattempo l’uomo avrebbe fatto posto una domanda al giovane sunese, sempre con il suo tono poco interessato. Forse erano le solite domande di rito poste ai nuovi dipendenti.

    -Dimmi un pò… è la prima volta che ti occupi di esplosivi?-

    Dopodichè avrebbe aperto una porta, rilevando una stanza mediamente grande. Il sunese avrebbe notato la presenza di diverse scrivanie, abbastanza grandi, con alcune sedie.

    -In questa stanza avverrà il tuo percorso di formazione. Io resterò qui per aiutarti e darti qualche suggerimento.-

    Si sarebbe avvicinato ad una delle scrivanie, facendo segno al ragazzo di seguirlo. Avrebbe mostrato alcune dei materiali utili per la creazione delle bombe.

    -Devi equilibrare i vari materiali a tua disposizione. Basta miscelare le sostanze sbagliate e rischierai di far saltare l’intero edificio. Anche se per questa settimana ci occuperemo solo dei fumogeni.-

    Durante il corso della settimana, l’uomo sarebbe stato al suo fianco per la creazione dei fumogeni. E anche lui stesso ne avrebbe prodotte alcune, di tanto in tanto, per illustrare al nuovo dipendente come crearne una.

    Edited by Zakira - 20/1/2017, 11:12
     
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