Sabotatori

[Free Shunsui & Asami]

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  1. Zakira
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    Kurotempi. Un nome sconosciuto per la giovane apprendista medico che quel giorno, oltre a compiere 19 anni, fu convocato per un'importante missione nel Paese delle Risaie. Dopo diverse indagini alcune spie infiltrate all’interno della NinTech, ipotizzavano una stretta collaborazione e il Kurotempi. Un’organizzazione criminale ricercata dall’Accademia, il cui scopo era la creazione del caos e la distruzione. Per quel motivo li shinobi di Oto pensava alla costruzione de quell’arma. La ragazza ascoltó con attenzione le parole del giovane uomo. Anche quando rispose alla sua seconda domanda. Ma per i due genin non era ancora arrivato il momento per sapere la sua identità.

    -[...] siete congedati.-

    Dopo quelle parole la ragazza dai capelli rossi si apprestó a lasciare la stanza. Quello stesso pomeriggio, seduta su una sedia in legno, sfoglió i vari documenti che ricevette dallo shinobi quella stessa mattina. Oltre ad alcune informazioni, la genin di Kknoha aveva con se anche alcuni documenti falsi. C’era segnato un cognome per lei del tutto sconosciuto. C’era anche una piccola storia e altre informazioni. Chiunque poteva ignorare quei fogli di carta. Ma per Asami rappresentavano delle indicazioni importanti per la riuscita della missione. Piano piano, leggendo attentamente, inizió a memorizzare le parti più importanti di quella storia. Fortunatamente aveva abbastanza tempo per assimilare tutte le notizie raccolte all’interno di quel fascicolo. Sperava solo nella sua memoria. Per il giorno dopo non poteva farsi trovare impreparate. Non doveva. Era d’obbligo tenere in mente tutte le informazioni. Calata la notte la ragazza decise di dover staccarsi da quei fogli. Era la prima conta che studiava durante il suo compleanno. Non immaginava di passarla così, studiando tutto il pomeriggio per poi ritrovarsi alle dieci di sera già nel letto messo a disposizione dall’accademia di Hitori. Non credeva di aver passato mezza giornata solo per studiare quelle informazioni studiare. Peró l’aveva fatto.
    Asami Yokonoko, 19 anni. Originaria del Paese del Thè, da sempre aveva dato il suo contributo ai più bisognosi in caso di necessità. Il suo lavoro di volontariato le permetteva di aumentare le sue conoscenze mediche. Approfondendo varie discipline, come l’anatomia. La sua passione per l’arte medica era stata tramandata da suo padre. Lui era la sua guida. Ogni suo dubbio che aveva, veniva spazzato via dalla preparazione sia teorica che pratica del padre. E fu lui stesso a proporgli il lavoro da volontario. È finita dall’adolescenza, precisamente dall’età di 15 anni, che la ragazza offriva il suo contributo senza chiedere nulla in cambio. L’ultima volta si trovava all’interno del paese del Fulmine, precisamente a Kumo. Rimase all’interno del villaggio poiché esso fu completamente isolata da tutti gli altri paesi, per colpa della rivoluzione che avvenne in quel periodo. Non ricevette nessuna notizie della sua famiglia come loro non riuscirono a comunicare con lei. Purtroppo le sue conoscenze furono talmente limitate che non riuscì ad esaudire tutte le richieste dei pazienti. Ma fortunatamente all’interno di quel caos non era sola ma una volta uscita dal villaggio aveva deciso di studiare di più. Solo dopo aver appreso diverse nozioni decise di cercarsi un lavoro per metterle in pratica. E la chiamata arrivó proprio dalla NinTech.
    Una storia… Inventata a pennello.
    Il vero cognome di Asami non era quello anche se per l’età, confrontata all’identità fittizia, per poco non coincideva. E il padre di sicuro non gli aveva insegnato tutte quelle nozioni di medicina. Innanzitutto il lavoro dovette farlo lei senza l’aiuto di nessuno. Anche se quello che aveva fatto non era nemmeno la metà comparato al ruolo che gli aveva affidato lo shinobi di Oto o l’Accademia. Per non parlare della rivoluzione di Kumo. Era del tutto sconosciuta alla faccenda. Sperava solo di non creare sospetti su di sè e di ricordarsi la storia. Per il resto poteva anche non avere molta importanza. Lei si trovava all’interno di quell’azienda per un “corso di formazione” non per perdere tempo in chiacchiere. Anche se sperava comunque di avere una persona disposta a insegnargli il lavoro non rendendolo pesante.
    Era arrivato il momento per la ragazza di andare. Shunsui era già partito con il suo carro. Ora toccava alla genin di Konoha a raggiungere la NinTech. Lasció il coprifronte all'Accademia di Hitori mentre due marsupi, con all’interno e accessori, vennero nascosti all’interno della valigia, messa a disposizione dalla struttura per la copertura. Quando uscì trovó già il carro, pronto per portarla a destinazione. A passo moderato, indossando lo stesso cappotto del giorno precedente, si avvió al carro salendoci e aspettando impazientemente la partenza. Una volta imboccata la strada, la giovane kunoichi si guardó intorno, ammirando la natura attorno a sè. La via era lineare con alcune curve. La giornata era soleggiata ma le ombre dei rami, ricche di foglie, coprivano il terreno battuto che portava direttamente alla NinTech. Pochi metri e il carró si fermó proprio davanti all’ingresso della struttura, prendendo con sè la piccola valigia. Non era sola a varcare quella porta. Fu condotta in una grande sala. Appena entrata con la “sua” valigia raggiunse, a passo svelto, il desktop di ricevimento che si trovava all’interno della stessa. Il ticchettio dei suoi passi rimbombava in quella stanza silenziosa. Si avvicinó al bancone, credendo di dover dare il suo nome e cognome, ovviamente fittizi.

    -Buongiorno, sono Asami Yokonoko. Sono qui per il percorso formativo.-

    In un attimo l’uomo, anzi il ragazzo, alla scrivania, dopo aver confermato il nominativo su un foglio, diede alla ragazza dai capelli un badge, lasciando la valigia con la mano sinistra. Con entrambe invece manteneva quel documento tanto importante.forse poteva servirgli anche in altre occasioni, non solo per la formazione. Nel frattempo l’uomo, con la sua voce, attiró l’attenzione della genin. L’uomo s’incaricó di portare lui stesso la sua valigia all’interno dell’appartamento messo a disposizione dalla NinTech. In fondo la “formazione” doveva durare diverse settimane e la diciannovenne doveva pur riposare. Nuovamente fu condotta nei laboratori dove producevano vari farmaci. Diversi capannoni erano stati allestiti per ospitare le nuove piante per la produzione dei tonici. Non era la prima volta che vedeva una serra. Nella tenuta degli Hoshiyama, oltre alla monumentale villa, c’era una zone destinate alla produzione degli ortaggi, con la presenza di una serra. Anche se quest’ultima aveva delle dimensioni decisamente più contenute rispetto a quelle NinTech. Ma l’azienda, all’interno di esse aveva i diversi ingredienti utili per la creazione dei tonici. Ma Asami fu portato via da quella zona e, dopo aver sorpassato una porta scorrevole, fu lasciata all’interno di un laboratorio. Anche se stava recitando una parte fu per lei un emozione ammirare i macchinari che venivano utilizzati dal personale specializzato. Microscopi, provette e quell'odore provocato dalle foglie che venivano infuse o sminuzzate. E quel camice bianco. Fu attratta soprattutto da quel vestiario. Non vedeva l’ora d’indossarlo . Aveva intrapreso la vita da shinobi per quella motivazione. Il suo sguardo si perdeva tra il personale indaffarato e i vari macchinari in funzione. Improvvisamente le sue orecchie udirono dei passi venire verso di lei. Portando il suo sguardo verso quel suono sempre più forte, notó una figura femminile che si avvicinava con un abito blu senza indossare un camice. Una volta che si avvicinó alla ragazza dai capelli rossi, proferì parola.

    -Singnorina Yokonoko?-

    -Si, sono io.-

    La donna, chiamata Kushina Kiji, spiegó di essere la responsabile del reparto tonici all'interno della NinTech. Non sempre si trovava all'interno dell’azienda ma quel giorno, come in altre occasioni, si era presentate per conoscere la nuova dipendente. La donna leggendo la storia di Asami era stata colpita dalle varie imprese condotte dalla giovane, soprattutto il lavoro di volontariato ai confini del Paese del Fulmine. In quel momento sperava solo di ricordarsi tutto, per non creare dei sospetti su di se.

    -Già. Ma più che al confine sono stata all’interno della città di Kumo…-

    Dovette studiare avvenimenti da lei del tutto sconosciuti. Nei fascicoli, per come lei aveva compreso, c'erano tutte le informazioni riguardanti quella storia.
    Facendo una breve pausa per poi ricominciare a parlare.

    -E’ stata una delle esperienze più importanti…-

    La sua voce era piena d’orgoglio “ricordando” quei momenti di vita da tempo.

    -Nonostante la mia giovane età avevo cercato di rassicurare i vari abitanti all’interno della città… Soprattutto i bambini. IN quegli istanti tutti tutti avevano paura… Anch’io ne avevo. Questa esperienza mi ha fatto crescere...-

    Non credeva di affrontare una simile situazione. Ma essendo una “volontaria” non poteva farsi vedere debole. Era la prima a dover ispirare fiducia tra i cittadini terrorizzati.

    [...]

    La giovane diciannovenne fu portata da un’altra donna. Si chiamava Kairi e a sua grande sorpresa era molto amichevole con lei. Infatti, nonostante la differenza d’età la persona che doveva affiancare alla sua formazione voleva come sua pari.

    -[...] Io sono Kairi, mi puoi dare direttamente del tu...non ti preoccupare cara.-


    -Ok...Kairi.-

    Mostró un piccolo sorriso alla donna. Anche se in realtà era sotto copertura non voleva mostrarsi fredda. Anzi in qualche modo voleva ottenere la fiducia della donna che in quella missione rappresentava uno degli ostacoli. Così pensava la Hoshiyama. Come una semplice insegnante, Kairi spiegó alla giovane dai capelli rossi l’obiettivo da conseguire: diventare una farmacista. Un’arte antica, raccontava la donna, che richiedeva non solo delle ottime conoscenze anatomiche, lavoro svolto in parte dalla kunoichi durante i suoi continui studi, ma anche conoscenze in botaniche e zoologiche. Durante tutte quegli anni non aveva mai amplificato il suo studio, limitandosi solo allo studio teorico del chakra e dell’anatomia umana. Grazie a quella formazione la diciannovenne potè apprendere nuove conoscenze in campo medico. Ma a differenza dei normali tonici la ragazza era stata incaricata alla produzione di droghe.

    §Droghe… lo dice con così tanta leggerezza...§

    Forse grazie anche al suo carattere. Di sicuro parlava in tal modo per rassicurare la ragazza. Magari anche lei, come la responsabile, aveva una reputazione positiva sulla giovane donna.

    -[...] Ora non ti preoccupare cara...piano piano imparerai. Anzi iniziamo subito!

    -Bene non vedo l’ora!-

    Asami fu condotta ad un bancone con diversi ingredienti da lei sconosciuti. Ma ció che attiró la sua attenzione fu su un libro è un tonico. Di fianco ad esso c’era una targhetta con su scritto “Tonico Coagulante inferiore”. La donna dai capelli castani e ricci inizió a parlare rilevando che la prima prova riservata per lei fu proprio la produzione di quel tonico, utilizzando proprio quegli ingredienti messi in bella vista. Ma non tutti servivano per il coagulante. Evidentemente l’azienda, voleva testare l’attenzione è il talento di ogni singolo dipendente. Così la ragazza, all'ennesima raccomandazione, ringrazió Kairi per la spiegazione per poi avvicinarsi al bancone guardando per bene tutti gli ingredienti. Tra bacche e fiori, Asami non sapeva dove iniziare. Fortunatamente c’era un libro che avrebbe usato in quei giorni all’interno della NinTech. Aprì il libro in una pagina a caso quando improvvisamente si voltó verso la donna.

    -Per un pó di riposo posso raggiungere la camera che mi è stata assegnata in qualunque momento, vero?-

    [...]

    §Mmm… “Sulle piante e sui loro effetti”...§

    Le sue dita affusolate sfogliavano le pagine di quel volume, ricco di nozioni e immagini a colori per distinguere i vari ingredienti. Come sempre ogni volta che esaminava un libro riusciva a perdersi in piccoli dettagli di poco conto. Dapprima inizió a leggere il libro solo per pura curiosità. Poi peró cercó i diversi ingredienti aiutandosi soprattutto con le immagini . Grazie ad esse non furono più tanto sconosciute. Segnó la pagina che gli serviva facendo una piegatura nella parte alta della pagina così da non perdere l’ingrediente appena trovato. Il primo giorno lo passó tenendo gli occhi fissi su quel libro. Lo trovava davvero interessante. Ne aveva bisogno a casa così da spezzare la monotonia nel studiare sempre gli stessi argomenti. A volte spostava il suo sguardo sull’ambiente che la circondava. Quella missione l’aveva avvicinata in un mondo che lei sognato da tanto, da quando aveva scoperto le varie funzioni del chakra. Per sua sfortuna doveva lavorarci con un’identità del tutto inventato, ma non per questo non doveva ritenersi ritenersi una persona fortunata. Per un attimo i suoi pensieri si spostarono anche su Shunsui, giovane sunese della sabbia e suo compagno di squadra nel Team 1.

    §Chissà cosa starà facendo in questo preciso istante…§

    Le ore passavano e la sua mente era rivolta sempre a quel tonico che doveva produrre e alla bomba che i due genin dovevano distruggere. Restó fino alle due di notte sveglia, senza accorgersene. Quel libro l’aveva completamente catturata. Forse per il nuovo argomento. Ma in realtá accadeva ogni volta che ne apriva uno, anche se l’aveva letto e riletto una decina di volte. La stanchezza peró prese il sopravvento e per riprendere lo studio decise di riposarsi. L’apprendimento era abbastanza accogliente, con all’interno tutto il necessario, cioè un letto per dormire e un piccolo tavolo rotondo con due sedie. Per il momento a lei bastava il letto. A malapena riusciva a tenere gli occhi aperti e, una volta appoggiata la testa sul morbido cuscino, si era abbandonata in un sonno profondo. Quel giorno aveva studiato abbastanza ma lo aveva fatto solo per guadagnare la sua fiducia. Ma a sua volta non voleva farsi notare troppo. Svolgere con troppa fretta un incarico che gli era stato appena assegnato poteva risultare segno d’imprudenza. In fondo Kairi non gli aveva dato un limite di tempo quindi poteva riflettere sull’uso degli ingredienti in qualunque momento. In più aveva tutto il tempo a sua disposizione. Voleva riuscirci al primo tentativo così da non sprecare tutti gli ingredienti. Inoltre come dichiarato dalla donna molti erano stati messi solamente per confondere la ragazza. Il giorno dopo la ragazza si sveglió con molta calma. Quella notte riuscì a dormire tranquillamente anche se la sua mente era ancora immersa in quel libro. Doveva ripassare i vari ingredienti poichè su alcuni di essi aveva dei dubbi. Dopotutto la maggior parte di essi avevano degli effetti simili, in altri invece erano totalmente opposto tanto da causare anche la morte del malcapitato. Percorrendo i vari corridoi la ragazza dagli occhi color smeraldo notó come l’azienda era giá attiva. Forse, secondo la genin, non si era mai fermata. Così la ragazza continuó il suo cammino verso il laboratorio. Avrebbe salutato Kairi per poi avvicinarsi al bancone. Tutto era come l’aveva lasciato. Il libro chiuso di fianco agli ingredienti che non erano stati utilizzati o che erano stati semplicemente sostituiti. Prima d’iniziare con la creazione, controlló nuovamente i vari effetti delle piante e bacche. Per fortuna aveva segnato la pagina, senza perdere tempo. Li riguardó con molta attenzione, questa volta scartando di volta in volta ció che non le serviva. Sul bancone, in primo piano, erano stati lasciati 4 ingredienti: l’ago di Pino del Paese della Luna, la Bacca di Fiore di Loto Rosso, Campanula di Roccia e la Castagna di Fuoco. Dopodiché si allontanó dal bancone per preparare l’attrezzatura da laboratorio per il tonico. Inizió, prima di tutto, a scaldare un pentolino d’acqua a fuoco moderato. All’interno del pentolino c’era un termometro così da controllare la temperatura del liquido. Dopodichè prese la ciotola con l’Ago di Pino e, con un mortaio, iniziò a pestarlo. Ne prese circa un grammo proprio come indicava il manuale e pesato con estrema precisione grazie ad una piccola bilancia. Lo aggiunse al litro di solvente preparato subito dopo. L’acqua nel frattempo raggiunse la temperatura di 100° e così la ragazza prese una Campanula di Roccia e l’appoggiò delicatamente sul pelo dell’acqua. La maggior parte di essa era evaporata per colpa del processo di ebollizione ma era sufficiente per la creazione del tonico. Una volta infuso fiore all’interno dell’acqua, la ragazza mise da parte il pentolino per raffreddare il liquido.
    Per avere l’effetto desiderato l’acqua doveva essere fredda altrimenti avrebbe causato coniati di vomito.
    Così decise di sfruttare quei momenti di attesa per riscaldare la Castagna di Fuoco. Prese una piccola padella. Anche in questo caso dovette aspettare prima di prendere il liquido al suo interno tramite una siringa. Una volta estratto il liquido incolore lo unì al solvente, che al suo interno aveva già il succo verdastro dell’Ago di Pino. L’acqua, diventata tiepida, non era ancora pronta per unirla con gli ingredienti. Inoltre mancava l’ultimo ingrediente per completare il tonico. Prese la Bacca di Fiore di Loto Rossa e ne estrapolò il cuore, riducendolo poi in poltiglia. ra poteva aggiungere gli ultimi ingredienti: l’infuso freddo di Campanula di Roccia e il cuore della Bacca di Fiore di Loto Rosso. Non sapeva quante ore passarono dal suo risveglio. La sua mente, immersa nei vari attrezzi e dagli ingredienti, aveva perso la cognizione del tempo. Fece un cenno a Kairi dicendogli di aver completato la creazione del tonico. O almeno sperava di il coagulante e non un veleno.

    -Gli ingredienti che ho utilizzato sono la Bacca di Fiore di Loto Rosso, che ha un effetto coagulante. Dato che causa anche diversi effetti collaterali, ho utilizzato l’Ago di Pino come calmante, la campanila di Roccia, per ridurre la pressione e la Castagna di Fuoco per la dissenteria e l’irritazione della pelle, causata rispettivamente dalla campanula e dalla Bacca di Fiore di Loto Rosso.-

    La ragazza dai capelli rossi aveva creato il tonico giusto?

    [...]

    L’uomo ascoltò le parole del giovane dall’accento straniero. A quanto pare non aveva mai lavorato con gli esplosivi ma aveva studiato chimica per diverso tempo. Buon per lui. Almeno non sarebbe stato interrotto da varie domande poste dal ragazzo. Prima di mettersi a lavoro, osservò con curiosità il giovane proveniente dal Paese del Gelo. Lo vedeva abbastanza indaffarato ma non per questo aveva smesso di guardare il suo operato. Ma il ragazzo lo aveva completamente ignorato o cercava di farlo, concentrandosi solo sull’obiettivo che lui aveva imposto. Dopo un pò, con il volto annoiato, iniziò a dedicarsi ai suoi impegni. In realtà anche lui stava costruendo dei fumogeni e, di tanto in tanto, controllava l’operato del ragazzo dai capelli corvini. Fino a quel momento, all’interno di quella stanza, niente era saltato per aria. Confermando quindi un ottimo talento del giovane apprendista. Fermò i suoi lavori, che richiedevano pochi minuti data la sua esperienza. Ma anche il ragazzo sapeva farci con questo lavoro. Dopo 4 ore da quando gli era stato assegnato il compito, il neo dipendente, aveva creato il fumogeno.

    -Direi una manciata di secondi… Per quanto riguarda la forma… Bhè conta fino a un certo punto. Se il fumogeno funziona anche così vuol dire che ha saputo miscelare il tutto equilibrando in modo adeguato. Avremo tempo per perfezionare quell’aspetto più avanti. In fondo il tuo percorso di formazione non finisce domani. O volevi già andare via!?-

    Scoppiò in una grossa risata ma smise subito dopo ritornando serio, con il suo sguardo più o meno irritato. Dopodichè guardò il fumogeno e, successivamente, il ragazzo dritto negli occhi, per poi alzare lo sguardo il sopracciglio destro.

    -Se vuoi testare il fumogeno puoi anche andare fuori.-

    In tal caso lo avrebbe seguito per testare il suo lavoro. Un’aria subito dopo l’uscita posteriore di quella struttura. Qualunque sarebbe stata la sua scelta, cioè controllare l’efficacia della della creazione o restare all’interno di quella stanza stanza, l’uomo avrebbe dato un’energica pacca [Forza: Energia Rossa] sulla spalla al ragazzo dai capelli neri.

    -Hai fatto comunque un buon lavoro…-

    Ovviamente senza mostrare nessun sorriso.

    -Se vuoi continuare con i fumogeni fai pure altrimenti passiamo agli esplosivi.-

    Se avesse deciso la seconda opzione avrebbe preso una grande cassa in legno con diversi oggetti utili per la costruzione di quell’oggetto. Sarebbe stati piccoli contenitori dalle innumerevoli forme.

    -Ti preoccupi così tanto per la forma…-

    Dopodichè avrebbe preso alcuni elementi per favorire la combustione fra di essi.

    -Adesso passiamo gli esplosivi: dovrai creare una granata.-

    Dopodichè avrebbe portato la mano sinistra dietro alla nuca, spostando leggermente lo sguardo per poi puntarli nuovamente verso il ragazzo.

    -Trattandosi di un esplosivo… NON FARE MOSSE AZZARDATE!-

    Lo avrebbe detto detto questa volta alzando leggermente la voce e puntandogli l’indice contro il petto.
     
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