Anime di Pietra

Quest Accademica

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Historia
        +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Magistra Vitae

    Group
    Giocatori
    Posts
    828
    Reputation
    +91

    Status
    Offline

    Anime di pietra

    post i ~ la città della roccia





    Shin si presentò puntuale all'appuntamento, eppure fu l'ultimo dei convocati a varcare la soglia. Mentre camminava a passo spedito per i lunghi corridoi dell'edificio, realizzato in stile tradizionale, si interrogava su cosa avesse in serbo per lui l'Accademia. Giunto infine nella stanza indicatagli all'ingresso, fece scorrere il paramento che fungeva da porta, domandando permesso. Un sorriso comparve sul volto dello shinobi mentre scorreva con gli occhi la stanza.Per tutti i kami!I saluti che seguirono furono gioiosi, e il Kinryu rispose a tono alle battutine dei compagni. Che ti devo dire Kato...se vuoi una stanza in più ce l'abbiamo! In effetti l'otese era stato suo ospite una volta, anche se per breve tempo. E tu hai aggiunto nuovi pupazzi alla tua collezione, burattinaio? L'appellativo che Shunsui gli aveva affibbiato era piuttosto azzeccato e gli piaceva, ma cerco di non darlo a vedere prendendolo in giro. Solo con Kairi si dimostrò più gentile, elargendole uno dei suoi migliori sorrisi. Sono felice di averti al mio fianco anche in questa avventura. Quella era la prima volta che si rincontravano dopo essere rientrati dal monte Yume, dove la ragazza aveva fatto la conoscenza del clan delle kitsune di Inari, come lo Yotsuki prima di lei. Il genin spiegò poi il rapporto che lo legava con i vari convenuti agli altri. L'amicizia nata tra i banchi tra lui e il marionettista della Sabbia, il viaggio condiviso con lo Yotsuki, le avventure con la giovane Uchiha. Ne avrebbe avuto molte da raccontare, ma cercò di essere sintetico, riservandosi di rimembrare il passato in un'altra occasione. Per tutti provava affetto e stima, sia come persone che come ninja. Qualsiasi missione abbiano intenzione di assegnarci sono tranquillo con voi a coprirmi le spalle, ragazzi.

    L'allegra rimpatriata venne interrotta dall'ingresso, uno dopo l'altro, di alcune celebrità nel mondo degli shinobi. Il giovane ricambiò educatamente il saluto del chunin di Oto, con un lieve inchino. Stava raddrizzando la schiena quando, con la coda dell'occhio vide entrare di gran carriera un cane dalla porta che dava sul giardino interno. Le sue mani si contrassero in modo impercettibile. In realtà, il movimento involontario era stato provocato dai guanti che il ragazzo calzava; le kitsune, nonostante la loro cultura, conservavano alcuni istinti volpini tra cui la repulsione nei confronti dei canidi, e la piccola Harumi non faceva eccezione. Quando la sua attenzione tornò sulla sala vide che un nuovo convenuto dai capelli biondi aveva preso posto. Shin lo conosceva di vista e di fama, si trattava di uno dei migliori shinobi del Villaggio della Foglia, nonché esponente di spicco del clan Uchiha. Il Kinryu spostò lo sguardo da lui all'amica seguendo lo scambio di battute, e si lasciò fuggire per la sorpresa un'esclamazione. Fidanzatino? Cosa?! L'immagine che aveva della kunoichi come una donna dedita esclusivamente agli allenamenti e al lavoro vacillò. Possibile che, dopo tutte le prove che avevano passato insieme, le avesse nascosto una cosa del genere? La sua reazione imbarazzata, per quanto di smentita, lasciò il dubbio nella mente del giovane, che si mise a fissare la compagna di sbieco, ripromettendosi di indagare in seguito sulla faccenda. In quel momento, infatti, fece la sua comparsa l'ultimo invitato. Era ingiusto accusarlo di ritardo, infatti a quanto pareva era sempre stato tra loro, osservandoli in silenzio. L'unico segno di sorpresa sul volto del foglioso furono le palpebre sollevate, ma dentro di sé era ammirato per la perfezione di quella tecnica. Come in precedenza, fece un lieve inchino in segno di rispetto per i superiori. Nel frattempo Shunsui rivelò il suo trucchetto con una nota di colpa nella voce. Shin sorrise all'originale che entrò nella stanza, sostituendo la marionetta, ed attese che prendesse posto vicino a lui. Mentre questi si sistemava, lesto, lo colpì sopra la testa con il taglio della mano, abbastanza forte perché lo sentisse, ma non facendogli realmente male, il tutto senza che il sorrisetto abbandonasse il suo volto. Idiota.

    Iwa. Prima di essere interrotto dalla kunoichi del Suono, il marionettista si era lasciato sfuggire quel nome. Il ninja guardò prima verso lo Yotsuki, poi verso l'Uchiha e l'Abara. Qualsiasi avessero in mente, non sarebbe stata una missione come le altre. Che lui sapesse, non erano mai stati inviati al di fuori dalle terre controllate in modo più o meno diretto dall'Accademia e, sebbene non fosse uno stato apertamente nemico, i ninja dell'alleanza non vi erano visti di buon occhio. Shin fu l'unico a rispondere all'otese, di fatto permettendo agli altri di saltare le presentazioni. Shimaki-san, io sono Shin Kinryu di Konoha, molto lieto. Probabilmente sapevano tutto ciò che c'era da sapere su di loro, ma le forme di cortesia imponevano almeno una presentazione prima di prendere la parola. Ho partecipato a missioni con tutti i presenti. Kato Yotsuki, di Oto, Kairi Uchiha, di Konoha e Shunsui Abara, di Suna. Ad ogni nome avrebbe allargato il braccio con la mano aperta per indicarli. Direi quindi che possiamo continuare con la riunione. Esponeteci la situazione, per favore. Si risedette, incrociando le gambe sul cuscino, pronto ad ascoltare con attenzione quanto avevano da dire.

    Inclinando di lato la testa, Shin osservò Kato sbuffare e ne seguì le successive domande, approvandole con discreti cenni di assenso. Reputò, al pari dei suoi colleghi, che avesse toccato tutti i punti fondamentali. A quanto intuiva avrebbero avuto larga autonomia decisionale, e avrebbero dovuto scoprire il da farsi una volta giunti sul posto. Soggiunse solo una cosa, dando un risvolto decisamente cupo ad uno degli interrogativi dello Yotsuki. Nel caso l'arma esista, e Iwa la volesse per sé, dobbiamo recuperarla ad ogni costo...anche se significasse guerra?

    Dopo aver stipato tutto il necessario per il viaggio in uno zaino e in alcuni rotoli, Shin scese le scale. Aveva ottenuto di fare una breve sosta a casa per sistemare le ultime cose. Suo padre aveva nel frattempo consultato le sue carte, comunicandogli i risultati della ricerca. Alcuni rami del clan Kinryu, dopo la grande guerra che li aveva costretti ad abbandonare la loro patria, si erano stabiliti anche nel Paese della Roccia. A causa della guerra contro i Cremisi avevano sofferto numerose perdite, lasciando anche quel luogo alla ricerca di salvezza, seguendo la ritirata delle forze dell'alleanza. Dopo la fondazione dell'Accademia si erano di nuovo sparpagliati per il continente, ed era stata in quell'occasione che la famiglia di Shin era giunta a Konoha, più di trent'anni prima, ma a Iwa in pochi avevano scelto di tornare, al di fuori della protezione dei grandi Villaggi vincitori. Attualmente si trovavano per lo più nella nuova capitale, dove gestivano parte dei commerci verso Taki e il Fuoco, ma senza gli appoggi che potevano godere in altre zone. Non avrebbe potuto quindi contare sulla rete sviluppata dai vari rami del clan negli ultimi decenni in quella missione. Grazie lo stesso, papà. Mamma... Sorrise, trovando le parole superflue. Di certo avrebbe fatto di tutto per tornare a casa sano e salvo. Scese le scale, si diresse verso l'ingresso, consapevole di trovare lì ad attenderlo la sorellina. Dietro di lei stavano due kitsune, nella loro forma umana. Abbassandosi al livello della bambina, le mise una mano sopra la testa, e scompigliandole i capelli. Fai la brava Hina, io torno presto. Poi, rivolto alle due volpi, aggiunse. Anzu, so che volevi accompagnarmi, ma non ti sei ancora ripresa del tutto. Porterò Harumi e Yukichi con me, stai tranquilla. La creatura si mordicchiò le labbra, trattenendo una supplica. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di venire, ma era consapevole che sarebbe stata solamente un peso in quel momento. Midori, bada a tutte e due per favore. La miko annuì con un sorriso, appoggiando una mano sulle loro spalle. Mentre stava uscendo dalla porta, si voltò un istante. Pregate Inari per me.

    Il giovane Kinryu sospirò ed abbasso la testa. D'accordo, d'accordo, facciamo come vuoi tu! Però anche i miei gestiscono un emporio... Sul loro carretto, vestiti da civili, percorrevano senza apparente fretta la strada verso il nord del Paese della Roccia. Si erano divisi in coppie per destare meno sospetti e, vuoi per attitudine, vuoi considerate le capacità di ognuno, avevano reputato meglio affiancarlo a Shunsui. Il genin aveva accettato la proposta, ma in privato aveva raccomandato a Kato di prendersi cura di Kairi. Era una kunoichi promettente, ma in parte ancora inesperta in battaglia. O forse la sua era semplicemente la preoccupazione di un buon amico. Lungo la strada avevano raccolto degli opuscoli, e avevano fatto caso che erano disponibili praticamente in ogni punto di ristoro appena varcato il confine, che invitavano i turisti a visitare l'antica capitale del Paese. Tuttavia nulla di ciò che era stato loro raccontato o avevano letto poteva prepararli. Una volta giunti in vista della città, infatti, Shin, o meglio Ebisu Fukujin, l'alias che aveva scelto, rimase a bocca aperta. Incredibile... Certo, le tracce di distruzione erano ancora presenti, ma una rinascita a macchia di leopardo interessava la località. Le stradine erano animate da un discreto via vai di popolani, i quali vestivano degli abiti dalla foggia antica, diversi da quelli che avevano visto nella regione fino ad allora. Certo che le donne locali sono affascinanti nei loro costumi tradizionali, non trovi socio? Lo shinobi fece notare la cosa al collega interpretando il ruolo dell'uomo di mondo, ma effettivamente la fattura dei vestiti ben si sposava con i tratti somatici delle ragazze che incontravano. Ci misero poco a scoprire che comunque, quella, non era la norma. Un signore, a cui chiesero indicazioni, si dilungò raccontando agli stranieri della cerimonia in programma da lì a qualche giorno. Hai sentito Hiroshige? Stasera si fa festa! In realtà il ninja voleva far capire al marionettista che potevano sfruttare le varie manifestazioni per le loro indagini, anche se prima dovevano farsi un'idea generale della situazione. Si voltò verso Kairi e Kato che li seguivano. Da copione, si erano conosciuti lungo la strada, quindi cercò di usare un tono più formale del solito. Signori, è stato un piacere viaggiare con voi. Buona permanenza in città! Fu quindi trascinato via da Shunsui, realisticamente desideroso di dirigersi verso gli uffici mercantili della città.

    Muovendosi lentamente per le vie strette ed affollate a causa dell'ingombro causato dal carro, i due mercanti si diressero verso la piazza principale, fermandosi di tanto in tanto a chiedere indicazioni ai passanti e la raggiunsero che già il sole era alto in cielo. Scendendo dal mezzo, Shin interpellò, se fossero state presenti, le guardie posizionate davanti a quello che scoprì essere il Palazzo del Governo, con tono gentile. Altrimenti avrebbe scelto uno dei commercianti in abiti tradizionali, indizio che si trattava probabilmente di un locale, tra quelli con il banco o esercizio più fornito. Scusate signori, sapreste dirmi a che ufficio rivolgerci per ottenere il permesso di vendere le nostre merci in città? Quale proprietario del negozio era normale che non fosse il compagno a scomodarsi per quelle formalità. A quel punto si sarebbero mossi in base alle risposte ottenute. Se non avessero avuto bisogno di alcuna carta, comunque avrebbero dovuto lasciare il carro e le mercanzie in esse contenute in un magazzino, era impensabile muoversi con tutto quel materiale dietro. Forse l'albergo dove avevano scelto di alloggiare aveva degli edifici atti allo scopo, oppure avrebbe saputo indicarli loro. In ogni caso avrebbe lasciato che fosse l'amico a gestire la cosa, in fin dei conti era lui quello con un negozio dei due. Si rassettò l'abito, sentendo la kitsune trasformata in wakizashi sotto la stoffa. Non la portava sul fianco, come d'uso dei soldati, o tra le spalle, come i ninja in missione, bensì legata di traverso all'altezza della cintura dietro, come d'uso tra i mercanti del sud. Se qualcuno l'avesse notata nonostante l'accortezza con cui era stata celata, non ci avrebbe trovato niente di strano: era normale che i viaggiatori, commercianti o civili che fossero, si premunissero contro gli inconvenienti, e in fin dei conti quella era un'arma abbastanza semplice. Lo shinobi indossava anche dei guanti rinforzati da una lamina in acciaio elegantemente decorata, per altro dall'aria piuttosto innocua, ma anch'essi erano in realtà una volpe mutaforma. L'unico altro equipaggiamento erano le fasce da combattimento arrotolate intorno alle gambe, ma essendo sotto i pantaloni non gli davano molte preoccupazioni. Il giovane Kinryu era un esperto di taijutsu, quindi poteva benissimo difendersi anche senza armi, ma tenere con sé le due creature lo tranquillizzava. In caso di bisogno, sapeva di poter contare su di loro. Shin alzò lo sguardo per osservare il cielo terso sopra l'antica capitale. Avevano una settimana per far luce sul mistero del Grido delle Anime, un segreto nascosto nei meandri del tempo.
     
    .
112 replies since 20/1/2017, 01:35   2718 views
  Share  
.