Rapimenti scientifici

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    Rapimenti scientifici

    Post 1 ~ Un brutto risveglio



    Quando Kato avesse riaperto gli occhi, la prima cosa che avrebbe visto sarebbe stata presumibilmente il soffitto grigio sopra di sé. Guardandosi intorno, si sarebbe reso conto di trovarsi in una cella lunga e stretta, il pavimento composto da lastre sconnesse, l'intonaco dei muri scrostato in più punti, con tracce di muffa agli angoli. L'aria nel cubicolo era gelida e carica di umidità; l'assenza di aperture verso l'esterno, a parte una massiccia porta in legno, era la probabile causa dell'odore stagnante, sgradevole all'olfatto. Lo Yotsuki si sarebbe ritrovato su una brandina logora e macchiata, adagiata direttamente al suolo. Se si fosse avvicinato all'uscita, studiandola nei dettagli, si sarebbe accorto che sì lo spessore delle lastre era notevole, ma il materiale sembrava gonfio, mentre i cardini metallici presentavano tracce di ruggine [Nota]. Nessun pomello o serratura dal suo lato, ma sembrava che con un po' di lavoro avesse qualche possibilità di abbatterla. A parte i vestiti, non aveva null'altro con sé, quindi completamente privo di equipaggiamento, avrebbe dovuto affidarsi unicamente alle proprie abilità. Se si fosse esaminato con un po' di attenzione, avrebbe notato anche dei segni sull'incavo del braccio sinistro. Dopo qualche minuto avrebbe iniziato a scomparire il cerchio alla testa che lo perseguitava da quando aveva ripreso conoscenza, e i ricordi sarebbero riemersi da lì a poco.

    Stava effettuando un giro di pattuglia nei quartieri poveri del Villaggio di Oto, servizio che a rotazione veniva svolto dai genin del Suono. Come era prassi, per risparmiare il denaro pubblico -in realtà assegnato, ma la differenza era intascata da alcuni probi funzionari e speso in vizi- non gli erano stati assegnati dei sottoposti, ma i suoi colleghi di turno con lui si erano spartiti le strade malfamate, ritrovandosi quindi da soli. In una calle completamente deserta, una scorciatoia tra due vie più trafficate, qualcuno lo aveva colpito in modo irragionevolmente forte al collo, tramortendolo. Sulla sua pelle si trovava ora un livido allungato, che gli avrebbe provocato fitte al tocco. Da quel momento in poi solo immagine frammentarie rimanevano nella sua memoria. Era stato portato in un edificio ad un piano, grigio e piuttosto anonimo. Ad un certo punto doveva essere stato steso su un lettino. Pochi altri flash, che non gli permettevano di farsi un quadro della situazione. Tuttavia gli era chiara una cosa: doveva andarsene da lì.

    Non poteva sapere cosa si celava dietro la soglia. Non aveva modo di sbirciare né dalla toppa, assente, né da sotto, perché aderente al suolo. Se si fosse messo in ascolto, non avrebbe comunque udito nessun rumore, o quasi. Dopo un minuto, nel silenzio, rimbombò uno starnuto. Sembrava provenire dalla parete adiacente a quella della sua cella, sul lato destro. Un altro prigioniero? Una guardia? Fin che se ne stava lì dentro, di certo non lo avrebbe scoperto. Le sue opzioni erano peraltro limitate: aspettare che qualcuno venisse da lui, o fare la prima mossa cercando di svignarsela. Cosa avrebbe scelto lo Yotsuki?

    Benvenuto in questa giocata, dove metteremo alla prova la tua forza. A te la palla, post semplice in cui devi scegliere il da farsi. In base alla tua reazione descriverò come si evolve la situazione. Buon divertimento :riot:
     
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    ~Post I
    Un brusco risveglio



    Porca puttana- Mi svegliai di soprassalto. Sudato. La fronte grondava di gocce, gelide. Mi guardai subito attorno. Cosa era successo? Una fitta alla testa mi colse impreparato e quasi istintivamente portai la mano dietro al collo, dolorante. Qualcuno mi aveva tramortito, era l’unica conclusione che potevo trarre in quei momenti di agitazione. Mi sollevai da quella specie di lettino e osservai la stanza. Un posto di merda, naturalmente. Il che mi faceva pensare che mi trovavo ancora ad Oto, del resto pochi posti aveva così poco a cuore il non-mantenimento dei luoghi in cui si viveva, lavorava o si rapiva la gente.

    Sospirai avvicinandomi al contempo alla porta che mi separava dall’esterno. Provai ad aprirla e chiaramente la trovai chiusa ma a grandi linee sarebbe bastato un minimo di sforzo per aprirla. Poi, forse merito della mia capacità nell’ignorare la fatica o il dolore, superai il scombussolamento iniziale e mi resi conto maggiormente della mia situazione. Già, stavo pattugliando da solo alcune strade “tranquille” di Oto. Ordinaria amministrazione, se non che ad un certo punto qualcuno mi colpì. Realizzai che doveva essere stato un tipo in gamba per essere riuscito a cogliermi così di sorpresa. Ma tutto questo non fece altro che alimentare le mie domande. Se mi voleva morto, bhè avrebbe avuto tutto il tempo del mondo per farlo. Quindi servivo a qualcuno vivo.

    E di solito si rapisce uno Shinobi per pochi ma chiari motivi: rubare i segreti che nasconde. Sorrisi, di certo non mi sarei fatto sorprendere così di nuovo facilmente. Mi voltai di nuovo attorno e notai che le uniche cose in mio possesso erano i miei vestiti e un brutto segno sul braccio sinistro, che non mi dava per niente un buon presentimento.

    Prima di agire comunque dovevo cercare di recuperare quantomeno alcune informazioni, sebbene non mi trovavo davanti molte alternative. Nessun finestra, nessun pertugio da cui sbirciare nemmeno dalla porta, per quanto mal messa. Non mi rimase dunque che appoggiare l’orecchio sulla superficie di legno dell’ingresso e acuire al massimo l’udito.

    Sospirai, nemmeno quello. Ma a un certo punto quando ormai l’unica alternativa che mi rimaneva non era che sfondare la porta udii chiaramente uno starnuto proveniente dalla parte opposta della parete. Sorrisi, mi balenò un’idea.

    Avvicinandomi precisamente alla fonte iniziale del rumore appoggiai la mano alla superficie della parete interessata e non feci altro che eseguire Nota AssordanteNota Assordante
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna ( 0)
    L'utilizzatore può creare un rumore costante che assordi tutti gli avversari presenti entro 3 metri. Causa Intralcio Medio e riduce di mezza leggera la vitalità ogni round. Se utilizzato un amplificatore di Suoni, il raggio d'azione è 15 metri anziché 3 metri. La Velocità della propagazione del suono è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. È necessario produrre rumori per attivare tale tecnica. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Mediobasso - Mantenimento: ½ Basso ogni vittima)
    [Da genin in su]
    , sperando che l’onda sonora superasse lo spessore e arrivasse alle orecchie del malcapitato nonostante la gittata breve, a causa della mia mancanza degli amplificatori.


    Se ciò avesse provocato una qualche reazione o movimento mi sarei subito spostato, con la massima silenziosità e utilizzando il Chakra adesivo mi sarei portato sull'angolo in alto della stanza, a ridosso del soffitto. Esattamente sopra alla porta e all’entrata della stanza, con le orecchie tese a raccogliere ogni rumore o parola. Pronto allo stesso tempo a scagliarmi in basso appena qualcuno avrebbe messo piede eventualmente nel locale cercando così di spiantarlo per terra. Subito dopo alla massima velocità avrei portato la mano sinistra sul collo del tizio con l’intenzione di strozzarlo. Tuttavia mi sarei fermato nel giro di qualche secondo. Fissandolo avrei chiesto le solite, ma essenziali domande del prigioniero qualunque che sta cercando di evadere: - Chi cazzo sei? Che cazzo volete da me? Come cazzo si esce da questo posto di merda? Parla o la tua vita sarà molto breve. Sarà ancora più breve se darai l’allarme o griderai chiaro?–

    Se invece Nota Assordante non avesse dato alcun risultato sarei dovuto passare alle maniere più forti. Avvicinandomi alla porta avrei dato un veloce e secco scossone spezzando la serratura. Sicuramente con quella manovra avrei attirato l’attenzione e nel caso avessi percepito dei movimenti mi sarei comportato alla stessa maniera. Sfruttando il Chakra adesivo mi sarei portato sull’angolo del soffitto, come un ragno in attesa della preda, per poi alla prima occasione agire.



    Rambo Time!
     
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    Rapimenti scientifici

    Post 2 ~ Una serie di scelte



    Le decisioni prese fino a quel momento da Kato non erano state esattamente le migliori, e nuove alternative si aprivano davanti a lui.

    Udito un flebile starnuto, imputabile probabilmente all'umidità che permeava quei luoghi, lo shinobi di Oto aveva avuto la bella pensata di indirizzare verso la fonte del rumore uno dei suoi attacchi basati sul suono, specialità da cui il Villaggio deriva il nome. Anche se non ne poteva avere la conferma diretta, empiricamente intuì di aver colto nel segno quando una serie di grida si alzò dal locale accanto al suo. Altrettanto chiaramente tuttavia gli sarebbe apparso il suo errore di calcolo nell'afferrarne le parole. Aaargh! Smettetela, maledetti! Mi avete già preso ciò che vi serviva, perché continuate a torturarmi? La voce apparteneva presumibilmente a una donna giovane, che sembrava essere sul punto di mettersi a piangere. Decisamente non era ciò che lo Yotsuki si aspettava, ma comunque il ragazzo perse tempo, aspettando una reazione da parte delle guardie che, invece, non vi fu.

    Nel frattempo, più in alto, una persona alzò la testa e si guardò intorno. Nessun altro dei presenti sembrava essersene accorto a parte lei. Schiarendosi la voce, si avvicinò ad un uomo in camice, intento a dare istruzioni ad alcuni scienziati. Sembra che i tuoi prigionieri si stiano dando da fare là sotto. L'uomo, senza voltarsi, fece un vago cenno con la mano. Due drappelli di guardie, posizionati lungo le pareti della sala, si misero sull'attenti sbattendo gli stivali ed uscirono di corsa diretti verso le scale. La ragazzina sorrise, passandosi la lingua sul labbro superiore. Se non ti servo più io andrei a caccia, visto che quei due mi hai impedito di ucciderli. Sai, mi è rimasta la voglia di veder scorrere il sangue...

    Nessuno, non era -ancora- arrivato nessuno. Quindi Kato, impaziente, decise di spezzare i cardini della porta che lo teneva prigioniero a suon di pugni. Complice la ruggine e la scarsa manutenzione, dopo poco con un rumore di metallo accartocciato, quelli cedettero, aprendo uno spiraglio. Spingendo con forza, o prendendola a spallate, sarebbe stato finalmente libero, anche se era presto per cantar vittoria. Si trovava, come era logico aspettarsi, in uno sotterraneo. La propria stanza dava su un corto corridoio, su cui si trovavano altre tre celle. Di queste, solo una appariva chiusa, quella adiacente alla sua, da dove aveva udito provenire lo starnuto e contro cui aveva scaricato la sua tecnica. Tremante, la voce si fece udire di nuovo. Fatemi uscire! Fatemi uscire! Ad un certo punto avrebbe iniziato a picchiare con i pugni contro lo spesso legno, nella speranza di essere ascoltata. Per lo shinobi liberarla sarebbe stato semplice, bastava sollevare un asse di legno rinforzata che fungeva da chiusura. Aveva di fronte a sé una nuova scelta da compiere, ma non sarebbe stata l'unica.

    Di fatti, a sua disposizione, c'erano ben due possibili vie di fuga. Verso destra il corridoio, illuminato da deboli lampade alogene, sfociava in una scala. Dopo cinque o sei gradini si trovava un pianerottolo, la cui luce proveniva da un'altra lampada nell'angolo alto, e poi presumibilmente la scalinata riprendeva a salire in un'altra direzione, in un punto cieco per il genin del Suono. Dall'altra parte del passaggio invece era situata una porta metallica. Ad una rapida analisi Kato si sarebbe accorto che il materiale era piuttosto sottile e freddo al tatto. Se si fosse poi arrischiato a girare la maniglia avrebbe scoperto che era aperta, ma al contempo avrebbe prodotto un cigolio sinistro ben udibile. Cosa avrebbe fatto il ninja?

    Diciamo che con le scelte del primo post ti sei un attimo complicato la vita, quindi...ti aspettano altre decisioni! In base alle tue azioni si evolverà la vicenda e scoprirai più o meno cose, quindi pensaci bene.
     
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    ~Post II
    Tentativo di Fuga, parte prima.



    Solo un grido spezzò il silenzio di quel locale. Una voce femminile, disperata, risuonò tra le pareti della stanza. Stavo colpendo forse un'altra prigioniera? Mi fermai subito con l'esecuzione della tecnica. Quel frastuono aveva sicuramente attirato qualche attenzione, non poteva del resto essere altrimenti. Eppure nonostante la mia breve attesa in una posizione di attacco rimasi di nuovo sorpreso perché nessuno, almeno fino a quel momento stava giungendo.

    La conseguenza dunque fu immediata. Spezzai la serratura, come avevo programmato, e avrei dato l'inizio della mia fuga. Mi guardai subito attorno per capire in che posto mi trovavo e realizzai di trovarmi in una sorta di sotterreno adibito chiaramente alla detenzione, vista la presenza di alcune “celle”. Notai che la porta della cella adiacente a quella a cui ero stato confinato era chiusa ed era tra l'altro il luogo da dove proveniva la fonte del grido. Ragionai in fretta.

    Avevo colpito quella donna con una tecnica molto dolorosa e le sue parole, almeno stando a quella frase che aveva pronunciato, suonarono piuttosto sincere. In aggiunta considerai che riuscire a fingere sotto stress o sotto dolore era una capacità che pure per i ninja non era così comune. Non potevo certo escludere che si trattava di uno specchio per le allodole ma allo stesso tempo visto che mi stavo giocando tutto tanto valeva farlo fino in fondo. Decisi quindi di liberare la prigioniera, ascoltando le sue grida d'aiuto, muovendomi sempre alla massima velocità e precisione. Alzai l'asta di legno e aprii la porta. Avrei subito valutato la persona che mi si sarebbe parata davanti prendendo prepotentemente la parola: - Sono un Ninja di Oto! Ti ho liberato e ora scappiamo, seguimi e non fiatare. Ti concedo due secondi per dirmi chi sei e per parlare solo se sai qualcosa su come uscire da questo posto. Altrimenti stammi dietro, come un ombra. -

    L'adrenalina scorreva lungo il mio corpo e i miei sensi erano acuiti al massimo. In quel momento vedevo solo due uscite praticabili. Verso l'alto, lungo delle specie di scale, oppure a sinistra aprendo o sfondando la porta che divideva quel seminterrato dal resto. Era logico che salendo sicuramente sarei arrivato più in fretta verso un punto di fuga ma era altrettanto logico aspettarsi della compagnia. In più per quanto potevo tranquillamente affidarmi alle mie capacità per combattere di sicuro senza il mio equipaggiamento potevo ben poco nel caso la situazione si sarebbe fatta fin troppo complicata, senza contare che ora avevo in mano la responsabilità di una vita. Voltai così lo sguardo verso la porta alla mia sinistra, dovevamo tentare verso quella direzione. Mi accovacciai e recuperai con la mano l'asta di legno che avevo precedentemente rimosso. Mi avvicinai a passo accelerato verso la porta e valutai subito se era necessario sfondarla o meno.

    Rimasi sorpreso dal trovarla aperta muovendo la maniglia della stessa. Il suono dell'apertura fu rumoroso ed elevato a riprova del fatto che i nostri movimenti non potevano certo non passare inosservati.


    A quel punto se il locale che mi si parava di fronte dava luogo ad una condizione in cui si poteva proseguire la fuga sarei entrato nella stanza e avrei abilmente sbarrato la porta infilando di trasverso e incastrando così l'asta di legno sulla maniglia [Manualità][Manualità [1]
    Abile: L'utilizzatore può fare e disfare facilmente i nodi, creare oggetti in rapidità, compiere altri lavori di precisione con discreta velocità. Creare oggetti richiederà slot gratuito Veloce anziché Lento.
    . Avrei cercato di rendere un minimo difficoltosa la vita anche ai miei rapitori.


    Se invece l'apertura della porta dava su un percorso cieco purtroppo non ci rimaneva che una alternativa praticabile: prendere le scale ed eventualmente affrontare frontalmente i nostri aguzzini. Tenendo sempre in mano l'asta di legno mi sarei così diretto verso le scale, salendo con estrema cautela i vari graditi.
     
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    Post 3 ~ Acqua e fuoco



    La figura che Kato si trovò davanti era emaciata, ma sembrava in condizioni accettabili. Difficile dire se le occhiaie fossero un prodotto della prigionia, o piuttosto dovute alle ore insonni dedicate al lavoro. Che fosse in qualche modo legata al mondo scientifico lo si poteva intuire dal camice che indossava sopra gli abiti, eppure a vederla lo Yotsuki non le avrebbe dato più di sedici anni. Dolorante e intimidita dai modi bruschi dello shinobi, la ragazza rispose quasi a monosillabi, limitandosi in seguito a fissarlo in silenzio, o a guardarsi intorno guardinga. Kanazawa, mi chiamo Kanazawa. Probabilmente non aveva idea di come uscire da lì, ma anche se avesse avuto informazioni utili d'altro tipo non le avrebbe rivelate, visto l'atteggiamento con cui si era imposto lo sconosciuto, tale da impedirle perfino di ringraziarlo.



    Dietro la porta metallica il ninja di Oto e la sua compagna di fuga trovarono uno sgabuzzino, ma nella penombra si intravedevano alcuni gradini che scendevano. Seguendoli si sarebbero inoltrati in una rampa sotterranea scarsamente illuminata, condizione pericolosa dato il pavimento sdrucciolevole che rischiava ai due di far perdere l'equilibrio ad ogni passo. In particolare la giovane si sarebbe ritrovata in difficoltà. Barcollava ad ogni passo, postumo delle torture, ultima delle quali la tecnica utilizzata dal suo salvatore. Più di una volta si dovette appoggiare di peso alla parete, finendo anche con lo sbattere contro Kato, che obbediente seguiva come un'ombra. Perdonami.

    La scalinata sarebbe finita poco più avanti in una specie di guardiola sotterranea. Un tavolo sudicio e due sedie, di cui una caduta a terra, erano gli unici mobili, ma nella direzione opposta a quella da cui erano giunti si trovava una pesante grata di ferro, fissata ad un muretto spesso. Finalmente avrebbero scoperto la fonte dell'umidità e del puzzo che si era fatto man mano più intenso. Avrebbero infatti scorto tra gli spazi un canale di scolo che scorreva placido, trasportando un'acqua dall'aria malsana in cui galleggiavano oggetti non ben definiti. Avvicinandosi al meccanismo d'apertura i due lo avrebbero trovato bloccato; Kato si sarebbe reso conto tuttavia che per sollevare la grata sarebbe bastata una forza notevole, che per sua fortuna possedeva [Nota]. Avrebbe dovuto essere lesto a passare dall'altro lato prima che il metallo ricadesse pesantemente al suolo, schiacciandolo, preoccupandosi anche della sua compagna di evasione, la quale non si era ancora ripresa del tutto dagli effetti del suo jutsu.

    A quel punto non avevano scelta, se non incamminarsi lungo il camminamento che affiancava lo scolo, largo quasi tre metri. Pure il senso di marcia era già prestabilito: alla loro sinistra infatti si trovava un dislivello da cui l'acqua scendeva impetuosa formando una piccola cascata color melma. Anche ammesso che riuscissero a risalire da quella parte lo spazio tra il canale e il soffitto era appena di cinquanta centimetri, quindi avrebbero dovuto strisciare sotto il livello del liquido fangoso per una lunghezza indefinita, decisamente una pessima idea. Proseguendo sul loro cammino, illuminato in modo regolare, ma scarso, da alcune lampade d'emergenza, i due non avrebbero percepito nessuna presenza, a parte quella di alcuni occasionali roditori.

    Avevano superato di qualche metro, circa tre, uno slargo nella parete, grande abbastanza perché due persone adulte potessero appartarvici, quando un improvviso pericolo si manifestò. Prima uno scintillio nella penombra, poi un lampo di luce, infine una enorme fiammata: fu questo ciò che videro i due, a circa quindici metri da loro [TA]Respiro della Salamandra
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: 4
    L'utilizzatore può emettere una fiammata distruttiva frontalmente a sé di potenza 30, il raggio è di un metro e la lunghezza otto. Può causare DnT Ustioni Leggere.
    Tipo: Ninjutsu - Katon
    (Livello: 5 / Consumo: Medioalto)
    [Da genin in su]
    [Abilità] [Nota]. Poco più avanti, a cinque metri circa, il tunnel si allargava, e compariva un camminamento anche sull'altra riva che sarebbe stato al di fuori del raggio del jutsu; purtroppo per loro quella era la stessa direzione da cui proveniva il pericoloso attacco. Lì dove si trovavano invece non avevano possibilità di evitare il colpo, che li avrebbe presi in pieno. Tuttavia le soluzioni, per quanto rischiose, non mancavano: l'importante era agire con prontezza e decisione. Cosa avrebbe scelto Kato? Avrebbe pensato solo a se stesso, o anche alla ragazza che si portava appresso?

    Che dire, inalenniamo una buona decisione dopo l'altra eh? Ci sono diversi modi in cui puoi evitare di farti troppo male, ma anche se decidi di subire il colpo non preoccuparti, te la caverai. Per questa volta.
     
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    ~Post III
    Tentativo di Fuga, parte seconda.



    Quando mi ritrovai davanti una figura femminile, di corporatura minuta e all'apparenza alquanto fragile, rimasi ulteriormente sorpreso… Se ormai ci si poteva ancora sorprendere in quella situazione che stavo affrontando.

    Fortunatamente come avevo sperato e chiesto la tizia non fece né gran baccano né si oppose al mio tentativo di fuga, seguendo così i miei consigli. Sfortunatamente però non diede alcun indizio utile al tentativo di fuga, che al momento era logicamente la priorità assoluta.

    Come immaginai dovetti prendermi la responsabilità di scegliere quale delle due strade intraprendere e la porta alla mia sinistra fu l’opzione più istintiva e quella, almeno a sentimento, più “sicura”. Mi mossi così in fretta, seguito alle mie spalle dall’altra prigioniera. Una volta aperta la porta mi ritrovai davanti ad una specie di ripostiglio mal illuminato ma che dava su una scala verso il basso. Non ci rimase che scendere mentre le mie speranze si stavano affievolendo, scalino dopo scalino.

    Ci trovammo così in una sorta di stanzina, dove l’arredamento principale era la sporcizia presente un po’ ovunque. I miei occhi si illuminarono quando notai dalla parte opposta del locale una grata, scattai verso questa e tentati subito di aprirla. Mi resi conto fin da subito della difficoltà in quanto i cardini erano ben ancorati alla parete ma concentrando la mia forza e spendendo una buona quantità di Chakra riuscii nell'intento [OverCap].

    Mi voltai verso la ragazza e le indicai di seguirmi, di nuovo. Ero del resto sicuro che l’odore nauseabondo che usciva da quel buco sul muro le avrebbe creato qualche ripensamento ma non avevamo tempo da perdere, proprio per quello la incitai nuovamente. Subito dopo mi infilai nel cunicolo, osservandomi attorno prima di procedere: più largo che alto era una sorta di canale di scolo, a riprova della sensazione che mi trovavo sempre all’interno dei confini della città. Otogakure del resto era anche famosa per essere un labirinto, che si estendeva dalla superficie fino alle viscere del sottosuolo. Numerosi cunicoli, strade sotterranee, vie oscure creavano un’intricata e a volte insondabile rete di strade dalla direzione imprevedibile.

    Per quello se da una parte tirai un sospiro di sollievo, speranzoso di trovarmi proprio in una di quelle gallerie d’altra parte ero sconfortato dall’idea che difficilmente saremmo riusciti a ritornare in superficie così presto. Così procedetti lungo la strada percorribile, malamente illuminata, escludendo a priori l’alternativa di strisciare sommersi in pochi centimetri. Troppi rischi e troppo poco da guadagnarci.

    Lungo quei corridoi sfruttai quel “relativo” momento di quiete per indagare sulla persona che mi seguiva. Mantenendo sempre lo sguardo rivolto davanti a me, senza perdere la concentrazione, proferii con un tono di voce molto leggero: - Raccontami un po’ di te. So il tuo nome, ma non so cosa fai. Secondo te perché ti hanno rapita? – se mi avesse risposto avrei continuato – Io da parte mia non ho la ben che minima idea del perché mi ritrovo in queste condizioni. In compenso sono più che deciso di portati in salvo e poi sistemare quei bastardi.-

    In ogni caso dopo un po’ di tempo e dopo aver superato un’apertura nella parete i miei sensi si attivarono richiamando la massima concentrazione. Notai in lontananza, poco più di una decina di metri, prima un lieve scintillio che nel giro di istante si tramutò niente altro che in un Katon! Il mio istinto prevalse su tutto. Mi stavo giocando l’incolumità della tizia e la mia nel giro di pochi istanti. Osservando infatti la fiamma notai che nonostante fosse caratterizzata da una notevole portata non si poteva di certo dire altrettanto dalla sua larghezza. Sarebbe bastato un rapido balzo, in avanti, per schivare lateralmente quella lingua di fuoco, infatti notai un piccolo allargamento nella galleria bastevole ad evitare il peggio.

    Tuttavia dietro di me si trovava Kanazawa e a quanto sembrava non era per niente una ninja, quindi dovetti agire anche per lei. Mi voltai di scatto e prendendola in braccio con una certa veemenza, da sotto le gambe con un braccio e con l’altro dalle spalle, saltai subito in avanti direttamente verso la fiamma! Concentrando il chakra sulle gambe velocizzai l’azione e sfruttai il balzo per portarmi a ridosso della parete, in avanti di qualche metro, verso lo spazio sufficientemente largo da permettermi di evitare la fiammata che avevo notato pochi istanti prima. Fu un’azione al fulmicotone. Evitai per un soffio le fiamme, assaporando per un attimo il calore che esse trasportavano vicino al mio braccio, sfiorato per un attimo dal Katon [S. Difesa].

    Aiutai a scendere la prigioniera e parlando sottovoce proferii:- Rimani ferma qui. Io vado avanti e cerco di capire cosa diavolo è successo. Per qualunque ragione se ti dico di scappare torna indietro lo stessa strada che abbiamo appena percorso, guadagnerai qualche secondo. – Parole secche, ma precise. Degli ordini in pratica.

    Da parte mia mi allontanai da Kanazawa di qualche metri focalizzando la vista verso la fonte di quel Katon. Non sapevo se si fosse trattato di un meccanismo-trappola attivato in seguito alla nostra presenza. Oppure mi trovavo davanti ad un Ninja pronto al combattimento.

    Ma di una cosa ero certo: le mie mani prudevano. Volevo farla pagare a quei bastardi che mi avevano ridotto in quelle condizioni.

    CITAZIONE
    Chakra Residuo: 45/50 Bassi (-2 Nota Assordante, -1 OverCap -2 S.Difesa).

    Vitalità Residua: 14/14 Leggere
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    Post 4 ~ Aprirsi la strada



    Mentre camminavano nell'oscuro sotterraneo, il genin di Oto rivolse la parola alla sua compagna di fuga. La ragazza lo fissò un poco senza aprir bocca, prima di lasciarsi sfuggire qualche frase. Sono una scienziata. Stiamo facendo delle ricerche sulla... Si fermò, pensierosa, riflettendo se fosse il caso di parlarne con uno sconosciuto. Tuttavia il ninja al momento era il suo unico alleato, perciò decise di conquistarsi la sua fiducia rivelandogli la verità. Sulla clonazione. Clonazione umana. E a dire il vero abbiamo raggiunto risultati insperati. Penso che mi volessero perché... Una fiammata si intromise nella loro conversazione. Il tempo delle chiacchiere era finito.

    Grazie all'intervento dello Yotsuki entrambi se la cavarono senza un graffio. Spostandosi all'ultimo secondo dall'altro lato del passaggio il jutsu di fuoco era passato loro accanto, limitandosi a riscaldare l'atmosfera del tunnel. Kato fece alcuni passi nella direzione d'origine dell'attacco. A causa della concentrazione però non si accorse del pericolo che giungeva da tutt'altra parte. Nel canale alcune bolle d'aria raggiunsero la superficie, inosservate. Dietro dalle spalle del giovane emerse d'improvviso un uomo, vestito interamente di nero, con la sola eccezione di una fascia verde intorno alla vita. Davanti alla bocca aveva un respiratore per le immersioni, e nella mano destra impugnava un katar elaborato, in cui una lamina di metallo aggiunta fungeva da guardia ricoprendo parte dell'avambraccio. Con un balzo fu addosso all'otese e gli avrebbe probabilmente inferto un danno notevole se Kanazawa non si fosse frapposta. La giovane, più arretrata, aveva visto in tempo l'ombra del nemico muoversi e aveva reagito prontamente, intercettando la sua lama con il braccio. Senza emettere un lamento assorbì l'urto e, con un potente calcio, respinse l'aggressore, facendolo cadere a terra. Dall'arto della ragazza stillava copioso il sangue, ma quella sembrava completamente indifferente. Ma le sorprese non erano ancora finite. Davanti a loro comparve, uscendo dall'ombra, un altro uomo, vestito ed armato alla pari del suo collega, con solo una stelletta in metallo all'altezza dello sterno a distinguerlo. Mentre si faceva loro incontro, avvicinò la mano libera all'orecchio. Fuggitivi trovati, sono nelle fogne. A tutte le squadre, convergere nella mia posizione.

    Io tengo occupato questo, tu occupati di quell'altro, credo sia quello in comando. Se Kato si fosse voltato a osservare Kanazawa si sarebbe reso conto che la piccola pozza di sangue che si andava formando ai suoi piedi aveva smesso di crescere. Attraverso il camice lacerato pote rendersi conto che i due lembi della ferita si stavano ricongiungendo, con le cellule che si rigeneravano ad un ritmo talmente innaturale da essere distintamente percepibile. Ogni curiosità avrebbe però dovuto attendere, perché il suo avversario, piuttosto di attendere tranquillamente i rinforzi, si stava lanciando in un attacco frontale. Anche per il genin e la sua inaspettata alleata il tempo era un fattore prezioso: dovevano assolutamente superare quell'ostacolo prima di ritrovarsi circondati. E l'unico modo per aprirsi una strada era combattere.

    Lo sguardo dell'uomo che fronteggiava Kato era concentrato, professionale. Aveva progressivamente ridotto la distanza tra sé e gli avversari, mentre ne studiava i dettagli. Mi dispiace, ma la vostra corsa finisce qui. Non ci siete più utili, quindi abbiamo ricevuto ordine di eliminarvi. Terminato di parlare si lanciò contro lo Yotsuki senza indugio. Il primo colpo partì dal basso, una ginocchiata mancina diretta verso il basso ventre dalla terribile potenza distruttiva [Slot Azione I]. Approfittando del poco spazio di manovra il nemico avrebbe proseguito l'offensiva con un montante sinistro alle costole mobili, sul fianco del giovane [Slot Azione II]. Il vero pericolo era però rappresentato dalla lama, che con incredibile perizia tracciò una traiettoria dal basso verso l'alto partendo dall'ascella sinistra fino al collo [Slot Azione III]. Kato si sarebbe ritrovato in particolare difficoltà contro questo fendente perché il katar era prolungato da una sottile patina di chakra, che rendeva il colpo particolarmente insidioso e difficile da evitare [Tecnica]. Era chiaro che l'uomo non si aspettava che sarebbe stato così semplice avere ragione dello shinobi e si limitava a studiarlo per il momento. Tuttavia la sabbia scorreva impietosa nella clessidra, e ogni secondo perso aumentava per loro il rischio di essere sopraffatti.
     
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    ~Post IV
    Scontro Frontale



    Esperimenti sui cloni eh?- fu il mio unico commento. Non ero di certo il tipo da giudicare certe cose e onestamente non me ne importava più di tanto. Ma non potei fare a meno di pormi una questione: se quelle operazioni avevano ottenuto o meno il patrocinio di Oto; ma per il momento misi da parte la mia curiosità. Ci sarebbero stati momenti e luoghi più opportuni per approfondire la questione.

    Poi tutto degenerò, riuscii per il rotto della cuffia a schivare quella pericolosa fiammata e salvare al contempo la ragazza ma non sarebbe stato che l’inizio. Eravamo scampati da una grave minaccia ma i nemici che avevano causato quell’attacco dovevano ancora palesarsi e nonostante i miei sensi acuiti al massimo non percepii alcuna minaccia.

    Per quel motivo mi allontanai di qualche passo rispetto alla scienziata e fu in quel preciso momento che sopraggiunse una seconda offensiva. Dalle mie spalle notai subito un rumore sinistro e con la coda dell’occhio realizzai che stavo per essere accoltellato alle spalle da un nemico! Era comparso all’improvviso, e il respiratore sulla bocca mi lasciò presupporre che si stava nascondendo sotto l’acqua putrida di quella fogna.

    Nonostante ero pronto ad utilizzare il chakra elettrico per difendermi rimasi sbalordito da quello che mi si parò di fronte agli occhi. Quella specie di dottoressa reagì al mio posto, sorbendosi il colpo d’arma bianca! Stavo per contrattaccare quando di nuovo la donna mi sorprese, scaraventando il tizio lontano con un poderoso calcio, senza dare la sensazione di avere veramente accusato il colpo. Chi era veramente quella ragazza?

    Ma questione di un istante che di nuovo i miei mi obbligarono a spostare lo sguardo e porre l’attenzione di fronte a me; infatti un altro nemico era apparso e dopo aver confermato la nostra presenza alla radio caricò a testa bassa contro di me. Sorrisi. Era arrivato il momento di ricambiare la loro ospitalità.

    Non risposi alle sue provocazioni, non aveva senso. Del resto da lì a poco sarebbe morto e non avrei fatto altro che sprecare fiato. Per prima cosa valutai l’ambiente e mi trovavo in grosso svantaggio. Alla mia destra mi aspettava un grosso canale di scolo, melmoso e di conseguenza poco adatto al combattimento mentre alla mia sinistra non c’era che la putrida parete fognaria. In sostanza avevo solo una scelta, fronteggiare direttamente l’avversario. Mi posi in guardia difensiva, con gli avambracci alti e fissi davanti al corpo. La prima azione del tizio fu veloce ma relativamente prevedibile. Tentò una ginocchiata e nel momento in cui osservai l’inizio del movimento mi preparai a scattare indietro, aumentando la velocità con il chakra [S. Difesa I]. Sarei scattato indietro di un metro, nel preciso istante in cui il mio avversario avrebbe iniziato la sua manovra e di conseguenza non sarebbe stato più possibile correggerla. Fu una scelta corretta, in un certo senso. Infatti evitai quel primo attacco rendendo tuttavia impossibile un’ulteriore schivata alla sua seconda offensiva. Una sorta di pugno molto veloce e sicuramente potente. Un montante che stava mirando al mio fianco sinistro. La mia reazione fu istintiva, spostai il braccio destro verso l’esterno e lo abbassai in maniera da frapporre il mio arto al suo pugno [S. Difesa II]. Fu il massimo che riuscii a fare prima di sorbirmi il colpo all’arto superiore! L’utilizzo del mio chakra attutì il colpo [Danno]. Seguii subito dopo un pericoloso attacco con il Katar, compresi che nemmeno in questo caso non potevo fare molto se non quello di utilizzare le mie abilità Yotuski per diminuire il danno. Si trattava di un colpo dal basso verso l’alto e quindi per bloccare la lama non feci altro che portare avanti entrambi gli avambracci, unirli per formare una sorta di scudo [S. Difesa III]. Il Chakra elettrico mescolato al chakra normale diminuirono notevolmente il colpo. La lama tuttavia scorse impietosa sui miei arti aprendo una leggera ferita sulla cute di entrambi gli avambracci [Danno].

    Digrignai con i denti, non tanto per il dolore… ma la mia piena volontà di fracassare la testa a quel bastardo! Vista la distanza brevissima di poche decine di centrimetir rispetto al mio avversario per prima cosa eseguii un diretto, con il pugno destro, verso il centro del suo volto [S. Azione I]. Non consideravo particolarmente importante la riuscita di quel colpo, l’unica cosa che mi interessava era distogliere la sua attenzione dal mio secondo attacco. Infatti avrei caricato un calcio esterno semicircolare, con la gamba destra, ovvero quella che dava verso lo spazio libero e quindi verso il suo lato sinistro, volevo chiuderli la strada in un certo senso. Quindi in pratica avrei eseguito una falciata, molto veloce, all'altezza delle sue ginocchia [S. Azione II]. Presumibilmente o avrebbe schivato il colpo, indietreggiando, oppure avrebbe saltato o parato. In ogni caso quella manovra mi avrebbe concesso di avvicinarmi ancora di più al nemico, quasi a distanza respiro e in quel frangete, nel momento in cui avrei appoggiato a terra il piede, avrei lanciato in avanti il mio braccio sinistro verso l’avversario tentando una presa, verso il suo arto più vicino o spalla. In sostanza nella zona più stabile e raggiungibile [S. Azione III]Forza: 475, Velocità: 500 (+ 3 tacche da Basso di impasto, + Esplosione Elettrica 1 tacca).

    Danno: AaCC (presa) + 5 Esplosione (0,25 di Chakra)
    .

    Se la presa sarebbe andata a buon fine ancorando per bene l’avversario avrei eseguito questa volta una vera ginocchiata! Sempre con la gamba destra avrei caricato il colpo, dal basso verso l’altro verso i genitali del tipo. Un colpo velocissimo, potente e terribilmente doloroso; più che sufficiente a chiudere lo scontro! [S.Tecnica Avanzato] Note del Dolore: Do! Re! + Note del Dolore: Mi! Fa!

    Forza: 500 (+1 tacca da Mi! Fa!) Velocità: 550 (+6 tacche: +3 tacche da Cambio di Nota, +2 tacche da Mi! Fa! +1 Tacca da Esplosione Elettrica)

    Danno: AaCC (pugno) + 15 Esplosione (0,75 di Chakra)

    La mia gamba sinistra entra in uno stato di OverCap, ignoro la semi-paralisi con Insensibile.


    Se invece la presa non sarebbe andata a buon termine, non avrei fatto altro che eseguire un montante con il sinistra verso il suo fianco destro, ad altezza fegato. Un colpo tremendamente veloce, e molto pericoloso perché se sarebbe andato a buon termine quel bastardo si sarebbe trovato spiaccicato quasi sicuramente sul muro, grazie alla potenza del Chakra Compresso! [S.Tecnica Avanzato] Note del Dolore: Do! Re! + Note del Dolore: Mi! Fa!

    Forza: 500 (+1 tacca da Mi! Fa!) Velocità: 550 (+6 tacche: +3 tacche da Cambio di Nota, +2 tacche da Mi! Fa! +1 Tacca da Esplosione Elettrica)

    Danno: AaCC (pugno) + 15 Esplosione (0,75 di Chakra)

    Il mio braccio sinistro entra in uno stato di OverCap, ignoro la semi-paralisi con Insensibile.

    CITAZIONE
    Chakra Residuo: 36/50 Bassi
    Vitalità Residua: 12,5/14 Leggere
     
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    Post 5 ~ Alligatori nelle fogne




    Lo Yotsuki, tenendo alto il nome del suo clan, si rivelò un osso duro per l'uomo che cercava di sbarrargli la strada. Riducendo al minimo i danni riuscì a contrattaccare in modo efficace, fermando il nemico in una presa per poi finirlo con un taijutsu devastante. Quello cadde all'indietro, stordito, esponendosi ad un possibile colpo di grazia. Infatti la giovane scienziata, dopo aver eseguito una proiezione sull'altro membro della pattuglia scaraventandolo nel canale, afferrò Kato per il braccio. Andiamocene, presto! O ci ritroveremo l'intera sorveglianza addosso! Sembrava essersi ormai completamente ripresa dallo stordimento causatole dal suo compagno di fuga, e anche la ferita sul braccio appariva completamente rimarginata. Mentre cercava di convincere l'otese a proseguire la fuga, un rumore inquietante giunse dalle loro spalle. Se si fosse voltati, ne avrebbero scoperto la fonte con raccapriccio. Uno schizzo di sangue gli investì, macchiando i loro vestiti già sudici. Seguirono un urlo acuto e il suono di ossa che si spezzavano. La guardia che stava cercando di riguadagnare il marciapiede lungo il corso d'acqua sotterraneo aveva ora la schiena spezzata e si trovava tra le fauci di un enorme mostro dall'aspetto di rettile. Qualche spasmo e smise completamente di muoversi. Kanazawa indietreggiò, terrorizzata, incapace di credere ai suoi occhi. La cosa avrebbe probabilmente sorpreso lo shinobi dopo che aveva visto ciò di cui era capace in realtà la ragazza, ma in fin dei conti la conosceva solo da un'ora. Per imparare di più su di lei sarebbe dovuto prima uscire da lì però.

    Alligatori...nelle fogne! Oh andiamo, pensavo fosse solo una leggenda! Considerando che si trovavano sotto il Villaggio del Suono, era facile che quelle non fossero neppure le peggiori creature che il sottosuolo di Oto ospitava, ma nessuno dei presenti aveva voglia di ribattere su quel punto. O almeno non il capo dei soldati, che dalla sua posizione seduta sul pavimento iniziò a indietreggiare lentamente. Devono essere state attratte dal sangue... Lo sguardo della giovane si spostò sui due uomini, entrambi feriti, con evidente disappunto. Nel frattempo l'alligatore, dopo aver sezionato in due parti il corpo del malcapitato, se ne stava cibando. Forse...se ci muoviamo lentamente...non ci noterà... Sempre con una mano avvinta al braccio dello Yotsuki, si mosse verso l'estremità opposta del tunnel. Un passo, poi un altro, quando, all'improvviso, la metà dello sventurato che era stata messa da parte, scomparve sott'acqua. Kanazawa, fedele allo spirito d'osservazione degli studiosi, capì subito che l'unica cosa sensata era correre il più velocemente possibile. Il grosso lucertolone non era infatti solo: un altro si stava occupando dei resti, ma almeno altri tre di loro emersero dal liquido fetido, puntando le ferali pupille su di loro. La loro massa era tale che, tutti insieme, finivano per riempire l'intero canale. Correte!

    Ep109_0033



    La loro intenzione era chiara, e si palesò quando in modo inaspettatamente agile scattarono verso di loro [Energia Rossa]. Grazie alla prontezza di riflessi della dottoressa avevano un discreto vantaggio, di almeno una decina di metri, ma sarebbero bastati? Gli alligatori sembravano particolarmente portati agli scatti, raggiungendo per brevi percorsi la velocità massima [Scatto], ma probabilmente la loro arma più letale erano i denti acuminati e la mascella possente [Morso]. Anche la loro corazza naturale sembrava particolarmente resistente, sempre che fossero così pazzi da cercare di appurarlo [Squame]. Tre persone e tre belve iniziarono così ad inseguirsi nei cunicoli sotterranei, ciascuno con i propri pensieri. Quelli degli animali, per dovere di cronaca, erano riguardo la cena. Allo shinobi decidere il da farsi, se affrontarli contando sulla parità numerica, ammesso che il suo avversario decidesse di collaborare, o continuare a correre, sperando di seminarli o di trovare un'uscita. E sempre con l'incognita dei rinforzi richiamati dal caposquadra, anche se in quel frangente c'era quasi da sperare che arrivassero alla svelta.

    Altro post semplice in realtà: descrivi il combattimento contro uno dei bestioni per un round, considerando come se gli altri due fossero impegnati dai tuoi compagni di sventura oppure, in alternativa, due round di fuga, contando gli slot azione e i consumi per non farti prendere! Ricordati di dare il boost ai cucciolotti almeno una volta al turno. Puoi descrivere liberamente l'ambiente, senza trarre troppi vantaggi. Poco più avanti il canale si getta in un tunnel di raccolta più grande, ricco di biforcazioni e vicoli ciechi, mentre altre vie saranno bloccate da grate.
    Non credo serva sottolineare che in base al tuo post evolverà la giocata. Buon divertimento! ^^
     
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    ~Post V
    Non guardare indietro...




    Quando Note del Dolore scaraventò il mio avversario contro la parete un ghigno di approvazione si dipinse sul mio volto. Sarebbe bastato solo un altro secondo e avrei posto fine alla vita di quell’inutile lecchino. Solo che le sorprese, incredibile a dirsi, non era ancora finite. Purtroppo per me e la mia nuova compagna, che nel frattempo con una inaspettata abilità si era liberata del suo avversario e si era di nuovo avvicinata verso di me, stringendomi il braccio.

    Condivisi il suo pensiero. Prima ce ne saremmo andati prima la situazione si sarebbe calmata tuttavia un terribile rumore, alle mie spalle, spostò la mia attenzione dal bastardo che avevo ai miei piedi. Aguzzai la vista e subito, nel giro di un istante, sgranai gli occhi. Un alligatore stava divorando l’avversario sconfitto da Kanazawa! Un maledettissimo coccodrillo! E nel giro di un attimo alla figura della bestia ne comparvero altre due. Fantastico. Fui sorpreso ma non per la visione della bestia. Infondo ad Oto la presenza di quelle bestie molto spesso tornava utile per liberarsi in fretta di cadaveri poco graditi ma rimasi sorpreso perché la nostra situazione non tendeva nemmeno per un istante a migliorare.

    – Porca puttana – fu il mio unico commento. Conoscevo quei piccoli mostri e sapevo che affrontarli non avrebbe avuto senso. Erano forti, decisamente insensibili al dolore e alla fatica, soprattutto quando affamati. Insomma non ci restava che un’alternativa: scappare. Il più velocemente possibile. Per l’ennesima volta in quella giornata di fuoco. L’avrebbero pagata. Tutti loro, dal primo all’ultimo.

    Di nuovo presi in braccio la donna, stringendola per bene con le braccia: - Tieniti forte, perché ora non si scherza. –




    Già, ero del tutto intenzionato a scappare. Ad allontanarmi da quella minaccia e trascurare altamente il bastardo che avevo appena colpito, lasciandolo così al suo destino o a quello degli alligatori. Concentrando il chakra in entrambe le gambe sarei scattato in avanti, proseguendo lungo la galleria [S. Azione I]. Infatti avevo già notato che il canale poco a poco si allargava dando luogo ad un tunnel più grande. Ampio e dalle numerose possibilità di fuga, in teoria. Probabilmente si trattava di un punto di incrocio tra diversi sistemi fognari. Una sorta di centro, uno dei tanti a dire la verità, del complicatissimo sistema fognario di Oto. L’idea comunque era quella di salire. Raggiungere un punto in cui con il chakra adesivo o con un salto sarei riuscito a scalare un canale e quindi salvarmi. Il problema era tuttavia trovare quel luogo.

    Una volta giunto con quel scatto proprio al centro del tunnel mi guardai attorno, se volevo salire per prima cosa dovevo capire il flusso dell’acqua. Dovevo procedere in maniera opposta, in quel modo avrei discriminato la direzione. Laddove l’acqua scorreva in senso contrario significava che c’era una forza che la spingeva. E quando ormai gli alligatori mi avrebbero quasi raggiunto a distanza corpo a corpo sarei scattato di nuovo, questa volta verso il posto che avevo individuato [S. Azione II]. Alla mia destra, a pochi metri. Un piccolo canale, dall'altezza ridotta e appena appena largo per passare in un sola persona, il quale era bloccato da una grata che divideva in flusso in tante piccole diramazioni ma tutti intense. Segno evidente di una notevole spinta.

    Così mi avvicinai, il più velocemente possibile, e scivolando con in braccio la ragazza avrei eseguito una sorta di calcio in allungo rasente il suolo, praticamente a gamba destra distesa avrei sganciato un colpo potenziato non solo da Note del Dolore (grazie alle capacità di repulsione) ma anche dal Chakra Distruttivo! La mia intenzione era proprio quella di sfondare in parte quella grata, passare in allungo grazie a quella scivolata e bloccare allo stesso tempo, seppur temporaneamente l’avanzata delle bestie [S. Tecnica Avanzato]Forza: 600 (+5 tacche Note del Dolore) Velocità: 450 (+2 tacche Mi! Fa!), Utilizzo Chakra Distruttivo: consumo basso +20 di potenza (basso consumato). Insensibile per la gamba destra in Semiparalisi per 2 round.

    Tecnica Economica: risparmio il 50%. Consumo totale 1,5 Bassi

    Controllo del Chakra Distruttivo [Combattiva]

    Distruzione ad Area (Base)
    Arte: L'utilizzatore può causare danni ad area tramite i colpi corpo a corpo: il colpo si propagherà per alcuni centimetri sulla superficie colpita a partire dal punto d'impatto, aumentando la possibilità di distruggere strutture solide, ma senza effetti notevoli contro avversari.

    [Da Genin in su]

    Tocco Distruttivo (Base)
    Arte: L'utilizzatore può danneggiare gli oggetti con gli attacchi corpo a corpo; la potenza del colpo non armato contro oggetti e armi è aumentata di 10 ogni consumo ½ Basso. Non aumenta la potenza contro avversari.

    [Da Genin in su]

    Note del Dolore: Do! Re!
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore, colpendo l'avversario, può allontanare la vittima fino a 9 metri di distanza tramite il chakra compresso. La Forza del colpo sarà incrementata di 3 tacche. Può essere utilizzata a mani nude o con [Potenziamenti]. È possibile combinarla con le tecniche 'Note del Dolore: Mi! Fa! Sol!' e 'Note del Dolore: La! Si! Do!' sfruttando un singolo slot tecnica avanzato per attivare le tecniche insieme, sullo stesso colpo.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: Basso )
    [Da studente in su]

    Note del Dolore: Mi! Fa! Sol!
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore, colpendo l'avversario, può causare Dolore (DnT Medio) nella zona colpita tramite il chakra compresso. La Forza e Velocità del colpo saranno incrementate di 2 tacche. Può essere utilizzata a mani nude o con [Potenziamenti]. È possibile combinarla con le tecniche 'Note del Dolore: Do! Re' e 'Note del Dolore: La! Si! Do!' sfruttando un singolo slot tecnica avanzato per attivare più tecniche insieme, sullo stesso colpo.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: Mediobasso )
    [Da genin in su]
    . Sarei stato sicuro della riuscita dell’azione. Quel ferro di certo non avrebbe potuto resistere ad un attacco di una tale potenza!

    Se la grata sarebbe ceduta in seguito al mio colpo recuperando subito la posizione eretta e riprendendo l’equilibrio avrei realizzato che la mia intuizione si era rivelata corretta. Alzando lo sguardo notai la presenza di un canale, o meglio del bordo di uno scolo. Posto a diversi metri di altezza rispetto alla nostra posizione; l’acqua putrida cascava verso il basso in maniera decisa.

    - Ok Kanazawa, ora io salterò fino a raggiungere il bordo tuttavia non potremo atterrare insieme, dovrai prima buttarti te e poi mi aggrapperò io al bordo stesso. Nessun rimpensamento… salto ora! – ed avrei precisamente eseguito quella manovra. Caricandomi sulle gambe avrei scaricato tutta la forza muscolare sul terreno per spiccare così in alto. A quel punto avrei aspettato l’azione della donna a cui sarebbe seguito il mio tentativo di aggrapparmi al bordo [S. Azione III].

    Saremmo riusciti a salvarci dalla minaccia degli alligatori?


    CITAZIONE
    Chakra Residuo: 32,5/50 Bassi
    Vitalità Residua: 12,5/14 Leggere
     
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    Post 6 ~ Volti familiari



    Il clangore di mascelle che si chiudevano con uno scatto dietro di loro, fortunatamente a vuoto, era da far gelare il sangue. Al solo pensiero di cosa sarebbe successo se quei mostri fossero riusciti a raggiungerli c'era da sudar freddo. Per questo motivo, dopo una flebile resistenza, la giovane scienziata si era rapidamente adattata all'idea di farsi trasportare dallo shinobi. Che-che stai facendo? Mettimi gi...aaaargh no non lasciarmi, corri corri! La strana coppia attraverso di corsa una serie di condotti, fin quando Kato non si lanciò in scivolata contro una grata. Kanazawa si coprì gli occhi, con le maniche del camice troppo largo per lei. Quando li riaprì, scoprì di essere ancora viva e tirò un sospiro di sollievo, ma non era ancora finita. Io cosa? Ma sei impazzito? Sono una studiosa, mica un ninja! Le sue prestazioni in combattimento sembravano contraddire la sua affermazione, tuttavia lo Yotsuki non avrebbe visto traccia di menzogna nei suoi occhi. Lei veramente si considerava solo una scienziata. Sarebbe stato interessante approfondire l'argomento, ma il rumore degli anfibi troppo cresciuti che cercavano di infilarsi a forza nel passaggio dietro di loro metteva una certa premura. Sul suo viso pallido comparve un rossore mentre abbassava gli occhi. ... Per quanto potesse essere buono il suo udito, Kato non avrebbe colto le parole di quel bisbiglio. Voltandosi di spalle, la ragazza prese un bel respiro e fu costretta a ripetere quella frase piena di vergogna. LANCIAMI! L'aveva sputata fuori ad alta voce, quasi con rabbia, sebbene fosse difficile affermare contro chi fosse indirizzata. In ogni caso all'otese non rimaneva che obbedire, o in alternativa abbandonare la sua compagna di fuga al suo destino.

    Sebbene con qualche difficoltà, entrambi alla fine si ritrovarono nello spiazzo rialzato che Kato aveva individuato. Da lì potevano osservare l'imponente caduta di acque reflue verso i condotti inferiori da un punto indefinito sopra di loro, che si perdeva nell'oscurità. Alle loro spalle una porta ed una scaletta di servizio che si arrampicava lungo la parete sviluppandosi verticalmente. L'attenzione del ninja fu tuttavia richiamata dalla giovane, che prese a tossire, coprendosi il volto con la manica del camice. Sono stufa di questo posto... e l'odore è insopportabile! Saliamo, non vedo l'ora di tornare all'aria aperta! Fissò lo shinobi dritto negli occhi, per la prima volta accesi di una parvenza di interesse. Se tu preferisci esplorare questo postaccio fai pure, io me ne vado. Si aggrappò al supporto e fece alcuni passi verso l'alto, prima di arrestarsi e ridiscendere lentamente. Tu... Vai prima tu... Di nuovo, il suo viso aveva assunto un colorito rossastro. Se l'uomo l'avesse osservata per più di qualche secondo, si sarebbe coperta la gonna con le mani, gridandogli addosso. Maniaco! Non ti lascerò sbirciare, quindi precedimi! Ancora una volta, Kato si sarebbe ritrovato in balia delle decisioni della giovane, anche se in quel caso probabilmente concordava con lei. Durante l'ascesa, il ninja del Suono l'avrebbe sentita borbottare tra sé, probabilmente convinta che non la ascoltasse. Prima allunga le mani...poi cerca di guardarmi sotto la gonna...Uomini...

    La scala saliva nell'oscurità, rischiarata ad intervalli regolari da alcune lampade circolari che emettevano una flebile luce rossa, dando a tutto un colore irreale. Al temine si trovava una botola nel soffitto, chiusa ermeticamente. Kato poteva tentare fin che voleva, non si sarebbe smossa di un millimetro. Sotto di loro c'erano almeno trenta metri di vuoto e il rumore della cascata d'acqua copriva quasi ogni altro suono. Proprio quando stava per rinunciare, decidendosi per tornare indietro, vennero investiti da una luce. Il portellone si era sollevato, qualcuno l'aveva aperto dall'alto. Sì, ma chi? Amici, o nemici? L'angoscia di conoscere la loro sorte sarebbe durata qualche secondo, finché dal varco non comparve una faccia bene conosciuta dall'otese. Beh, venite o no?

    Si trovavano in un corridoio ampio dalla volta a botte, ben illuminato e completamente asciutto. Anche l'aria, sebbene sapesse un poco di chiuso, era più calda e leggera. Doveva trattarsi del livello più superficiale dei sotterranei, quello da cui si dipanavano i condotti inferiori. Davanti a Kato si trovava Shin Kinryu, shinobi di Konoha, nonché suo amico. Sono piuttosto sorpreso di trovarti qui. Anche se in fin dei conti sei a casa tua. Cioè volevo dire che siamo a Oto, non che vivi nelle fogne. Beh insomma, che stavi combinando? Avrebbe lasciato che lo Yotsuki gli riferisse per filo e per segno la faccenda, annuendo di tanto in tanto. In quel posto non sembravano esserci nemici in vista, quindi finalmente i due fuggitivi potevano rilassarsi un'attimo. Anche Kanazawa aveva comunque con chi parlare. Una donna affascinante, ormai sulla trentina, vestita elegantemente, ma con un lungo camice a coprire il tutto, stava ascoltando il suo resoconto. Al temine, si avvicinò a Kato, chinandosi leggermente in avanti per osservarlo. Il giovane sentì il suo profumo agrumato investirlo, notando al contempo delle occhiaie simili a quelle di Kanazawa. Ti sei scelta un ragazzo carino, sorellina.



    Quella iniziò a dare di matto, sbraitando che era solo un pervertito, freddo e rissaiolo, esagerando notevolmente gli avvenimenti precedenti e riempendolo di offese come se non fosse presente. In tutta risposta quella rise, scompigliando i capelli della sorella. Ah, l'adolescenza... Sai, temevo che tra passando tutto il tuo tempo in laboratorio non avresti mai potuto incontrare qualcuno, e invece... Piacere comunque, io sono Kiyama. Tese la mano a Kato, sorridendogli. Grazie di esserti preso cura di Kanazawa, tende a cacciarsi nei pasticci quando la lascio da sola. Mi hanno rapito solo perché mi hanno colto di sorpresa! Ecco, appunto, brava stupida. Tu invece come ci sei finito qui? Sembrò ascoltare interessata quanto aveva da dirgli lo shinobi. Una lieve preoccupazione traspariva dal suo volto, ma non commento. Fu invece Shin a prendere la parola. Prima usciamo da qui, le spiegazioni a più tardi. Kiyama, fai strada per cortesia. La donna annuì, dirigendosi prontamente verso destra, con tutto il gruppo al seguito.

    In una decina di minuti rividero finalmente il cielo, in cui il sole iniziava lentamente a declinare. Doveva ormai essere pomeriggio inoltrato. Il Kinryu calcò il cappuccio sulla testa. La sua presenza lì non doveva essere notata, sebbene avesse tutti i titoli per accedere nel Villaggio del Suono come visitatore. La scienziata li condusse attraverso un dedalo di stradine del quartiere commerciale, dove si concentravano fabbriche e botteghe, fino ad una costruzione dall'aria malmessa. Aprì la porta con una chiave e fece loro cenno di entrare. Nella hall abbandonata non si vedeva nessuno, ma Kato avrebbe notato che le ombre avevano qualcosa di strano, sebbene non sapesse dire cosa. Non ebbe tuttavia il tempo di approfondire. Salirono un'ampia scala raggiungendo il primo piano. Sorprendentemente, lì ogni cosa era pulita e in ordine, quasi in modo eccessivo. In fondo al corridoio si intravedevano una serie di porte etichettate con targhette riportanti la scritta "laboratorio" e una numerazione progressiva. Proseguirono però fino al secondo piano, riadattato a complesso residenziale, con diversi appartamenti ricavati da uno spazio originariamente unito. In uno di questi i due ninja furono fatti accomodare su un divano in pelle nera, mentre Kanawaza si rintanava su una poltrona, anch'essa in pelle nera. La loro ospite prese alcune lattine di bevande analcoliche a caso dal frigo, lanciandone una ciascuno. A Kato ne capitò una al gusto di cocco e melone, a Shin una alla fragola e latte, a Kanazawa una ai mirtilli. Per canto suo, Kiyomi si aprì senza tanti complimenti una lattina di birra, bevendone a lunghi sorsate. Si appoggiò al tavolo da cottura, scambiando un eloquente sguardo con il foglioso, che ricambiò annuendo. Era giunto il momento della verità.

    Come sai il clan Kinryu vive di commercio, non solo di beni, ma anche di informazioni. Sfruttando le reti intessute dai suoi membri ho iniziato a investigare su una certa organizzazione... Si chiamano Salamandre, ma sono abbastanza sicuro che si tratti solo di una copertura. Il mio interesse è nato dopo averli incontrati, anche se dovrei dire scontrati, in ben due occasioni. Una volta durante una missione con Kairi: ci hanno attirati in una trappola, credo per ottenere il suo sharingan. Una seconda, sempre durante una missione che ho svolto con Shunsui nel deserto dell'Anauroch. Hanno tentato di depredare una carovana che scortavamo, probabilmente miravano ai diamanti che il mercante aveva con sé. Qualcosa non mi quadrava, e ho raccolto voci all'interno del clan. Sembra si tratti di criminali, divisi in cellule autonome, ciascuna con dei propri comandanti. La stessa malavita li vede come una minaccia, hanno risorse ingenti, e nessuno capisce quale sia il loro reale intento. Un nostro informatore mi ha contattato quando è venuto a conoscenza che stavano impiantando una qualche sorta di laboratorio qua a Oto, quindi mi sono mosso il più velocemente possibile per evitare di farmi scappare questa pista. Ma sono arrivato tardi: nella struttura sopra i tunnel in cui vi abbiamo trovato ormai non c'era più nulla, avevano già portato via tutto. Questo è quanto, anche se sarei interessato a capire perché ti hanno preso di mira...

    Kiyomi accartocciò la sua lattina e la gettò verso il cestino, mancandolo. A questo forse posso rispondere io. Dopo aver ascoltato la tua storia ora ne ho quasi la certezza. Io e mia sorella gestiamo da anni esperimenti sotto l'ala di una fazione del governo di Oto. Volse lo sguardo verso Kato. Quel tontolone di Febh non ne sa nulla ovviamente. Mi chiedo se sia veramente uno Yakushi qualche volta... Comunque sia, la nostra specialità è la clonazione umana. Orochimaru ci ha lasciato un sacco di ricerche in medico, ed ormai siamo a buon punto. Suppongo che abbiano cercato di ottenere i geni Uchiha da quella ragazza, ma avendo fallito hanno optato per un ripiego, te. Mosse pigramente un dito verso il ninja del Suono e si aprì un'altra birra. Anche gli Yotsuki hanno capacità interessanti, le vostre cellule hanno un'innata capacità di trasmettere l'elettricità e...beh, insomma credo che stiano cercando di impiantare delle conoscenze in alcuni cloni. Per questo hanno rapito la mia sorellina, per verificare le informazioni in nostro possesso. Due piccioni con una fava. Ed ora che hanno finito qui se ne sono andati il diavolo solo sa dove per mettere a punto i dati raccolti. Sei al punto di partenza ragazzo. Mandò giù quello che rimaneva della sua bevanda. Shin incrociò le dita delle mani e vi appoggiò la fronte. Cosa dovrei fare ora? La domanda risuonò nel silenzio.

    Bene sporcaccione, fine della prima parte. Shockanti rivelazioni! Spiega a Shin la situazione e poi dì la tua!
     
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    ~Post VI
    Uno spiraglio di comprensione.




    Quando osservai la ragazza saltare dalle mie braccia e raggiungere il bordo di quel scolo… per un attimo mi sentii sollevato. Fu la prima volta, dall’inizio di quella ben poco piacevole giornata, che la fortuna volse a nostro favore. La manovra successiva fu semplice: sfruttando un po’ di Chakra Adesivo e buona parte della mia agilità riuscii ad appoggiare entrambe la mani all’ultimo su quella fredda pietra, viscida e decisamente sporca. Con un gesto secco scattai e mi riportai in alto con l’intero corpo.

    Kanazawa era lì, visibilmente scossa. Dietro di noi, o meglio sotto di noi, potevo chiaramente sentire il fragore dei coccodrilli decisamente irati per le prede perse. Sorrisi, speravo che quel bastardo a cui avevo ridotto sicuramente le capacità riproduttive fosse stato molto meno fortunato, chissà… forse mangiato vivo. Un pagamento più che consono per l’affronto che ci aveva fatto.

    Mi avvvicinai alla ragazza e ora, finalmente con più calma, la osservai in tutta la sua figura. Era decisamente bassa, soprattutto se comparata alla mia altezza. Magrolina, dagli occhi scavati dal sonno o dal lavoro, o più probabilmente da entrambi. Eppure aveva affrontanto un Ninja e subito una ferita terribile. Già, la ferita! Mossi subito la mano verso di lei spostando, senza troppi complimenti, il camice che indossava. Solo il sangue sporcava quel vestito ma tracce di ferite o perforazioni nemmeno l’ombra. L’osservai perplessa, rimanendo in silenzio per qualche istante prima di proferire: - Ok, credo che con questa manovra abbiamo guadagnato qualche prezioso minuto di vantaggio. Ora non ci resta che trovare una strada utile e uscire da questo posto e poi logicamente dovrai darmi diverse risposte. In primo luogo sulle tue abilità impressionanti. Mi raccomando… seguimi da dietro e non cerca di starmi il più vicino possibile. –

    Di nuovo il mio discorso fu telegrafico e probabilmente la ragazza stava poco a poco comprendendo che più che essere maleducazione era parte del mio modo di fare, del mio carattere. Raramente mi esponevo in discorsi prolissi. Comunque solo dopo pochi passi notai al mio fianco la presenza di una scala, quelle tipiche che caratterizzavano il collegamento tra sottosuolo e l’aria aperta. Mi voltai verso Kanazawa, dopo aver uditi alcuni dei suoi discorsi alquanto bizzarri: - Dovremmo esserci, ho la sensazione che questa scala ci porterà all’uscita. Ti precedo, non ti preoccupare. Ah sì, per la cronaca se devo essere sincero credo che ci sia ben poco da spiare… vista la quantità di melma, fogna e viscidume che abbiamo entrambi addosso. - pronunciai con tono neutro quelle parole, mantenendo una parvenza di serietà, ma a fatica trattenni un sorriso. Era da tempo che qualcuna non si rivolgeva così con me e la cosa, devo ammetterlo, fu alquanto bizzarra e divertente.

    Tuttavia la speranze si esaurirono subito quando realizzai che la botola non voleva aprirsi per nessun motivo. Sospirai, pensando che di nuovo mi sarei trovato costretto ad utilizzare la maniere forti e quindi sprecare altro Chakra senonché i miei sensi percepirono un chiaro movimento sopra di me, uno spostamento della botola stessa. Ero pronto a gettarmi di nuovo in basso, come difesa estrema ma dopo aver superato un attimo di esitazione al vedere chi mi trovai davanti rimasi esterrefatto… quasi a bocca aperta: era Shin. Il mio unico amico fidato a dire la verità.

    - Tu? -


    Fu il mio unico commento.

    ~.~




    Non proferii parola durante il cammino. L’ultima cosa da fare era proprio quella di fermarsi nel bel mezzo di quel corridoio sotterraneo per chiedere delucidazioni. Primo perché probabilmente eravamo ancora braccati e secondo perché io e Kanazawa puzzavamo entrambi come poche altre volte precedentemente in vita nostra. Ascoltai le parole di Shin in silenzio. Sorpreso nel vedermi in quel posto e in quelle condizioni? Sorrisi, genuinamente, lasciandomi scappare una piccola risata. Risposi di contropiede: - Non hai tutti i torti, di certo questo non è il mio ambiente preferito… soprattutto così ridotto male, ma toglimi una curiosità te cosa fai qui ad Oto? – una domanda assolutamente sincera.

    In poco tempo comunque la situazione si fece ancora più complicata, in un certo senso. Comparve una donna, più anziana di Kanawaza, la quale (tralasciando la sua sorta di provocazione) si dichiarò come la sorella della rapita. In effetti c’era molta somiglianza. Ma non era il tempo delle spiegazioni e presentazioni, come fece ben notare Shin.

    Ritornammo in superfice, quando ormai la sera stava per sopraggiungere, e una volta giunti all’aria aperta il mio amico Shin si coprì il volto con il cappuccio; di nuovo sorrisi: - Servirà ben poco considerando la scia di fetore che la piccola genietta e il grosso e cattivo Shinobi di Oto si portano dietro. – era la cruda realtà. Dopo un po’ di tempo giunsero a destinazione, in quello che a tutti i conti sembrava essere una sorta di laboratorio. O meglio ad una costruzione ormai diroccata che conteneva a sua volta una struttura di ricerca. Rimasi alquanto perplesso ma proseguii oltre.

    L’intero gruppetto quindi si riunì all’interno di una specie di saletta. Kanazawa sembrò a suo più completo agio. Mentre da parte mia rimasi in piedi, sia per evitare di rovinare definitivamente quei divani alquanto ricercati sia perché mi sarei rilassato solo quando avevo posto la parola fine a quella faccenda. Ricevetti una sorta di succo che posai vicino, senza berlo. Eravamo ad Oto e fidarsi degli altri era qualcosa che poteva condurre alla morte. Per quanto mi riguardava fin tanto che mi trovavo all’interno del Villaggio diffidavo di qualcuno cosa e naturalmente cibo, bevande e soldi erano i primi sospettati.

    Ascoltai per bene tutti i vari discorsi, prima di Shin e poi di quella fantomatica ricercatrice. Mi portai la mano sul mento. Pensieroso. Salamandre? Kairi? Sharigan e Veste Elettrica. Era una situazione alquanto complicata, molto più di quanto non lo era già. Abbassai lo sguardo verso il pavimento. Era evidente, qualcosa non tornava nel quadro complessivo e non potevo forzare troppo, inoltre quelle due donne nonostante tutto non mi convincevano appieno ma dovevo per il momento fidarmi, come garanzia del resto c’era Shin. Però prima di procedere con qualunque discorso posi una domanda fondamentale al ninja di Konoha, necessaria per assicurarmi che quel foglioso che mi trovavo davanti era veramente il mio amico.

    - Non volermene Shin, ma dimmi… nel monte delle Kitsune come si chiama l’orso protettore della Foresta?- Takkan era il suo nome e questo lo poteva sapere solo Shin, perché eravamo gli unici due presenti ad esclusioni delle volpi stesse. Se avesse risposto positivamente avrei proseguito con il discorso: - Sei davvero tu allora… Quindi la domanda più logica è: perché proprio tu sei qui? Posso capire il tuo clan e le ricerca di informazioni ma non si spiega comunque. Il clan poteva vendere l’informazione all’amministratore, ci avrebbe così guadagnato, no? E poi Kanazawa… – mi sarei rivolto alla più anziana delle due – … perché è così forte? Ha sconfitto da sola un ninja, dopo essere stata brutalmente ferita. Eppure non ha sofferto la fatica e la ferita si è completamente rimarginata. Che contatti hai con l'Amministrazione? I fondi dovranno pur arrivare da qualche parte e sono molto curioso di sentire da dove...– avrei atteso un secondo per continuare – Comunque mi stai dipingendo una faccenda piuttosto grossa che prima la chiudiamo prima si eviteranno problemi. Abbiamo idea di dove possano essere finite queste Salamandre? Probabilmente rispetto al posto dove mi hanno incarcerato si saranno di nuovo spostati. Dobbiamo trovarli e stanarli. E ovviamente neutralizzarli e se non hai la benché minima idea da dove iniziare vorrei ricordati che qui siamo ad Oto, il mio Villaggio... – sì, quella parola: Neutralizzare. Un sinonimo felice per non spaventare nessuno dei presenti. Le mie intenzioni sarebbero state ben altre –... però prima di proporre qualunque cosa... devo recuperare il mio equipaggiamento e sgrondarmi questo sporco e puzza. E non si discute. –

    Era arrivato il momento del contrattacco.
     
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    Rapimenti scientifici

    Post 7 ~ Sensei



    Shin sorrise apertamente all'amico quando gli fu posta la domanda. Hai intenzione di chiedermelo ogni volta che avrai un dubbio sulla mia identità? Lo guardò canzonatorio. Certo, la sicurezza era importante, ma lo shinobi di Konoha riteneva Kato un po' paranoico alle volte. Takkan, se non ricordo male. Contento? Attese un qualche cenno di assenso prima di proseguire. Non è così che funziona. Di solito procuriamo le informazioni su richiesta, non ci mettiamo a spacciare quelle di cui entriamo casualmente o meno in possesso. Ed in questo caso non avrebbe comunque avuto nessun valore: tempo che trovassimo un acquirente, che la notizia venga analizzata e che si organizzi qualcosa, quelli avrebbero già tagliato la corda da un pezzo. Di fatti io stesso, per quanto muovendomi immediatamente, li ho mancati, anche se di poco. Senza contare che qualcuno poteva intercettare la comunicazione, o magari addirittura corrotto. L'ultima cosa che voglio è che quei bastardi sappiano che li sto dando la caccia. La spiegazione era piuttosto esaustiva. Di fatto lui fino ad allora aveva avuto modo solo di accennare all'amico in cosa consistesse l'attività segreta del suo clan. Per quanto riguarda Kanazawa... Il giovane si voltò verso la donna, chiedendole implicitamente il permesso di proseguire. Quella sospirò, allargando le braccia. Ah, l'ardore della gioventù... Quante domande, e quanti sospetti! Degno di un ninja del Suono. L'interessato non avrebbe capito se si trattava di un complimento, o piuttosto di una velata presa in giro. Sorellona, sono tutti così stupidi gli uomini? Io vado a lavarmi nel frattempo, per favore controlla che quello lì non sbirci. Lo sguardo sbieco era ovviamente rivolto allo Yotsuki. Kanazawa lasciò la stanza a piccoli passi, iniziando a sfilarsi il camice ricoperto di melma. Prima di lasciare la stanza, si voltò per un istante, guardando torvo il ragazzo. E comunque sono certa che ti sarebbe piaciuto lo stesso sbirciare.

    Non appena la porta si fu richiusa dietro di lei, la scienziata si lasciò cadere sulla poltrona lasciata libera e riprese a parlare. Per quanto riguarda la ferita, e le sue capacità combattive, forse puoi arrivarci. Kanazawa è una Yakushi e, sebbene abbia scelto un'altra strada, saprai che tutti i membri del clan ricevono almeno un addestramento di base nelle arti ninja. Attese che la notizia fosse metabolizzata alcuni istanti, poi terminò il suo discorso. Ovviamente non posso dirti chi ci sovvenziona, ma potrai ben immaginare che il vertice al comando del Villaggio del Suono non sia un insieme così monolitico, in particolare in questo periodo senza un kage forte alla guida. Fu il turno di Shin di sospirare. Salamandre è solo il nome con cui si fanno chiamare nell'ambiente della malavita, non ho ancora scoperto chi ci sia veramente sotto. Riguardo a dove possano trovarsi ho diverse idee, una meno sicura dell'altra. E per di più è un meccanismo a compartimenti stagni, le informazioni che contano circolano solo all'interno di una cerchia ristretta, i capo cellula. O almeno questo è quanto emerso interrogando qualche pesce piccolo. Rimase meditabondo qualche secondo, poi continuò. Per quanto ne sappiamo potrebbero aver già lasciato tutti Oto, ma un trasferimento del genere non si organizza così su due piedi, forse si sono lasciati degli indizi alle spalle. Però agire ora è fuori discussione, è come dici te: prima devi renderti presentabile e recuperare il tuo equipaggiamento. Nel frattempo sentirò qualcuno dei miei informatori per vedere se saltano fuori delle tracce. A quel punto Kiyama, che aveva seguito in silenzio le parole del foglioso fissando il soffitto sopra di lei, diede un colpo di tosse per richiamare l'attenzione su di lei. Nobile proposito, non c'è che dire, ma che pensate di poter fare voi due da soli, senza nessun appoggio? Si tirò su, guardandoli dritti negli occhi. Ascoltate il mio consiglio da sorella maggiore. Questa faccenda è troppo grande per voi, avete ancora un sacco di strada da fare prima di poter anche solo pensare di farcela. Shin scattò in piedi, irritato. E allora dovremmo semplicemente arrenderci e lasciar perdere? Le parole della donna bruciavano particolarmente per il genin perché toccavano un tasto dolente. Da quando aveva scelto di percorrere quella strada non era passato giorno senza che il giovane Kinryu si impegnasse per diventare più forte, in previsione dei tempi buoi che li aspettavano. Eppure non era ancora abbastanza, se ne rendeva conto lui stesso. Durante i suoi precedenti incontri con l'organizzazione aveva avuto difficoltà ad affrontare dei semplici subordinati, finendo ogni volta puntualmente al tappeto. Intuendo il suo turbamento, la donna assunse un tono più conciliante. Non sto dicendo che dovete rimanervene al sicuro con le mani in mano, tutt'altro. Penso di conoscere l'uomo che fa per voi...

    I preparativi erano stati ultimati rapidamente, e il gruppetto si era mosso prima che il sole calasse del tutto. Kiyama aveva offerto loro di trascorrere la notte da lei, ma Shin era stato perentorio: sarebbero partiti immediatamente ed avrebbero proseguito la marcia verso est finché non avessero lasciato i confini del Paese delle Risaie, per poi accamparsi una volta entrati nel Paese delle Sorgenti Termali. I controlli al gate non erano stati complicati, in fin dei conti il foglioso si era presentato al suo ingresso nel Villaggio, e la presenza di Kato funse da ulteriore garanzia. Con loro c'era anche Kanazawa, rimessa a nuovo, eccezion fatta per le occhiaie che sembravano far parte di lei. Kiyama aveva parlato loro di uno shinobi eccezionale, che conosceva ormai da diversi anni, e che era stato per un periodo il maestro della stessa Kanazawa. Qualsiasi sfida vogliate intraprendere da qui in avanti, farete bene ad essere preparati. Lui ha un talento straordinario per scoprire i vostri punti deboli e punti di forza, mitigando i primi e valorizzando i secondi. Sono certa che non ne rimarrete delusi. Mia sorella verrà con voi, quel tipo è un ramingo, ma lei sa dove cercarlo, anche se alla fine sarà lui a trovarvi, statene sicuri. Intanto chiederò in giro per quella faccenda del laboratorio trasferito. Si erano congedati nella hall della struttura fatiscente con poche altre parole. Se quanto diceva la donna era vero, Shin non si sarebbe mai fatto fuggire un'occasione come quella, e probabilmente la stessa cosa valeva per Kato.

    Era ormai buio quando la ragazza che faceva loro strada si fermò, sul limitare di un bosco. Nell'area non c'era la minima traccia di presenza umana, nessuna abitazione nel raggio di diverse miglia. Il terreno era prevalentemente brullo, una piana ricoperta di sterpaglia sulla destra della via, alcuni sporadici alberi che si facevano in lontananza più fitti verso sinistra. L'unico segno degno di nota in quel paesaggio monotono erano alcune grosse pietre, poco discoste dal sentiero, che sembravano essere disposte in circolo. Se fosse uno scherzo della natura, oppure opera dell'uomo, non era dato saperlo. Bivacchiamo tra quei massi, mi danno un senso di protezione anche se restiamo in campo aperto. Tu, occupati del fuoco. L'ordine venne impartito seccamente a Kato. Da quando erano partiti, Kanazawa era stata di poche parole, ma aveva sempre trattato lo Yotsuki bruscamente, mentre a Shin rivolgeva a stento la parola. Proprio come aveva affermato la sorella, non sapeva proprio rapportarsi con i ragazzi. Lo shinobi di Konoha svolse tre giacigli dal suo zaino, per poi sistemarsi intorno alla fiamma per consumare una frugale cena tardiva. Ad un certo punto comparve un sorriso malinconico sul suo viso, e si rivolse all'amico. Non è la prima volta che attraversiamo questo Paese insieme, ricordi? La prima volta che ci siamo incontrati è stato proprio qua. Mi sembra passata una vita.

    Quel che rimaneva della notte trascorse tranquilla. Il foglioso era crollato, esausto dalle fatiche della giornata, ma anche i due suoi compagni dovevano essere provati. Quella mattina erano prigionieri, e da allora si erano fermati solamente un paio d'ore per riposare prima di quella sosta. Prima di augurare ai due ninja la buona notte Kanazawa aveva fissato il suo sguardo stanco sull'otese, intimandogli di non farsi venire strane idee, per poi voltarsi su un fianco dandogli la schiena. Ad ogni modo, le prime luci dell'alba stavano iniziando a rischiarare il cielo, sebbene il globo incandescente non avesse ancora varcato la linea dell'orizzonte, quando tutti i presenti percepirono una presenza. Shin balzò subito in piedi, prontamente imitato dalla ragazza. Appollaiato sulla roccia più alta stava un uomo, avvolto in un nero mantello, che li osservava impassibile. Prima che potessero fare o dire qualsiasi cosa, il volto di Kanazawa si illuminò per la prima volta, aprendosi in un sorriso che ben si addiceva ai suoi lineamenti. Sensei! Con un profondo inchino salutò il misterioso figuro. Era come aveva detto Kiyama, era stato lui a trovarli. Mentre i raggi del sole ricacciavano le tenebre, Shin lo osservò meglio. Gli occhi, il taglio del viso, il portamento, avevano tutti qualcosa di famigliare. Cercò senza successo un segno di riconoscimento, un coprifronte o un altro simbolo. Tuttavia quell'uomo sembrava ammantato di un'aura incredibile, quasi reale. Lentamente, si inchinò a sua volta. Il mio nome è Shin Kinryu, genin di Konoha. Aspettò, nella speranza che il ninja del Suono si presentasse con deferenza, poi riprese, sempre a capo chino. Kiyama le porta i suoi saluti. Ci ha mandato da lei perché ci addestri e ci renda più forti. Poche e secche parole erano uscite dalla sua bocca, ma molto di più si agitava tra i suoi pensieri. La tempesta incombeva, ed occorreva essere pronti.



    Aiuta Shin a convincere il misterioso sensei ad addestrarvi!
     
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    ~Post VII
    Incontri nel Tempo.



    Fidarmi? Shin non voglio più sentire quella parola in mia presenza. Qui ad Oto, e a est del Villaggio fidarsi di una persona equivale a tradimento. Se per te Konoha è un posto dove fidarsi è ancora lecito dimentica tutto. Anzi… consideralo un lusso che in questi posti lontani è stato perso in tempi lontani. – era la pura e semplice verità, attesi il tempo sufficiente per udire tutti i vari discorsi. E mentre Kanezawa si stava rifugiando in bagno per togliersi la sporcizia presi a parlare – Come dicevo prima la fiducia ad Oto non esiste più e perciò non mi fido nemmeno di te… piccola ricercatrice. Ti credo sul fatto che Kanezawa possa essere una Yakushi e diciamo che posso anche crederti sul resto. Ma mettere in dubbio l’operato dell’Amministratore è un qualcosa che non posso accettare e di cui non posso fidarmi… – mi avvicinai, con fare alquanto minaccioso, stringendo i pugni; forse Shin in quei frangenti avrebbe scoperto una delle mie facciate più crude ma allo stesso tempo sincere – … soprattutto se sono parole dette da qualcuno che non è uno Shinobi di Oto... Soprattutto se un qualcuno che non può sostenere le sue parole. Tuttavia la presenza di Shin mi rassicura, e questo ti concede una possibilità. – mi allontanai di qualche passo, voltandomi verso Shin. Avvicinandomi verso di lui, spalla a spalla, proferii con tono gelido: - Shin, alza la guardia. O… moriremo. Torno qui fra mezz’ora, mi muoverò da solo… sarò molto più veloce. Recupero equipaggiamento e il resto. –

    La giornata del resto era stata tremendamente pesante. Avevo realmente rischiato grosso e senza volerlo mi ero infilato in una sorta di congiura inter-villaggio e a quanto sembrava tra l’altro ero uno dei pochi ad Oto a comprendere il vero pericolo che stava incombendo. Rimasi in silenzio il resto del tempo, la mia pazienza era decisamente finita. E farmi prendere in giro da sedicenti scienziati in vena di discussioni tra Shinobi… non era certo la mia volontà. Così muovendomi velocemente tra le vie di Oto recuperai tutte le armi di scorta insieme al resto dell’inventario e dopo una rapida doccia, cambio d’abito e una cena veloce ripartii verso la struttura scientifica.


    ~.~



    Quando giunsi vidi che tutti erano già pronti, o quasi. La tizia ci introdusse elogiando le sue qualità a quello che avrebbe dovuto essere il nostro punto di contatto e di supporto. Rimasi in ascolto e accennai un segno con la testa in segno di assenso. Da come ne parlava sembrava in tutto e per tutto uno Shinobi, ma la domanda era ben altra. Uno shinobi di qualche villaggio o meno? Presto comunque l’avremmo scoperto.

    Così ci incamminammo, fuori dal villaggio, fuori da quello che stava lentamente diventando un ambiente sia familiare sia opprimente. In un certo senso. Comunque dopo un bel tragitto ci fermammo, decisi tutti di riposare e ristorarci dalla giornata decisamente lunga. Senza badare troppo alle provocazioni della ragazza mi occupai di imbastire un bivacco quantomeno accettabile… e in quello potevo affermare che ero un maestro. Forse talmente tanto da sorprendere i presenti, vista la velocità la precisione e la serenità con la quale completai il lavoro in poco tempo; nei confronti della ragazza mi limitai ad un commento alquanto provocatorio ma giusto per stemperare la brutta aria che stava tirando: - Sai una cosa, piccola ricercatrice? Nelle Sorgenti Termali c'è un detto: chi disprezza compra. Cosa ne pensi a riguardo?-

    Prima di coricarmi definitivamente mi sedetti vicino a Shin e mentre con un bastoncino tenevo impegnato il fuoco presi a parlare, con un tono di voce bassissimo appena percettibile, sufficiente a non farmi sentire dalla donna: - Sei già stato nel Paese delle Sorgenti Calde con me Shin… molto tempo fa, ma devi sapere che rispetto a quello che avevi visto in quella semplice gita turistica quel Paese nasconde insidie ben peggiori. E’ un porto franco, nel senso più letterale. Non è un posto riservato ad Ame né è un posto per l’Accademia. Immagina quelle terre come un luogo coinvolto da una nebbia fittissima, dove discriminare gli amici dai nemici diventa alquanto complicato… non solo ricordati che in quell'ignoto si possono nascondere pericoli ben maggiori. Ritengo che il Ninja che dovremmo incontrare sia appartenuto a qualche associazione e di conseguenze dovremo ponderare con attenzione le sue parole. Spero di essermi spiegato... Shin – attesi qualche istante, volevo lasciare il tempo al mio amico di assorbire quei strani discorsi, del resto non avevo ancora finito -… come ho detto oggi alla sorella maggiore raramente parlo senza supportare le mie parole e quello che ti ho detto rappresenta la realtà, perché io stesso l’ho vissuta. Come ben sai sono nato da qualche parte nel Villaggio del Suono ma ho vissuto la mia intera vita qui nelle Sorgenti… prima da bambino spensierato poi da criminale sotto l’egida di un padrone spietato: Oni-Chi. Della stessa omonima associazione malavitosa. Ebbene lavorando all’interno di quei malati meccanismi ho visto cose che la tua mente Shin non può concepire e aimé alcune di quelle le ho pure compiute. Per quel motivo l’anziano Kitsune mi ha allontanato dal tempio… perché la mia anima è incrinata. Così come il mio cuore malato… ma non del tutto. Ritengo che quell’esperienza, per quanto negativa, mi sia tornata utile e mi abbia aperto gli occhi sul sistema malato che come un cancro è entrato nella burocrazia, nella polita e nella vita quotidiana delle persone. L’indifferenza sul male, la banalità stessa del male. Come è possibile tutto ciò? Come è possibile tutto questo caso? Ecco Shin il Paese delle Sorgenti Termali è l’esempio perfetto. L’archetipo... Comunque per il momento non ha senso approfondire troppo la questione. Avremo modo e tempo per approfondire e per le domande. – terminai secco il mio discorso, senza dare molto spazio al foglioso. Aggiungere altro in presenza di sconosciuti si poteva rivelare una mossa molto stupida.


    ~.~


    Fui svegliato di soprassalto, avvertito da rumori sospetti. Ma nemmeno il tempo di realizzare chi fosse che Kanezawa accortasi anche lei della nuova presenza esordì e corse verso il tizio, avvolto da un lungo mantello nero. Occhi neri, sguardo profondo. Capelli scuri come la notte. Se avevo imparto qualcosa dal girare il mondo degli Shinobi avrei scommesso che mi trovavo davanti ad un Uchiha. Ma un Uchiha qualunque. Trasudava rispetto, e soggezione. Percepivo una strana sensazione, come se qualcosa in tutta quella scena non tornava. Eppure non capivo. Chi era veramente quel tizio?

    Shin si inginocchiò in segno di rispetto. Da parte mia mi limitai ad un inchino, in segno di saluto. Di più non avrei fatto, se non costretto forzatamente. Ascoltai le parole di Kanezawa, il suo invito ad addestraci. Per un attimo tentannai. Era veramente sicuro? Ma scrollando la testa, recuperai fiducia e condivisi il suo pensiero proferendo: - Lei è forte, molto più forte di me e di tutti i ninja che ho trovato fino ad ora. Non posso confermalo e nemmeno smentirlo. E’ una sensazione. Ed è la prima volta che la provo. Sarei ben lieto se mi addestrasse, insieme a Kanezawa. Mi considererei in debito nei suoi confronti. -



    Poche parole, ma molto chiare ed esplicate... proprio come farebbe Kato!
     
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    Post 8 ~ Incubo



    Per il resto del viaggio l'espressione sul viso di Shin fu pensierosa. Sembrava tornato indietro, al ragazzo sempre serio che non sorrideva mai, ai tempi prima dell'iscrizione all'Accademia. Da quando aveva scelto quella vita gli sembrava di aver trovato la sua strada, e aveva fatto mille incontri, molti dei quali avevano infine fatto sbocciare il sorriso sulle sue labbra. Se le parole di Kato da un lato lo rendevano felice, dall'altro lo riempivano d'angoscia. E non doveva essere che una goccia di quanto provava l'amico dentro il suo cuore.

    Kanazawa pure si era fatta silenziosa, scesa la sera, ma per una ragione differente. Dopo la pungente osservazione dell'otese si era imbarazzata, biascicando qualche imprecazione e dando loro le spalle, distesa nel suo sacco a pelo. Figurati se mi piace un idiota come te. Sebbene avesse finto di dormire, aveva in realtà faticato a prendere sonno. Il cuore le batteva più velocemente del normale, sebbene non ne capisse la causa. Arrivò perfino ad utilizzare le doti propriocettive del suo clan alla ricerca di alterazioni nel suo fisico, senza trovarne. Mentre cadeva tra le braccia di Morfeo pensò che la sorellona aveva ragione: il mondo fuori dal laboratorio era pericoloso.

    Anche Kato doveva aver rimuginato a lungo durante la strada. Seduto di fronte al fuoco parlò a Shin con il cuore in mano, mostrando un lato di sé che il giovane della Foglia aveva fino ad allora solo intravisto. Il Kinryu ascoltò preoccupato il preambolo, domandandosi dove volesse andare a parare il compagno. Appoggiati i gomiti sui ginocchi, giunse le mani davanti la bocca e chiuse gli occhi, concentrandosi sulla sua voce. Era la prima volte che lo Yotsuki condivideva il suo passato. Non era sceso nei dettagli, come se una forza superiore gli impedisse di aprirsi più di così, ma era già una conquista per Shin. Niente domande aveva detto l'otese, e lui rispettò il suo volere. Tuttavia, non pote esimersi da una breve frase di ristoro per il suo animo afflitto. Come ti dissi l'altra volta, per quanto possa essere oscuro il tuo passato, è ciò che decidi di fare del tuo futuro che stabilisce chi sei ora, nel presente. E tu non sei una persona cattiva, Kato. Sorrise, sebbene l'espressione risultasse un po' tirata per la stanchezza e la pesantezza del discorso. Beh, non con me almeno. Sei una delle poche persone che sono felice di avere al mio fianco. Concluse, cercando di sdrammatizzare, ma ricadendo suo malgrado nel serio. Il mondo che solcavano era un luogo tremendamente affascinante e pericoloso, se ne rendeva conto sempre di più giorno dopo giorno.

    L'Uchiha li squadrò uno dopo l'altro, studiandoli. Alla fine fece quello che sembrava un sorriso in direzione della ragazza, prima di scendere con un elegante balzo dalla roccia dove era appollaiato. Non sono un baby-sitter, piccola Kana. Dì pure ai tuoi amichetti di tornarsene a casa. Rivolse a Shin e Kato uno sguardo di studiata sufficienza. Li stava chiaramente provocando, ma la prima a reagire fu la scienziata. Sensei, le assicuro che se la sanno cavare benissimo, hanno solo bisogno di qualche dritta! L'uomo sbuffò, avvicinandosi a passi misurati alla giovane. Una volta di fronte a lei allungò una mano con un fare minaccioso, ma terminò il movimento semplicemente scompigliandole i capelli. Senza voltarsi, si rivolse quindi ai due giovani. Vi darò una possibilità solo perché siete con Kana. Seguitemi. Si sarebbe quindi diretto verso la foresta, che principiava ad un centinaio di metri da loro, oltre la strada. Si inoltrarono nella vegetazione per diverse decine di minuti. L'aria era più fresca sotto i rami e, nonostante le ombre, la luce del sole ormai alto filtrava abbondante tra le foglie. La tensione era palpabile, l'otese non si era sbagliato: quell'uomo aveva poteri tali da far tremare le fondamenta stesse del continente. Eppure stava accordando loro udienza, per qualche ragione. L'unica felice del terzetto era Kanazawa, i cui misteriosi trascorsi con lo sconosciuto erano senza dubbio positivi. Giunsero infine in una radura dai bordi irregolari. L'erba verde smeraldo arrivava loro alle caviglie e, prestando attenzione, si poteva udire il lieve mormorare di un ruscello, sebbene dalla loro posizione non fosse visibile. L'uomo che gli precedeva si arrestò dopo averli distanziati di pochi passi. Qui andrà bene. Nel voltarsi, Kato e Shin avrebbero notato che le sue iridi si erano fatte rosse, con tre piccoli segni neri impressi in esse. Nello stesso istante in cui se ne fossero resi conto le tomoe avrebbero presero a ruotare vorticosamente, formando un'elaborata figura. Ditemi la verità, perché volete diventare più forti?

    Quando Shin riaprì gli occhi, era a casa sua. Non capendo cosa stesse succedendo, iniziò a girare per le stanze. Sì, quella era senza dubbio la sua dimora a Konoha, ma c'era qualcosa che non andava. Alcuni dettagli erano fuori posto, impercettibilmente. Quando udì il pianto di un neonato provenire dalla sala, finalmente comprese. Corse da dove proveniva il suono, con le porte che si spalancavano al suo passaggio. Entrò d'impeto nella stanza, ma nessuno sembrò badare a lui. Sua madre teneva tra le braccia un fagottino rosa, da cui sbucava la faccia di una neonata Aruhina. Di fianco a lei suo padre le cingeva le spalle, contento. Ma ad attirare la sua attenzione fu il bambino davanti a loro, che lentamente avanzava verso la nuova venuta. Coraggio Shin, vieni a salutare tua sorella. La voce della donna era distorta dal mare del tempo, ma il ragazzo ricordava quelle parole. Il sé di nove anni prima si fece coraggio, e prese in braccio la piccola che la madre le porgeva. Aruhina smise di lamentarsi, allungando una mano verso il viso del fratello. Felice per l'effetto sortito, il piccolo si lasciò infine andare. Con me sei al sicuro, sorellina. Con me sei al sicuro, sorellina. Shin bambino e Shin ragazzo pronunciarono insieme la frase, rimasta impressa nella sua memoria. Era soprattutto per lei che aveva un giorno preso la decisione di diventare più forte, quando era uscito dall'innocenza dell'infanzia e aveva conosciuto il mondo. Per proteggere lei e tutto ciò che gli stava a cuore era diventato uno shinobi. Shin adulto si avvicinò alla piccola e al sé bambino, alzando le mani per sfiorarli, ma tutto intorno a lui si dissolse, e cadde nell'oscurità.

    La scena sotto i suoi occhi era cambiata. Si trovava all'aperto, ma le tonalità erano cupe, angoscianti. Il cielo era coperto da volute di fumo nero, su cui si rifrangevano i bagliori delle fiamme che si levavano intorno a lui. Un odore acre giungeva alle sue narici, urla e pianti disperati alle sue orecchie. Si trovava sicuramente su un campo di battaglia. Incerto, iniziò a muoversi alla cieca, mentre la cappa che lo avvolgeva gli riempiva i polmoni facendolo tossire convulsamente. Il suo piede toccò infine qualcosa. Chinando lo sguardo, vide il corpo di una donna, il ventre dilaniato da una lama. Si portò una mano alla bocca per trattenere lo sgomento. Un vento impetuoso soffiò, sollevando dal suolo polvere e cenere, ma liberando al contempo la visuale. Di fronte a lui un intero paese in rovina, avvolto dalle fiamme e cadaveri, cadaveri ovunque. Preso da un'inspiegabile senso di terrore il Kinryu prese a correre. Li conosceva, li conosceva tutti. Alcuni erano suoi vicini di casa, altri ninja con cui aveva condiviso delle missioni, altri ancora parenti. Nella sua fuga ormai priva di criterio calpestò un'asta, spezzandola. Voltandosi, si accorse che reggeva una bandiera con sopra il simbolo del suo clan, squarciato. Arretrando lentamente, si avvicinò ad una casa stranamente risparmiata dalla distruzione. Seduta con la schiena appoggiata alla parete esterna stava una ragazza. Sebbene sapesse cosa lo aspettava, il giovane si avvicinò comunque, impossibilitato a fare altrimenti. Con il volto sereno, come se dormisse, stava Kairi. Doveva aver combattuto duramente prima di essere abbattuta, impugnava ancora la sua spada, spezzata. Non riuscì a sostenere quella vista più di qualche istante. Lentamente arretrò, sconvolto. In quel mondo di massacro il suo spirito sembrava congelato, i sentimenti gli si accumulavano sul petto come un macigno senza che potesse elaborarli. Alla fine il suo incubo si materializzò sotto i suoi occhi. Riversa al suolo, nel suo vestito candido macchiato di scarlatto, sua sorella. Le ginocchia gli cedettero. Proprio quando l'orrore era sul punto di travolgerlo, un rombo lo fece voltare. In lontananza, scagliato sull'orizzonte rosso sangue stava una figura famigliare. Kato guardava la scena come uno spettatore dietro un vetro. Shin aprì la bocca per gridare, ma un'onda oscura lo travolse, cancellando tutto nella sua assenza di colore.

    Shin aprì gli occhi nella pianura solo pochi secondi dopo l'inizio dell'illusione, ma era provato come se fosse passata una vita. Dopo essere stato inghiottito dal buio si era ritrovato a sua volta testimone degli orrori a cui era stata sottoposta la mente dello Yotsuki, a ruoli inversi. Infine era tornato alla realtà, o almeno era ciò che sperava con ardore quasi folle. Cadde in ginocchio, mentre tutte le sensazioni accumulate lo trafiggevano impietose. Il suo cuore andò in frantumi, travolto dalla disperazione. Copiose lacrime scesero dal suo volto, finendo sugli steli d'erba similmente alla rugiada mattutina. Lentamente, molto lentamente, riprese il controllo di se stesso. Portandosi una mano al viso, lo coprì mormorando parole cariche di autocommiserazione. Sono senza speranze.



    Siamo quasi alla fine. Ti aspetta è un post importante. Supera la prova che il sensei ti pone. Recupera le cose più importanti per il tuo pg rivivendone il passato, affronta i tuoi sogni più spaventosi, mescolandoli con le angosce di Shin, esci vincitore e proclama la tua verità!
    P.s: prima vivi i tuoi incubi, poi osserva quelli del Kinryu, anche se a lui sembrerà che l'ordine sia il contrario.
     
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