Rapimenti scientifici

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    ~Post VII
    Incontri nel Tempo.



    Fidarmi? Shin non voglio più sentire quella parola in mia presenza. Qui ad Oto, e a est del Villaggio fidarsi di una persona equivale a tradimento. Se per te Konoha è un posto dove fidarsi è ancora lecito dimentica tutto. Anzi… consideralo un lusso che in questi posti lontani è stato perso in tempi lontani. – era la pura e semplice verità, attesi il tempo sufficiente per udire tutti i vari discorsi. E mentre Kanezawa si stava rifugiando in bagno per togliersi la sporcizia presi a parlare – Come dicevo prima la fiducia ad Oto non esiste più e perciò non mi fido nemmeno di te… piccola ricercatrice. Ti credo sul fatto che Kanezawa possa essere una Yakushi e diciamo che posso anche crederti sul resto. Ma mettere in dubbio l’operato dell’Amministratore è un qualcosa che non posso accettare e di cui non posso fidarmi… – mi avvicinai, con fare alquanto minaccioso, stringendo i pugni; forse Shin in quei frangenti avrebbe scoperto una delle mie facciate più crude ma allo stesso tempo sincere – … soprattutto se sono parole dette da qualcuno che non è uno Shinobi di Oto... Soprattutto se un qualcuno che non può sostenere le sue parole. Tuttavia la presenza di Shin mi rassicura, e questo ti concede una possibilità. – mi allontanai di qualche passo, voltandomi verso Shin. Avvicinandomi verso di lui, spalla a spalla, proferii con tono gelido: - Shin, alza la guardia. O… moriremo. Torno qui fra mezz’ora, mi muoverò da solo… sarò molto più veloce. Recupero equipaggiamento e il resto. –

    La giornata del resto era stata tremendamente pesante. Avevo realmente rischiato grosso e senza volerlo mi ero infilato in una sorta di congiura inter-villaggio e a quanto sembrava tra l’altro ero uno dei pochi ad Oto a comprendere il vero pericolo che stava incombendo. Rimasi in silenzio il resto del tempo, la mia pazienza era decisamente finita. E farmi prendere in giro da sedicenti scienziati in vena di discussioni tra Shinobi… non era certo la mia volontà. Così muovendomi velocemente tra le vie di Oto recuperai tutte le armi di scorta insieme al resto dell’inventario e dopo una rapida doccia, cambio d’abito e una cena veloce ripartii verso la struttura scientifica.


    ~.~



    Quando giunsi vidi che tutti erano già pronti, o quasi. La tizia ci introdusse elogiando le sue qualità a quello che avrebbe dovuto essere il nostro punto di contatto e di supporto. Rimasi in ascolto e accennai un segno con la testa in segno di assenso. Da come ne parlava sembrava in tutto e per tutto uno Shinobi, ma la domanda era ben altra. Uno shinobi di qualche villaggio o meno? Presto comunque l’avremmo scoperto.

    Così ci incamminammo, fuori dal villaggio, fuori da quello che stava lentamente diventando un ambiente sia familiare sia opprimente. In un certo senso. Comunque dopo un bel tragitto ci fermammo, decisi tutti di riposare e ristorarci dalla giornata decisamente lunga. Senza badare troppo alle provocazioni della ragazza mi occupai di imbastire un bivacco quantomeno accettabile… e in quello potevo affermare che ero un maestro. Forse talmente tanto da sorprendere i presenti, vista la velocità la precisione e la serenità con la quale completai il lavoro in poco tempo; nei confronti della ragazza mi limitai ad un commento alquanto provocatorio ma giusto per stemperare la brutta aria che stava tirando: - Sai una cosa, piccola ricercatrice? Nelle Sorgenti Termali c'è un detto: chi disprezza compra. Cosa ne pensi a riguardo?-

    Prima di coricarmi definitivamente mi sedetti vicino a Shin e mentre con un bastoncino tenevo impegnato il fuoco presi a parlare, con un tono di voce bassissimo appena percettibile, sufficiente a non farmi sentire dalla donna: - Sei già stato nel Paese delle Sorgenti Calde con me Shin… molto tempo fa, ma devi sapere che rispetto a quello che avevi visto in quella semplice gita turistica quel Paese nasconde insidie ben peggiori. E’ un porto franco, nel senso più letterale. Non è un posto riservato ad Ame né è un posto per l’Accademia. Immagina quelle terre come un luogo coinvolto da una nebbia fittissima, dove discriminare gli amici dai nemici diventa alquanto complicato… non solo ricordati che in quell'ignoto si possono nascondere pericoli ben maggiori. Ritengo che il Ninja che dovremmo incontrare sia appartenuto a qualche associazione e di conseguenze dovremo ponderare con attenzione le sue parole. Spero di essermi spiegato... Shin – attesi qualche istante, volevo lasciare il tempo al mio amico di assorbire quei strani discorsi, del resto non avevo ancora finito -… come ho detto oggi alla sorella maggiore raramente parlo senza supportare le mie parole e quello che ti ho detto rappresenta la realtà, perché io stesso l’ho vissuta. Come ben sai sono nato da qualche parte nel Villaggio del Suono ma ho vissuto la mia intera vita qui nelle Sorgenti… prima da bambino spensierato poi da criminale sotto l’egida di un padrone spietato: Oni-Chi. Della stessa omonima associazione malavitosa. Ebbene lavorando all’interno di quei malati meccanismi ho visto cose che la tua mente Shin non può concepire e aimé alcune di quelle le ho pure compiute. Per quel motivo l’anziano Kitsune mi ha allontanato dal tempio… perché la mia anima è incrinata. Così come il mio cuore malato… ma non del tutto. Ritengo che quell’esperienza, per quanto negativa, mi sia tornata utile e mi abbia aperto gli occhi sul sistema malato che come un cancro è entrato nella burocrazia, nella polita e nella vita quotidiana delle persone. L’indifferenza sul male, la banalità stessa del male. Come è possibile tutto ciò? Come è possibile tutto questo caso? Ecco Shin il Paese delle Sorgenti Termali è l’esempio perfetto. L’archetipo... Comunque per il momento non ha senso approfondire troppo la questione. Avremo modo e tempo per approfondire e per le domande. – terminai secco il mio discorso, senza dare molto spazio al foglioso. Aggiungere altro in presenza di sconosciuti si poteva rivelare una mossa molto stupida.


    ~.~


    Fui svegliato di soprassalto, avvertito da rumori sospetti. Ma nemmeno il tempo di realizzare chi fosse che Kanezawa accortasi anche lei della nuova presenza esordì e corse verso il tizio, avvolto da un lungo mantello nero. Occhi neri, sguardo profondo. Capelli scuri come la notte. Se avevo imparto qualcosa dal girare il mondo degli Shinobi avrei scommesso che mi trovavo davanti ad un Uchiha. Ma un Uchiha qualunque. Trasudava rispetto, e soggezione. Percepivo una strana sensazione, come se qualcosa in tutta quella scena non tornava. Eppure non capivo. Chi era veramente quel tizio?

    Shin si inginocchiò in segno di rispetto. Da parte mia mi limitai ad un inchino, in segno di saluto. Di più non avrei fatto, se non costretto forzatamente. Ascoltai le parole di Kanezawa, il suo invito ad addestraci. Per un attimo tentannai. Era veramente sicuro? Ma scrollando la testa, recuperai fiducia e condivisi il suo pensiero proferendo: - Lei è forte, molto più forte di me e di tutti i ninja che ho trovato fino ad ora. Non posso confermalo e nemmeno smentirlo. E’ una sensazione. Ed è la prima volta che la provo. Sarei ben lieto se mi addestrasse, insieme a Kanezawa. Mi considererei in debito nei suoi confronti. -



    Poche parole, ma molto chiare ed esplicate... proprio come farebbe Kato!
     
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17 replies since 29/1/2017, 17:36   247 views
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