Gelide nottate

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    Tiepidi pomeriggi







    La giornata di Raizen da un bel po’ di tempo a quella parte era drasticamente cambiata, c’era un tempo in cui tra una missione e l’altra bighellonava senza alcuna meta per il villaggio, o si spostava per questo o quell’altro affare. Ora per la maggiore doveva convincersi del fatto che fosse un passatempo leggersi i rapporti delle missioni e cercare indizi riguardanti i grandi eventi che stavano sconquassando il mondo ninja.
    Ancora però non era riuscito a convincersene del tutto e dopo qualche ora generalmente buttava tutto all’aria, ritirandosi nel suo appartamento al quale l’ufficio aveva un accesso diretto.
    Era li che si trovava quando bussarono alla porta dell’ufficio, pigramente steso sul divano davanti al fuoco a leggere una rivista scientifica, ma non di quelle vere, quelle che parlavano un po’ cafone e ti facevano annusare il culo alla scienza, più che fartela conoscere realmente. Un passatempo ricercato che più di una volta si era dimostrato utile durante le missioni, il buon vizio di lasciare le porte di collegamento aperte e la luce dell’ufficio accesa gli permetteva di far credere che fosse ancora a lavoro, doveva solamente correre a sedersi visto che tanto la scrivania non la ordinava mai e sembrava fosse sempre intento a far qualcosa.

    Ah, chiedono di me?
    E chi?


    Quando gli venne detto che era Hebiko se ne sorprese.

    Ah si?
    Boh, va bene, mandamela quando arriva.


    Alzò le spalle con semplicità e quando Hitomi si richiuse la porta alle spalle socchiuse gli occhi, ripensando a quando inietto il siero alla ragazza.
    Quando questa aprì la porta dello studio l’avrebbe trovato con una tazza di latte e caffè in mano, intento a leggere sui fogli, sul serio questa volta, non sapendo quanto la ragazza avrebbe impiegato ad arrivare infatti aveva deciso di occupare il tempo completando il lavoro.

    Oh, un otese.

    Sorrise poggiando i fogli. Raizen non sapeva che aspetto avesse l'ufficio di Febh, ma aveva personalmente curato l'arredo del proprio dando un impronta assai naturale al tutto, tanto da farlo sembrare un angolo di foresta addomesticato per diventare un ufficio, dando un incredibile sensazione di tepore che tutto quel legno rendeva reale conservando ottimamente il caldo o il freddo, e permettendo al Colosso di sopportare al meglio quell'ambiente sempre e comunque claustrofobico per i suoi gusti.

    Che ti manca?

    Chiese con curiosità prima di focalizzarsi sul volto della ragazza e notare quanto poco salutare fosse.

    Che faccia.
    Ma da dove vieni?
    Prenditi una sedia va.


    Non fece gli onori di casa, porgendogliela, ma gliela indicò, mancanza di cortesia che sottolineava la confidenza che Raizen si era preso praticamente da subito, forse lasciandosi prendere la mano dalla differenza di grado ed esperienza abissale che li separava.
     
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