Gelide nottate

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    Housekage









    Si voltò da lei quando venne chiarito cosa era la creatura, che a quanto pareva aveva anche un nome.

    Oh, ha anche un nome?
    Per essere corretta dovevi dargliene almeno tre, uno per ogni specie di cui è composto.
    Penso di aver visto poche cose così brutte.
    Non voglio essere offensivo eh, ma insomma.


    Fece una smorfia con cui cercava di dire che non aveva scelta.

    Ma comunque, ora che me lo ricordi.

    Con la medesima noncuranza con cui lei toccò il viso di Raizen lui toccò a lei il seno, e non lesinò di certo le palpate, anche se non sembrava dalla prima o dalla seconda, o dalla terza, o dalla quarta non erano casuali, stava infatti cercando la piccola sferetta che gli mise nel seno.

    Si.
    Sei sicuramente tu.


    Disse dopo averla rintracciata.

    C’è un problema però.
    Seppia.
    Io non dovevo sapere dove l’avevi posizionata, come tu non dovevi saperlo… ma visto che ormai avevi cominciato il gioco tanto valeva…


    Disse con un sorriso malizioso.

    Comunque, andiamo di la, sei l’ultimo appuntamento della mia giornata, e in casa ho il fuoco fatto.

    Alzò le sopracciglia.

    Accidenti. Fa così antico dire “ho il fuoco fatto”
    Ma vabbè…


    Si alzò in piedi e la condusse nell’appartamento dopo aver spento le luci dell’ufficio, alzando una mano per zittirla in caso volesse riprendere a parlare.

    Si, si.
    La tua aspirina, ora che andiamo di la te ne do qualcuna, non so se le ho in realtà, non mi succede mai di avere mal di testa, eventualmente ti prendi qualcosa di un po’ più forte, male che vada ti fa dormire bene.
    …e un po’ più del solito magari.


    L’appartamento era indiscutibilmente ben arredato, ma con uno stile più pratico rispetto allo studio, doveva essere comodo e accogliente, visto che era il luogo in cui avrebbe dovuto passare il suo tempo libero, poche cose ricordavano il mondo ninja li dentro, e tra quelle poche era inclusa la figura di Raizen.
    Il soggiorno si sviluppava attorno ad un grande camino che riscaldava tre divani due a tre posti e una poltrona, probabilmente la Montagna decideva in quale dei tre sdraiarsi in base a quale parte del corpo sentiva più freddo, e non era da escludere che li girasse tutti e tre in base alla posizione. La grossa poltrona era insolitamente posta al centro, segno che quella era la casa di un uomo solo in fin dei conti, era in pelle, di un gradevole color marrone, ma non sufficientemente scuro da farlo apparire nero, seppure nella sala al loro ingresso l’unica fonte di luce fosse il camino. Contrastava in maniera singolare con il resto dell’ambiente, i divani infatti erano sostanzialmente due grossi cuscini lievemente sagomati sospesi da terra da due gambe di metallo ed il camino un taglio orizzontale di un paio di metri alto poco meno di uno, mentre la poltrona classicheggiante e morbida era in pelle, era scorretto dire che ci si sedeva, piuttosto si sprofondava in una nuvola.

    Siediti pure NEL divano, mi raccomando.

    Parlava distrattamente, lasciandola in compagnia del suo Darwin mentre lui andava nella cucina, probabilmente a cercare l’aspirina richiestagli.
    Rimasta da sola Hebiko potè notare quanto in quella casa ci fosse carenza di tocco femminile: era tutto in perfetto ordine maschile.
    Il che voleva dire che non c’era un singolo soprammobile eccezion fatta per qualche scultura dalla forma sinuosa e singolare, difficile non desiderare di toccarle, ognuna aveva una forma e una ruvidezza propria, alcune erano così lisce da riflettere l’intorno, probabilmente Raizen le aveva fatte o acquistate proprio per quella ragione. L’assenza di polvere era sicuramente da attribuirsi ad una domestica, ma pareva che la Montagna avesse dell’autocontrollo quando si parlava di ordine. Nel basso tavolino infatti erano presenti esclusivamente una rivista ed un libro, i restanti erano riposti o nella libreria che si incassava in una delle pareti del soggiorno o in un portariviste accanto alla poltrona.
    Le finestre davano quasi tutte sul villaggio, poche sulla montagna dei kage e quelle erano parzialmente oscurate dalle persiane socchiuse, difficile dire per quale ragione.

    Tiè.
    Non è un aspirina, ma viene dritta dalle serre del villaggio.
    Funziona sicuramente meglio, checchè ne possano dire quei morti di fame dei sunesi che si vantano di quelle quattro gocce di distillato di fame che riescono a produrre ogni anno o voi otesi mangiacarogne le nostre serre sono le più fornite e curate.
    Quella tisana ti rimetterà in sesto pure le malattie che non sai d’avere.
    I kiriani non li ho citati solo perché dalle loro steppe desolate il massimo che ci raccolgono è muffa e muschio.
    Ed è pure calda.


    Quando gli prese la tazza di mano lui si spostò, accomodandosi sul divano come se ci fosse tornato dopo una breve pausa e ricercasse nello stesso la sua sagoma. Se Hebiko si fosse trovata li l’avrebbe gentilmente presa per la collottola e poggiata sul divano. Sistematosi avrebbe poggiato i gomiti sui braccioli e rilassate le spalle sullo schienale si sarebbe concentrato sull’otese.

    Ah. Deficiente sarà tua mamma, tua nonna e pure tua zia e rispettivi mariti per essersele sposate.

    No, non gli era sfuggito quel piccolo insulto, anche se probabilmente non stava badando al fatto che quasi certamente, biologicamente parlando, stava insultando un unica persone ed era da tutti riconosciuta come un genio, per quanto deviato.

    Chiunque si sarebbe spaventato a vedere quella roba, cioè, quanti cazzo di occhi ha per lato? Tipo venti?
    Sono più che certo che qualcuno sia inciampato su una rastrelliera di dna casuali per crearlo, quella reazione è fin troppo giustificabile.


    Disse senza il minimo tono di risentimento, probabilmente perché la bestiola si era rimessa in sesto da se, dopotutto era pur sempre umano ed in quanto tale dotato di un cuore, far soffrire le creature senza alcun motivo gli dispiaceva. Forse.

    E poi è tornato intero, no?

    Aggiunse facendo spallucce.

    Ora, mentre deliravi per il freddo e la stanchezza mi dicevi qualcosa riguardo il patto?
    Febh quelle cose fastidiose le fa mediante il chakra adesivo, se la cava bene ad usarlo e diciamo che spinge le sue proprietà un passo in avanti, letteralmente.
    Ma raccontami, che è successo?


    Chiese sinceramente incuriosito.
     
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