Gelide nottate

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  1. Waket
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    "That's mine now"

    VI



    Se ne stava sulla sedia a coccolare tranquilla la sua bestiola, con tanto di bacini e frasine consolatorie mentre attendeva la sua completa guarigione, quando Raizen la prese alla sprovvista, palpandola senza troppi complimenti. Un fuoco le si accese negli occhi, e presa saldamente la base della coda di Darwin, iniziò ad usarlo come fosse un martello contro il colosso, probabilmente facendogli si e no il solletico, pur sforzandosi di impiegarci tutta la forza possibile, mentre la chimera perdeva piume e gridava ad ogni colpo.

    Stupido! Pervertito! Sono una spia! Non la tua puttana!!

    Troppo debole per infierire ulteriormente, ma non fermandosi fino a che non si fosse staccato, si rese finalmente conto delle condizioni della sua creaturina, rimettendola in piedi e riassemblandola come meglio riuscì a fare, tornando a coccolarsela dispiaciuta. La rabbia però non era ancora svanita, alimentata da quel fastidioso mal di testa:

    E come pensavi di fare, genio?? Che dovevo fare, aspettare fino a che tu non te ne uscivi con un metodo diverso? E’ una cosa stupida.

    Sprofondò sulla sedia, con la sua creatura stretta tra le braccia, tenendogli il broncio mortalmente offesa, incapace di punirlo alla sua maniera. Si rialzò all’improvviso, con tanto di ditino alzato:

    E POI! Con tutti i posti dove potevi nasconderla, PROPRIO Lì?! Questa me la paghi.

    Se avesse cercato di giustificarsi con qualcosa del tipo “è il punto più morbido”, avrebbe risposto sibilando, stringendo istintivamente la coda di Darwin e facendolo sudare freddo:

    Sono fatta di serpenti! Sono TUTTA morbida!!

    Lo seguì nel suo alloggio personale, estremamente bisognosa di un rimedio per il fastidio che provava, restando apparentemente impassibile, ma allargando le pupille all’udire la parola “fuoco”. Non appena mise piede nel salottino, non aspettò nemmeno l’invito ad accomodarsi datole dall’uomo, lanciandosi senza troppi complimenti esattamente nella poltrona davanti al fuoco. “Nella”, perché era così morbida che la sentiva quasi avvolgervisi addosso, ma il freddo dato dalla febbre l’avrebbe spinta a cercare una coperta, o la cosa più morbida che le somigliasse, avvolgendosela avidamente attorno e posizionandosi davanti al camino in quella poltroncina speciale, con Darwin appallottolato su uno dei bracciali, entrambi a godersi il calore come due rettili sotto al sole. Non aveva la forza di sbirciare i dintorni per esplorare la stanza, se ne sarebbe rimasta lì al calduccio, in pace, attendendo paziente l’arrivo della sua medicina.
    Medicina che non tardò ad arrivare in formato tisana, che prese delicatamente allungandosi verso l’Hokage. Quando tentò di poggiarsi nuovamente allo schienale, sentì la grossa mano del Colosso prenderle il vestito, cercando di alzarla e spostarla da lì: rapidamente posò la tazza a terra senza far cadere una sola goccia (in fondo l’addestramento per l’equilibrio aveva dato qualche risultato), allungando entrambe le braccia ed annodandole più volte attorno alla poltrona, sibilando aggressiva:

    No. Mia.

    In quel momento il fatto di trovarsi nella residenza di un Kage non suo nella sua testa non aveva molta importanza. Forse il mal di testa, forse il suo carattere poco formale, forse il carattere stesso di Raizen estremamente confidenziale, senza dimenticare il tremendo mal di testa che le rendeva difficile concentrarsi; un miscuglio di eventi che l’aveva portata a sentirsi più a casa di quanto non fosse. Perciò prendere possesso della poltrona preferita dal Colosso era un gesto come un altro. C’era solo da sperare che Raizen non se la prendesse in maniera esagerata. Avrebbe anche cercato una buona scusa:

    Me lo devi. Mi hai palpata senza permesso. Ora devi chiedermi scusa, e lo farai cedendomi la poltrona.

    Che avesse avuto la soddisfazione di tenersela o meno, aveva poca importanza, i divani erano tanto comodi quanto la poltrona, ma le sarebbe apparso un broncio insoddisfatto in faccia se non avesse avuto il posto che voleva.
    Annusò la tisana, bevendone qualche sorso prima di rispondere agli insulti che non ottennero poi un gran risultato:

    Con tutti gli insulti che potevi farmi hai trovato il più inutile e quello sul quale sarei pienamente d’accordo con te.

    Darwin si posò sul divano rimasto libero, mentre la Vipera fulminava Raizen con lo sguardo, soffiando delicatamente sulla sua tisana.

    Di certo non è stato creato per sfilare ai concorsi di bellezza. Se è sopravvissuto fino ad ora è sicuramente merito di quella rigenerazione. Ma non sembra adatto al combattimento, penso sia per quello che han deciso di abbandonarlo.

    Ora si godeva la bella vita con la sua padroncina, più o meno. Fino ad ora al villaggio lei era l’unica che lo trattava con i guanti (certo, a volte aveva degli scatti di rabbia e lo usava come arma impropria, ma poi gli chiedeva scusa).
    Si strinse su se stessa, era arrivato il momento delle domande serie e del motivo per il quale si era fatta vedere. Pur infastidita dal mal di testa, trovò la forza per concentrarsi, abbassando lo sguardo e rabbrividendo ancora ripensando a quella terribile giornata:

    B-beh. Febh fa parte dei ninja di Oto che non sopportano Orochimaru. E quando gli ho confessato dei miei poteri e della loro origine… Non l’ha presa molto bene. Presumo non gli andasse giù sapere di avere una “spia della Serpe” che gironzolava liberamente nell’Amministrazione.

    Pronunciò quella frase con disgusto, sibilando silenziosa, prima di proseguire:

    Credevo davvero mi avrebbe uccisa lì per lì senza troppi complimenti. Parlavano tutti di questo suo lato, ma… Insomma, ci ho lavorato per mesi, e non mi era mai capitato di vederlo a quel modo, sembrava tutta un’altra persona. Una persona che ripeteva più volte di potermi distruggere in qualsiasi momento.

    Si prese una pausa, rabbrividendo, cercando di arrivare al punto finale più in fretta possibile:

    Ma poi mi ha messa alla prova, e sembra aver cambiato opinione su di me. Ho anche firmato un contratto con i serpenti. Insomma, alla fine è andato tutto bene.

    Accennò un finto sorrisetto, continuando il suo discorso prima che Raizen potesse intervenire:

    Però quell’episodio mi ha un po’ segnata. Ora mi sono guadagnata la sua fiducia, e perderla significherebbe sicuramente restarci secca. Perciò sono venuta fin qui per chiederti di cambiare il mio compito. Non ho il coraggio di dirgli io di Diogene, se per qualche motivo associa una qualsiasi delle mie parole ad Orochimaru, quello pensa che tutta la fatica per guadagnarmi la sua fiducia fosse una farsa e, se vuole essere gentile, mi uccide sul momento. In caso contrario, non voglio nemmeno immaginare.

    Prese qualche sorso della sua tisana, premendosi la fronte, piuttosto calda, terribilmente infastidita dal mal di testa.

    Io appoggerò le tue idee. Ok? Impedire a Diogene di distruggere Oto, o di prenderne il controllo, o qualsiasi cosa quello psicopatico punti a fare. Ma non posso informare io direttamente Febh. Le probabilità che le cose vadano male sono fin troppo alte.


    Edited by Waket - 18/2/2017, 20:45
     
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