Gelide nottate

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  1. Waket
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    All'angolo

    VI



    Non aveva tutti i torti, stava davvero sviando la domanda per colpa della promessa fatta a Febh, ma il suo commento riguardante gli esperimenti bastò per ridarle la carica, ed evitare che chinasse il capo confessando tutto:

    Darwin?? IO sono un esperimento! Tu me lo hai detto. Credi che mi piaccia sapere di essere una specie di… mostro tenuto in piedi da dei serpenti!? Sapere che sono probabilmente stata creata solamente come… che ne so, corpo di riserva, o qualche stronzata simile? Ma sì, in fondo hai ragione, non saremmo niente senza quegli esperimenti. Io non sarei niente.

    La sua rabbia si spense in fretta, facendola affondare sul divano con la tazza di fronte alla faccia. Non lo guardò nemmeno in faccia quando le dimostrò di sapere parte della storia, lasciandola mugolare per qualche secondo tra sé, borbottando in tono molto acuto:

    ...Mhforse…

    Si schiarì la voce, allungandosi appena verso di lui con fare serio, alternando un tono di voce moderatamente tranquillo a piccoli scatti d’ira:

    Senti, va bene, stai cercando un altro modo per farti ripagare quello stupido siero. Mi sta bene. Ma se io ti do questa informazione, non fai altro che aggiungere alla lista di Febh un altro motivo per farmi fuori. Quindi, fammi capire… Per te, saperlo, è di così vitale importanza da mettere a repentaglio la sua fiducia verso di me e la mia vita, oppure possiamo passare a qualcos’altro? Perchè è proprio per il rischio di morte che sono venuta qui a cambiare il mio patto, e con una domanda del genere non fai che peggiorare le cose.

    Rimase a fissarlo visibilmente alterata, calmandosi qualche secondo dopo aver riflettuto. Distolse lo sguardo dall’uomo, sfruttando nuovamente la tazza per coprirsi parzialmente il volto.

    Ma a te che t’importa di cosa rischio. Sono una kunoichi otese.

    Con un sospiro si arrese al parlare, borbottando insicura:

    Diciamo che sia proprio lui il Kokage morto. E diciamo che Febh fosse contento della sua morte. Non c’è molto altro da spiegare, lui fa parte di quella cerchia di otesi che pensa che Orochimaru meriti di morire e di non tornare. Perchè ti sembra così strano? A prescindere che sia lui o meno il fondatore, non ha fatto niente di buono per Oto. Ha messo su quattro mura per non far scappare i suoi esperimenti, fine. Non è difficile pensare che ci sia gente che non voglia essere controllata da un capo del genere.

    Il commento sul frammento fu sufficiente a tirarla un po’ su di morale. Un pochino. Fino a che non dimostrò come quella fosse puramente una sua ipotesi con quel commento finale. Nonostante dentro di se apprezzasse quel gesto, il suo sguardo sembrava dire il contrario, così come le sue parole, ribadendo un concetto che già si era sentito dire dalla Vipera stessa:

    Fai un po’ schifo a confortare le persone. Senza offesa.

    Terminò l’ultimo sorso della tisana, vedendolo sparire in un’altra stanza. Tornò con una tazza ancora più grande della precedente, con del caffelatte appena fatto. La rossa si alzò, andando a controllare il contenuto della tazza come a controllare se stesse dicendo la verità, con le pupille leggermente allargate che cercavano a destra e a sinistra una tazza, magari più piccola, con lo stesso contenuto.

    Immagino sia buono.

    Rimase in piedi, toccandosi la fronte mentre l’altro le parlava della stanza degli ospiti, imitandolo mentre si lamentava delle sue domande. La febbre non era ancora magicamente passata, ma il dolore alla testa era decisamente più sopportabile. Annuì distratta, indicando le varie porte cercando di capire quale fosse quella degli ospiti, rispondendo alla proposta per la cena:

    Non lo so. Hai voglia di cinese?

    Si sentiva stranamente a suo agio. Forse era l’atteggiamento a tratti serio e a tratti decisamente insolito che le faceva abbassare la guardia. Anche durante il primo incontro con lo Yakushi era riuscita a sentirsi comoda in quell’ufficio dopo pochissimo, sempre a causa dell’atteggiamento stravagante (ed irresponsabile) dell’Amministratore.
    Si innervosì leggermente, borbottando:

    Te l’ho detto!! E’ morto!! E a Febh non sta bene che cerchi di tornare in vita!

    Sbuffò, incrociando le braccia:

    Sei contento? Ora se lo scopre mi fa fuori. O mi tortura per sapere ogni minimo dettaglio. O entrambi. ...Pfth. Se sapevo quanto poco ci tenevi al tuo stupido patto me ne restavo zitta e basta, stupida io che sono venuta qua a credere che te ne importasse qualcosa.

    Sibilò visibilmente nervosa e preoccupata, cercando con lo sguardo la porta giusta.

    Posso farmi una doccia ora? Ho ancora i capelli bagnati e gelidi.

    Non era fiera di ciò che aveva appena fatto. Nessuno le garantiva che l’Hokage avrebbe mantenuto il segreto con lo Yakushi, ancora non sapeva che l’uno fosse allievo dell’altro, quindi non era a conoscenza del loro tipo di rapporto. Solitamente in un momento del genere avrebbe voluto tornarsene a casa il prima possibile, ma aveva paura. Avrebbe ritardato il più possibile il suo ritorno… Almeno fino a che i sensi di colpa per i giorni di lavoro mancati non l’avrebbero spinta a tornarsene in quel posto chiamato “casa”, nel quale iniziava a sentirsi un’estranea poco accettata nonostante le sue ultime vittorie.
     
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