Gelide nottate

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  1. Waket
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    VIII



    Hebiko fece spallucce a sua volta, anche lei non era sicura del perché volesse tenerlo nascosto:

    Non lo so. Ma non troppo tempo fa ha parlato di una riunione dove doveva discutere “del nostro futuro”. A questo punto penso intendesse l’elezione di un Kokage.

    Fece le virgolette con le mani, ricordando il momento terribilmente imbarazzante di quella sorta di rivelazione che aveva interpretato male. Non che Febh si fosse espresso nel migliore dei modi.
    La Vipera indietreggiò di colpo quando Raizen materializzo l’enorme mano del demone, prendendosi qualche attimo per osservarla da “lontano”, avvicinandovisi poi incuriosita, allungando una mano per toccarla. Fece appena in tempo che l’altro la fece sparire, ma ormai aveva catturato la sua attenzione. Ascoltò con interesse il suo discorso, reputandolo come un ottimo incentivo, almeno fino a che vedendo la sua faccia capì dove voleva arrivare parlando del suo talento. Il volto di Hebiko si imbronciò in un istante, avvolgendogli il braccio attorno alla faccia per coprirgli gli occhi, cercando di impedirgli di vedere il rossore sulle sue guance:

    Smettetela!! Non userò le mie abilità per… per cose da puttana!! Maiale.

    I maschi in Amministrazione si erano divertiti a sommergerla di battute dopo che lei aveva iniziato ad usare le sue abilità quotidianamente, non più all’oscuro dell’Amministratore. Certo, dopo qualche occhio nero e minaccia di morte quelle battute le facevano solamente quando la Vipera non poteva sentirli. Ma aveva l’udito fine per certe cose.
    Non avrebbe stretto troppo la presa, e finita la frase ritirò il suo braccio, cercando di tornare all’argomento che più la interessava.

    U-un jinchuriki??

    Si prese qualche secondo per riflettere, ma l’uomo avrebbe potuto notare come le pupille di lei si stessero allargando leggermente per l’emozione. Visibilmente agitata, balbettò qualche sillaba prima di riuscire a comporre la frase voluta:

    Tu... controlli un cazzo di demone! Quelli delle leggende, che con una manata demoliscono villaggi!? Riesci ad usare i suoi poteri!? ...Si può fare, le voci si possono controllare! ...Devi addestrarmi!

    La ragazza portò le mani sulla testa, inspiegabilmente felice per l’Hokage. La luce della speranza che era stata offuscata dall’esperienza con lo Yakushi aveva preso a brillare come un sole nascente. Prese a muoversi qua e là, borbottando pensieri a voce alta, prima di tornare verso l’uomo, prendendolo per la maglia e tirandolo leggermente a sé:

    Devi insegnarmi a controllare le voci! Febh diceva che non si potesse fare, che sarei solamente riuscita a respingerlo.. Ma TU controlli un demone! Tu sai come sfruttare il suo potenziale! Voglio poterlo fare anche io! ...Devo farmi una doccia. Ma poi ne riparliamo!

    Si sarebbe fatta rivedere dopo la doccia, decisamente meno euforica rispetto a prima dopo essersi rilassata sotto l’acqua bollente. Ripresentarsi di fronte a Raizen con quell’accappatoio fuori misura scatenò in lui una grassa risata, alla quale la Vipera non si unì se non con un sorrisetto nascosto dal cappuccio. La storia delle telecamere poi non le diede tempo di insistere, mentre si fiondava in bagno lamentandosi ad alta voce contro di lui:

    Che ne so io, magari hai fetish strani! Oppure ti porti a casa così tante donne che hai deciso di salvarti un ricordo di ognuna! ...Oddio, sarebbe una cosa davvero subdola. Non mi laverò mai più a casa di un uomo. Siete dei pervertiti.

    Conclusioni alla quale era arrivata da sola, ovviamente. Aveva pur sempre imparato dallo Yakushi.
    Si spostò nella camera da letto, dove frugò nel cassetto indicatole per cercare una maglietta. Darwin la seguì, fradicio, ripetendo ciò che era successo in bagno ed imitando i suoi gesti, riuscendo ad aprire un cassetto ed infilandovisi dentro. Quel cassetto.
    La chimera saltò fuori con la faccia coperta da un paio di boxer neri, correndo qua e là e finendo con lo sbattere ed inciampare un po’ ovunque. Hebiko prese in braccio la creatura, cercando di capire in cosa si fosse incastrato.

    Stupido Darwin, dove ti sei infilat… OH!

    Lanciò via i boxer con la faccia completamente rossa, chiudendo con un colpo secco il cassetto dell’intimo e scappando in bagno con una maglia sotto braccio.

    E’ STATO DARWIN! SCUSA!

    Si chiuse in bagno, lasciando a terra la creatura e coprendosi il viso con entrambe le mani, estremamente imbarazzata.

    La devi piantare di far casino. Non ti porto più con me se combini qualche altro pasticcio. ...E poi ha ragione, perché sei fradicio?? ...Oh, no.

    Seguendo la traccia di bagnato, riuscì a capire che poco prima si era infilato nel gabinetto, saltando fuori e zampettando per tutto il bagno, finendo con l’asciugarsi alla bene e meglio sull’accappatoio.

    Stupida bestiola, guarda che questo ti frantuma se fai una cosa del genere! ...Uh… A-arrivo subito! Mi… asciugo i capelli!!

    Rapidamente, lanciò Darwin nel lavandino, ricoprendolo di shampoo e lavandolo con cura, asciugandolo con l’accappatoio che aveva precedentemente indossato. Non fu difficile trovare il phon, che utilizzò per entrambi, rendendo la creatura una gonfia palletta di piume e pelo. Ridotto com’era quell’asciugamano, lo appallottolò nella cesta della biancheria sporca, indossando la maglietta scelta e spostandosi finalmente in salotto per la cena.


    Ho finito. Ti ho lasciato la roba di là. ...E se c’è casino nel tuo cassetto sappi che è stato Darwin. Scusa.



    La cena fu tranquilla, e le diede tempo sufficiente per rilassarsi. Si fece sfuggire un pensiero detto a voce alta, al quale Raizen rispose visibilmente soddisfatto. La vipera si toccò i capelli, leggermente nervosa, borbottando una frasetta come a giustificarsi:

    Non mi sta stretto, è che… E’ diverso, ecco. Voglio dire, non che io abbia visto chissà cosa di Konoha, tantomeno degli altri villaggi. Ma le voci girano, e i difetti di altri villaggi sono niente confronto al nostro. Insomma, abbiamo un Amministratore che cederebbe volentieri il suo lavoro al primo che passa, e mi sorprende che Diogene non si sia già approfittato della cosa. ...Io stessa volevo approfittarmi della cosa.

    Si lasciò scappare una piccola confessione, solitamente non aveva nessuno con il quale sfogarsi per queste cose, e quel minimo di confidenza che ora aveva con l’uomo di fronte a se l’aveva convinta a lasciarsi sfuggire qualche parola di troppo sul suo conto, che normalmente avrebbe tenuto nascosta.

    Ah, prima di perderci in chiacchiere, torniamo alle cose importanti. Mi addestrerai?

    Seria e visibilmente emozionata, fissò l’Hokage con determinazione, pronta a giustificare il perché pretendesse lui come insegnante.

    Quando Febh ha scoperto il frammento di Orochimaru nella mia testa, ha detto più volte che sarebbe stato impossibile da controllare, che presto avrebbe preso il controllo prima del mio subconscio e poi del mio corpo, e solamente alla fine si è convinto che io sarei riuscita a resistere ai suoi tentativi. Ma io non voglio resistere. Voglio sfruttarlo. Ha fatto l’errore di crearmi con un carattere troppo ribelle per i suoi standard, e ne pagherà le conseguenze. Non merita di sparire in silenzio, voglio usarlo a mio piacimento, come lui avrebbe voluto fare con me. Come tu fai con il tuo demone! ...Ora so che è possibile. Ma se mi addestrerai imparerò sicuramente più in fretta.

    Seria, non avrebbe accettato un no come risposta. Non che potesse ribellarsi con la forza, ma era chiaro come sperasse in una risposta positiva da parte sua. Il sapere che prima o poi sarebbe scomparso l’aveva sì resa felice, ma le aveva lasciato un po’ di amaro in bocca. Aveva un enorme potenziale, e non aveva intenzione di lasciare che si spegnesse così.
    Darwin nel frattempo sembrava scomparso. In realtà aveva trovato spazio in mezzo al grande letto del Kage, dove si era accuratamente pulito ogni piuma, lasciandole un po’ dappertutto, e si era appallottolato lì per dormirvici tranquillo. Se non altro fino all’arrivo dell’uomo.
     
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