Villa Kiyomi

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    Per tutto il tempo in cui Kiyomi parlava la Montagna stette ad ascoltare in silenzio, ma non sarebbe stato difficile notare che la sua voce aveva un effetto ben diverso rispetto a quello che aveva con gli animali, stravaccato sul divano infatti annuiva di quando in quando con scarsa partecipazione, pareva che i dolcetti in quel momento avessero un ascendente ben maggiore su di lui rispetto alla donna.
    Fu l’invito a risvegliarlo dal torpore in cui era caduto.

    Mh? Si?
    La casa!
    Si! Andiamo!


    E senza troppi indugi si sarebbe alzato, seguendola un po’ perso nei suoi pensieri, quali fossero non era dato sapere, ed anche il più esperto telepate avrebbe fatto fatica a carpirli, per una semplice ragione: non ce n’erano.
    Raizen infatti non pensava esattamente a nulla, si stava semplicemente dilettando ad ignorare Kiyomi, aveva infatti notato che poteva rapportarsi a lei in qualsiasi maniera, con qualsiasi tipo di attenzioni, nulla gli dava mai fastidio, se erano attenzioni o complimenti, quale che fosse il modo in cui arrivassero, erano ben accetti.
    Cosa sarebbe successo quindi se le attenzioni fossero svanite?
    Non lo sapeva, e scoprirlo l’avrebbe divertito, pensava e di certo la sua abilità recitativa gli veniva incontro in questo.

    Si, si, molto bella.

    Interrompeva meccanicamente la ragazza ogni tanto, per la maggiore quando passavano in spazzi di connessione della casa che non avevano nulla di particolare, cosa che probabilmente sarebbe stata evidente dopo la terza volta.
    Arrivati alla stanza da letto però recitare divenne ancora più semplice, l’ambiente infatti non era affatto di suo gusto, l’arredo principesco rendeva tutto troppo caramelloso, facendo sembrare il mobilio avvolto in un gigantesco incarto sfarzoso, per quanto la qualità fosse eccezionale.
    Fece una piccola smorfia, indietreggiando con la testa quando ebbe modo di apprezzare il tutto.

    Mh.

    Mugugnò.
    Un semplice cenno di assenso con cui comunicava di aver visto ma non per forza apprezzato.
    In un’altra situazione si sarebbe gettato nel letto con la donna, già nudo, ma non quella volta.
    Quella volta avrebbe cominciato a girarsi nonostante il bel vedere.

    Beh, io devo andare, ho un pomeriggio abbastanza pieno.
    Auguri e tante belle cose per la casa nuova, mi raccomando, stai attenta all’umidità, la muffa è un pessimo ospite, soprattutto per il legno.
    Ci si vede!


    E detto quello, se non fosse stato trattenuto se ne sarebbe andato.
    C’era un lato di Raizen che Kiyomi non aveva mai, nemmeno lontanamente, percepito. Quel lato che spesso lo portava ad apprezzare maggiormente la sfida in se che il risultato della stessa, il comprendere il suo sfidante e capire in anticipo cosa sarebbe potuto accadere, in quel caso, che lui prevedesse vittoria o sconfitta poco importava se fosse stata sconfitta, lui l’avrebbe comunque previsto e questo gli avrebbe permesso di essere comunque vincitore.
    Alle terme aveva vinto un’ altra scommessa, riuscendo a far parlare di se la ragazza, cosa fino a quel momento mai fatta, arrivando a toccare corde che in pochi avrebbero toccato in quanto ben celate sotto una pelle frivola e vanitosa.
    Quale era la sfida per lui? Fare, raggiungere cose che nessuno poteva fare o raggiungere, e di certo far credere a Kiyomi che lui era un bambolotto di pezza che poteva tenere stretto nel suo abbondante seno non lo aiutava certamente, bisognava raggiungere un nuovo livello per toccare nuovamente il fondo e spingere un po’ più in la il traguardo.
    Non aveva certamente intenzione di ferirla, e mai avrebbe usato nulla di ciò che aveva appreso contro di lei, ma quella possibilità, il fatto che qualcuno potesse pensare ad eventuali secondi fini, non gli avrebbe impedito di procedere in quel suo gioco.
    La Montagna non era una preda, per nessuno. E questo era una concausa al suo cambio di approccio, infatti quando notava che qualcosa si ostinava ad essere irraggiungibile tendeva a giocarci, un po’ come il gatto col topo, per comprendere al meglio con chi aveva a che fare, distraendosi dall’obiettivo principale per acquisire informazioni utili allo stesso, il tutto era quindi un grosso circolo vizioso, chiaro e funzionale esclusivamente nell’intrico di pensieri di Raizen.
     
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