La Prima Riunione di Konoha

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    La prima riunione di Konoha

    Post 1 ~ Convocazione



    Quel giorno era iniziato presto per Shin. All'alba, come di consueto, era stato svegliato dai primi raggi di sole che filtravano dalle persiane. Dopo essersi sciacquato il volto era sceso in cortile ad allenarsi, notando che l'aria si era fatta pungente, cosa in fin dei conti normale considerando la stagione ormai inoltrata. Al giovane Kinryu diede una strana sensazione il silenzio in cui era immerso il giardino. Diverse kitsune abitavano con lui in pianta più o meno stabile ormai da mesi, ma quella settimana avevano deciso di recarsi al santuario di Yume per celebrare una festività molto sentita, salvo promettere che sarebbero prontamente giunte in suo aiuto in caso di bisogno. Ristorato da una rapida doccia e rivestito di abiti consoni all'occasione, il giovane discese le scale diretto in cucina per consumare una frugale colazione. Nel corridoio si imbatte in un'assonnata Aruhina, che sbadigliava strofinandosi gli occhi con la mano chiusa a pugno. Nell'altra stringeva il braccio di un orsacchiotto di pezza, trascinandolo lungo il pavimento. Con un sorriso dolce le augurò il buongiorno, scompigliandole i capelli come era sua solito. Quella rispose borbottando, ancora mezza addormentata. Era anche per lei che Shin aveva scelto quella strada, per poterla difendere da qualsiasi minaccia incombesse sul loro futuro.

    L'assemblamento di shinobi intorno al palazzo dell'amministrazione era notevole, come era lecito aspettarsi. In piccoli capannelli chiacchieravano del più o del meno, oppure discutevano dell'imminente incontro. Il Kinryu era giunto lì senza porsi eccessive domande: di certo avrebbe scoperto presto di cosa si trattava. Per indire una riunione di tale calibro sicuramente era qualcosa di importante per tutto il Villaggio; allo stesso tempo non doveva probabilmente essere nulla di eccessivamente urgente, e quindi di grave, altrimenti i provvedimenti presi sarebbero stati ben altri. Qualsiasi cosa fosse, era bene preoccuparsene solo dopo aver preso nota della situazione. Preoccuparsi prima del tempo non aveva nessun senso.
    Solo, varcò la soglia del capiente auditorium. Fu per un attimo indeciso se sedersi in fondo, lasciando i posti più vicini al palco ai ninja di rango superiore, oppure al contrario occupare le prime file in segno di buona volontà. Sospirò, infilando le mani in tasca, e discese piano gli scalini della corsia centrale, facendo cindolare un passo avanti all'altro. Normalmente le avrebbe incrociate dietro la nuca, ma non gli sembrava il caso vista la folla delle grandi occasioni che si era radunata. Mentre camminava indolente gettava rapide occhiate a destra e a sinistra tra la folla cercando delle facce note. Non che conoscesse poi tutta questa gente, a Konoha. Era sempre stato un lupo solitario, poco interessato a stringere conoscenze occasionali o rapporti superficiali. Poteva considerare veramente amici solo una manciata di persone, e di queste l'unico appartenente al Villaggio della Foglia era la kunoichi Kairi Uchiha. Quando la intravide quasi in prima fila, tirò un nuovo sospiro, di sollievo questa volta. Con naturalezza si lasciò cadere sulla sedia di fianco la sua, libera, e finalmente portò le braccia dietro il capo adagiandosi contro lo schienale.
    Appena si fosse accorta della sua presenza l'avrebbe salutata con un occhiolino, ricambiandola con un caldo sorriso. Non avevano quasi bisogno di parlare, la loro intesa era profonda e forgiata sul campo, impresa dopo impresa: che fossero missioni, combattimenti o conversazioni davanti ad una tazza di the, il ragazzo sapeva che su di lei poteva contare. Probabilmente in quel frangente avrebbe avuto qualche osservazione da fare sui suoi capelli. Aveva sempre avuto una chioma particolare, nera striata d'argento, ma ora davanti ai suoi occhi essi apparivano completamente neri, simili a quelli degli Uchiha. Si trattava di una storia lunga, che il genin si era ripromesso di chiarire con l'amica con calma, magari proprio davanti ad una tazza di the fumante. Anche perché in quel momento non ne avrebbero comunque avuto il tempo. Pochi minuti dopo infatti fece la sua apparizione il decimo Hokage, Raizen Ikigami, in abiti sontuosi, sormontati dalle vesti che lo identificavano come capovillaggio di Konoha. Shin aveva avuto modo di incontrarlo una volta soltanto, diverso tempo prima, e l'impressione che ne aveva ricavato era ambivalente. Un uomo forte, che non voleva sentire ragioni. Non era però nulla di più che un giudizio superficiale, ed era disposto a rivederlo dopo aver giudicato con i suoi occhi. Sposando il peso del corpo in avanti, il foglioso si protese quindi leggermente verso la figura colossale, pronto ad ascoltare con attenzione le sue parole. La riunione stava per iniziare.
     
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