Shinobi's Royal Rumble!

Seduto su una panca nella sala comune, Shin sospirò ripensando ai passi che l'avevano condotto in quel luogo. Tutto intorno a lui stavano shinobi proveniente dai diversi Villaggi che formavano l'Accademia ed altri che con la stessa avevano rapporti di alleanza o non belligeranza, in attesa di conoscere i nomi dei fortunati prescelti. Ammesso che fortunati fosse il termine corretto: i quattro ninja che da lì a poco sarebbero stati chiamati avrebbero dovuto affrontarsi in una sfida senza esclusione di colpi al centro dell'arena nota come Colosseo. Anche in questo caso si trattava di un'esagerazione: era infatti vietato uccidere o menomare gli avversari, il che in parte giustificava la presenza del Kinryu, ma non piacendo al pubblico tali sottigliezze i manifesti evitavano accuratamente di menzionarle. Un altro sospiro, questa volta accompagnato da un'espressione sconsolata. La colpa era principalmente di sua sorella, ma non poteva certo prendersela con una bambina di sette anni.

Onii-chan guarda! Aruhina, con la guance arrossate per la corsa, porse al fratello un volantino di carta lucida. Il genin appoggiò la tazza da cui stava sorseggiando un tè ormai tiepido sul tavolo e diede un'occhiata, mentre la bambina gli strattonava la maglia. Devi assolutamente partecipare! Far vedere a tutti che il mio fratellone è il più forte di tutti! E poi si vincono anche un saaaacco di soldi! La piccola enfatizzò il concetto allargando le braccia, e al giovane sfuggì un sorriso. Dietro ai due comparve una coppia di kitsune, avvolte in eleganti kimono. Non ci sarebbe niente di male se prendessi parte al torneo, confrontandosi con avversari nuovi non potrai che migliorare. Appoggiando il prosperoso petto sulla schiena del ragazzo, che dovette esercitare un notevole autocontrollo per non sussultare, la volpe avvicinò le labbra al suo orecchio, sussurrando in tono suadente. E poi noi verremmo certamente a fare il tipo per te... La sorellina, per niente consapevole dei sottintesi sessuali contenuti in quello scambio di battute, si dimostrò entusiasta dell'idea. Ma certo, e verrò anch'io! Ho sempre desiderato vederti all'opera! Il Kinryu fulminò con lo sguardo Anzu, mentre cercava di calmare l'esuberanza della bambina. Ma dai Hina, non c'è niente di speciale in quello che faccio, te lo ripeto sempre! Alla fine, fu però costretto a cedere. Nei suoi genitori, in cui cercava supporto, trovò una completa indifferenza. Per loro sarebbe stato un buon modo di introdurre la piccola di casa al mondo ninja, trattandosi di uno scontro amichevole. Sconfitto, Shin sospirò. E continuò a farlo, finché il responsabile delle iscrizioni non chiamò il suo nome.

Mentre scorreva distrattamente la notevole esposizione di armi, sistemate con cura sulle rastrelliere lungo le pareti della stanza dove era stato condotto, il Kinryu rifletteva che i kami dovevano avere un bizzarro senso dell'umorismo. Shunsui Abara, il marionettista di Suna. Il primo amico che si era fatto in Accademia quando era solo uno studente, e uno dei suoi primi amici in generale. Kato Yotsuki, dell'omonimo clan di Oto. Nonostante il carattere ombroso aveva imparato ad apprezzarlo dopo aver condiviso con lui momenti fondamentali per entrambi. Ryuu Mizukiyo, genin di Kiri. Ci aveva messo un po', ma alla fine aveva capito perché il suo nome gli ricordava qualcosa: era stato proprio lui a seguire il suo esame genin, sotto mentite spoglie. Doveva trattarsi di uno shinobi con molta esperienza, ma anche gli altri non scherzavano. Li aveva visti all'opera, e sapeva di cosa erano capaci. Nuovamente, sospirò. Anche se non si fosse trattata di un'amichevole, avrebbe comunque dovuto andarci leggero. Accarezzando una maschera dai tratti volpini, tuttavia, il sorriso fece capolino sul suo viso. D'accordo, vediamo di dare spettacolo!