Shinobi's Royal Rumble!

Ero seduto sul divano. Entrambe le mie braccia erano distese sul bordo e coprivano la sue sponde. Avevo la camicia sbottonata e portavo lo sguardo fisso in avanti, intento a osservare quel biglietto. L’avevo volutamente appeso sulla vetrata, sulla sua superficie riflettente.

Il Colosseo.

Sorrisi. Ma subito dopo scrollai la testa. Mi sembrava di aver già vissuto una situazione del genere e questa volta, a differenza del deserto di Suna, potevo anche rifiutare. Alla fine era un invito formale rivolto a tutti i Ninja, in generale.

Ma ci sarei andato. Sarei andato al Paese dell’Erba per un motivo specifico. Come a Suna avrei memorizzato i volti, i nomi delle persone, del pubblico. Degli arbitri, degli organizzatori. Già, perché li avrei uccisi tutti. Forse non subito, non era ancora abbastanza potente ma il mio scopo era senza dubbio quello. Io, Kato Yotsuki, volevo bloccare quella mercificazione del Ninja… quell’idea che il ninja non era altro che una marionetta al servizio del divertimento. Una specie di bambola molto preziosa e divertente da giocare per il gusto dei potenti.

L’avevo visto a Suna, l’avevo visto al Paese delle Sorgenti Calde. No, avrei sicuramente partecipato. Ma di certo la mia intenzione non sarebbe stata quella di eccellere. Di farmi notare. No, senza dubbio avrei sfruttato la situazione per migliorare le mie abilità, per rendermi più forte; del resto lo scontro con altri Ninja era un’eccellente banco di prova. Ma non era che una conseguenza del mio obbiettivo principale.

Bruciare QUEL sistema.

Era arrivato al luogo designato e come avevo immaginato la quantità di persone era notevole. Si poteva parlare tranquillamente di folla, visto il numero di spettatori. Sgusciando tra le file che attendevano all’entrata raggiunsi la parte dedicata ai veri partecipanti e dopo qualche corridoio e tromba delle scale mi ritrovai in una sorta di stanza.

Lì rimasi alquanto sorpreso. Mai mi sarei aspettato di vedere niente che altro che Shin. Il mio unico amico di Konoha. L’unica persona a cui avevo confidato esattamente le mie opinioni su quello che stavamo per andare a fare. E non me lo aspettavo, la sua presenza lì era insolita: per la sua indole, per il suo temperamento e per il semplice fatto che era egli stesso un foglioso. No anzi direi di più. Se Shin ne sarebbe stato pienamente consapevole stava rischiando grosso quel giorno, stava mettendo alla prova il suo giuramento con le Kitsune. Mi avvicinai verso di lui e mi limitai a proferire una frase, incomprensibile ai più: - Per caso ti sei dimenticato quello che ti avevo raccontato al Bosco dei Sussurri? – un sorriso, molto enigmatico, sarebbe apparso sul mio volto subito dopo aver pronunciato l’ultima parola.

Poche parole ma che sarebbero state illuminanti per Shin. Ne ero certo.

Salutai velocemente gli altri contendenti, frettolosamente, per poi concentrarmi sull’armamentario. Notevole, indubbiamente, ma svantaggioso nel mio caso. Tonici e veleni erano esclusi dalla lista e nel mio stile di combattimento, ovviamente tipico Otese, puntavo molto su quel genere di strumenti. Poco male, avrei avuto modo di esprimermi in altri modi. Tra gli oggetti scrutai un qualcosa di molto particolare che richiamò subito la mia attenzione: una maschera. Dal colore eburneo, con dei disegni particolari impressi sopra. Non ci pensai due volte e la indossai.

Al termine della scelta mi assicurai di aver scelto correttamente ogni oggetto e di aver ben posizionato nelle varie sacche. Era arrivato il momento.

Quel preciso istante in cui avrei fissato gli spalti e avrei impresso nella mia mente il volto dei bastardi, ricchi, potenti e dannatamente fottuti.

Per loro stava iniziando il conto alla rovescia.