Trenta giorni per morire

[Addestramento TS I, Asami]

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  1. Zakira
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    Seduta, gustando la sua colazione, era intenta a leggere vari documenti che le erano stati consegnati quella stessa mattina. Il compito assegnato era quello di fare da scorta ad una coppia di anziani. E la donna in questione non era altro che l’ex consigliera del Daimyō del Paese del Fuoco che, come scritto nel rapporto ricevuto, si era ritirata da quel mondo. Una nuova missione l’aspettava, anche se era leggermente diversa da quelle fatte fino a quel momento. Infatti, come indicato dal documento, non c’era nessun pericolo per i due anziani e la giovane Hoshiyama doveva effettuare quella missione durante una lussuosa crociera.

    §Che strana missione...§

    Rilesse nuovamente la lettera e diede una veloce occhiata ai documenti allegati. A quanto pare non si trattava di uno scherzo quindi, raggiungendo la sua camera, aveva preso una valigia di medie dimensioni, inserendo più vestiti possibili. Prese anche vari libri di medicina da consultare nei momenti morti della giornata.
    Era la prima volta che saliva su una nave. Durante l’adolescenza passava le vacanze più delle volte al Villaggio delle Sorgenti Termali o al Paese del The. Ma non aveva mai avuto l’occasione di partecipare ad una crociera, nonostante l’enorme possibilità economica della famiglia. Trattandosi di un semplice incarico molto probabilmente la ragazza dai capelli rossi poteva anche godersi un momento di relax.
    Era appena arrivata davanti alla barca, ammirandola in tutta la sua maestosità. Ma ciò che la colpì erano le varie rifiniture in bronche che la decoravano. E non aveva ancora visto l’interno della nave. Ma già osservandola dall’esterno doveva trattarsi di una vacanza piuttosto costosa e lussuosa. Due elementi che Asami aveva sempre avuto nella sua vita quotidiana, prima del suo trasferimento a Konoha. Restava lì a fissarla quando una voce aveva attirato la sua attenzione.

    -Ciao Asami! Uff... [...]-

    Quando si voltò verso di essa fece un piccolo sorriso. Sapeva già chi era, poichè il suo nome era segnato anche all’interno dei documenti che le erano stati mandati. Infatti non era da sola ad affrontare quella missione. Insieme a lei c’era anche il sunese Shunsui, nonché compagno di squadra del Team 1. Era ben contenta di affrontare un’altra missione con una persona che già conosceva. Fece un segno con la mano per ricambiare il saluto mentre il suo compagno di squadra, che ormai considerava un amico, continuava a parlare. Era abbastanza agitato poichè anche lui, come i committenti della missione, soffriva di mal di mare.

    -Ahahahah… io non sono mai salita su una barca. Spero di non sentirmi male anch’io.-

    Con un sorriso sulle labbra il suo sguardo, dagli occhi del sunese, si spostarono su alcune valigie portate da lui. Sulle sue spalle infatti aveva una valigia molto più grande rispetto alla sua. Solo una volta in vita sua aveva visto una valigia così grande ed era quella di sua madre che, tra numerosi vestiti e gioielli, riusciva a mettere alla prova la pazienza e la forza della servitù che lavorava all’interno della famiglia.

    §Poi si lamentano di noi donne...§

    [...]

    Dopo diverso tempo la ragazza notò in lontananza una coppia di anziani sui 70 anni. Entrambi bassini, rispetto ai due giovani shinobi, si avvicinavano al punto d’incontro avendo come sfondo ancora la nave che restava lì immobile aspettando la partenza. Alle prime prime parole dell’ex consigliera del Daimyō, la ragazza distolse lo sguardo, portando in punto indefinito. Non era la prima volta che riceveva un simile complimento ma si sentiva imbarazzata forse perchè era da un sacco di tempo che non riceveva un complimento simile. I due anziani continuarono a parlare finchè l’uomo non chiese l’aiuto dei due giovani per portare le valigie.

    -Certamente!-

    In fondo Asami ben sapeva che la sua presenza su quella barca serviva anche per piccoli incarichi come quelli. Ma molto probabilmente la maggior parte dell’equipaggio era incaricata anche per quello.
    Numerosi pensieri le passarono per la mente, ritrovandosi subito dopo sull’imbarcazione. Come aveva visto dalla terraferma, la nave aveva numerosi dettagli in bronzo e il ponte aveva un meraviglioso color noce. Lanciò una breve occhiata sul fiume prima di entrare all’interno dell’imbarcazione e accompagnare i due in prossimità della cabina. Dopodichè Asami, insieme al sunese, si apprestò a trovare la cabina che gli era stata assegnata per quella missione.
    Nei primi giorni, la Hoshiyama trascorse la maggior parte del tempo sul ponte ammirando il paesaggio. Fortunatamente non sentiva nessun malore ed esplorò le stanze principali della nave. Alcune di esse erano davvero lussuose altre invece più spoglie ma altrettanto eleganti. I momenti migliori li passava di prima mattina, poco prima dell’alba, sul ponte della nave. Infatti, come proposto da Shunsui, passavano le prime ore del mattino in quella zona della barca per tenersi in allenamento e anche per distrarlo dal mal di mare che aveva. Ma come lei, anche il sunese cercava di non pensarci leggendo dei libri.
    Si era appena sveglia la ragazza dai capelli rossi, diretta al ponte della nave. Sapeva di trovare Shunsui intento a leggere uno dei suoi numerosi libri che aveva portato con sé. Infatti la ragazza di Konoha non aveva sbagliato ma stranamente aveva due libri, rispettivamente una nella mano sinistra e l’altro in quella destra, leggendoli contemporaneamente. Forse lo shinobi era troppo agitato per il suo malore che un libro non bastava a distoglierlo dal quel pensiero. Con il libro chiuso in una mano, si avvicinò a lui dandogli una pacca sulla spalla.

    -Ehi Shunsui… Ti senti bene? E’ vero che a Suna avete solo il deserto… ma sembri un pò troppo agitato... Dopo cerco di preparare un tonico per questo malore...-

    §Spero di riuscirci...§

    A quanto pare il suo malore era più fastidioso del normale.

    -Asami, dopo 25 anni che sono su questa terra ho finalmente capito una cosa tanto banale quanto importante: i libri effettivamente contengono conoscenza! Cioè, non è una cosa eccezionale? Non sai una cosa... tac! Leggi un libro ed è fatta! Eccezionale!-

    Era talmente elettrizzato che a malapena respirava da una frase all’altra, dicendo tutto in un fiato. La diciannovenne, con perplessità, iniziò a guardarlo mentre il sunese continuò a blaterare parole a caso fin quando non gli mostrò un rotolo con diverse decorazioni. Di cosa trattava? E perchè proprio Shunsui ce l’aveva? Per quale motivo un rotolo, dall’aspetto abbastanza importante, era al di fuori del villaggio? Le guardie l’avevano fatto passare con così tanta leggerezza con quell’oggetto? Spostando i suoi occhi color verde smeraldo verso il rotolo aveva notato che era già stato aperto dal ragazzo del Paese del Vento, dichiarando poi di aver sbirciato ma di non aver capito ciò che stava scritto. Propose quel testo ad Asami, visto che praticava già di suo medicina.

    -Perchè un rotolo, appartenente a Konoha, è nelle tue mani? Deve ritornare all’interno della biblioteca!-

    Il suo tono era abbastanza severo alzando, forse, un pò troppo la voce. Ma a quanto pare per Shunsui non era così grave la faccenda. Lo sguardo della ragazza era ancora perplesso quando ascoltò nuovamente le parole del sunese.

    -...ma sì che sarà mai! Fra qualche giorno torniamo, tu riporti il rotolo, dici di averlo trovato, ed andrà tutto bene! Su non mi fare il muso ora! E poi chissà, sono sicuro che sia interessantissimo! Non ti va' di darci un'occhiata?-

    §Un'occhiata?§

    Il suo viso si spostò subito sul volto di lui, guardandolo dritto negli occhi e alzando semplicemente il sopracciglio destro. Non sapeva cosa dire. La tentazione era forte ed essendo un ninja medico quelle nozioni potevano aiutarla. Ma doveva davvero leggerlo davanti a lui? Un ninja di un altro Paese? Poteva rubare le informazioni scritte all’interno del rotolo e usarle direttamente contro il villaggio. Oppure l’aveva già fatto e voleva un parere di un esperto o di una persona amica per confermare ciò che aveva letto. In ogni caso, la giovane donna prese il rotolo dalle mani di Shunsui, dandogli poi le spalle,e proferì parola, continuando il suo cammino verso l’interno della nave.

    -E’ più al sicuro nella mia cabina. Poi lo riporterò subito a Konoha.-

    Raggiunse subito la sua cabina, appoggiando quel rotolo sul letto. Lo guardava con sospetto mentre girava all’interno della stanza indecisa sul da farsi. Cosa doveva fare? La curiosità cresceva dentro di sè ogni secondo che passava. Alla fine prese una decisione. Aprì quel rotolo misterioso.
     
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